Purtroppo anche il Consiglio di Stato, all’udienza del 19 giugno, ha confermato la decisione del TAR di Bologna, respingendo la richiesta di sospensiva . Probabilmente ha inciso sulla decisione, dato che si discuteva soltanto della sospensiva, la notizia che alla data dell’udienza -19 giugno-, i colombacci uccisi fossero 300, e questo in quasi metà del tempo previsto per l’abbattimento dal piano di controllo, per cui si può prevedere che nel restante tempo , fino al 15/9, ne possano venire abbattuti altri 300 o poco più, che, rispetto agli 11.000 autorizzati è poca cosa , e quindi non ci sarebbe stata, nella sostanza, ragione per bloccare il provvedimento concedendo la sospensiva .
Tuttavia l’eccessività del provvedimento, che ha previsto l’abbattimento a seguito soltanto di un sommario esperimento dei sistemi di dissuasione ( non considerando, ad esempio gli spari, a salve o in aria, particolarmente efficaci nei confronti dei colombacci ), permane, e si è tradotta, sia pure in misura limitata, a quello che risulta, in una brutta e brutale soluzione, certamente evitabile.
Ricordo che dovrà seguire il giudizio di merito davanti al TAR di Bologna, per il quale dovrà essere fissata l’udienza, e, in considerazione di quanto esposto e delle valide motivazioni del ricorso, sia in punto di fatto che in punto di diritto, non è fuori luogo sperare che il ricorso stesso possa avere un esito diverso dal giudizio sulla sospensiva.
Ma non dobbiamo solo limitarci a sperare, ci sentiamo infatti in dovere di rivolgere un appello ai cacciatori, a non prestarsi a compiere atti squalificanti, certamente non degni di un vero cacciatore, ma piuttosto di un moderno boia .
Quegli atti facciamoli compiere agli anticaccia !
Il Presidente
Avv. Francesco Paci
