Le crociate anti caccia del quotidiano “LA REPUBBLICA”

Caccia perenne al cinghiale: chi la vuole?

  Persecuzione venatoria ai cinghiali tutto l’anno, squadroni di cacciatori accompagnati da carabine e mute di cani che imperversano sul territorio senza soluzione di continuità: qualcuno mormora che sia il  sogno di Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente.

Da principio, il proposito era stato inserito nell’emendamento del senatore Stefano Vaccari (Pd), relatore del Collegato Ambientale, e poi cancellato in una successiva formulazione. Rimane comunque viva la preoccupazione per eventuali colpi di mano nell’esame di aula al Senato, in calendario nel pomeriggio del 3 novembre.  In  realtà, con l’esclusione del sospirato divieto di immissione dei cinghiali in tutta Italia a fini di ripopolamento (ma con l’esclusione delle aziende faunistico e agrituristico venatorie e le zone di addestramento cani, aizzati contro animali vivi) l’articolo 6 partorito da Vaccari allarma per più di una ragione.

Non pago di aver dato il via, con la Legge comunitaria, a caccia sulla neve, sterminio delle nutrie e aumento dei colpi in canna, il senatore Pd propone oggi anche l’attribuzione di un titolo edilizio alle altane per la caccia in appostamento, che affliggono abusivamente le nostre zone verdi, nonché una nuova, insidiosa modifica della 157/92, la legge sulla fauna selvatica, sulle deroghe di caccia allo storno.

Il tasso di mostruosità è dunque alto, ma il punto cardinale consiste proprio nell’eventuale deregolamentazione della caccia al cinghiale, praticabile ogni giorno per un periodo cosiddetto sperimentale di tre anni. Si attribuirebbe agli agricoltori la facoltà di intervenire in prima persona o di invocare l’intervento di fucili altrui, in ragione di contenere la popolazione in eccesso, accusata di causare danni alle colture. 

Ma come mai, allora, il mondo agricolo e le sue associazioni di categoria non reclamano l’immediato divieto a ripopolamenti, allevamento e compravendita dei suini selvatici, che ridurrebbe in breve tempo il numero degli esemplari in circolazione? Perché non si tiene conto del fatto che vessare i cinghiali non ha portato ad alcun risultato, e studi scientifici stabiliscono anzi che l’indiscriminata pressione venatoria, destrutturando il branco, incrementa la riproduttività?

 E’ ovvio che un simile provvedimento aprirebbe la strada a iniziative analoghe: perché non permettere, poi, la caccia quotidiana a lupi, orsi, daini, fringuelli, che di volta in volta potrebbero costituire un bel regalino per la lobby caccia/armi?

Migliaia di e-mail, in queste ore, stanno raggiungendo il ministro Galletti, prendendo le mosse da un appello Facebook lanciato dall’Enpa-Ente nazionale protezione animali: gli si chiede di pronunciarsi subito e in termini adeguati al suo incarico.  Ma lui, ammutolito, con l’eccezione di un tweet sinistro (Problema troppi #cinghiali esiste, per abitanti e agricoltura. Affrontarlo è dovere) non ha ancora smentito il sospetto che lo vuole occulto ispiratore della manovra. Forse, dicono nel Palazzo, strizzando l’occhio al mondo agricolo, o forse memore del fatto che il suo antico partito, l’Udc,  suggellò nel 2013 un protocollo d’intesa con il partito politico Caccia Ambiente.

“Al di là di un’emergenza cinghiali tutta da dimostrare, oggi l’unico dato certo, e  approssimato per difetto, è relativo al numero di persone morte o ferite a causa di incidenti collegati alle armi da caccia, che, stando ai dati dell’Associazione Vittime della Caccia, dal 2007 a oggi hanno provocato circa mille vittime” ricorda Annamaria Procacci, consigliere nazionale dell’Enpa.  L’ultimo grave incidente porta la data di oggi.

“Il dato, di per sé scioccante, si riferisce solo al periodo di ‘regolare’ svolgimento dell’attività venatoria, quello normato dalla legge 157/92 ” prosegue la Procacci. “Proviamo allora a  immaginare, e lo facciano soprattutto il Ministro dell’Ambiente e il Ministro dell’Interno, cosa accadrebbe se il progetto di armare gli agricoltori e autorizzare gli spari 365 giorni l’anno dovesse andare in porto. Davvero il Ministro è disposto a convivere con il peso di questa responsabilità? Sul serio il nostro Parlamento e il nostro Esecutivo sono disposti a tollerare una norma che, di fatto, stravolgerebbe il principio della legittimazione all’uso e al trasporto delle armi?”
@margdam
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