SCEGLIERE I COLOMBACCI PER INIZIARE L’ALLEVAMENTO

Allora, è giunto il momento di reperire i colombacci per iniziare il nostro allevamento. Prima di tutto sconsiglio di farsi guidare dalla voglia e di prendere un colombaccio già adulto o comunque che abbia già il collare, che in genere inizia a formarsi dal quarto mese. Ricordiamoci che  secondo la normativa in vigore i colombacci si possono reperire solo presso allevatori che siano in possesso del decreto autorizzativo e che quindi cedono solo esemplari regolarmente muniti di anello numerato che contiene anche la sigla della Provincia. Ricordo inoltre che in caso di controllo, anche a caccia, oltre alla sanzione di 107 Euro c’è il sequestro del colombaccio.

Dunque le strade a mio giudizio sono due: prendere due pulli di 6,7 giorni o prendere un colombacciotto di almeno 40 giorni, per intendersi che sta già sul piattino con quel bel pettino color cioccolato al latte.Secondo il parere di molti, anzi della maggioranza, per averli docili l’unico sistema è il primo. Per la mia esperienza devo dissentire.  Datemi retta quello che conta, la conditio sine qua non, è la genealogia, ovvero che i pulli provengano da una coppia ormai testata nel tempo, a sua volta di elementi nati in cattività e di una docilità assoluta. Io credo di poterlo affermare perché ho fatto entrambe le esperienze.  Se manca questo requisito fondamentale potreste avere la sgradita sorpresa che, una volta superata la fase dello svezzamento, i colombacci diventino rustici e il vostro lavoro sarà stato sprecato. Viceversa il nostro colombacciotto di 30/40 giorni, che si alimenta già da solo, svezzato naturalmente a mano, grazie alla vostra pazienza e alle attenzioni che gli dimostrerete risulterà docile come se lo aveste svezzato voi. E’ ovvio che per avere il requisito di cui parliamo bisogna conoscere l’allevatore perché l’universo dei commercianti di piccioni e colombacci è, come dire, alquanto variegato, e qui mi fermo per carità di patria. (certo se avete un amico allevatore siamo già a metà strada).

Allora prendiamo in esame il primo caso: cominciamo con il dire che il colombaccio non è un piccione e per poterlo portare a caccia deve “formarsi” ovvero non sarà pronto prima del quinto mese di età. Quindi deve nascere i primi di maggio al più tardi. Quello che vi serve è:

-sondino epigastrico in poliuretano- lo trovate nelle farmacie più fornite, costa intorno ai 20 euro ma è talmente lungo che ci potete allevare uno stuolo di colombacci;

-siringhe da 20ml oppure da 40- 60 ml;

-nutribird A19 (va bene anche il 21);

-vitamine liquide per bambini sotto i due anni;

-soluzione disinfettante della Chicco e similari;

-termometro digitale;

-lampada a infrarosso.

Allora i colombaccini devono mangiare tre volte al giorno. Prendete il Nutribird che è una polvere giallina e lo mescolate con l’acqua minerale portata a ebollizione, questo serve sia per sterilizzarla, sia per impedire che la polvere faccia i grumi. (le dosi sono sulla confezione) Una volta fatta la pappa, misurate la temperatura che deve essere alla fine intorno ai 19-20 gradi pena ustionare il gozzo dei colombaccini.

Avrete applicato un tratto di sondino di circa 6/7 centimetri al beccuccio della siringa (ovviamente senza ago!) e lo avrete leggermente sfiammato con un accendino per arrotondare l’estremità, riempite la siringa con la pappa tenendo presente che ci vogliono 10-15 ml di pappa a pulcino, quindi due volte con la siringa da 20 o 1 volta sola con quella da 40-60, fate voi,

Il pulcino sta già bene con le zampotte su un piattino da racchetta applicato su un sostegno in legno, afferrate delicatamente la testa e tiratela su piano in maniera da distendere bene il collo, inserite il sondino almeno per due terzi in modo da arrivare bene nel gozzo, e spingete piano.

Sembra complicato ma non lo è, il gozzo alla fine deve essere gonfio ma non troppo, non come i piccioni fanno con i loro pulli per capirsi. Prima del prossimo pasto tastate il gozzo che deve essere vuoto o quasi se non è così riducete la dose. La quale dose può essere  aumentata nel pasto della sera. Dopo l’imbecco o comunque dopo tutti i “maneggiamenti” siringa e sondino e tutto quello che adoperate va sterilizzato con quella soluzione della Chicco o similia per disinfettare le tettarelle, in questa fase il rischio di infezioni è altissimo.

Abbiamo capito, e se non sono stato chiaro lo dirò adesso, che lo svezzamento va fatto a casa, secondo me sempre, prima di tutto per avere sempre sotto controllo i pulli e poi per tutto quel che necessita. Di notte li terrete in un contenitore con paglia o truciolo, in casa se fa abbastanza caldo è sufficiente mettere pezzi di un vecchio golf di lana sotto al quale si rifugiano da soli altrimenti lampada a infrarosso accesa di notte regolandovi per la distanza perché scaldano molto. Comunque ve lo diranno loro, si allontanano dalla lampada se è troppo caldo o viceversa.

Questo giochino dovrà andare avanti fino al decimo- dodicesimo giorno dal quale in poi, al mattino, comincerete a somministrare, imbeccandoli manualmente, granaglie ammollate almeno 24 ore. Consiglio di evitare semi appuntiti e anche il granturco per me non va bene, quindi favino e piselli. Tenete presente che nell ‘acqua i semi fermentano, si sente anche dall’odore, quindi vanno risciacquati frequentemente prima dell’imbecco. Basteranno 10/12 chicchi, gli altri due pasti ancora a siringa. Dimenticavo, io sbuccio il favino che così si divide in due mentre i piselli perdono naturalmente il guscio. Poi andando avanti anche il secondo pasto a granaglie lasciando la pappa per la sera. Se tutto va bene vedrete, tastando il gozzo, che i semi vengono digeriti bene e quindi sarete pronti per abbandonare la siringa. Quando li alimentate a granaglie devono bere e allora siringa piccola, da 10 cc con sondino con la quale darete da bere acqua minerale in cui avrete sciolto una o due gocce di vitamina da lattanti, che trovate in ogni farmacia.

Via via che crescono vanno alloggiati magari in un trasportino da gatti, dove all’interno avrete collocato un paio di piattini di vecchie racchette montati su un pianetto di legno, truciolo dentro e non segatura che vola dappertutto, in mancanza paglia da rinnovare spesso.

Al mattino comincerete a legarli sul piattino di una racchetta e li imboccherete lasciando a disposizione acqua e semi in quei bicchierini che si ancorano al tubo della racchetta stessa. Vedrete che subito imparano a bere da soli e successivamente cominciano a beccuzzare. Ci siamo il vostro calvario sta per finire!

Sono trascorsi circa 30-35 giorni dalla nascita, i vostri colombacciotti vi amano alla follia, fanno le alucce quando vi vedono, pigolano per chiedere cibo, vi stringono insistentemente nel becco la punta del dito indice. Ma nel contempo anelano a volare e quindi finestre sempre chiuse e prudenza. Adesso quando li legate è bene usare, come filo di ancoraggio al piattino, elastico da pesca di almeno due, tre mm perché i colombacci di questa età hanno le ossa di vetro e quindi nel caso in cui cadano dal piatto l’elastico ammortizzerà l’effetto della caduta.

E’ giunto il momento del parmigiano o grana padano fate voi. Tentateli con qualche minuzzolo di formaggio, in genere piace moltissimo e fornisce quel calcio indispensabile alla crescita e sviluppo delle ossa. Bene siamo al 40esimo giorno e stiamo per andare in voliera, ma ne parliamo la prossima volta. Complicato? Fate voi ma niente viene da niente e tutto dipende dal valore che date alla vittoria anche se come ho detto in apertura vi è un’altra strada sicuramente meno rischiosa ma altrettanto piena di impegno, alla prossima.