Migrazione del colombaccio dal Delta padano fino alla Corsica Stop.over e svernamento alla Mesola anno 2019/2020

PREMESSA 

In questo nostro studio abbiamo cercato come di consueto di consolidare  le nostre conoscenze accorpando ancora i tre tipici periodi esistenziali del selvatico colombaccio ossia il periodo della migrazione concomitante al periodo dello stopover seguito dallo svernamento in quei luoghi come il Bosco della Mesola. 
Considerando quanto sia  importante e necessario il monitoraggio della presenza o meno della fauna migratrice su tutto il territorio quest’anno abbiamo allargato lo studio a tutta l’Area del Delta ed anche alla Corsica destinazione finale di una grande parte delle popolazioni di colombacci migranti sull’Italia.
Conoscere sempre di più sulle popolazioni di colombacci migranti ci renderà più consapevoli dello stato di salute della specie nel corso degli anni futuri.

 

Abstract

Si prosegue con lo studio iniziato nel 2018 riguardante la migrazione dei colombacci sulla costa nord-adriatica italiana, lo stopover e lo svernamento in quelle aree come il bosco della Mesola allargandolo al bosco di Nordio e a tutta l’area del Delta padano tra i fiumi Brenta e Po. Come anno scorso faremo il confronto con la migrazione sull’Appenino ma da quest’anno aggiungiamo anche la Corsica quale destinazione finale di una grossa parte delle popolazioni di colombacci migranti sull’Italia.

Nous poursuivons l’étude commencée en 2018 concernant la migration des pigeons ramiers sur la côte italienne de l’Adriatique Nord, l’escale et l’hivernage dans les zones telles que la forêt de Mesola, en l’étendant à toute la zone du delta du Pô entre les rivières du Brenta et du Po.Comme l’année dernière, la comparaison avec la migration vers les Apennins sera faite, mais à partir de cette année, nous ajoutons aussi la migration sur la Corse qui est la destination finale d’une grande partie des populations de pigeons ramiers migrant sur l’Italie.

We continue with the study started in 2018 concerning the migration of wood pigeons on the Italian North Adriatic coast, stopover and wintering in those areas such as the Mesola wood extending it to the whole area of the Po Delta between the Brenta and Po rivers.As last year, the comparison with the migration to the Apennines will be made, but from this year we will also add Corsica considering it the final destination of a large part of the populations of wood pigeons migrating to Italy.

 

INDICE

A) Presentazione partecipanti e ringraziamenti

B) Il Bosco di Nordio in Veneto all’estremo nord del Delta : quale habitat ? 

C) La migrazione dal Delta del Po fino alla Corsica

    1) Migrazione colombaccio sul Delta del Po

    2) Andando nel dettaglio degli osservatori

    3) Lo stop.over al Bosco della Mesola, il confronto con la migrazione sul Delta

    4) Dettaglio della migrazione sul Delta

    5) Résumé della migrazione sulla Corsica

    6) Il confronto migrazione tra  Delta padano e Corsica

    7) Résumé della migrazione sull’Appenino da MSM di Rinaldo Bucchi 

    8) Il confronto tra Delta padano e Appennino

    9) Il confronto tra Delta padano, Appennino e Corsica 

D) Le traiettorie sull’Italia e sulla Corsica 

E) Monitoraggio svernanti al Bosco della Mesola inverno 2019/2020

F) Conclusione sullo svernamento 2019/2020 al Bosco della Mesola

G) Metodologia dei monitoraggi

Bibliografia

 

 

A) Presentazione dei partecipanti e ringraziamenti

Organizzazione dei rilevatori per MSM : Sig.Rinaldo Bucchi

Organizzazione dei rilevatori in area Mesola, Veneto e Corsica : Sig.Denis Bianchi

Informatizzazione dati, elaborazioni testi, grafici mappe e foto : Sig.Denis Bianchi

Hanno partecipato ai rilievi per MSM di Rinaldo Bucchi:

I Sig. Bianchi renato, Bernoni Riccardo, Borelli Graziano, Bruzzone Antonio, Bruzzone Sergio, Bucci Maurizio, Caminati Riccardo, Canepa Stefano, Capucco Mauro, Cavaletti Luca, Cavina Enrico, Celsi Federico, Cenni Paolo, Dellavalle Roberto, Faccin Raffaele, Felici Antonio, Fiammelli Giancarlo, Gessi Franco, Giovanetti Graziano, Girometti Davide, Ghetti Giuliano, Leardini Franco, Maistro Marco, Mamberto Nicolò, Marconi Ivo, Morgantini Carlo, Mazzei Flavio, Monesi Lorenzo, Palli Enrico, Pelazza Ivo, Petrucci Raffaele, Piani Silvano, Rana Alessandro, Rinaldi Giovanni, Quarantelli Andrea, Serafini Giuseppe, Testone Vito. 

Hanno partecipato al monitoraggio migrazione/stop.over al Bosco della Mesola ed in area Veneta:

I Sig. Roberto Valentini, Renzo Pausini, Morris Ceccarelli, Mauro Giorgetti, Samuele Battistini, Lorenzo Monesi, Manuel Paganelli, Denis Bianchi.

Hanno partecipato al monitoraggio degli svernanti al Bosco della Mesola:

I Sig. Rinaldo Bucchi, Enrico Palli, Francesco Palli, Loris Leoni, Luciano Mussolini, Lorenzo Monesi, Denis Bianchi.

Hanno partecipato al monitoraggio migrazione sulla Corsica i membri del gruppo Facebook

“Palombes Migration Corse en direct.”:

I Sig. Ange-Marie Bernardi, Ange Pietri, Antoine Olivesi, Antoine Strapacatena, Benjamin Covilli, Charles Fessler, Campanile Pastureccia, François Casanova, Damien Catoire, Daniel Murati, Francescu Casaccoli-Raffaelli, Frederic Wendel, Guillaume Salerno, Jean-François Sisti, Luc Grassini, Matthieu Nared, Jean-Pierre Grimaldi, Jean-Charles PM, Sebastien Chiappini, Sylvain Poggi, Tarik, Zambernardi Nicolas.

Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare va al Dott. Stefano Zannini dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po per la collaborazione data al progetto ma anche per l’impegno nel richiedere la partecipazione volontaria da parte dei cacciatori autorizzati all’attività venatoria nelle aree di Preparco esistenti attorno al Bosco della Mesola.

Un ringraziamento va anche ai rappresentanti delle Associazioni Venatorie dei comuni limitrofi al  Bosco della Mesola i quali si sono impegnati anche loro per la richiesta di partecipazione volontaria da parte dei cacciatori autorizzati all’attività venatoria negli ATC confinanti le aree attorno al Bosco della Mesola.

Un caloroso ringraziamento va a tutti i partecipanti “Colombacciai” nominati sopra per la collaborazione data al fine di realizzare questo studio della migrazione e/o stop.over ottobre/novembre 2019 nel Delta padano e sull’Appenino e a tutti coloro che hanno partecipato al monitoraggio  dello svernamento 2019/2020 in area bosco della Mesola.

Si ringrazia calorosamente per la collaborazione al suivi della  migrazione sulla Corsica: 

il gruppo Facebook “  Palombes Migration Corse en direct.

il suo Amministratore François Casanova e tutti i membri intervenuti con segnalazioni varie sul gruppo compreso i fruitori della relativa chat di messenger : “Chat migration Corse”

Si chiede preventivamente scusa per eventuali dimenticanze o errori di scrittura dei nominativi.

Grazie a tutti da parte del Club Italiano del colombaccioe da parte mia, Denis Bianchi

B) il Bosco di Nordio in Veneto a nord del Delta : quale habitat ?

Importantissimo anche questo bosco, dichiarato riserva integrale in data 26/07/1971 come il bosco della Mesola, quale dormitorio sia per il riposo diurno che notturno dei colombacci in migrazione ma molto più importante tutto il territorio che lo circonda quali oasi, aree chiuse all’attività venatoria, fiumi con argini alberati, canali e piane con tanti residui di culture utile e a loro congeniali  per il recupero delle energie necessarie al proseguo della migrazione.

Anche qui come al bosco della Mesola il bosco che se pure formato al 90% da quercia tipo leccio del quale frutto sono ghiottissimi i colombacci non sarà mai sufficiente a nutrire quei milioni di colombacci di migrazione in stop.over nel mese di ottobre non essendo ancora matura la ghianda del leccio in tal periodo. 

É quindi il territorio che circonda il bosco per un raggio di 20/30 km che risulta molto idoneo ancor più di quello di Mesola a trattenere in loco quelle popolazioni così affamate e dispendiose di energie. 

Tipico rimboschimento con colombacci posati in vicinanze delle stoppie di mais

E là oltre i confini del bosco di Nordio che le centinaia e centinaia di migliaia di colombacci ben troppo ghiotti trovano i residui di cereali come mais e soia e non solo visto che un’altro elemento da non dimenticare ancor più presiozo esistente su tutto il territorio che circonda il bosco è oltre l’abbondanza di acqua l’esistenza di una inumerevole serie di rimboschimenti a loro molto congeniali per le rimesse giornaliere sui luoghi di nutrimento.

 

Ecco, così con poche righe, vi abbiamo spiegato come e perchè un habitat possa diventare così ideale allo stop.over dei colombacci riuscendo anche il Bosco di Nordio ad attirare tutte quelle popolazioni di migranti. 

In Veneto al contrario del Bosco della Mesola abbiamo un territorio amato ancor più dai colombacci i quali, dall’Emilia-Romagna sorvolando il Po che separa Mesola dal Veneto, ogni giorno si portano sul territorio veneto a decine di centinaia di migliaia in una incantevole scia sopra determinate traiettorie conosciute a loro e ai soli cacciatori. Una immensa striscia, senza fine formata da innumerevoli branchi enormi le cui code sono l’inizio del volo successivo, si alza da Mesola e poi in altezza si divide su più traiettorie dando ai colombacciari una stimolazione fin troppo accattivante in diversi territori di caccia. 

Incantesimo questo che si rompe allorché le giornate di inizio novembre essendosi accorciate fin troppo richiamano e stimolano le immense popolazioni ai loro doveri di ritorno verso i luoghi di svernamento.Tuttavia, malgrado ciò possiamo dire che le nostre due piccole foreste di Mesola e di Nordio gestiscono ogni autunno per quaranta e più giorni una migrazione, confermata da questo suivi 2019, che ci permette largamente di godere sicuramente di ben oltre oltre il milione di colombacci migranti come andremmo a dimostrare nel dettaglio della migrazione

C) La migrazione dal Delta del Po fino alla Corsica 

1°) Migrazione colombaccio sul Delta 

I rilievi ricoprono l’intera area tra la foce del Brenta fino al Bosco della Mesola 

Il grafico mostra che la migrazione iniziata il 4/5 ottobre dopo una pausa di quattro cinque giorni ha poi proseguito con ben 4 picchi totali significativi che elenchiamo nel dettaglio qui sotto.

19 ottobre   :  131.390  colombacci

11 ottobre   :  100.000  colombacci

27 ottobre   :    67.270  colombacci

2 novembre :  143.650  colombacci

Il restante totale della migrazione di valore inferiore giornalmente ammonta a 167.051 in 19 giorni.

Quantità cacciatori/rilevatori 

2) Andando nel dettaglio dei rilievi  

I cacciatori/rilevatori sul delta padano sono in totale 8 

E ovvio, come ribadito l’anno scorso, che se avessimo avuto una partecipazione più massiva di cacciatori con un maggior numero di giornate e luoghi di osservazione i numeri sarebbero molto ma veramente molto superiori da fare sbalordire.

Altra nota dolente è il fatto che attorno al bosco della Mesola le giornate di caccia migliori sono il mercoledì ed il sabato ed abbiamo quindi un monitoraggio a volte carente nei giorni cosa che non succede nei rilievi con gli appostamenti fissi sull’Appenino che sono occupati tutti i giorni all’infuori dei giorni di silenzio venatorio

Periodo dei rilievi

Dal 5 ottobre al 9 novembre per un totale complessivo di 23 giornate.

Quantità colombacci avvistati

Il Totale degli avvistamenti ammonta a 928.087 colombacci di cui 609.361 in partenza  netta ( grafico sopra ) mentre i ritorni per lo stop.over rilevati nello stesso periodo sono di 218.726 colombacci ( 2° grafico).Da precisare che questi ritorni diventano comunque entro il mese di ottobre inizio novembre in ogni caso migrazione vista la minima concentrazione esistente in svernamento che andremmo a dettagliare alla fine di questo studio.

Tipologia voli in migrazione o quantità colombacci nei voli: Nota: Data l’imponente migrazione del 2019 con i suoi relativi branchi enormi dobbiamo identificare i voli con ulteriori 4 tipologie ossia : Alle 5 tipologie di volo V1-V2-V3-V4-V5 di cui V5 (che era oltre 300 unità) diventa da 301 a 700 colombacci abbiamo aggiunto i voli V6-V7-V8-V9 dove V6 sta a 701/2000, V7 2001/4000, V8 4001/6000, V9 6001/10.000 senza considerare i così detti branchi a sciarpa dei quali si dovrà per l’avvenire decidere di quantificare a minuti di passaggio larghezza fronte, altezza e profondità ? Veniamo ora al dettaglio dei voli di questa migrazione  2019 : Migrazione piena e percentuale per il totale di 957 voli (Cifre arrotondate)

V1  =   30 voli    3,13   %           V7 = 9  voli  0,94 %

V2  = 157 voli   16,40  %           V8 = 19 voli     2  %

V3  = 163 voli   17,03  %           V9 = 3  voli   0,31 %

V4  = 219 voli   22,88  %

V5  = 163 voli   17,03  %

V6  = 194 voli   20,27  %

Dove riscontriamo da V1 a V4 il 59,44 % del totale migrazione e da V5 a V9 il 40,56% del totale della migrazione.

Non è quindi più possibile adoperare per i monitoraggi della migrazione la vecchia tipologia di voli dopo questa imponente migrazione che si è svolta al 40,56 % con branchi molto grossi. 

N.B: Tenere presente che in questa relazione il V5 é considerato tra 300 e 700 colombacci.

Nota importante

Nei grafici sopra viene riportato anche l’involo in massa da Mesola il venerdì 11 ott. alle ore 6,31 durato oltre 7/8 minuti é stimato approssimativamente sui 100.000 colombacci cifra questa sicuramente molto in difetto. Quel giorno era venerdì, giorno di caccia vietata che non ci permette di avere il riscontro numerico della quantità dell’involo sull’Appennino ma sappiamo che sulla Corsica nei 3 giorni seguenti entrano oltre 150.000 colombacci.

L’involo era già iniziato probabilmente da qualche minuto quando é stato comunque documentato con un video lungo circa 6 minuti che rende bene l’idea dell’imponente partenza sul lato Sud.Ovest del bosco.

Vedere a questo link il video dell’involo in massa su You Tube: https://youtu.be/zFnxCyStMdo

Sotto foto scattata lo stesso venerdì 11 ottobre 2019 in comune di Goro dietro il bosco della Mesola alle ore 8.00.

 

3) Lo stopover al Bosco della Mesola 

                      I ritorni x stop.over al Bosco della Mesola

Il grafico sopra evidenzia i 218.726 colombacci monitorati al rientro (sul lato ovest e Nord)  per il bosco della Mesola durante tutto il periodo rilevato. Ben visibile qui il forte stop.over dopo i più forti ingressi del 19 ottobre ( vedi 1° grafico ).

 

I 4 picchi dello stop.over sono più visibili nel grafico qui sopra perché nel grafico di confronto  sotto, la migrazione avendo avuto dei picchi da 100.000 ad oltre 140.000 unità in un solo giorno, schiaccia leggermente la riga celeste dello stop.over malgrado la sua punta  di 61.500 colombacci nel giorno 27 ottobre.

Ben visibile quindi che lo stop.over a Mesola é soggetto notevolmente ai picchi di migrazione di tutto il delta.

Tipologia dei voli in stop.over nel Delta padano ( Boschi di Nordio e Mesola )

Voli da V1 a V3 = 60% e voli da V4 a V5 (compreso V6 V7 V8 V9) = 40% oppure se vogliamo voli da V1 a V4 = 73% e voli da V5 ( compreso V6 V7 V8 V9 ) = 27%

Nei due casi di accorpamento vediamo molto bene che la forte concentrazione delle popolazioni di colombacci in migrazione sul Delta padano condiziona fortemente anche la tipologia dei voli avvistati in fase di stopover nelle pianure limitrofe alle due grandi riserve integrali.

4) Dettaglio della migrazione sul Delta del Po

Totale colombacci in migrazione pura : 609.361

Totale colombacci in ritorno per stop.over al bosco della Mesola : 218.726

Totale Colombacci avvistati in tutto il periodo del monitoraggio : 928.087 

Quantità voli: Rileviamo ben 1264 voli avvistati dai nostri 8 rilevatori nel periodo monitorato di cui 957 voli in migrazione pura e 307 voli in ritorno per stop.over a Mesola. 

Il grafico, pur considerando sempre il minimo numero di rilevatori, ci evidenzia che, nei periodi di forte migrazione sull’intero delta del Po, lo stop.over a Mesola mantiene un certo valore che precipita ovviamente il giorno successivo ai picchi massimi. Ben visibile quindi che lo stopover a Mesola é soggetto ai picchi di migrazione di tutto il delta.

Nel dettaglio dei 307 voli totali di ritorno per stop.over : Cifre arrotondate

V1  =    5   voli      1,70 %

V2  =   43  voli         14 %

V3  =   28  voli           9 %

V4  = 148  voli         48 % 

V5  =    31 voli         10 %

V6  =    30 voli         10 %

V7  =      3 voli           1 %

V8  =    12 voli           4 %

V9  =     7  voli      2,30 %

Dove riscontriamo da V1 a V4 il 72,7 % del totale colombacci ritornati per stop.over e da V5 a V9 il 27,3 % che evidenzia che anche branchi enormi possono ritornare per stop.over.

Nel  totale dei 1264 voli avvistati : Cifre arrotondate

V1   =    35           3 % 

V2   =  200         16 %

V3   =  191         15 %

V4   =  367         30 % 

V5   =  194         16 % 

V6   =  193         15 %

V7   =    12         1,5 %

V8   =    31         2,5 %

V9   =    10            1 %

Dove riscontriamo da V1 a V4 il 64% del totale avvistamenti e da V5 a V9  il 46% a dimostrazione che nei cieli di tutto il delta  si avvistano fortemente branchi molto grossi. 

Quote dei voli

Nei rilievi si é adottato il sistema di classificare le quote di volo dei branchi con tre parametri che sono: 

Fino a 100 metri quota Bassa       = B

Da 100 a 250 metri quota Media  = M

Oltre i 250 metri quota Alta           = A

Per quanto riguarda le quote di volo abbiamo: 

Voli tipo V1 ( fino a 15 unità)  e V2 (da 16 fino a 60 unità) 

rispettivamente 74/88% quota B  e 26/12 % quota A 

Voli tipo V3 ( da 61 a 100 unità) 

66% M e A ( nelle percentuali di 42% e 24% ) e 34% quota B 

Voli tipo V4 ( da 101 a 300 unità) e V5 (da 301 a 700 unità) 

rispettivamente 74/86% quota M e A e da 26 a 14% quota B

Voli tipo V6 ( da 701 a 2000 unità) e V7 ( da 2001 a 4000 unità) 

rispettivamente 91/100% M e A e da 9 a 0 % quota B

Voli tipo V8 (da 4001 a 6000 unità) e V9 ( da 6000 a 10.000 unità) 

rispettivamente 93/99%  M e A (nelle percentuali del 50% circa) e da 1 a 7 % quota B

Considerazioni da farsi in merito ai branchi e loro altezze 

Possiamo a questo punto tranquillamente affermare che i colombacci si evolvono imparando a muoversi molto alti ed in branco molto numerosi allorché in migrazione e non solo il che li rende meno soggetti alla predazione (attività venatoria compresa).

In merito ai voli chiamati a sciarpa dobbiamo evidenziare che tali branchi non sono stati nemmeno considerati dai rilevatori nei rilievi per l’impossibilità di conteggiarli per le enormi quantità ed a volte anche  per i più avvistamenti spesse volte in contemporanea. 

Abbiamo dunque qui in questa relazione sul delta un monitoraggio effettivamente in difetto rispetto alla realtà.

Altezze dei voli e percentuali :

Dai rilievi i branchi alti         A ( oltre 300 mt.)         sono al 35%

I branchi di altezza media   M (da 101 a 250 mt. ) sono al 30%

I branchi ad altezza Bassa  B ( Fino 100 mt .)       sono al  35% 

Ovvio che per l’attività venatoria i voli da V1 fino a massimo V5 saranno quelli più appetibili mentre tutti gli altri voli vuoi per l’enorme quantità vuoi per la quota di altezza  elevata saranno molto più difficili da allettare ma tentare non nuoce perché tutto dipende da dove ci si trova in quanto non é da escludere questa situazione ( vedere video ).
Link di collegamento al video menzionato :    https://youtu.be/u6EIw_t68No

Orari degli avvistamenti dei colombacci in migrazione e stop.over nel Delta per ritorno ai boschi di Mesola, Nordio :

Nelle giornate di migrazione normale gli avvistamenti iniziano alle ore 8,00/8,30 circa fino alle ore 10,30/11,00 seguiti da una leggera pausa fino alle ore 13,00 e poi si susseguono nuovamente  dalle 13,00 fino alle 15,00/16,00

Nelle giornate invece di intensità migrazione iniziano sempre alle 8,00 senza nessuna pausa e si prolungano  fino alle ore 15,30/16,00.

Carnieri totali degli 8 rilevatori:

728 colombacci di cui 312 adulti e 416 giovani di cui 183 con collare, 81 giovani con poco collare e 152 senza collare.

La percentuale delle catture rispetto agli avvistamenti totali risulta essere per gli 8 rilevatori addirittura inferiore al 1%.

Abbiamo quindi per le catture 43% di adulti e 57% di giovani.

Dei 416 giovani abbiamo il 44% con collare, il 19% con collare poco accennato ed il  37% senza collare 

Qui sotto una fotografia scattata il 18 ottobre 2019 alle ore 10,28 che ci dimostra benissimo l’altissima presenza di colombacci giovani senza collare in questa migrazione.

5) Résumé della migrazione sulla Corsica

La migrazione dal 01/10/2019 al 18/11/2019

Il grafico sotto non ha il picco del 18 ottobre (366.755 colombacci) perché nel grafico qui sopra questo picco significativo impedisce di comprendere l’imponente migrazione degli altri giorni o addirittura di tutta la migrazione.

Come si può vedere nel grafico qui sotto dal 14 ottobre fino all’inizio di novembre, abbiamo una migrazione costante e forte che va da un minimo di 41.500 colombacci per determinati giorni fino ad oltre 87.000 colombacci il 17 ottobre seguito dal picco del 18 e da migrazione leggermente più debole per pochi giorni. Abbiamo poi in novembre un calo della migrazione fino ad appena 41.000 colombacci giornalieri seguito da ulteriore calo fino sotto 30.000 colombacci ed una successiva ripresa ben più forte dal 9 novembre con un picco massimo il 10 novembre di 142.415 piccioni e un altro picco finale il 12 novembre di 48.940 colombacci.

 

  Per avere i dati di una migrazione più reale e attendibile ( supposizione nostra e volere nostro) vogliamo defalcare dal totale 771.000 colombacci rilevati nell’estremo sud della Corsica i cui rilievi possono essere stati doppiaggi sul totale dei conteggiati. Ecco che abbiamo ugualmente un totale di migrazione forte di 1.172.460 colombacci.

Dettaglio migrazione :Fatto sul totale di 1.943.460 colombacci avvistati ( vedi grafico 1°)

Totale cacciatori/rilevatori : 22 per un totale di 44 giornate di calendario. 

I giorni di rilievo sono iniziati il 5 ottobre e terminati il 18 novembre

I rilievi eseguiti coprono l’intera Corsica da Nord a Sud.

Giornate di picco massimo di tutta la migrazione

18 ott. e 10 nov. con 366.755 e 142.415 avvistamenti  =  1/4 della migrazione totale 

Altre giornate di picco di ottobre

15 – 17 –  21 – 28  con 63.500, 87.125, 81.850, 81.350 avvistamenti.

Giornata di picco massimo in novembre

10 nov. con 142.415  avvistamenti.

Altra giornata di picco in novembre:

12 nov.   con  48.940 avvistamenti.

Totale dei colombacci migranti in ottobre : 1.409.895 

Continua dunque la migrazione fino al 18 novembre con 533.565 colombacci avvistati dal 1 al 18 novembre. 

Nota interessante

Carniere segnalato dai 22 cacciatori/rilevatori : 1527 colombacci ossia inferiore al 1% una percentuale bassissima rispetto al totale degli avvistamenti.

I giovani uccisi risultano in percentuale altissima oltre il 50%.

Note aggiuntive da tenere in considerazione :

Ulteriori segnalazioni di avvistamenti non sempre quantificabili e quindi non inseriti nei conteggi per la mancanza di dettaglio matematico: 

Da un segnalatore abbiamo da Castagniccia 144 voli non quantificati dal 4 al 13 ottobre, poi grossi voli il 23 ottobre, due giorni di fermo poi molti branchi il 24 ottobre mentre dal 7 novembre i suoi dati sono nel grafico inquanto completi. 

da altri segnalatori abbiamo:

Il 18 ottobre ho smesso di conteggiare al 150° volo con circa 250.000 colombacci ( a dimostrazione ulteriore dell’imponente migrazione di quel giorno).

il 27 ottobre una cinquantina di voli per circa 70.000 colombacci.

il 2 novembre 18 voli per circa 10.000.

Il 24 ott. migliaia di colombacci transitano lungo costa a Furiani.

Il 26 ott. migliaia di colombacci transitano lungo costa a Porto Vecchio. 

I 17-18-22-29-30 ottobre moltissimi voli da 300 a 800 colombacci e dei voli enormi l’11 nov.

Il 10 nov. eccezionali voli da 500/600 colombacci.

Il 10 nov. forte migrazione a Casavecchie.

Il 13 nov. voli altissimi da 500 a 2000 colombacci.

Tipologia dei voli sulla Corsica

Abbiamo sulla Corsica un totale di ben 12.133 voli per una media di 160 colombacci a volo.

Mantenendo sempre lo stesso criterio di distinzione dei voli utilizzato per il Delta padano  abbiamo:

V1 = 0,2%     V4 =    35%    V7 = 0.3%

V2 =    3%     V5 =      6%    V8 = 0%

V3 = 44,22% V6 =  11,5%   V9 = 0%

Essendo sulla Corsica inferiore la percentuale dei grandi voli di migrazione che abbiamo visto sul Delta padano e riportando il valore dal V5 in su ad una unica distinzione di volo come in Appennino abbiamo il V5 ( oltre 300 unità) che sulla Corsica diventa equivalente al 17,8% del totale. 

Abbiamo dunque sulla Corsica : V1 e V2 =  3,2%  V3 e V4 = 79%  V5 = 17,8%

6) Il confronto migrazione tra Delta padano e Corsica

 

Il grafico sopra evidenzia nel suo confronto la forte correlazione della migrazione tra il delta padano e la migrazione sulla Corsica. Si evidenzia qui giustamente una migrazione identica forte e quasi contemporanea nei suoi picchi tra Corsica e Italia. Ovvio che la Corsica ricevendo di fatto tutta la migrazione proveniente dal Nord Italia da Est ad Ovest fino alla regione Marche ha un andamento più marcato e più massiccio con tempistiche leggermente diverse ma l’andamento della migrazione generale condizionata dalle situazioni meteo e dallo scorrere del periodo stesso della migrazione é qui praticamente uguale e ben evidenziato.Qui si evidenzia che sul Delta la migrazione termina qualche giorno prima in quanto il 9 novembre é stato l’ultimo giorno in cui abbiamo avuto rilevatori sul Delta padano mentre invece sulla Corsica la migrazione è continuata fino al 18 novembre.

Un branco di colombacci in ottobre nelle piane coltivate a mais 

7) Résumé migrazione sull’Appennino da MSM di Rinaldo Bucchi Vogliamo ora, prelevando i dati dallo studio MSM 2019 (Monitoraggio Selettivo Migrazione ) di Rinaldo Bucchi, fare con dei grafici i confronti della migrazione sull’Italia e sulla Corsica.

Estratto da Monitoraggio Selettivo Migrazione totale Appenino di Rinaldo Bucchi


I grafici rappresentano x ogni settore (n° 10 in ordine elenco grafico) un totale di avvistamenti di :
 1)  Corsica         1.943.460   colombacci   6) Romagna Nord  417.041  colombacci

 2)  Delta padano   928.087   colombacci   7) Romagna centro   80.372 colombacci

 3)  Liguria 1           197.895   colombacci   8) Romagna Sud       21.000 colombacci

 4)  Liguria  2           23.573   colombacci    9) Marche Centro     50.000 colombacci

 5)  Liguria 3            39.469   colombacci   10) Marche Sud         15.764 colombacci

 

 Nel grafico sopra abbiamo eliminato il picco più notevole della Corsica ossia il picco del 18 ottobre per rendere più visibile (non schiacciandola) la migrazione  degli altri settori più debole se pure significativa ( vedi Romagna Nord ) o molto meno significativa  (vedi Liguria 2 e 3 ; Romagna Sud; Marche centro e sud). Ben visibile che in Italia la migrazione del colombaccio lato Adriatico si concentra notevolmente dalla Romagna del nord fin verso il Veneto ed è anche ben visibile che solo la Romagna del Nord con il suo picco di 74.347 colombacci del 10 novembre ha continuato ad alimentare la migrazione sulla Corsica.

8) Il Confronto tra Delta padano e Appennino romagnolo

 

Non è stata inserita nel grafico la Romagna meridionale in quanto difficilmente le popolazioni di colombacci migranti in arrivo sul Delta padano possono scendere così tanto verso Sud prima di puntare sull’Appenino perché molte sono le vallate trasversali all’Appenino che possono essere libere in caso di maltempo sulla costa Adriatica.

Ben visibile che la migrazione più dominante é sul Delta padano essendo quella che alimenta in buon parte l’Appennino di Romagna.

Si può notare una migrazione iniziata sui diversi settori quasi in contemporanea fin dai primi giorni di ottobre. Migrazione che ha subito poi una forte spinta alla fine della prima decade fin verso la fine del mese per poi riprendere in novembre dopo una leggera pausa.

Una caratteristica da mettere in evidenza è una migrazione piatta sia sulla Romagna centrale che sul Delta dopo il forte picco del 2 novembre dove si evidenzia una forte partenza dal bosco dalla Mesola di oltre 140.000 colombacci malgrado il forte maltempo  in atto dalla costa Adriatica fin sull’Appenino.

Ben visibile anche nel grafico che dalla partenza del 2 novembre l’area del Delta padano non ha poi stoppato più nulla perdendo infatti il bosco della Mesola gli ultimi 4000 colombacci in data 9 novembre. Vedere a proposito lo svolgersi dello svernamento a Mesola e sul Delta nel rispettivo capitolo più avanti.
La relazione è tuttora in stato di caricamento sul sito. Entro qualche giorno verrà ultimata.

9) Il confronto tra Delta padano, Appennino e Corsica

Vogliamo evidenziare che in questo confronto avendo voluto considerare solamente una linea migratoria Nord-Est/Sud-Ovest diretta dall’Adriatico non vengono presi i dati di rilevazione degli avvistamenti fatti sulla Romagna meridionale, sopra le Marche e sopra la Liguria di levante che alimentano anche loro sia l’Appennino che la migrazione sopra la Corsica. 

Anche in questo grafico non è stato inserito il forte picco (366.755 unità) del 18 ottobre della Corsica che impedirebbe di leggere bene la migrazione sugli altri settori. 

Ben visibile così la forte correlazione tra la Corsica e gli altri tre settori italiani.Visibile il picco del 11 ottobre nel Delta padano che alimenta poi nei giorni seguenti una forte migrazione sull’Appenino e poi a seguire sulla Corsica (18 ottobre compreso anche se qui non visibile).

Una caratteristica della migrazione da mettere in evidenza qui è una migrazione piatta sia sulla Romagna che sul Delta dopo il forte picco del 2 novembre dove si evidenzia una forte partenza dal bosco dalla Mesola di oltre 140.000 colombacci malgrado il forte maltempo  in atto dalla costa fin sull’Appennino. Picco di 140.000 colombacci che alimenta poi i giorni seguenti l’Appenino Romagnolo e susseguentemente la Corsica evidenziando che i colombacci sono si partiti dal bosco della Mesola il 2 novembre ma a causa del maltempo hanno tardato diversi giorni a sorpassare finalmente l’Appenino forzando però la migrazione sotto la pioggia come tutti già sanno.

Migrazione qui in evidenza che continua ben oltre ottobre sulla Corsica la quale risente appunto un forte picco il 10 novembre ed un altro picco se pure minore ma di quasi 50.000 colombacci il 12 novembre.

Molto interessante evidenziare che il totale della migrazione sulla Corsica dal 10 novembre fino al 18 novembre è di ben 491.960 colombacci.

Confronto della tipologia dei voli tra Delta padano Appennino e Corsica

Per potere fare questo confronto facciamo la dovuta nota che sia sul Delta padano  che in Corsica per l’alta  tipologia di voli oltre il V5 sintetizziamo sommandoli nei  V5 i voli delle tipologie V6, V7, V8, V9.

Riepilogando quindi le varie tipologie sui tre settori Delta padano, Appennino e Corsica (arrotondando le cifre percentuali ) abbiamo :

Migrazione Delta Padano: voli da V1 a V3 = 37%  e voli da V4 a V5 (compreso V6, V7, V8, V9) = 73% 

oppure da V1 a V4 = 60% e voli da V5 a V9 = 40%

Migrazione Appennino : voli da V1 a V3 = 80%  e voli da V4 a V5 = 20% (Dati rilevati da MSM di Rinaldo Bucchi).

Migrazione Corsica :voli da V1 a V3 = 47 % e voli da V4 a V5 ( compreso V6 V7 V8 V9) = 53%
Con questo confronto possiamo dire che la migrazione sul Delta, determinata da due fattori importanti che sono l’ingresso sopra l’Italia prevalente dal mare Adriatico e lo stopover nelle aree del bosco di Nordio e di Mesola, si compone in prevalenza da grossi branchi sia in arrivo che in  ripartenza ma sappiamo che anche i branchi in stopover rimangono abbastanza numerosi come già evidenziato nel capitolo 3° (stopover nel Delta padano).

Vediamo anche che la migrazione in partenza dal Delta è fortemente composta da branchi grossi fino anche enormi ( vedere i già nominati branchi a sciarpa in altro capitolo) ma poi si frammenta enormemente nell’attraversare l’Italia ribaltando i valori percentuali  tipologia volo che diventano 76% per i voli V3 e 24% per i voli da V4 in sù. Altro dato importante visibile in questo confronto é che la migrazione una volta sorvolata l’Italia si ricompatta nuovamente in branchi più grossi causa l’attraversamento del Tirreno necessario per raggiungere le isole come Corsica e Sardegna.

Le traiettorie dall’Adriatico ed i due punti di concentrazione rilevati in questo studio della Migrazione dal Delta fino alla Corsica

 D)  Le traiettorie sull’Italia e sulla Corsica

 
Le traiettorie da Nord-Est sull’Italia e Corsica

Sopra il corridoio preso in esame per il confronto Delta -Appennino-Corsica

10) Considerazione finale sulla migrazione post-nuziale 2019 e suoi conteggi 

Abbiamo dunque da tutti i dati rilevati una migrazione reale (supposizione nostra) di 1.172.460 colombacci sulla Corsica ( 22 osservatori) seguito dalla migrazione sul Delta padano di 928.087 colombacci ( 8 osservatori e  cifra certamente senza doppiaggi e sicuramente in difetto verso il basso) e poi abbiamo sull’Appennino Romagnolo per 6 osservatori una migrazione di 497.000 colombacci ( attenzione in quanto MSM è selettiva e si esclude dunque il doppiaggio dei dati rilevati).

Una  nota che potrebbe saltare evidente agli occhi di tutti è la differenza di colombacci migranti avvistati tra Corsica, Delta ed Appennino.

 Dobbiamo dire, ricordare che qui è stato preso un corridoio di migrazione ( dal delta padano alla Romagna centrale e via Tirreno alla Corsica ) e non tutta la migrazione che giunge sulla Corsica . Potremmo anche pensare che i rilievi sulla Corsica possano essere stati in alcuni casi avvistati doppiamente per questo primo anno di monitoraggio allo stato embrionale sopra l’Île de Beauté” ma ci preme però fare notare che da noi esistono giorni di silenzio venatorio senza monitoraggio, che sul Delta padano non abbiamo sufficientemente rilevatori disponibili e sicuramente sull’Appennino abbiamo molti valichi dove i rilievi non sono affatto garantiti per lo stesso motivo e che la migrazione in certe giornate ed in certe condizioni meteo può svolgersi in quote non visibili per la maggior parte dei rilevatori e quindi i colombacci possono migrare inosservati in molte situazioni ed in molti luoghi. Un esempio è l’involo di massa, documentato con un video ( in giornata venatoria vietata ), avvenuto l’11 ottobre 2019 alle ore 6,30 in partenza dal Bosco della Mesola non rilevato poi da nessuna parte sull’Appennino. Involo quantificato in 100.000 colombacci (sicuramente molto in difetto) per un fronte molto fitto di circa 5/600 metri che durò oltre gli 8 minuti quasi ininterrottamente. Un altra fattore che determina conteggi notevolmente in difetto o addirittura nulli è l’impossibilità di quantificare matematicamente tantissimi branchi enormi. Sono le cosidette “sciarpe “ già menzionate in questo studio allorché in uscita contemporanea dal Bosco della Mesola non permettono assolutamente di essere conteggiate. Sciarpe viste a volte anche sopra l’Appennino ma che  possono assumere magari quote di volo non sempre facilmente visibili.Un esempio che abbiamo potuto rilevare a conferma delle quote di volo elevate non visibile da per tutto era la notizia di una forte migrazione in entrata sulla Costa verde mentre nell’entro terra della costa tirrenica quella mattina i colombacci non venivano avvistati. Esiste inoltre anche l’accertata possibilità che i colombacci facciano migrazione notturne sull’Italia e quindi non sono rilevati nel volo di attraversata ma possono esserlo al giorno successivo nei punti di arrivo per scalo dopo gli attraversamenti dei tratti di mare Adriatico e Tirrenico.

Una cosa certa che possiamo affermare è che con questa imponente migrazione post-nuziale vista in 2019 la specie “Columba palumbus” ha dimostrato di essere veramente in ottima  salute visto anche che i carnieri hanno percentuali altissima di soggetti giovani. 

Ci preme dire però che ciò non significa che la specie non deve essere monitorata  anzi ben vengano ulteriori ricerche in merito per una caccia futura responsabile e sempre sostenibile e ben venga quindi ulteriore partecipazione dei cacciatori ai monitoraggi.

Si ringrazia già anticipatamente a nome di tutto il “Club Italiano del Colombaccio” la sessantina di cacciatori della Corsica i quali dopo un sondaggio fatto sul gruppo “Palombes Migration Corse en Direct.” si sono resi disponibili a rilevare la migrazione della Corsica su MCL 2020 (Migrazione Colombaccio Live) con la partecipazione del “Club Italiano del Colombaccio”.  

E) Monitoraggio svernanti al Bosco della Mesola inverno 2019/2020

Vogliamo ora in queste poche pagine che seguono scrivere un breve résumé dello svernamentoal bosco della Mesola. 

Prima giornata di monitoraggio eseguita in giornata di caccia da Roberto e Renzo:

Eseguita il 14 novembre 2019 a poca distanza dal bosco della Mesola essi avvistano 26 branchi totali di tipo V1 e V2 più 2 voli di tipo V3 nei pressi del AFV vicino a Monticelli dalle 7,30 fino alle ore 15,00 per un totale di 1620 colombacci. 

Prima giornata per il nostro rilevatore Lorenzo in prov. di Rovigo:

Il 10 dicembre sono avvistati 600 colombacci a ridosso del Po di Goro di provenienza dal lato Est del Bosco della Mesola. Stessa giornata altri 300 colombacci vengono avvistati più a Nord nelle vicinanze di Rosolina a circa 20 km dal Po di Goro. Abbiamo quindi un totale di 930 colombacci. 

Prima giornata di monitoraggio per il gruppo romagnolo :

Giornata eseguita a metà dicembre circa dislocando i rilevatori in quattro punti di possibile uscita dal bosco della Mesola di cui una posizione a Nord del bosco per l’uscita verso il Veneto. Una seconda posizione è quella sul lato Est a metà del Bosco in comune di Goro, la terza in ingresso Val Giralda per i rilievi lato ovest verso Statale Romea e la quarta posizione si trova sul lato Nord-Ovest del bosco all’altezza del paese di Bosco Mesola. 

Sono 400 i colombacci avvistati al punto Nord. 

Sono 262 i colombacci avvistati sul lato Est.

Sono 550 i colombacci avvistati lato val Giralda più altri 300 colombacci vengono avvistati sul lato Nord-Ovest del Bosco verso le ore 12,00.

Abbiamo quindi un totale di 1512 colombacci avvistati a ridosso del Bosco della Mesola.

Seconda giornata di monitoraggio per Lorenzo in prov. di Rovigo:

Eseguita il 27 dicembre: Lorenzo ci segnala solo 10 esemplari avvistati sul Po di Goro ed altri soli 20 lungo le golene del Po di Venezia.

Le piene durature e consistenti hanno purtroppo allegato le golene impedendo ai colombacci di alimentarsi della “zucca spinosa” una delle tante risorse alimentari ricercate dai colombacci nei periodi invernali. 

Avvistata ancora nelle vicinanze di Rosolina una piccola popolazione di 100 colombacci.

Altri 700 colombacci circa vengono avvistati nelle piane 15 km ad Est del Bosco della Mesola.

In questa giornata sono quindi rilevati un totale di 1200 colombacci circa nelle piane del Rodigino sul lato Nord ed Est del bosco della Mesola. 

Seconda giornata di monitoraggio per il gruppo Romagnolo :

Eseguita a fine gennaio questa giornata dimostra anche quest’anno una forte carenza di svernanti al Bosco della Mesola.

Sono 135 i colombacci avvistati al punto Nord.

Sono 100 i colombacci avvistati sul lato Ovest.

Sono 310 i colombacci avvistati sul lato Nord-Est. 

Altri  330 colombacci vengono avvistati ai bordi e lungo la statale Romea sulla via del ritorno verso casa ed abbiamo quindi per questa seconda giornata un totale di soli 865 colombacci  

Terza giornata di monitoraggio per Lorenzo a Rovigo :

Eseguita il 17 gennaio questa terza ed ultima giornata di Lorenzo ci segnala un calo di 800 avvistamenti nelle stesse posizioni visitate la volta precedente.

Lorenzo ci segnala inoltre sulla via del ritorno verso casa l’ulteriore presenza di 170 colombacci in pastura alle edere nei pressi della città di Adria.

Abbiamo quindi ancora presenti nei 4 punti di monitoraggio della seconda giornata più quelli avvistati all’edera un totale di soli 570 colombacci 

F) Conclusione sullo svernamento 2019/2020 al Bosco della Mesola Dopo l’imponente migrazione che più o meno hanno vissuto tutti i cacciatori vogliamo riassumere velocemente questo piccolo suivi sullo svernamento del colombaccio. Abbiamo in sostanza rilevato la presenza di circa 2500/2700 colombacci avvistati nei mesi di novembre e dicembre che poi per un obbligato erratismo invernale è andata calando fino alle 1435 unità del mese di gennaio.

Come già anticipato l’anno scorso, con questo ennesimo suivi dello svernamento, possiamo definitivamente senza più nessuna ombra di dubbio o di errori confermare che il Bosco della Mesola, potenzialmente idoneo a stoppare ben oltre centomila colombacci per tutto l’inverno come succedeva tanti anni fa, non lo è veramente più oggi giorno a causa di un notevole cambiamento dell’agricoltura fin troppo intensiva sopratutto nelle aree ferraresi più prossime al bosco. Fortunatamente esiste un agricoltura meno selvaggia nel vicino Veneto che riesce a stoppare per la pasturazione invernale queste poche migliaia di colombacci ma pur sempre ben pochi rispetto al potenziale del Bosco della Mesola.

                                                    Qui sotto una fotografia molto eloquente 

 

Nella foto parte dei pochi svernanti di dicembre


G) Metodologia  dei monitoraggi 

Terminiamo il résumé di questo studio allegando delle fotografie di alcune schede di rilievo compilate dai rilevatori insieme alla copertina del libretto dati e la mappa per la posizione dei rilievi eseguiti di un rilevatore.


Qui la mappa di un rilevatore con le posizioni dei rilievi nelle varie giornate


la prima di due pagine di una giornata di rilievi sul Delta padano
la seconda pagina della giornata di rilievo sul Delta dello stesso rilevatore
rilievi di un altro rilevatore sul Delta il 2 novembre

Si evidenzia la nota del rilevatore in basso nella scheda di rilievo dove scrive : difficile anche oggi quantificare i colombacci per le continue uscite a branchi tipo sciarpa. Sicuramente i dati riportati risultano in difetto.

Gli evidenziati link non funzionano in quanto trattasi di pagina in formato jpg
x chi volesse collegarsi ai link servirà ricopiarli