CACCIATORI TOSCANI ALZANO LA VOCE E DENUNCIANO

CACCIATORI DENUNCIANO LA COMMISSIONE EUROPEA AL TRIBUNALE DI PRIMO GRADO
DELL’UE
La Commissione Europea finisce nel mirino della Confederazione Cacciatori Toscani che chiede al
Tribunale di primo grado dell’UE di sanzionare la disparità di trattamento riservata allo Stato Italiano in
materia di gestione della fauna. Il tema va ben oltre le rivendicazioni, peraltro ben fondate dei
cacciatori e mette in luce comportamenti illegittimi di gravità rilevante che la CCT chiede adesso
vengano sanzionati per la patente violazione dei trattati, a tutto sfavore di uno stato membro e dei
suoi cittadini. Una battaglia di giustizia e di equità, che travalica lo specifico contenuto e che è stata
condivisa anche dai cacciatori della Liguria.
L’iniziativa, la prima in assoluto di questo genere, arriva dopo la mancata risposta dei burocrati di
Bruxelles alla istanza con cui i cacciatori avevano diffidato la Commissione a sanare le incongruenze
esistenti nella valutazione dei calendari venatori di Paesi appartenenti ad aree omogenee.
Beccacce, tordi e cesene, come spiegano gli etologi e gli studiosi della materia, hanno tempi di
migrazione analoghi in Italia e Francia ma Bruxelles ha deciso che si debbano applicare regole diverse,
quanto ai tempi del prelievo, in questi paesi.
La Commissione Europea ha fin qui avvalorato le tesi di quanti affermano che le beccacce corse,
spagnole, portoghesi, francesi si attardano fino a quasi fine febbraio mentre quelle sarde, liguri o
maremmane, forse decisamente più frettolose e soggette a nostalgia di casa, sentono l’irrefrenabile
bisogno di partirsene già entro la metà del mese di gennaio. La questione non ha rilevanza
esclusivamente ornitologica: il tema, sollevato in sede comunitaria dalla Confederazione dei Cacciatori
Toscani, riveste una significativa importanza economica, ha a che vedere con la protezione della fauna
e, al tempo stesso, prospetta un disparità di trattamento tra Stati, decisamente inammissibile e
incomprensibile. La direttiva comunitaria che si prende cura degli uccelli migratori stabilisce che le
specie per le quali è consentita la caccia non possano essere prelevate durante la riproduzione e nelle
fasi di ritorno ai loro quartieri d’origine: o i Paesi confinanti che cacciano sino a fine febbraio
contravvengono alle direttive comunitarie, recando grave danno alle politiche di salvaguardia delle
specie migratorie, o i dati utilizzati dalla stessa Commissione per i calendari venatori italiani sono da
rivedere.
In questo contesto anche il Governo italiano ci mette del suo: una semplice richiesta di informazioni,
questo è il significato delle cosiddette procedure EU Pilot, viene utilizzata per chiedere una
ingiustificata chiusura anticipata ad alcune specie, come già avvenuto lo scorso anno.
Una forzatura ed una mortificazione del ruolo e delle competenze delle regioni che la CCT auspica
possa essere respinta.
Firenze, 17 novembre 2015
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – Anuu)CCT