FORUM Club Italiano del Colombaccio

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Post - Vasco

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Discussioni Generali / Re:Palombe a dicembre
« il: 14/12/2023 - 18:39 »
Ascolta pistola se non conosci la legge informati, perché qui dentro di orribile c'è soltanto una "cosa".....

La legge consente di prorogare il prelievo venatorio del colombaccio fino al 10 di febbraio soltanto se apri la caccia al 1° di ottobre.

Ma pensa tu...

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Discussioni Generali / Re:Palombe a dicembre
« il: 14/12/2023 - 17:37 »

cari amici del forum, invito a leggere ciò che sta scritto nell'Art.3. della carta degli intenti, dal menu della Home Page:

https://www.ilcolombaccio.it/images/carta-di-intenti-colombaccio.pdf
   
Mi devo fermare quì...  con la speranza che IL COMITATO DI GESTIONE PROTEMPORE DEL CLUB, nella persona di Francesco Paci, Luca Bececco, Silvestro Picchi Amedeo Castellani, Giorgio Kwiatkowski prendano posizione, ad una situazione ormai da troppo tempo diventata insostenibile e incresciosa, e non solo nei miei confronti. Sono tredici anni che lavoro su questo web, e per il bene del Club, credo che nessuno abbia da rimproverarmi comportamento scorretto e irrispettoso. Sono tredici anni che ricevo continuamente offese insensate e prive di fondamento dal sig.mario, penso sia ora di dire basta così. 
   

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Discussioni Generali / Palombe a dicembre
« il: 13/12/2023 - 18:59 »
 Considero un evento eccezionale quello di una coppia di colombacci che porta a buon fine la cova a metà dicembre, benché si tratta di animali che vivono in cattività è certamente un fatto raro e insolito.
 
Oggi, con il cambiamento climatico, è possibile osservare il colombaccio, che vive brado, in atteggiamento riproduttivo già a dicembre.
 
Tutto ciò deve far riflettere quindi che bisogna adeguare anche il prelievo venatorio alla condizione climatica in forte cambiamento. I dati scientifici e il costante monitoraggio che facciamo da tanti anni nel Club, confermano che la specie Columba palumbus è in costante aumento demografico, statisticamente valutato nell'arco di cento anni in media percentuale annua del + 5,3%.

Allora tutto ciò deve essere valutato attentamente affinché la caccia ricopra il ruolo importante, fondamentale nella gestione dell fauna selvatica, però  la buona conservazione della specie, nella fattispecie del colombaccio, va regolata con l’unico modo per ora possibile riconducibile soltanto alla caccia.

Quindi se i dati scientifici  del monitoraggio stanno a significare la buona salute della specie e prima che la stessa  finisca in nociva dovrebbe essere consentito il prelievo venatorio, nel termine stabilito dalla legge fino al dieci febbraio, fermo restando l’inizio della caccia al 1° ottobre,  provvedimento già in atto in alcune regioni da molti anni. Quindi tutto ciò al fine di buona conservazione della specie ancora sotto cura parentale e con buone aspettative riguardo al prelievo venatorio sostenibile.

Però la legge, la 157/92,  deve essere modificata, il cambiamento climatico incide fortemente nei tempi  di nidificazione, è assolutamente necessaria la modifica per equiparare l’Italia ai Key concepts delle altre Nazioni europee  geograficamente ricadenti nello stesso parallelo, quindi che hanno condizione climatica simile, mi riferisco alla Francia.

Non è accettabile che in Francia si va a caccia dal 1° gennaio e fino  al 20 febbraio ai tordi e al colombaccio tutti i giorni anche il martedì  e venerdì,  il silenzio venatorio in questo periodo non c’è, e per quale motivo in Italia si chiude al tordo prima della fine di gennaio?

Allora c’è qualcosa che non va come dovrebbe, allora qualcos’altro bisognerà fare se vogliamo rendere questa Europa uguale per tutti, i nostri parlamentari, a Bruxelles, si devono impegnare per cambiare una situazione ormai diventata insostenibile, ma  non si devono ricordare poi, del “cacciatore”, soltanto in procinto delle elezioni politiche ....

Il filmato di oggi, le palombine, grazie a Dio, stanno bene e appena possibile, per il momento meglio lasciarle al caldo, documenterò questo avvenimento.

Grazie per l’attenzione, un abbraccio.
Vasco



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Caro Francesco, beh diciamo che prima di arrivare alla perfetta coordinazione del tempo per sparare "all'unisono" da 3 o 4 capanni ci passa qualche arrabbiatura,  qualche secondo dove l'emozione gioca brutti scherzi e non tutti riescono a rimanere "lucidi" e sparare sotto comando del capo caccia... Ci vogliono molte "ore di volo" per imparare a cacciare nel capanno chiuso e, per tanti, è quasi impossibile. Poi ognuno è padrone delle proprie scelte ed io non critico chi non approva la caccia a fermo, disapprovo però chi vuol farsi grande sopra la pelle di un animale. Era comprensibile tanti anni fa quando la caccia era per qualcuno anche un sostentamento, ora certe "imprese"  rischiano di farci passare come un "popolo" anacronistico.

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Caro Vasco, non so e non credo che altri Lettori partecipanti al Forum , nell’Ottobre del 1951 millenovecentocinquantuno  fossero presenti sui capanni delle “ Cacce alle Palombe “;nelle Marche : io c’ero !

Avevo 15 anni ed avevo partecipato alla riattivazione della “Caccia di Vallarga” subito sotto il Monte Maggio   vicino a Cancelli di Fabriano .Il proprietario Comm.Giuseppe Miliani  aveva voluto riattivarla dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale ed insieme a lui ai primi di Settembre ero stato a prelevare - insieme a “ volantini” e batterie di piccioni - lo storico “ Cacciatore” Ettore ,di Amelia che prima della Guerra aveva “ costruito il bosco “ ed i capanni : si sparava rigorosamente ‘a fermo”  alla conta in prima battuta e poi al volo. Di “Ettore” Amedeo Castellani ha ritrovato il ricordo e le tracce ad Amelia .

La “ Caccia di Vallarga” si articolava su tre capanni aerei - incluso quello del Capocaccia- e 3-4 Poste a terra con relative “secche” ed aree di tiro . Scandendo la conta con un fischietto gracchiante ….uno….due…e sul ritmo di conta c’era lo sparo che sostituiva il tre . Oltre alle poste a terra sparavano a fermo alla conta anche i tre capanni aerei ( tutti in legno,non c’erano tubolari ) che poi seguitavano al volo . Non ricordo grandi errori di esecuzione .

Ettore aveva autorità assoluta : gestiva i volantini ,i fili delle “palpe” in racchetta, ed i fili dei due gabbioni ( ognuno con una decina di piccioni ( le “ lascie” ) che all’apertura volavano a mangiare più in basso ad una trentina di metri dove poi due operai salivano a recuperarli : le “lascie” attraversavano una specie di corridoio sulle cime del bosco tracciato e preparato con opportuna rasatura già’ in Settembre . Ettore li allenava tutti i giorni prima della migrazione . Questa tecnica era davvero formidabilmente attrattiva anche sui branchi più lontani , ma era necessaria una super esperta regia di gestione della tempistica di apertura dei gabbioni . Alla posa - rigorosamente completa- seguiva la conta ,lo sparo , la raccolta , il recupero delle “lascie” poi riposte per ulteriore azione .

La “Caccia” era indubbiamente di lusso , una caccia signorile collegata a valle alla Villa Miliani con una strada apposita che saliva con tornanti sino al bosco di caccia , bosco di faggi e querce con nel mezzo occultata una casetta in muratura ( fu usata saltuariamente da partigiani in guerra) ottima struttura di servizio e comfort e cucina di ottimi pranzi e merende : Ospiti selezionati e di alto prestigio venatorio . Vivevo da ragazzino le emozioni dei “grandi” . In fondo alla valle su un piccolo colle c’era l’avviso tore a voce . All’avviso seguiva l’emozione dell’ entratura ecc.ecc. Certamente forti emozioni allo “sparo a fermo” e tutto a seguire .Certamente per me un “imprinting” d’altri tempi .

Un anno ancora 1952 e poi la Caccia fu di nuovo chiusa di fronte all’evidenza che la principale Direttrice migratoria non era più quella dell’ anteguerra e si era spostata 200 km a nord.

Onore al “tiro a fermo “ anche per altre cacce.

Indelebile il ricordo del primo tiro con il “28”  - a 12 anni- alla “ Nocetta” .Onore a tutti i “Capannisti” i pochi di oggi .

Beccacce  :  un grande cacciatore di Beccacce. disse a me novizio “ se ti capita a fermo ( evento eccezionale) spara : quel tiro non lo dimenticherai mai “ Tutto  vero per quei rarissimi casi capitati in 70 anni .

Alle Anatre “ in chiaro “ è banale a fermo  ,ma c’è per loro un altro tiro “ a fermo e volo” quando “ tirano giù il carrello” e sono lì ferme in aria sopra gli stampi …allora ci sta anche la tripletta se prendi bene il tempo .

Alle Oche è diverso ,rarissimo in gattonata , ma se ti riesce è mattanza .

Poi c’è l’esaltazione massima del tiro a fermo : la caccia al canto in primavera al Gallo Cedrone ( un po’ meno per il Forcello che soffia ) e se l’hai provata saprai che non c’è emozione più grande per la Caccia in bosco .

Così mi son ritrovato a scrivere di questi “coriandoli” di ricordi e riflessioni di “caccia vissuta” per oltre 70 anni  .Oggi …..peccato !……ho preso coscienza  che a metà di questa stagione favolosa -  sia per via dell’età ( problemi di vista)  sia oerchè mi hanno buttato fuori dalla “mia” posta alle palombe in monte - ho venduto la mia macchinina da caccia ( Niva 4x4 ) ed ho regalato ad un amico i miei 4 fucili . Tutto con struggente ed allo stesso tempo serena consapevolezza .

Porgo a tutti il mio più cordiale “in bocca al lupo”.

Enrico Cavina

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Giamp, lo sparo a fermo, lo conferma la storia, è molto più redditizio che al volo, il problema è far posare le Palombe e organizzare in maniera perfetta la caccia. Non è facile insegnare agli altri che stanno in altri capanni quando è il momento di sparare contemporaneamente.
 Ma se tutto ciò è fatto in maniera perfetta il carniere è molto, ma molto più sostanzioso e i feriti che cascano in terra non si perdono mai. Sembra facile, ma vi assicuro che far sparare a fermo simultaneamente quattro o cinque persone che stanno in altrettanti capanni è tanto ma tanto più difficile che comandare lo sparo al volo.
 Quattro o cinque secondi prima del (GUU) sono momenti interminabili, poi nella caccia sono i dettagli che fanno la differenza, nella caccia che si spara a fermo che in quella dove si spara al volo. Capanni ben coperti le frasche “giuste” messe nel modo “giusto”, i capanni non legati alle piante, gli altri che stanno immobili quando le Palombe curano, sempre i stessi compagni, ecco sono i piccoli dettagli che però hanno grande importanza a fare la differenza. Invece dall’altra parte, dove si para al volo, tutto ciò, ma non per tutti, è quasi superfluo, quasi sempre c’è l’ospite, e le palombe appena a 100 metri si accorgono dell’inganno e se ne vanno e allora le canne del fucile diventano sempre più lunghe.  Lo sparo al volo evita tutti i problemi che si creano  nella caccia a fermo, ogni occasione viene sfruttata comunque vada, quando la Palomba entra si spara, ma la storia narra che quasi 100 anni fa negli appostamenti in Umbria, alcuni, hanno superato le 200 Palombe in un giorno, e più di 2000 in una stagione e  ne passavano molto meno di oggi.  Allora c'era solo un capanno in aria, gli altri sparavano da sotto le piante di buttata.
Rimescolo, è impossibile dimenticarti: è vero che sparare a fermo è più facile, se sei solo, ma se la palomba non si posa non spari mai, ecco, sta tutto qui il motivo della scelta di sparare al volo nella caccia alle Palombe. Però ottobre passa una volta all’anno e io come te, che di “ottobre” ne abbiamo vissuti tanti, comincio a far fatica e credere che ancora c’è qualcuno che tiene più alla forma che al risultato. Ed è per questo motivo che  il prossimo anno farò un capanno, vecchia maniera come mi hanno insegnato i vecchi,  per far conoscere ai giovani come e cosa si deve fare per cacciare le Palombe a fermo. La capanna è li, sotto al capanno, Giamp la ricorda, non manca nulla, ecco ….   con la vostra presenza si passa una bella giornata …

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 Purtroppo la caccia alle Palombe con sparo a fermo, come si praticava fino a 30 anni fa è quasi dimenticata. Rimangono pochi appostamenti che praticano in qualche modo la caccia sparando a fermo.

 Però bisogna fare "mea culpa" se questa pratica di caccia non esiste quasi più. Noi, i più anziani, che hanno cacciato le Palombe in modo tradizionale, a fermo, non siamo riusciti ad insegnare ai giovani il mestiere e la passione del capanno, del cerro con la ghianda, tramandata dai nostri vecchi.
 
 Sarà colpa della fretta, dei tempi frenetici che l'attività umana impone, sarà la società che cambia troppo in fretta, il modo di essere e di interpretare la vita, fatto sta che siamo rimasti troppo pochi per ricordare e insegnare come si fa questa caccia a chi vorrebbe praticarla convinto di vivere la caccia e il bosco nel modo più semplice e rispettoso possibile. Allora cosa bisogna fare se vogliamo salvare il salvabile, il modo tradizionale a fermo, bisogna guardare al futuro, si guarda al futuro se prima di mettere nelle mani di un giovane il fucile si insegna come comportarsi, rispettando gli animali, l'ambiente e soprattutto gli altri.  Ecco, lo stesso tirocinio che abbiamo fatto "noi giovanotti" prima di prendere il fucile, correndo dietro ai segugi, al setter e, prima di prendere in mano la bacchetta per involare i piccioni, tanti giorni di scuola di caccia al capanno delle Palombe solo con la voglia di imparare, di vedere quando far involare i piccioni o muovere una racchetta.

 Però per difendere la caccia in generale bisogna trovare il modo di convivere, di stare insieme, noi che spariamo alle Palombe dal capanno solo a fermo, chi preferisce sparare al volo nel valico, chi caccia con le aste in mezzo al bosco, insomma tutti chi corre dietro alle Palombe senza pregiudizio, altrimenti, se ci facciamo la guerra continuamente l’uno contro l’altro ci spariamo addosso.

 Vogliamo andare avanti con la locuzione "dividi e impera"? no per carità, si farebbero gli interessi di chi vuol far chiudere la caccia. Ora con il modo che c’è si sta gestendo la fine non il futuro, uno con l’altro e con quale fine?

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Tesi Di Laurea in Scienze Faunistiche di Tommaso Lipparelli

la Tesi di Laurea in Scienze  Faunistiche di Tommaso Lipparelli è ora on-line su Italian Journal Woodpigeon Research (novembre 2023) in completa versione in Inglese ed a seguire in calce la versione completa in Italiano. La Tesi è introdotta con opportuna presentazione Editoriale, è completa con ampia Iconografia, Tabelle, Mappe, Grafici, Bibliografia, Web-Links. Tutto il materiale oggetto di studio è frutto della raccolta dei dati da parte dei Segnalatori MCL e dei contributi di altri Autori citati: per tutti un immenso ringraziamento dell’Autore e del Club Italiano del Colombaccio. Con la pubblicazione “internazionale” sul Journal  il testo di studio e di Ricerca si pone testimonianza dell’impegno scientifico pluriennale  del Club Italiano del Colombaccio.

In calce la traduzione in Italiano: https://journal.ilcolombaccio.it/wp-content/uploads/2023/11/The-Autumn-Migration-of-the-Wood-Pigeon-in-Italy-Tommaso-Lipparelli-1.pdf

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Che animale fantastico il Colombaccio, non finirà mai di stupire. Udite udite la migrazione del Colombaccio non è terminata, dai Pirenei riceviamo (su richiesta),  direttamente dalla Dott.sa  Valérie Cohou, coordinatrice del GIFS (Groupe d’Investigations sur La Faune Sauvage) Francia, che ringraziamo, dunque Valérie ci ha inviato i dati del monitoraggio degli ultimi giorni registrati....

https://www.ilcolombaccio.it/CMS/aggiornamento-della-migrazione-dai-pirenei/

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Andamento del Passo / Re:Regione Toscana 2023
« il: 20/11/2023 - 13:18 »
Caro Leo, Prato Magno fu la mia palestra per la caccia alle Palombe. La passione le dritte tutto quanto c'era da imparare per cacciare le Palombe l'ho imparato lassù grazie alle persone più competenti con cui ho avuto la fortuna di andare a caccia. Parlo dei Fratelli Bulletta "Carletto il più grande era il direttore d'orchestra". Bei ricordi, indelebili, mi sono ripromesso di tornare su,spero di riuscirci.Grazie.

Un abbraccio

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Mica dico che hai torto, ognuno fa come crede sia meglio, ma ti assicuro che se li lasci fuori, meglio solo il pomeriggio, nei tuoi volantini vedrai un bel miglioramento.

Un abbraccio

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Andamento del Passo / Re:Regione Toscana 2023
« il: 18/11/2023 - 21:58 »
Ciao Leo grazie per la segnalazione. Son entrati un po dappertutto oggi.  Sono stato a caccia sul Prato Magno un "secolo" fa, non so se sai dove c'erano i capanni (anni 60/70) dei perugini, ecco  secondo me i colombacci che passano li sopra Cetica arrivano dal Passo dei Mandrioli.
Un abbraccione.

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Discussioni Generali / CRISI SUI PIRENEI
« il: 14/11/2023 - 20:58 »
 Con tutto il rispetto e grande apprezzamento dell’esperienza diretta e rapporti personali pluriennali di Denis Bianchi con gli Esperti in Francia, mi sembra necessario un approfondimento di analisi un po’ più documentatale . Per questo estraiamo alcuni dati (due selezionati siti di rilevamento, i più importanti) dal sito   www.migration.net    e  da  MCL     www.ilcolombaccio.it/mcl.  ....

https://www.ilcolombaccio.it/CMS/20327-2/

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Giamp il caso tuo è particolare dal posatoio del Capanno vedono casa, già è tanto che sei riuscito a tenerli buoni sul capanno. Tanti anni fa feci un capanno sotto casa 200 metri, il primo volo restai senza piccioni, tornarono tutti e tre sopra la voliera, non vedevano la voliera. Dopo la caccia riporto sempre a casa i piccioni e colombacci, i piccioni li faccio dormire sulle rispettive gabbie nel capanno solo un paio di notti, mai avuto problemi. Certo riprenderli dalla voliera tutte le mattine è scomodo ma sempre meglio che ritrovare nel capanno le gabbie vuote.
Meglio se mi rubano la macchina che un volantino. Mi era presa voglia di provare con i piccioni viaggiatori, solo al pensiero di non vederli tornare mi fece desistere.

Un volantino che lo porti sempre con te a caccia dopo qualche anno diventa come il cane, qualcosa di inseparabile, negli anni 70/80 quando andavo a caccia in Toscana fuori dalla riserva di Monte Pescini fino su a Miniere di Murlo al Rospatoio e Buonconvento ecc. Avevo una femmina che tenevo sempre legata per richiamo sul posatoio, era accoppiata col volantino,  nella pausa pranzo la scioglievo, non si sa mai arriva un falco, beh la signora scendeva a mangiare insieme con il cane nel suo piatto.

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Andamento del Passo / Re:Regione Sardegna 2023
« il: 10/11/2023 - 19:41 »
 Gianni come va in Sardegna, dicono che non ci sono, è vero? ;) ;) ;)
Ma quanti ne sono arrivati, è incredibile la migrazione che state ricevendo nelle isole.
Un abbraccione a tutti gli amici della Sardegna e Corsica che ci leggono. Mi raccomando però, vedete di conservare un po di ghianda, altrimenti vanno tutti in Corsica.  :-X

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