FORUM Club Italiano del Colombaccio

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Topics - Vasco

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CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO
           
Migliaia di appassionati hanno affollato la fiera di "WILD NATURE" per l’occasione vestita a festa, con il grande supporto di tante aziende che hanno contribuito a decorare, con i loro accattivanti manifesti, tutto il quartiere del Centro Fiere di Villa Potenza di Macerata  sabato 24 e domenica 25 maggio.

Importante novità è stata per la prima volta la presenza con uno stand ufficiale del Club Italiano del Colombaccio, federazione  di forte passionalità ed in grande espansione, che svolge la propria opera in favore della cultura della caccia tradizionale al colombaccio e della sua rilevante importanza, lo stand magistralmente allestito dal Presidente della Sez. di Firenze, Silvestro Picchi.     Numerosi i cacciatori a farci visita, i marchigiani che praticano la caccia da appostamento fisso al colombaccio sono tanti la cui  pratica di caccia è in forte espansione anche nel loro territorio che vanta tradizioni antiche, così come nel resto d'Italia. Fortissimo interesse e curiosità ha suscitato la presenza del  nostro stand espositivo, seguito moltissimo anche qui,  grazie al  lavoro fatto e per  il nostro  impegno a difesa della caccia tradizionale al colombaccio con l'uso dei richiami vivi che ha suscitato notevole  interesse e approvazione.

Molti i cacciatori  che hanno  aderito  a "Progetto Colombaccio Italia" condividendo l'eccellente studio del flusso migratorio del colombaccio, elaborato su basi scientifiche, grazie alla sensibilità e l'impegno profuso dai cacciatori di colombaccio  che pazientemente partecipano alla puntuale rilevazione.

IL Club Italiano del Colombaccio nella persona di Silvestro Picchi ringrazia gli amici  cacciatori di colombaccio di Marche e Abruzzo che hanno voluto far visita al Club diventando soci effettivi.   Si ringrazia  il Presidente Nazionale Francesco Paci e l'Amministratore del sito web Vasco Feligetti per la gentile gradita visita al nostro Club.  Si ringrazia la signora Irina Berdini della Promozion Marketing Sas, che ha curato l'allestimento della Fiera con passione e professionalità,  e  per la gentile ospitalità che ha riservato al Club Italiano del Colombaccio.  Silvestro ringrazia infine sua moglie Elda che lo ha sostenuto in questa impresa di rilevante impegno fuori dai confini della Toscana.
(L'auspicio, dice Silvestro, è quello di poter essere presenti alla prossima edizione di WILD NATURE per rafforzare l'impegno e l'immagine del Club, incontrare ancora soci e amici  passionisti della caccia al colombaccio e stabilire nuovi interessanti contatti).

Ufficio Stampa.

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  CLUB ITALIANO DEL COLOMBACCIO
 
                        Ufficio Presidenza


          Al Sig. Direttore Responsabile di
                  SENTIERI DI CACCIA – C.A.F.F. Editrice
               Via Sabatelli 1
            20154   MILANO


     Egregio Direttore,

                                                   ho letto, sul numero di giugno la risposta alla mia lettera relativa all’articolo pubblicato su Sentieri di Aprile scorso a firma Stefano Assirelli.
Sono perfettamente d’accordo sul fatto che sia assolutamente fondamentale che la caccia venga vissuta nella più piena legalità e che l’immagine del cacciatore debba meritare tutto il rispetto . Ciò che però ha destato allarme nei cacciatori di colombacci è stato tutt’altro. L’allarme è dipeso dal fatto che l’articolo esprimeva meraviglia per il fatto che fosse tollerato l’utilizzo del piccione sulla racchetta.
Una frase devastante per i cultori della caccia al colombaccio, nella quale l’uso della racchetta è vitale, essenziale.  Una frase, come già spiegato nella mia precedente,  che si rifà ad una sentenza della Corte di Cassazione relativa alla caccia alla pavoncella, dove l’animale da richiamo veniva imbragato e strattonato per levarsi in volo e ricadere poi a terra.
Ma tutto ciò non si verifica affatto nella caccia al colombaccio: il piccione che viene messo nella racchetta, non è né imbragato, né viene strattonato, né “ricade pesantemente al suolo o sull’albero”.  Il piccione sulla racchetta ( “pompa” o “ribaltina” , è assicurato alla stessa tramite una calzetta di pelle, e non viene strattonato, ma, se si tratta di “pompa”, sale con la “pompa” per poi ridiscendere a volo sulla racchetta nel frattempo riabbassatasi sul suo piedistallo ; se impiegato sulla “ribaltina”, al basculare di questa, batte le ali per mantenere l’equilibrio.   Tutto qui.
E dunque nulla di quanto osservato nella sentenza della Corte di Cassazione è riferibile all’uso del piccione nella caccia al colombaccio.
Quanto al fatto che, sempre secondo la medesima sentenza della Corte di Cassazione ricordata, l’uso dei richiami debba ritenersi vietato “anche quando viene attuato con modalità incompatibili con la natura dell’animale”, è a dirsi che potrebbero ricadere in questa previsione anche i cavalli, da biga o da tiro, o usati con l’aratro, o da corsa, i muli da carico,  i buoi con l’aratro, i cani al guinzaglio, perché la natura per questi animali non ha certo previsto questi impieghi.  E’ stato l’uomo che, dopo averli domesticati li ha utilizzati nei vari modi,  e a nessuno, credo, possa passare per la mente di considerare illecito questo utilizzo.
Analogo discorso vale per i piccioni impiegati per la caccia al colombaccio. Non si tratta di piccioni semiselvatici o comunque rustici, ma di piccioni allevati in voliera, selezionati da generazioni , che sono predisposti per svolgere il ruolo al quale vengono destinati, e dunque, lo svolgono con assoluta naturalità. Quella naturalità che è stato il punto centrale della sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Bologna, naturalità che è attestazione, nei fatti, di benessere, perché una condizione di sofferenza induce l’animale ad agitarsi per sottrarsi alla sofferenza stessa e l’agitazione sarebbe del tutto rovinosa ai fini del richiamare i selvatici.  Questi piccioni non solo sono in perfetta salute, ma anche con perfetta livrea ( cosa importante per la loro funzione di richiamo ), il che è ulteriore conferma del fatto che non subiscono sofferenze di sorta .
Detto questo non posso non osservare come la risposta alla mia lettera precedente abbia addirittura il sapore di una presa in giro, dal momento che, attraverso passaggi del tutto gratuiti ed ambigui, finisce per dare credito alla  tesi di Assirelli.
Così l’intervento della Dott. Lorena Tosi, che esordisce con un “pur non criticando la posizione “morbida” della Corte di Appello di Bologna”, frase che fa pensare a critiche risparmiate ancorché meritate , che quel “morbida” conferma in pieno, (mentre la sentenza della Corte di Appello di Bologna non è affatto “morbida”, ma soltanto giusta). Quell’intervento richiama la sentenza della Corte di Cassazione n. 46784/2005 ( che ha condannato ) e però riguarda, come detto,  tutt’altra tipologia di caccia e di modalità di impiego del richiamo , mentre definisce “morbida” la sentenza di Bologna, ( che ha assolto ) e che invece riguarda specificamente la caccia al colombaccio :  che cos’altro può significare tutto questo ?  Avere riproposto quella sentenza della Cassazione, in risposta alle precisazioni tecniche specifiche evidenziate dal sottoscritto , non può che lasciare del tutto insoddisfatti e perplessi. E infine, il fatto che queste considerazioni si leggano su una rivista di caccia e non di ultras animalisti, francamente sconcerta !
Che dire poi della conclusione della risposta stessa, che è in innegabile contraddizione con la frase dell’articolo di Assirelli, che riporto per agevole confronto: “a questo proposito non si capisce come mai venga tollerato l’azionamento del piccione sulla racchetta per chi caccia i colombacci…”.
Nella Vostra risposta si legge infatti : “ non possiamo però rettificare quanto non detto”. Il senso dell’articolo infatti, non era soltanto quello di denunciare una serie di illeciti (di cui le modalità con cui si pratica la caccia al colombaccio certamente non fanno parte !!! ).   Ci pare invece che sia stato detto, e come ! , e dunque se il riconoscimento della piena legalità delle modalità di impiego dei piccioni nella caccia al colombaccio, seguito da ben tre punti esclamativi , non è un contentino per interlocutori poco avveduti, è evidente che la frase scritta da Assirelli è assolutamente fuori luogo, sbagliata !
Per finire non si capisce quale senso abbia il ringraziamento che mi viene rivolto :” per le Sue giustissime e corrette precisazioni e per essersi fatto portavoce del sentire di molti cacciatori”, quando nel merito, più sopra , si è data conferma, piuttosto che smentita, ad un concetto che , oltre ad essere assolutamente pernicioso per i cacciatori di colombacci, è anche del tutto senza fondamento rispetto alla concreta realtà della caccia al colombaccio .
Non posso pertanto che restare in attesa della adeguata rettifica, già richiesta e non certo ottenuta , a quanto espresso nell’articolo a firma Stefano Assirelli .
Spero che la memoria dell’antico adagio : “errare humanum est, perseverare diabolicum “, possa soccorrere in questa occasione .
Distinti saluti .
Pesaro 28.05.2014
         Club Italiano del Colombaccio
                Il Presidente
             Avv. Francesco Paci

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Club Italiano del Colombaccio                                                                                                                               Presidente Avv.  Francesco Paci

Gentilissimo Avvocato Paci, la Sua lettera ci dà modo di esplicitare alcune precisazioni in merito alle contestazioni a quanto pubblicato a firma di Stefano Assirelli sul numero di aprile di Sentieri di Caccia. L'articolo in questione, intitolato No al bracconaggio: difendiamo la caccia, non contiene altro che un'elencazione delle varie tipologie di reato che possono essere commesse in ambito venatorio (e che, di fatto, in alcuni casi vengono commesse) e che, proprio per l'illiceità della condotta, possono essere ricondotte alla categoria del bracconiere.
Bracconiere che, come ben specificato e in evidenza sotto il titolo, può essere "senza o con licenza di caccia poco importa, la predazione di fauna selvatica fuori dei limiti consentiti dalla legge è comunque attività illegale". I passaggi della lunga e complessa disamina non ci sembrano contenere accuse o insinuazioni che possono urtare la sensibilità dei cacciatori. Si tratta semplicemente di dati di fatto, di un resoconto di quanto è apparso sulle cronache e il risultato di indagini di Polizia. Tutti fatti incresciosi che pesano non poco sull'idea che l'opinione pubblica ha della caccia stessa,  e dagli autori di questi illeciti, proprio nell'intento di difendere la caccia buona e la categoria dei cacciatori, riteniamo giusto prendere le distanze. Passando da considerazioni generali al contenuto specifico della Sua lettera, ci permetta di dissentire dalla Sua osservazione secondo cui una rivista di caccia non dovrebbe mai contenere considerazioni "contrarie" ai cacciatori. Non ci è chiaro che cosa si intende per "contrarie".  Lavorando quotidianamente a un prodotto editoriale dedicato alla caccia, va da sé che chi ci mette la faccia e le proprie energie per contribuire a far crescere una passione sotto molti punti di vista (culturali, tecnici, emotivi) non potrà essere certo "contro"... A nostro parere, la qualità di una pubblicazione e dei suoi contenuti si vede anche dal coraggio di riportare punti di vista che non sono sempre in linea con quello che i più vorrebbero sentirsi dire o che vorrebbero leggere sulle riviste specializzate, ma che vanno considerati per stare al passo con il mondo che cambia,  anche quello della caccia, e che sono utili per trovare  la via per far sì che la liceità della caccia stessa non possa mai essere messa in discussione. Purtroppo una parte del mondo venatorio - come accade per tutte le altre realtà - presenta alcuni "lati oscuri" che a noi per primi fa male evidenziare. Ma solo un confronto onesto con i nostri lettori e la denuncia di situazioni che sono da osteggiare in quanto illecite e dannose a un'immagine pulita dell'attività venatoria possono renderci inattaccabili e contribuire a sostenere i valori e gli aspetti positivi  (che fortunatamante sono davvero tanti) di cui la caccia è portatrice. Stefano Assirelli ha raccolto una serie di dati e li ha messi a disposizione dei nostri cacciatori/lettori. Dati che sono stati verificati e che non hanno nessun valore accusatorio verso alcuno. Per rassicurare coloro che si sono allarmati a seguito della lettura dell'inchiesta, abbiamo chiesto un ulteriore parere sui contenuti di legge a Lorena Tosi, nostra collaboratrice e istruttore direttivo amministrativo del Servizio tutela faunistico - ambientale Provincia di Verona, che da diversi anni risponde puntualmente ai lettori di Sentieri di Caccia in merito a dubbi e incertezze su questioni legali e amministrative circa lo svolgimento dell'attività venatoria.  Di seguito quindi, riportiamo  il commento in proposito della  dottoressa Tosi, che  va a integrare le giustissime indicazioni da Lei inoltrateci circa la giurisprudenza in materia. "Le poche righe di testo che hanno suscitato disappunto possono essere problematiche semplicemente perché pongono sul tavolo il tema del maltrattamento degli animali in relazione ad alcune pratiche di utilizzo dei richiami vivi nell'attività venatoria. E con questo non si intende assolutamente che i cacciatori maltrattino gli uccelli utilizzati come richiami, ma che si tratta di una questione spinosa su cui i detrattori della caccia puntano sovente il dito. "Andando comunque al sodo della questione, c'è da domandarsi (e quì la giurisprudenza da molto tempo fa la sua parte) in che cosa si sostanzi il maltrattamento di animali nella pratica venatoria. Il Fatto  che il legilslatore consenta determinate pratiche non significa che talune, se non esercitate correttamante, non procurino, più o meno, sofferenza all'animale. Il presidente del Club del Colombaccio parla di  'naturalità' come parametro per distinguere ciò che deve considerarsi lecito e ciò che non lo è. Ma a questo punto c'è da intendersi sul cocetto di 'naturalità'.  Un uccello costretto da lacci e quant'altro può dirsi in una situazione di 'naturalità' ?  La questione non è certo così semplice, in quanto ogni pratica venatoria, sebbene riconosciuta in linea di massima lecita dal legislatore, a seconda del modo in cui viene messa in atto può talora suscitare dubbi o perplessità". Ed è quello che, a nostro parere, emerge dall'articolo di Stefano Assirelli ed è la questione su cui volevamo invitare i nostri lettori a riflettere, a difesa di chi (ovviamente e fortunatamente la grande maggioranza) pratica correttamente la caccia con i richiami vivi. " Per evidenziare come il tema sia tutt'altro che pacifico - prosegue Lorena Tosi - farei riferimento un paio di sentenze della Corte di Cassazione che,  forse ancor più della citata Corte d'Appello di Bologna, costituiscono la traccia per valutare se una certa pratica venatoria possa considerarsi lecita o meno. Va tenuta presnte, in primo luogo, la sentenza della Corte di Cassazione, sez. III  penale, n.46784 del 5 dicembre 2005, a cui il Tribunale di Ravenna, sezione staccata di Faenza, si era ispirato nella decisione della controversia citata del Presidente Paci. In quella occasione la Corte di Cassazione ha stabilito che la legge n.157/92 consente l'uso, a scopo venatorio, di richiami vivi, ma vieta che ad esseri viventi dotati di sensibilità psico-fisica, quali sono gli uccelli, siano arrecate ingiustificate sofferenze, con offesa al comune sentimento di pietà verso gli animali e a tal fine elenca - con carattere meramente esemplificativo - dei comportamenti da considerarsi vietati, ma non legittima l'uso di richianmi vivi con modalità parimenti offensive. Detta legge, infatti, non esaurisce la tutela della fauna in quanto i limiti alle pratiche venatorie sono posti anche dal previgente art. 727 c.p.e dall'attuale art. 544 ter c.p., i quali hanno ampliato la sfera della menzionata tutela attraverso il divieto di condotte atte a procurare agli animali strazio, sevizie o, comunque, detenzione attraverso modalità incompatibili con la loro natura. Da ciò deriva che la legittimità delle pratiche venatorie consentite sulla base della legge 157/92 deve essere verificata anche alla luce delle norme del codice penale. In virtù di tale principio di diritto, l'uso di richiami vivi deve ritenersi vietato non solo nelle ipotesi previste espressamente dall'art.21 co. 1 lett. r)  L.157/92,  ma anche quando viene attuato con modalità incompatibili con la natura dell'animale e non v'è dubbio che imbragare un volatile,  legarlo a una fune, strattonarlo e indurlo a levarsi in volo, per poi ricadere pesantemente a terra o su un albero, significa sottoporre lo stesso senza necessità, a comportamenti e fatiche insopportabili e non compatibili con la natura ecologica di esso. "Più di recente questa posizione è stata ribadita dalla medesima sezione della Corte di Cassazione nella sentenza 40607/2013. Ciò dimostra ancora una volta come il tema sia complesso e molto dibattuto anche nelle aule di giustizia. Pur non criticando la posizione 'morbida' della Corte d'Appello di Bologna, ritengo non possa essere trascurata come spunto per una riflessione più approfondita la posizione più volte manifestata dalla Corte di Cassazione".  Non avendo scritto nulla circa l'illegittimità della caccia al colombaccio e né mai e in alcun modo ne abbiamo avuta l'intenzione (a questo proposito ricordiamo che alla manifestazione fieristica Capetav 2012, in occasione della presentazione al pubblico del prestigioso volume  "La caccia alle palombe in Umbria"  di Vladimiro P. Palmieri, tra i relatori sul palco vi era una nostra giornalista che ha speso molte parole in merito al valore culturale di questa importante tradizione venatoria del nostro Paese), mentre certamente ci scusiamo se sono stati travisati alcuni aspetti tecnici della caccia ai colombacci (e quando dedichiamo spazio all'argomento specifico sulle pagine della rivista, ci rivolgiamo a cacciatori esperti e a firme autorevoli in materia), non possiamo però rettificare quanto "non detto".  Il senso dell'articolo, infatti, non era soltanto quello di denunciare una serie di illeciti (di cui le modalità con cui si pratica la caccia al colombaccio certamente non fanno parte !!!), ma era anche quello di sottolineare che la giurisprudenza stessa non è chiara circa alcuni aspetti dell'attività venatoria (in generale) e questo non è certo un bene per i cacciatori che corrono il rischio di veder cambiate, prima o poi, le carte in tavola. Essere informati del problema, ci consente di correre per tempo ai ripari. Concludendo, La ringraziamo sinceramente per averci manifestato con molto garbo le Sue rimostranze, per le Sue giustissime e corrette precisazioni e per essersi fatto portavoce del sentire di molti cacciatori. Speriamo quindi che questo confronto sia stato l'occasione per un chiarimento.

La redazione

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Caccia: Umbria, il nuovo Calendario Venatorio regionale, valido per la Stagione Venatoria 2014-2015, è stato preadottato dalla Giunta; apertura il 21 settembre e tra le novità due giornate di preapertura.

Due “mezze” giornate di preapertura, lunedì primo e domenica sette settembre: è questa la principale novità del calendario venatorio 2014-2015 che la Giunta regionale ha preadottato nella sua ultima seduta, su proposta dell’assessore alle politiche agricole e venatorie. In accordo con la maggioranza delle associazioni e dopo il via libera della consulta faunistico venatoria del 14 maggio scorso, il calendario ricalca le modalità ed i tempi di prelievo della scorsa stagione, anche in base ai giudizi positivi riscontrati in fase di partecipazione. Ma quest’anno, sottolinea l’assessore, si è deciso di suddividere la giornata di preapertura in due mezze giornate in cui il prelievo sarà consentito fino alle ore 13. Questa scelta è stata adottata per coniugare le esigenze espresse dal mondo venatorio di consentire il prelievo delle specie cosiddette estatine il primo giorno utile di settembre e contemporaneamente favorire, con la mezza giornata della prima domenica, i cacciatori impossibilitati a prendersi un giorno di ferie per esercitare la loro passione.

Resta fissata alla terza domenica di settembre, che questo anno cade nella data del 21, l’apertura generale a tutte le specie con esclusione degli ungulati i cui periodi di prelievo verranno stabiliti con proprio atto dalle amministrazioni provinciali. L’atto prevede la preapertura il 1 settembre, esclusivamente da appostamento, alle specie alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, merlo, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza, e l’apertura generale a tutte le altre specie il 21 settembre, ma non al cinghiale per il quale l’attività venatoria partirà il 5 ottobre e si chiuderà il 4 gennaio, anche se le amministrazioni provinciali possono posticipare tale data.

E’ inoltre prevista la chiusura anticipata della caccia alla femmina del fagiano il 30 novembre, per salvaguardare la riproduzione di questa specie. Una scelta questa che è stata operata anche in altri contesti venatori. La caccia alla lepre sarà consentita dal 21 settembre all’7 dicembre. La caccia di selezione alle specie daino, capriolo, cervo e muflone andrà dal 15 giugno al 13 luglio, dal 17 agosto al 4 ottobre e dal 5 gennaio al 28 febbraio 2015.

Ora la proposta verrà inviata all’”Ispra”, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, e poi alla terza Commissione dell’Assemblea legislativa regionale per il parere di competenza prima di tornare in Giunta per la definitiva adozione.

23 maggio 2014



Regione Umbria

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Archivio 2007-2014 / BEPPE GRILLO CONTRO LA CACCIA
« il: 23/05/2014 - 12:49 »
Odio la caccia,
chi uccide un capriolo, un gallo cedrone, una beccaccia,
chi spara ai passeri o alle cinciallegre per divertimento,
per farsi la mano,
odio chi acceca gli uccelli da richiamo, chi dissemina trappole, esche, tagliole,
odio chi usa il fucile, ma dice di proteggere la natura,
odio i boschi, i prati trasformati in poligoni da tiro,
odio l'odore del cuoio, della polvere da sparo, delle cartucce rosse, gialle e arancione
grandi spesso come il bersaglio,
odio il massacro spaventoso (*)1 di animali che ogni anno avviene in Italia,
chi spara agli uccelli migratori, ai falchi, alle rondini, agli aironi,
odio il cacciatore buono che difende l'habitat naturale
e quello incosciente che ammazza l'amico o un parroco mentre dorme,
odio i ristoranti con gli animali impagliati come trofei,
scoiattoli, marmotte, civette e gufi che ti osservano con gli occhi di vetro,
odio chi spara vicino alle abitazioni, i pallini di piombo nel tuo giardino,
odio la legge fascista (*)2 che permette di entrare nei fondi privati,
i cacciatori che si aggirano a meno di 100 metri dalle case (*)3
con il fucile e il colpo in canna quando la legge lo proibisce,
odio chi mi toglie il piacere della vista di un cervo, di una ghiandaia,
di animali che i miei figli vedranno solo allo zoo o nei parchetti,
odio non poter andare a funghi senza la paura di essere scambiato per un cinghiale
e ascoltare il rumore cupo e cadenzato delle doppiette invece che il canto degli uccelli,
odio la scomparsa dal cielo degli arabeschi formati dagli stormi,
odio l'esproprio della natura fatto per il piacere di pochi (*)4,
il non poter vedere su un tetto i nidi delle cicogne che non migrano più per l'Italia
per sopravvivere ai cacciatori,
odio i riti della caccia, i coltellacci per squartare gli animali, il cameratismo tra uomini veri,
odio chi uccide per piacere, chi definisce sport l'annientamento di una creatura,
una di quelle con cui parlava San Francesco,
odio chi caccia perché "si uccidono anche gli animali d'allevamento"
odio chi libera i fagiani allevati in cortile per poi fulminarli dopo pochi metri,
odio chi usa la caccia e i cacciatori per fini politici,
odio chi non rispetta gli animali e dice di rispettare l'uomo.

(*)1. La stima è di 150 milioni di animali uccisi ogni anno
(*)2. Art. 842 Caccia e pesca - Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l'esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno.
(*)3. La caccia è vietata per una distanza di 100 metri da case, fabbriche, edifici adibiti a posto di lavoro. E' vietato sparare in direzione degli stessi da distanza inferiore di 150 metri.
(*)4. 1.2% della popolazione italiana (dati 2007).

Ps: aderisci ai Comitati contro la caccia

Fonte: blog di Beppe Grillo

381
Apre i battenti la 7^ edizione della festa Nazionale del nostro Club.
Come consuetudine la manifestazione si terrà in quel di "LA STROLLA" POGGIBONSI, sabato 7 e domenica 8 giugno, Vi aspettiamo numerosi come sempre.
Un abbraccio.
vasco

382
                                                                                             
                                          Roma, 29 Aprile 2014

                                          Alla C.A. dei cacciatori

                                          Alla C.A. degli Operatori
                                                    Settore Caccia
                                       
                                                                                         

                                                                                         
                                                                                                         



In occasione della presentazione dei candidati alle elezioni  Europee ed  Amministrative  del 25 Maggio 2014 di Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale svoltasi a Roma il  ,unitamente al responsabile della Commissione caccia della Direzione Nazionale di AN – FdI, ho incontrato una delegazione di cacciatori, molti dei  quali  meridionali,  che mi  hanno fatto presente  la  difficile  situazione  venutasi  a  creare nel  tempo con  l’applicazione della legge 157/92,  che  con  la  sua  regolamentazione  ha fortemente  penalizzato  l’attività  venatoria.

Considerato il lasso di tempo trascorso dall’approvazione della su menzionata legge ad oggi,

         La delegazione ha auspicato la revisione:
   
   1) Dei tempi di apertura e di chiusura della caccia


   2) Dell’allargamento delle specie cacciabili tenendo presente i
       periodi in cui la selvaggina
       è presente sul territorio

   3) Della  verifica,  nell’ambito di ogni singola Regione,  della   
       percentuale del territorio interdetto all’attività venatoria che   
       supera di gran lunga quanto stabilito dalla normativa vigente
       (massimo il 30% del territorio)

 
   4) Delle modalità con le quali effettuare le tradizionali caccia
       migratorie che sono oltretutto le più diffuse ed alle quali è
       fondamentalmente legato,per tradizione il cacciatore italiano.
                                                                                                                                                                                                         

Ho  accolto  le giustificate  richieste  di  quei  cittadini  ricordando che i gruppi del  MSI-DN coerentemente  si  opposero all’approvazione  della legge 157/92,ma che i loro sforzi furono vanificati  da  un  iter parlamentare  molto breve,  a causa dell’imminente scadenza di quella
legislatura.

Attualmente  la  revisione  di  quella legge, a mio avviso,è necessaria ed urgente tenuto conto che sono  trascorsi  20  anni  dalla  sua  approvazione  e  che  la  stessa  risulta  essere  la  più restrittiva  d’Europa.

Viste le riflessioni di carattere economico registrate nel settore e le negative conseguenze che si  sono  avute anche nel commercio nell’artigianato e nell’industria, concludo dando la mia piena disponibilità ad impegnarmi concretamente per la revisione della legge sopra citata, nei termini previsti dalle direttive europee, che potrebbero soddisfare le richieste dei cacciatori, e conseguentemente  ridare  fiducia ai settori produttivi interessati, in grave crisi economica, in riferimento  al  mantenimento  dei  livelli  occupazionali  fortemente  penalizzati  dalla  legge attualmente in vigore.

                                                                                                 
 
                                 Cordialmente
               
                           Il Presidente di FdI-AN                         
                         Direzione Nazionale FdI-AN
                           
                              (Giorgia Meloni)

                                                                                                                                                   
                             Commissione Caccia
                            ( Augusto Palmarini )
                                                                                       
                                       

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Il club sarà presente col proprio stand a "CACCIA VILLAGE" la tradizionale fiera della caccia, pesca e tiro sportivo, che si terrà nei giorni 16-17-18 Maggio a Umbria Fiere.
Amedeo Castellani e Il Club del Piccionaccio di Amelia, Feligetti Vasco e il Club Italiano del Colombaccio sez. di Perugia Vi aspettano numerosi.

Caccia Village 2014, la manifestazione dedicata alla caccia, alla pesca e tiro sportivo di Bastia Umbra (PG) è pronta a battere i record di visitatori ed espositori delle passate edizioni.

Caccia Village si prepara ad accogliere 30 mila visitatori, e lo fa in grande in stile. Presentata nei giorni scorsi, in conferenza stampa presso l’hotel Brufani di piazza Italia a Perugia, l’edizione 2014 di Caccia Village, la più grande fiera del Centro Italia dedicata alla caccia, alla pesca e alla vita all’aria aperta.  Al tavolo dei relatori il presidente di Fierashow Andrea Castellani, il presidente di Umbria Fiere Lazzaro Boiari, il presidente della Federazione italiana tiro a volo Luciano Rossi, il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi e l’assessore regionale alla Caccia Fernanda Cecchini. Di frotne a loro un parterre d’eccezione, composto dai principali rappresentanti del mondo venatorio regionale e nazionale. “Ringrazio tutti gli espositori, le associazioni e i tre Ambiti territoriali di caccia umbri – le parole di Andrea Castellani – per averci aiutato a diventare grandi. Anche quest’anno abbiamo aumentato in maniera significativa il già elevato numero di espositori, disposti in 17 mila metri quadri di spazio coperto e 7 mila all’aperto. A Cacia Village troveranno inoltre il dovuto spazio l’arte e la cultura, mentre per quel che concerne la pesca ci siamo specializzati nel carpfishing, disciplina particolarmente amata dai pescatori d’acqua dolce”.

Una crescita, quella di Caccia Village, enfatizzata un po’ da tutti i presenti. “Gli appassionati vengono a Bastia Umbra alla ricerca di emozioni – ha detto il presidente FitavLuciano Rossi – ed anche in tal senso il lavoro di Andrea e del suo staff si è rivelato ottimo. Mentre a Brescia si chiude la fiera, in Umbria la fiera cresce: non può essere un caso. Come Federazione saremo presenti con i nostri atleti olimpici, a cominciare da Jessica Rossi e Massimo Fabrizi, insieme al settore giovanile”.

“Caccia Village supererà il già importante traguardo dei 25 mila ingressi registrati lo scorso anno – ha affermato sicuro il presidente di Umbria Fiere Lazzaro Boiari – lo avvertiamo nell’aria e nel numero di richieste di informazioni relative alla fiera che ci arrivano dall’esterno. Il sistema fieristico è in ascesa rispetto a molti altri settori di mercato, il che denota la volontà di reagire, da parte di famiglie e imprese, rispetto agli ultimi anni di crisi e di pessimismo diffuso. Come Umbria Fiere siamo stati e saremo sempre vicini a Caccia Village, che è divenuta la più importante fiera del Centro Italia dedicata al settore, in linea con i nostri obiettivi strategici”.

Il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi ha parlato sia da amministratore sia da appassionato cacciatore, visitatore fisso della fiera: “E’ difficile, per me, distinguere i due ruoli quando parlo di Caccia Village. Ogni volta che la visito mi rivelo un buon acquirente, anche perché in nessun’altra occasione ho la possibilità di osservare in assoluta tranquillità il meglio del meglio per quanto concerne la mia passione. Da amministratore aggiungo che Umbria Fiere occupa sempre più una posizione di centralità commerciale in ambito nazionale. Allo stesso modo, da umbro dico ‘grazie’ ad Andrea Castellani per aver realizzato un evento così importante. I grandi organizzatori non vengono sempre da Milano o da Roma, ma – come in questo caso – anche da Spoleto”.

Molto sentito anche l’intervento dell’assessore alla Caccia della Regione Umbria Fernanda Cecchini: “Quando la fiera è partita, anni fa, il successo finale non era scontato. Ora è una splendida realtà e di questo va dato atto agli organizzatori. Purtroppo la crisi ha colpito anche il mondo venatorio, che ha registrato un calo significativo dei rinnovi delle licenze di caccia. Per le istituzioni, tuttavia, la presenza dei cacciatori sul territorio è importantissima, perché ci garantisce controllo e frequentazione di gran parte del territorio regionale, che altrimenti rimarrebbe pressoché abbandonata. Ecco perché, per noi, è un motivo di vanto ancor maggiore il fatto che Caccia Villagesi svolga nella nostra regione. Ci vediamo a Umbria Fiere”.

Infine, il responsabile culturale di Caccia Village Riccardo Ceccarelli ha presentato la serie di eventi e convegni che, anche quest’anno, caratterizzeranno la tre giorni fieristica. Si partirà dal legame tra uomo e cane dalla preistoria alla moderna tecnologia, per proseguire con la valutazione dei trofei degli ungulati fino a salutare il Caccia Village2014 con la doppietta di Gino Bartali, quella Franchi Imperiale Montecarlo – in mostra a Bastia – che fu commissionata su misura dal leggendario campione, appassionato cacciatore. Caccia Village 2014 aspetta appassionati e addetti ai lavori a Bastia Umbra, provincia di Perugia, dal 16 al 18 maggio prossimo.

Per ulteriori informazioni cacciavillage.it. Restate collegati!

 

Ufficio Stampa Caccia Village

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Archivio 2007-2014 / ALIMENTAZIONE DEL MERLO
« il: 24/04/2014 - 13:58 »
Ilaria mi ha chiesto come alimentare un merlotto trovato in stada, ho suggerito camole e vermi, cos'altro si può dare? acqua? ovo sodo?
Ricordo il suo post in homepage dove ricorda le cure ad un piccione.
vasco

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Ricordo a chi è in possesso di appostamento fisso al colombaccio nella Provincia di Perugia che il rinnovo della concessione in scadenza si può fare fino al 30 aprile, per le nuove richieste la domanda deve essere inoltrata dal 1 - 31 maggio.
Un abbraccio.
vasco

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Archivio 2007-2014 / Condoglianze Famiglia Bosetti
« il: 19/04/2014 - 17:50 »
Desideriamo esprimere le nostre più sentite condoglianze per la scomparsa della Vostra cara Mamma.

Club Italiano del Colombaccio

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Archivio 2007-2014 / BUONA PASQUA
« il: 18/04/2014 - 15:24 »
La prossima domenica è la ricorrenza della resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo: mi auguro che sia anche la resurrezione di questo momento di crisi e di malcontento e insoddisfazione della gente che vuole credere che esista ancora un futuro di gioia e di speranza che non smetta mai di volare.
Buona Pasqua a tutti.
 
Club Italiano del Colombaccio
Vasco Feligetti

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Grazie alla gentile collaborazione del nostro amico utente del forum Gabriele Lepri abbiamo ottenuto la sponsorizzazione da COLTELLERIA ARTIGIANALE di Maurizio Figus, la sede dell'azienda è a Firenze per visionare i magnifici coltelli ecc.ecc. Vi invito a visitare il profilo aziendale di Maurizio su FACEBOOK, cliccando sul banner qui a fianco.

Grazie anche al nostro amico e Moderatore del forum Paolo Cenni e la gentile collaborazione del Sig. Aleandro Frassinuti, siamo riusciti ad ottenere la sponsorizzazione da Nobel Sport Italia, blasonata e famosa fabbrica di cartucce per qualsiasi esigenza venatoria e disciplina sportiva. Numerosissimi e degni di nota i risultati che la Nobel Sport ha conseguito nei campi di tiro al piattello Nazionali e Internazionali, per maggiori dettagli e visione dei prodotti Vi invito a visitare il sito a fianco.

Il Club Italiano del Colombaccio ringrazia.

Vasco Feligetti

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Archivio 2007-2014 / LA RISPOSTA DI "SENTIERI DI CACCIA"
« il: 10/04/2014 - 18:53 »
Gentile signor Feligetti,
la ringrazio per averci inoltrato anche via mail la comunicazione dell'avvocato Paci, che ci era già pervenuta via posta ordinaria proprio due giorni fa.
Pubblicheremo la lettera, cui seguirà risposta a chiarimento di questo misunderstanding, sul numero di giugno di Sentieri di Caccia, che è il primo numero raggiungibile della rivista in quanto il numero di maggio è attualmente in stampa.
Ringraziandola per l'invio, saluto cordialmente.

Viviana Bertocchi
redazione Sentieri di Caccia - Cacciare a Palla

C.A.F.F. Editrice, Milano
tel. 02 34537504
www.caffeditrice.com
sentieri2@caffeditrice.it
cacciareapalla@caffeditrice.it

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Archivio 2007-2014 / POSATOIO
« il: 07/04/2014 - 14:48 »
Il posatoio dei piccioni è da sempre un componente che se non è posizionato correttamente e mal strutturato può pregiudicare il risultato della caccia al colombaccio.

Non deve mai essere posizionato in "faccia" al passo, cioè contro la direzione di provenienza dei colombacci, ma sempre nella la sua direzione, se vengono da nor/est si deve posizionare il posatoio verso sud.

 La sua costruzione è semplice,il materiale da utilizzare si riduce in qualche bastone di orniello del diametro di appena 2 cm. e chiodi quanto basta, quindi con pochi centesimi si fa tutto.

Per costruire il posatoio sul posto, ma si può fare benissimo anche a casa, uso un trapano a batteria, così i bastoni bucati prima al centro nel punto di contatto e inchiodati non si spaccano e rimangono integri e ben saldi per parecchi anni.
 
Non è consigliabile usare filo di ferro per legare i bastoni, tutti i rami appena tagliati,seccandosi, si ritirano e le legature rimangono lente quindi inutili, inoltre il filo di ferro, qualche volta, fa rimanere impigliato il nodino del cordino che si usa per riprendere il piccione e allora........ addio colombaccio.

La sua struttura ad arco e inclinata in basso per far sì che quando il piccione rientra sul posatoio trova immediatamente un appiglio dove attaccarsi che se non trova subito, specialmente in giornate con vento sostenuto e di direzione variabile, riparte per un altro giro.

Sperando di essere utile ai meno esperti ed ai giovani che si accostano per la prima volta a questa stupenda forma di caccia.

Un forte abbraccio.
vasco
 

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