COLOMBACCI DI RITORNO

Giovedì 7 novembre. La novità assoluta di questo ottobre 2024 sono senza dubbio i colombacci di ritorno, ovvero branchi di selvatici che ad un certo punto della giornata tornano indietro compiendo esattamente il percorso inverso a quello effettuato magari dopo lo  spollo del mattino: insomma  una migrazione alla rovescio, un ripasso che ricorda quello  pre-nuziale di marzo. Per la verità il fenomeno si era osservato  sporadicamente e in misura ridotta anche negli anni precedenti. Avevamo ipotizzato, proprio qui con un articolo sul sito,  vi potesse essere  una relazione fra i terremoti  e questi voli di colombacci al contrario con particolare riferimento al sisma che devastò i territori delle  Marche nel  2016…sono passati già otto anni.  Quest’anno però ci sono arrivate segnalazioni da più regioni sia al di qua che al di la dell’Appennino. Questo deI colombacci di ritorno in piena migrazione ottobrina, diventa quindi un fenomeno, una mutazione nel comportamento dei selvatici?  Qualcuno negli anni passati ipotizzò questi ritorni legati a scarsità di cibo sul loro percorso. Abbiamo avuto modo di verificare che il cibo quest’anno, anche in prossimità dell’Appennino, è stato  abbondante, parliamo soprattutto di ghiande,  quindi il motivo non dovrebbe essere questo, anzi. Massimo Generini ci segnala sul gruppo Whatsapp del Club che durante una tesa con le aste al di la  del passo del Muraglione, ha proprio verificato che colombacci di ritorno, dopo lo sparo, si sono riposizionati a poca distanza in un bosco dove al mattino aveva visto partire, direzione passo, alcuni branchi. Probabilmente, ci scrive,  quel bosco ricco di cibo era famigliare a quei colombacci perché quasi sicuramente ci stazionavano da giorni. Massimo ritiene che colombacci che hanno passato la primavera e l’estate nelle pianure dell’Emilia Romagna, partano con i loro simili che arrivano sulle nostre coste ad ottobre e poi dopo un certo percorso decidono di tornare indietro.

Condividiamo questo pensiero di Massimo ma crediamo che la questione possa essere anche un po’ più complessa o dia spazio a più ipotesi.

In prossimità dei confini fra  Romagna e Marche, seguiamo da alcuni anni  due dormitori che quest’anno si sono riempiti di colombacci già in ottobre. Difficile dire quanti siano in questi rifugi  i colombacci locali nidificanti in zona o addirittura nati in questo territorio e quanti siano i colombacci migranti arrivati ad ottobre. Sta di fatto che da questi due oasi/dormitorio,  ci sono e ci sono state partenze e ritorni ma non è davvero possibile capire chi sia partito senza tornare e chi per tutto l’inverno prenderà residenza in questi due luoghi.

Tiriamo in ballo per questo  uno studio francese che si è avvalso di trasmettitori satellitari. Si è potuto verificare che un colombaccio  sia rimasto in Francia per un anno, nidificante e stanziale e  l’anno successivo  abbia migrato.  Questo  complica al quanto l’interpretazione del passo sul nostro territorio. Potremmo vedere branchi di colombacci con all’interno stanziali che tornano a migrare e branchi di ritorno con migratori che decidono di restare.

La questione è piuttosto complessa e alcune problematiche e opportunità alimentari nuove, come descrive  Rinaldo Bucchi  nell’articolo CONTRO-PASSO MIGRAZIONE 2024,  possono indurre interi contingenti di colombacci a ridimensionare le distanze del loro viaggio migratorio o a decidere di invertire il senso di marcia per migliori condizioni di sopravvivenza.

Dovremo tener conto nelle nostre osservazioni e ipotesi, dei  cambiamenti climatici. Ricordiamo che proprio i cambiamenti climatici sono stati intorno a  4000 anni fa  per le popolazioni di colombacci l’impulso a migrare per cercare luoghi più idonei sia alla nidificazione che allo svernamento.

Per ultimo ma non ultimo per importanza, c’è l’ipotesi  “allagamenti in Emilia Romagna”, alluvioni che tristemente hanno riempito le cronache anche in questo mese di ottobre appena trascorso.  L’impossibilità di andare in pastura nei campi allagati può aver indotto contingenti di colombacci a partire di loro spontanea iniziativa o seguire i  colombacci migranti. Si può ricollegare a questa ipotesi la testimonianza dell’amico Andrea Gabellini, nostra vedetta del Parco San Bartolo –  Pesaro/Urbino. Andrea ha notato quest’anno che i colombacci lasciano il dormitorio come sempre al mattino ma ne vede diversi branchi  che, invece di rientrare nel primo pomeriggio, come succedeva gli anni scorsi,  ritornano al dormitorio già in mattinata. Ecco, poiché abbiamo sempre ipotizzato che per direzione e tempi di uscita questi colombacci potessero arrivare nelle pianure dell’alta Romagna fino alle piane Emiliane, ritorni anticipati possono far pensare all’ impossibilità di alimentarsi nei terreni allagati o fangosi.

Ultimissima e davvero intrigante segnalazione  ci i arriva da  Cristian Percetti cacciatore e pescatore. Durante una uscita in barca sotto costa ha osservato  il 30 ottobre, tre branchi di colombacci prendere il mare dal promontorio del San Bartolo  direzione  Croazia.  Sembra incredibile ma una idea ce la siamo fatta e inseriremo  questa segnalazione in un discorso più ampio sui percorsi “marini” dei colombacci affrontando il ripasso di Marzo sull’Adriatico.

Terminando questo elenco di osservazioni e ipotesi, pensiamo con un sorriso che se da sempre questi meravigliosi uccelli sono riusciti a stupirci e a confutare più di una previsione sui loro arrivi nelle nostre regioni nella stagione del passo, oggi riescono addirittura a  confonderci con le loro nuove strategie  migratorie che comunque arricchiscono incredibilmente di voli il cielo sui nostri appostamenti.

Ecco, abbiamo provato a formulare qualche ipotesi  su questi  voli di ritorno ma è chiaro che questo  fenomeno merita tutta la nostra attenzione nei prossimi anni se andrà a ripetersi… differentemente bisognerà concentrare l’attenzione sugli eventi, cause e concause  di questo ottobre 2024 che lo hanno determinato.

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La Redazione del Club