“Se ne potranno uccidere più di tre”
In Italia ci sono 3300 esemplari. Forza Italia: “E’ una svolta”, per la Lega “la battaglia in Ue continua”
Un nuovo protocollo tecnico per la gestione del lupo. Lo ha presentato l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a Regioni e Province autonome. Basandosi su un censimento del 2021 (che stimava la presenza del lupo in Italia in circa 3.300 esemplari), l’Ispra ha fissato per ogni territorio un numero di abbattimenti da effettuare in deroga alle normative europee. Per il Trentino si parla di 3-5 lupi, mentre per l’Alto Adige i prelievi potranno essere al massimo due.
La svolta
Forza Italia parla di “svolta”, la Lega dice che “la battaglia in Ue continua” e che di lavoro ne resta tanto da fare. Il tema sono le misure di contenimento del lupo. E lo spunto sono i nuovi protocolli di Ispra che definiscono per il 2025 i parametri sulla cui base le regioni potranno chiedere abbattimenti in deroga. Una svolta appunto per gli Azzurri. Più cauto il Carroccio. Che comunque riconosce che “la presentazione dei nuovi protocolli tecnici per il 2025 da parte di Ispra rappresenta un concreto passo avanti verso una gestione più efficace della fauna selvatica, pur consapevoli che non si tratta di una rivoluzione”.
Procedure snelle
“Grazie alla sollecitazione del ministero dell’Ambiente, finalmente si va nella direzione di procedure più snelle e chiare per le regioni, alleggerendo una burocrazia che finora ha ostacolato interventi necessari”, dichiara Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo e segretario provinciale della Lega di Verona. Spiega Borchia: “Se è vero che gli abbattimenti regolamentati già esistono, è altrettanto vero che le attuali normative Ue impongono precondizioni complesse, spesso scollegate dalle reali esigenze dei territori, mettendo in difficoltà agricoltori, allevatori e amministratori locali. L’Europa superi approcci ideologici e inizi ad ascoltare chi affronta quotidianamente le conseguenze di una gestione inefficace della fauna, agendo in fretta”. Insomma, la battaglia “è tutt’altro che conclusa”.
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