La seconda vita di Andrea Pirlo: “Un grande vino è come un grande calciatore: lo riconosci subito”
L’infanzia, il rapporto con la vigna, e il lavoro come produttore: l’ex giocatore di Juventus e Nazionale si racconta.
Negli Stati Uniti bevevo i vini della Napa Valley, specialmente i rossi. Il mio preferito era il Pinot Nero. In quella zona fanno dei vini fantastici, molto famosi. Poi New York è una città stupenda, si vive bene. È stata una bellissima esperienza”.
Andrea Pirlo ha giocato nel New York City fino allo scorso novembre. “Non solo la mia avventura a New York giunge alla fine, ma il mio viaggio come calciatore”, ha scritto sui social dopo la sua ultima partita negli Usa. Il 21 maggio a San Siro ci sarà l’ultimo atto della sua carriera calcistica, saluterà tifosi e amici con una partita d’addio. È stato uno dei più importanti centrocampisti della storia del calcio. Soprannominato “il maestro” per le sue qualità di regista del gioco. Campione del mondo nel 2006, con il Milan prima e la Juventus poi ha vinto 6 scudetti e tanti altri trofei (Coppa Italia, Supercoppa, Champion League, etc…).
“In piena attività agonistica bevevo qualche bicchiere dopo le partite. Un calciatore durante la settimana deve stare molto attento, specialmente quando si avvicinano le gare. Dopo le partite però qualche eccezione si può fare, soprattutto quando si vince”. E Andrea Pirlo ha vinto tante volte, ma vincere e poi sollevare in alto la Coppa del Mondo è un’altra cosa. “Quando abbiamo vinto i Mondiali abbiamo festeggiato un bel po’, con il vino e anche con qualcos’altro. Non ricordo neanche bene, l’importante era festeggiare! È stato il momento più bello della mia carriera calcistica. La Coppa del Mondo non si batte. Purtroppo quest’anno nulla, l’Italia non partecipa ai mondiali. Guarderemo le partite da casa”. Magari con un bicchiere di vino in mano, vista la passione di Andrea.
“Quando sono arrivato alla Juve ho fatto a tutti un regalo di Natale, ho regalato il mio vino e tutti hanno apprezzato. Consigli però ad altri colleghi calciatori non ne do, perché oramai quando si parla di vino sono tutti professori (racconta ridendo ndr), ognuno ha il suo vino preferito e sceglie quello. Poi in Italia il vino è tutto buono, in ogni regione, da nord a sud ci sono grandi vini con una varietà assoluta. Io per esempio non ho un vino preferito perché mi piace assaggiare sempre qualcosa di diverso, vado a periodi. Adesso è il periodo dei bianchi. Prima preferivo il rosso e le bollicine, ultimamente preferisco i bianchi. Quello che mi piace di più in assoluto logicamente è il mio Nitor! Quando sono a casa, in famiglia, bevo sempre quello e non faccio neanche molta attenzione all’accostamento con i cibi. L’importante è che ci sia un buon vino, poi il resto va da sé”.
Il progetto di Pininfarina per la cantina di Andrea Pirlo
“Adesso comunque abbiamo un nuovo progetto. Speriamo di portarlo avanti il più presto possibile, così da dare più lustro all’azienda”. Il progetto, ancora in via di definizione, porta una firma importante: quella di Pininfarina. Il designer ha concepito la struttura avveniristica che ospiterà la nuova cantina, un edificio innovativo che dovrebbe essere pronto entro la vendemmia del 2019 e avrà al suo interno, oltre alla cantina, uno shop e un ristorante. Il design sarà caratterizzato da un’estrema semplicità stilistica che richiamerà le linee disegnate dalle famose punizioni del “maestro”. Punizioni che avevano anche un nome: la maledetta. Di cosa stiamo parlando? Lo spiega lo stesso Andrea Pirlo nella sua biografia: “La palla in aria restava ferma e, a un certo punto, scendeva velocemente verso la porta, girando con l’effetto. Quando mi riesce non c’è barriera che tenga, perché è una punizione studiata apposta per passare sopra ai giocatori avversari disposti a scudo davanti al proprio portiere, prima di prendere una direzione che non si può prevedere”.
Le linee delle punizioni diventano le linee dell’azienda in un percorso ideale che unisce il calcio al vino: “Un gran vino lo riconosci subito dal colore, dall’odore e dalla sua persistenza in bocca. Anche un grande giocatore lo riconosci subito, basta guardarlo giocare per pochi minuti”. Così parlò Andrea Pirlo.