AMBIENTE dal latino : ambiens

Se riparare un rasoio diventa una lezione sull’ambiente

Se andate al cinema in questi giorni prenatalizi probabilmente vedrete uno spot che fa riflettere. Non prova a venderci qualcosa ma semmai il suo contrario. Non punta a farci comprare di più ma a riparare quello che abbiamo. Eppure non si tratta di una campagna di educazione civica: dietro c’è una storica multinazionale di piccoli elettrodomestici per la casa. Lo spot racconta la storia di un rasoio, un rasoio elettrico, che è stata regalato trent’anni fa e che ha continuato a funzionare fino ad adesso; ma invece di buttarlo e prenderne uno nuovo, il proprietario decide di farlo riparare. Il messaggio è potentissimo anche perché viene da un settore, quello della rasatura, dove praticamente un secolo fa venne inventato il concetto di “usa e getta” che pure ai tempi ha avuto un grande significato per la vita delle persone: i rasoi, come gli altri dispositivi “usa e getta”, erano facili ed economici, come resistergli?

Soltanto da poco abbiamo capito i costi nascosti di quello che gettiamo: sempre più rifiuti, sempre meno risorse, inquinamento fuori controllo. L’economia circolare, di cui tanto si parla, è esattamente il contrario. La riparazione degli oggetti di valore ne è un pilastro. Guardando lo spot ho pensato che se tutti facessero così, venderemmo meno rasoi, meno di tutto, l’economia rallenterebbe, e così il prodotto interno lordo la cui crescita continua è la stella polare di tutti gli Stati del mondo. Che succede se davvero iniziamo a riparare le cose, se non cambiamo più il rasoio elettrico ad ogni Black Friday, ad ogni Natale?

E’ una domanda fondamentale, dopo che il fallimento del summit sul clima di Madrid, ha mostrato l’impotenza dei governi rispetto all’allarme degli scienziati per il riscaldamento globale. Greta Thunberg non è bastata. Preferiamo andare avanti così, per timore di peggiorare la qualità della vita. Ma è un errore. Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz qualche giorno fa ha spiegato in un rapporto che una svolta verde dell’economia non vuol dire impoverimento per tutti, ma il suo contrario. Una crescita, ma di tipo diverso. Ed è tornato su un concetto di cui si parla dal 1968: l’abolizione del prodotto interno lordo quale indice del benessere. Il pil non ci dice nulla, sostiene Stiglitz, delle tre grandi minacce del nostro tempo: il riscaldamento globale, la diseguaglianza e la crisi della democrazia. E’ ora di iniziare a misurare quello che conta davvero

https://www.repubblica.it/dossier/stazione-futuro-riccardo-luna/2019/12/16/news/se_riparare_un_rasoio_diventa_una_lezione_sull_ambiente-243616232/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1

***

COME RICEVIAMO E COSI’ PUBBLICHIAMO

ATTENZIONE: l’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. 
La redazione del sito www.ilcolombaccio.it,non necessariamente avalla il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti accreditate e/o aventi titolo.