Lupi e animalisti

Galletti e Coldiretti uniti contro il lupo

L’avallo alla caccia al lupo compiace la sete di sangue di Coldiretti e conferma Gianluca Galletti, ministro dell’Ambiente, ai primissimi posti fra i politici nemici di animali e natura da non votare mai più. E’ grazie infatti alla sua approvazione che rischia di  trasformarsi in realtà il Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, che prevede l’uccisione del cinque per cento della popolazione totale di lupi (mille, al massimo millecinquecento esemplari) di cui in quasi cinquant’anni di protezione speciale il nostro territorio si è faticosamente arricchito.

Giovedì 2 febbraio alla Conferenza Stato-Regioni si voterà l’approvazione definitiva di questo sconsiderato provvedimento, sostenuto con forza dalla grancassa di Coldiretti in nome di presunte stragi di armenti. Devota al mondo venatorio e in prima linea per demonizzare le specie selvatiche, questa associazione promuove una concezione dell’agricoltura sempre più in contrasto con la natura e i suoi equilibri, e oppone violenza, piombo e altri veleni alla necessità di recuperare salubrità e armonia.

«I principali responsabili di quella che passa come un’emergenza sono proprio gli allevatori, i quali molto spesso lasciano i loro animali incustoditi e senza alcuna protezione dai predatori naturali” commentano dall’ENPA-Ente nazionale protezione animali che ha appena rivolto un appello al premier Gentiloni affinché blocchi il nefasto provvedimento. “Con buona pace di Coldiretti” proseguono “per evitare le predazioni sarebbe sufficiente predisporre ricoveri idonei. Le fucilate sono inutili e pericolose, soprattutto in un Paese come il nostro, dove la piaga del bracconaggio è aperta e dolente. E già si vedono i segnali di una possibile escalation di crudeltà: all’indomani del via libera in sede tecnica al piano lupo e dei nuovi comunicati allarmisti di Coldiretti sono stati trovati nel Grossetano i resti di un lupo decapitato”.

  Aggiunge Annamaria Procacci, ex parlamentare e legislatore della 157/92 che riconobbe il lupo specie particolarmente protetta, oggi consigliere nazionale dell’Enpa: “C’è un’insanabile, inaccettabile contraddizione nelle durissime politiche di Coldiretti, che da un lato grida all’invasione dei cinghiali e dall’altro vuole condannare a morte il loro primo predatore naturale”.

Sottolinea Michele Di Leva, responsabile del settore Fauna Selvatica della LNDC-Lega nazionale per la difesa del cane: “In base a quali criteri le istituzioni dovrebbero selezionare la percentuale di lupi da eliminare? Gli abbattimenti, secondo quanto dichiarato in precedenza, avverrebbero una volta falliti i metodi dissuasivi. Peccato che nella sola Toscana, regione che tanto lamenta le aggressioni alle pecore, il 98% dei greggi è incustodito, l’85% privo di recinzioni elettriche e il 57% non gode della guardiania dei cani da pastore. Intanto, fra il 2013 e il 2015, in Italia sono stati uccisi in modo cruento almeno 115 lupi. Un altro aspetto mostruoso” prosegue “è che Galletti ha sostenuto di prevenire il bracconaggio per mezzo di queste epurazioni: equivale ad affermare che il crimine vada prevenuto delinquendo”.

  “Il Governo ritiri subito la norma che introduce la possibilità di uccidere il lupo, si tratta di un piano illegittimo, visto che, secondo la Direttiva Ue Habitat, dovrebbero essere realizzate, alcune azioni preliminari e vincolanti per legge, come ad esempio un censimento nazionale della specie e interventi utili per la convivenza uomo-lupo. Una serie di misure preventive per cui chiediamo al ministero dell’Economia di individuare le  risorse economiche necessarie” si legge in un comunicato del M5S. E la deputata Chiara Gagnarli, che nel merito ha firmato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente, aggiunge: “Non bisogna infine trascurare l’importanza della prevenzione per la riduzione del randagismo canino”.

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