Italiani terrorizzati e piu’armati

IL GRILLETTO DELLA PAURA – SECONDO L’84% DEGLI ITALIANI NEGLI ULTIMI 5 ANNI I REATI SONO CRESCIUTI, E LA PRIMA PREOCCUPAZIONE E’ IL FURTO IN CASA – BOOM NEI POLIGONI E DI PORTO D’ARMI “SPORTIVO” CHE CONSENTE LA DETENZIONE DELLA PISTOLA

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Quante siano le armi in circolazione nel nostro Paese è un dato ancora oscuro, perché il ministero dell’Interno non lo diffonde. L’ultima stima affidabile è stata fatta nel 2007 da gunpolicy.org: 7 milioni di pistole e fucili, quasi 12 pezzi ogni 100 cittadini… – – –


Fabio Tonacci per “la Repubblica”

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Chi in queste ore cerca in Parlamento di allargare i confini della legittima difesa, si appoggia su un ragionamento che suona più o meno così: gli italiani si sentono meno sicuri, perché oggettivamente sono meno sicuri di una volta. Più soggetti a rapine, furti, violenze. Più spaventati. Dunque, più inclini a forme di autodifesa. Come organizzare una ronda di cittadini nel quartiere, ad esempio. O tenere una pistola in casa e puntarla contro chi entra per rubare. È davvero così?

 

 

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L’ultimo dossier dell’Osservatorio europeo sulla sicurezza classifica le paure degli italiani di fronte alla criminalità. C’è la sensazione generale, condivisa dall’84 per cento degli intervistati nel sondaggio, che i reati siano cresciuti molto rispetto a 5 anni fa. E tolte le mafie, la nostra ossessione è proprio il furto in casa. Quasi un italiano su tre, il 29 per cento, dichiara di essere molto preoccupato dai ladri di appartamento. Non c’è neanche paragone con il timore di subire il furto dell’automobile (19,7 per cento), uno scippo (18,9 per cento), o una rapina (il 16,7 per cento).

 

 

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«Al di là del danno materiale osserva il sociologo e politologo Ilvo Diamanti, che ha partecipato alla stesura del rapporto – l’intrusione produce un senso di violazione personale che spaventa tutti. La casa è il rifugio, dove tuteli la privacy, te stesso e la tua famiglia. È l’ultimo luogo dove ti puoi nascondere dal mondo».

 

 

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Chi lavora nei poligoni di tiro da mesi parla di un aumento del 20-30% dei clienti che vanno a sparare per prendere il porto d’armi sportivo. Quella licenza consente la detenzione in casa di una pistola, e la possibilità di trasportarla nel tratto di strada fino al poligono. Stando agli ultimi dati del Viminale, le licenze per “tiro a volo” rilasciate dalle questure sono cresciute del 12% tra il 2011 e il 2014: erano 352.149 cinque anni fa, sono diventate 397.384.

 

 

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Quelle per uso “caccia” sono rimaste stabili, intorno alle 690.000, mentre la normativa più restrittiva ha fatto diminuire quelle “per difesa personale”: da 24.678 si è arrivati a neanche 22.000.

  Quante siano le armi in circolazione nel nostro Paese è un dato ancora oscuro, perché il ministero dell’Interno non lo diffonde. L’ultima stima affidabile è stata fatta nel 2007 da gunpolicy.org: 7 milioni di pistole e fucili, quasi 12 pezzi ogni 100 cittadini. Un tasso che allora ci collocava al 15esimo posto nel mondo per diffusione.

 

 

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C’è però chi rifiuta il nesso causa-effetto tra il senso di insicurezza collettiva che aumenta e gli episodi di cittadini che si fanno giustizia da soli uccidendo il ladro. «Sono casi marginali – sostiene il sociologo Marzio Barbagli spesso legati a disturbi personali. Non vedo una reale corsa alle armi. E le ronde di quartiere (nate un po’ ovunque al nord, da Massa a Pavia, da Parma al Triveneto, ndr) si sono rivelate fallimentari ».

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Su un punto Barbagli però concorda: gli italiani si sentono più vulnerabili. «Ciò dipende da due fattori: i reati contro il patrimonio e il livello di degrado della zona in cui uno vive».

Le statistiche del ministero dell’Interno, che si fermano al 2014, dimostrano che la percezione dei cittadini non è poi così miope.

  I borseggi nel 2009 erano 113.000, nel 2014 sono stati 180.000. Per i furti in appartamento c’è stato il boom: 149.000 sette anni fa, 255.000 nel 2014. Le rapine in casa sono passate da 2.100 a 3.600, quelle in strada sono arrivate a quota 23.000.

 

 

«È innegabile – dice Barbagli – che sull’aumento delle rapine al centro nord abbia influito la maggior presenza di immigrati: nel caso di furti in abitazione gli stranieri sono il 57% del totale dei denunciati».

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Ci sono comuni, nel vercellese, che hanno scritto al Prefetto chiedendo di mandare l’esercito a protezione delle abitazioni “contro i malviventi”. Ad Alessandria, altra zona preda dei ladri, il sindaco del Pd Maria Rita Rossa da tre anni aspetta l’autorizzazione dalla prefettura per dare il via al progetto Milleocchi e collegare tutte le vigilanze private e le forze di polizia urbane con il comando dei vigili.

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«Nemmeno abbiamo potuto partecipare ad alcuni bandi pubblici per l’installazione delle telecamere, perché i parametri non lo consentivano. Dico solo questo: se vogliamo creare città più sicure, la burocrazia non si deve mettere in mezzo».

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/grilletto-paura-secondo-84-italiani-ultimi-anni-123210.htm