BUON COMPLEANNO ROBERTO BAGGIO

Il ‘divin codino’, uno degli ultimi 10, è ancora un’icona, un monumento al calcio

“Ho avuto la fortuna di veder giocare Meazza e ho pensato a lui quando ho visto Baggio”. Parole che Gianni Brera pronuncio’ nel 1989, quando il codino ancora non ornava la chioma di Roby, ma il suo talento aveva gia’ conquistato tutti. Il bilancio finale fra estimatori e detrattori e’ nettamente in attivo per Baggio che, nel corso di una carriera quasi irripetibile, ha acceso la fantasia di tifosi, appassionati di calcio, tecnici e colleghi.

Oggi che taglia il traguardo dei 52 anni, Baggio e’ ancora un’icona, un monumento al calcio, capace di attivare strani episodi di feticismo: in Giappone come Cina, dove spesso sono stati messi in commercio addirittura le lenzuola dove l’ex fantasista dai piedi educatissimi aveva dormito.

I gol a Italia ’90, il rigore sbagliato a Pasadena, le magie su punizione e non solo, un “questo e’ matto” sussurrato a Sacchi a Usa ’94, il ‘tradimento’ dalla Fiorentina alla Juve, gli infortuni e le rinascite, la conversione al buddhismo, tutto in un ‘divin codino’: Baggio è stato uno degli ultimi 10 che resterà indimenticabile.

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