SAREBBE BASTATA UN PO’ DI DEMOCRAZIA

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Mentre infuoca la polemica infinita tra Liberacaccia e CCT in Toscana, con scambi di accuse e recriminazioni, i cacciatori che leggono si compongono di varie scuole di pensiero. Ci sono quelli ben inquadrati che non si smuovono nemmeno con le cannonate, nemmeno vedendo quale guerra senza quartiere Fidc e Arci nel Veneto hanno fatto contro chi ha introdotto una norma di libertà venatoria che in Toscana abbiamo sempre avuto ( e mi piacerebbe che Fidc e Arci Toscane facessero una telefonatina in Veneto ai loro “Compagni” associativi, se non altro per capire). Poi ci sono quelli che se ne fregano di tutto ma sempre pronti alla critica però non muovono mai un dito, poi ci sono quelli che invece si interessano, leggono e valutano e spesso passano alla Liberacaccia che è l’unica Associazione Venatoria che cresce ogni anno ormai da parecchio.

Tutte queste categorie di cacciatori però hanno un fattore comune: vedere le Associazioni Venatorie che si scannano quotidianamente mette solo insicurezza e incapacità di capirne le ragioni. Dalla parte opposta un fronte più o meno compatto di formazioni animal-ambientaliste che tira a chiudere la caccia per sempre: dalla nostra parte una miriade di associazioni, riconosciute e non, in perenne lotta fra di loro. E come mai si potrà vincere almeno una battaglia se nella stessa trincea ci spariamo tra di noi, se una parte dell’artiglieria tira sulle nostre trincee invece che in quelle del nemico? Se addirittura alcuni Generali vanno a cercare accordi con chi ci scarica addosso valanghe di bombe o se il grosso del nostro esercito invece di partecipare alla guerra preferisce oziare, fermo, nelle linee arretrate?

Io penso che tutto questo vada ricercato da lontano, ho già parlato di questo ma mi ripeto volentieri perché una rinfrescata di memoria fa sempre bene: perché tutto nasce da lì, dal 1992, dalla nascita di quella che Carletto Maltagliati al tempo definì con una sola, eloquente parola: “Jettatura”.

Questa legge, voluta e pretesa dalle più grandi Associazioni Venatorie Nazionali del tempo, eccetto la Libera Caccia e il non-riconosciuto CPA, oltrechè a far crollare in poco tempo i due milioni di cacciatori dell’inizio degli anni 90 agli attuali 700.000 (e solo per questo avremmo voluto vedere le dimissioni in blocco di tutti i dirigenti di queste Associazioni), istituiva i Consigli delle ATC, con un numero di componenti fissato in 10 membri di cui soltanto 3 per le Associazioni Venatorie riconosciute dallo Stato. Chi, trai rappresentanti dei cacciatori osteggiò la legge nel suo percorso, da quel tempo, fu volutamente escluso e tenuto ai margini. Nei primi Comitati delle ATC, nei tre esponenti del mondo associativo venatorio stabiliti dalla 157, difficilmente anzi molto raramente entrava un dirigente cacciatore che non fosse tra quelle per così dire “Governative”. Si tirò ad escludere perfino i rappresentanti di altre Associazioni Venatorie, seppur minoritarie che pure avevano condiviso tutto l’iter della 157, plaudendo con i loro massimi Presidenti all’alba di quella giornata infausta del febbraio 1992: ci sono foto e filmati e anche questa l’ho già detta ma la ripeto perché la memoria è corta ed è bene rinfrescarla. Mentre tutti gli altri sorridenti applaudono con i media che riprendono solo loro, su quelle scale fredde del Senato, Gianni Zaganelli allora Presidente Nazionale della Libera Caccia che sbraitava con un pacco di fogli in mano, disperato, qualche gradino più giù. La frittata era fatta: avevamo appena vinto un referendum nazionale e forti di quel risultato fummo perfino buoni di amputarsi da soli quasi due mesi di caccia, parecchie specie cacciabili e perfino la libertà di poter spaziare sul territorio, almeno per la migratoria.

Nel creare poi le ATC, sarebbe bastato da parte di alcuni dirigenti MAXIMI di fare un discorso del tipo: “Ok, abbiamo fatto tutto questo comunque per salvare la caccia e adesso tutti dentro, tutti a dare una mano, spazio nei Comitati a tutti i rappresentanti Associativi, riconosciuti e non, contrari alla 157 o meno. Ormai la legge è cosa fatta, adesso tiriamo all’unione per il bene della caccia e cerchiamo di governare il futuro nella massima collaborazione”.

Sarebbe bastato questo. Poche parole escludendo la politica un coinvolgimento di tutti.

E invece, da allora si è sempre fatto il contrario. Si tira ad escludere, anche oggi Associazioni Venatorie che si distinguono per guardarsi in cagnesco pure davanti alle istituzioni, magari quando c’è da lavorare per i Calendari Venatori, quando c’è da risolvere le cose, da formulare idee per il futuro della caccia. Si tira a fare l’asso pigliatutto, a mettersi di traverso se una Associazione che ha la sola pretesa di poter venire in veste ufficiale a dare una mano; a dire la sua, a fare una proposta di allargare a 20 i componenti dei Comitati ATC e che nessuno abbia stipendi: che tutto sia fatto come volontariato. Un gruppo di persone che lavorano insieme per il governo del territorio, per il ripristino degli Habitat, per una migliore intesa con gli agricoltori. In fondo erano questi i principi della 157, almeno quel poco che c’era di buono.

Niente da fare. L’ostracismo che il CCT in Toscana dimostra verso chi non è allineato continua a diritto. Ma quale grave problema ci sarebbe ci domandiamo. Che forse i rappresentanti della Libera Caccia, quei pochi che fino ad oggi erano riusciti con dei veri miracoli ad entrare nei Comitati ATC hanno lavorato male? Per quello che sappiamo hanno collaborato, si sono dati da fare, si sono impegnati al massimo sacrificando lavoro, famiglia e anche caccia. Quale grave colpa dovrebbero espiare?

Sono passati più di 24 anni e continuano le guerre, i ricorsi al TAR, i vari siti e blog di caccia e la carta stampata sono pieni di articoli e contro articoli, di accuse, di ritorsioni. E la caccia discende la china, inesorabilmente. SAREBBE BASTATA UN PO’ DI DEMOCRAZIA. CCT se ci sei batti un colpo. E scendi una buona volta dal piedistallo.

Per Libera Caccia Toscana

Alessandro Fulcheris

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