RISPOSTA DEL PRESIDENTE DEL CLUB FRANCESCO PACI ALLA REDAZIONE DI DIANA

COLOMBACCIO  :   PREAPERTURA SI – PREAPERTURA NO

paci ok2 (2)L’articolo a cura della redazione apparso sul n. 17 del 12 settembre 2016, dal titolo preapertura si o no, riferendosi al colombaccio (spesso inserito tra le specie cacciabili in preapertura) dice ad un certo punto : “sbandierando una palese etica, alcuni cacciatori italiani combattono la preapertura a spada tratta. E soggiunge poi: “la battaglia di questi club di cacciatori tradizionali di colombaccio echeggia in molti circoli e sezioni di varie associazioni venatorie, ma se proprio la battaglia deve essere fatta, dovrebbe essere estesa veramente fino alla data imposta dall’UE, il trentuno di ottobre”.

Il Club Italiano del Colombaccio – Federazione Nazionale di Cacciatori tradizionali di Colombaccio ritiene doveroso replicare sia alla forma dell’articolo che alla sostanza.

Club_colombaccioQuanto alla forma, pare che le espressioni usate facciano pensare piuttosto a  congreghe di sfigati, decisamente anacronistici con il loro patetico riferimento all’etica e sfigati doppiamente perché anche autolesionisti dal momento che, secondo l’UE, essendo indicata al 31 di ottobre la data di cessazione della fase di riproduzione del colombaccio, l’etica imporrebbe di arrivare fino a quella data senza cacciarlo.

Se questa è solo un’impressione, ci scusiamo con la redazione, comunque, visto che la preapertura al colombaccio è fatta anche di molti spari nei luoghi di pastura , l’occasione è utile per ribadire alcune cose basilari riguardanti la caccia .

Anzitutto che la caccia non è lo sparo di fucile .

Noi cacciatori tradizionali di colombacci, come tutti i cacciatori che praticano cacce secondo i canoni della cultura e della tradizione venatoria, sappiamo bene che lo sparo arriva quando l’azione di caccia è conclusa.

Quanti invece considerano che la caccia si realizza proprio con lo sparo? Quello che conta è oggi troppo spesso (e purtroppo, sembra, sempre di più) il numero dei capi, non importa come abbattuti. Si sente dire di tante beccacce uccise all’aspetto ( e ciò nonostante il divieto), dove quel meraviglioso, misterioso animale viene “sparato” alla stregua di un qualsiasi corpo volante e tutta l’azione si esaurisce con una pressione sul grilletto, niente altro.

Gli stupendi racconti dei grandi appassionati della beccaccia fanno apparire questi comportamenti dal punto di vista venatorio come qualcosa di addirittura delittuoso.

1099503_mE’ il grave problema della cultura venatoria, che anziché arricchirsi, viene sempre più relegata in soffitta o nel cuore di coloro non si arrendono alla perdita della emozionante bellezza della caccia, quella bellezza frutto di azioni venatorie ben condotte, capaci di suscitare emozioni difficilmente dimenticabili.  Come quelle che si provano quando un branco altissimo, con manovre perfette, viene fatto scendere sull’appostamento !

Quale emozione può creare una caccia centrata sullo sparo?

Chi va a fare le mattanze di colombacci all’estero, se mai ne ricordasse qualcuno di quelli che ha ucciso, sarebbe un caso, perché sono tutti uguali : un colpo di fucile e basta.

Ah dimenticavo, la foto con lo stuolo dei morti!   Che pena!  Viene in mente quella pubblicità:

“Ti piace vincere facile?”.

Chi è appassionato di caccia , ripeto: di caccia e non di sparo, ha anche sensibilità verso gli animali cacciati; così a nessuno di costoro, sono certo, piace sparare ad un colombaccio che, al 1° settembre, potrebbe avere dei piccoli nel nido, cosa abbastanza facile in certe zone anche dove è cacciabile in preapertura.

Alla 3° domenica di settembre, quei piccoli sono facilmente involati e dunque cacciabili e comunque il rischio di uccidere un soggetto con piccoli immaturi è eccezionale o assai ridotto, né c’è il rischio che gli adulti siano partiti, perché si tratta di soggetti stanziali .

Il contemperamento ragionevole, di buon senso, di esigenze contrapposte, non pare lasciare dubbi sulla opportunità di inserire il colombaccio tra le specie cacciabili all’apertura generale anziché in preapertura , e questo anche per evitare, come anche l’articolo ricorda, che su di esso cada tutta la pressione venatoria (come in effetti avviene), pressione che all’apertura generale sarebbe invece diversificata.

Il fatto che il colombaccio sia in fase riproduttiva fino al 31 ottobre è un altro discorso, e sembra quasi una provocazione, tant’è che, nonostante questo, la caccia viene aperta al 1° settembre !

Il discorso fatto riguarda tutt’altro, come si è già spiegato ed è inutile ripetere .

Un principio di sensibilità e di buon senso, ma anche un criterio di gestione, considerando anche il fatto che i colombacci della preapertura, quelli che sono 1348617-pala (2)ancora in fase riproduttiva, disturbati dalle fucilate a loro dirette, facilmente potrebbero abbandonare il luogo , come ha riferito il Dott. Angelo Giuliani –Referente Tecnico Scientifico dell’Osservatorio Faunistico delle Marche – al Convegno Internazionale di Urbino sul Colombaccio del 16 aprile 2011 .

Una posizione, pare, ragionevole, ma forse quei quindici/venti giorni di attesa, sono, per quelli con la smania di premere il grilletto, una cosa così insopportabile che passa sopra a tutte le altre considerazioni .

Sarà un bene ?

Francesco Paci

Presidente del Club Italiano del Colombaccio

La risposta del redattore Luca Gironi

Egr. Sig. Paci ho avuto modo di confrontarmi con l’estensore dell’articolo che mi ha rassicurato sulla sua volontà di non offendere nessuno. Si scusa se questa è stata l’impressione che ha dato, perché non era certo questo l’obbiettivo. Anzi, l’autore si dichiara tendenzialmente contrario allo svolgimento delle preaperture al colombaccio. Per quello che riguarda la rivista, siamo felici di concederle diritto di replica, perché tutte le posizioni consentite dalla legge, specialmente se espresse con la signorilità che la contraddistingue, sono sempre le benvenute. La sua visione etica della caccia non può che incontrare il mio favore, concordo con lei che il carniere debba cessare di essere l’elemento centrale dell’attività venatorie e che le prede di elezione delle preaperture debbano essere gli estatini, infatti, le riconfermo la disponibilità ad ospitare articoli che illustrino il vostro punto di vista e le vostre attività ogni volta che vorrete inviarceli. Però è anche vero che finchè il legislatore, oltretutto con il beneplacito della scienza, concede la preapertura anche per il colombaccio, i cacciatori hanno il diritto di abbatterli. Certo a patto naturalmente di rispettare gli stretti limiti di carniere indicati nelle delibere di preapertura e, nei limiti del possibile, collaborando sempre alla raccolta di dati scientifici.

Luca Gironi