LE OLIMPIADI DEI CERCATORI DI FUNGHI

Così un genovese è diventato campione del mondo

Maratoneti pronti a tutto pur di scovare il tesoro si sono sfidati in 523 provenienti da sette nazioni. Il vincitore ha raccolto due chili di porcini, con un segreto: “Basta studiare i boschi e rispettare l’ambiente”

dal nostro inviato JENNER MELETTI

CERRETO LAGHI (Reggio Emilia) – Questi  sono maratoneti, non cercatori di funghi. Scattano, sgomitano, fingono di entrare nel bosco a destra per ingannare chi segue poi con tre salti si infilano in quello a sinistra. Nulla a che vedere con i cercatori “normali” che alle 5 del mattino si fanno il caffè corretto al bar, comprano il panino per la merenda poi camminano per ore nel bosco sollevando le foglie con il bastone e scrutando sotto ogni cespuglio. Se parli di “hobby” ai 523 partecipanti al “IV Campionato mondiale del fungo” – con 7 nazioni – rischi di essere preso a male parole. “Questa è una gara vera, come un’Olimpiade. E per vincere devi dare tutto. Sudi, rischi di romperti una gamba, ti infili nei canaloni… Ma pensi soltanto alla medaglia d’oro, o almeno al podio”.

“Incredibile. Ho appena saputo di avere vinto”. Giuseppe De Moro, 50 anni, fa il commesso in un negozio di articoli di pesca a Genova. Ha raccolto 23 porcini per un peso complessivo di 1,950 grammi. Primo premio, medaglia d’oro. “Come si diventa campioni? Studiando il bosco. L’anno scorso ero qui al campionato e non ho trovato nulla. E allora in primavera e in estate sono venuto a studiare questi boschi. Devi capire come reagiscono quando c’è poca pioggia, devi trovare le zone umide, gli spazi aperti dove le foglie non fanno da impermeabile al terreno… Ho cominciato ad andare nei boschi – mai al mare, abitiamo sulle alture a Fontanabuona – con mio papà Rino, che ha 86 anni e ancora, a volte, mi accompagna. Anche mio nonno Giovanni è stato un maestro. Mi diceva: raccogli ciò che vedi, non ciò che è nascosto. Odiava chi usava i rastrelli e anche chi distruggeva i funghi velenosi. Nessuno deve accorgersi che sei passato nel bosco, si raccomandava”.

Ore 7, buio, nebbia e freddo cane. Bastone, cestino, pettorina. Tutti nel Palaghiaccio, per l’ultimo appello. “Allora, sapete le regole. Quattro ore di ricerca poi tornate qui, per la pesata. Ricordate: non più di tre chili “. Lo speaker è Nicolò Oppicelli, micologo. “La mimetica va bene ma mettetevi addosso anche qualcosa di colorato. L’anno scorso in Liguria – anche là c’era la nebbia –  uno ha avuto un malore e non siamo riusciti a trovarlo, anche se era a dieci metri da noi. Non è finita bene”. “Rispettate le regole. Ricordate che nei campionati passati alcuni sono stati squalificati e non hanno fatto una bella figura”.

Le olimpiadi dei cercatori di funghi: così un genovese è diventato campione del mondo

I partecipanti al campionato mondiale di cercatori di funghi

Con i funghi, come in amore, (quasi) tutto è permesso. C’è chi si infila nel bosco il giorno prima e nasconde i porcini sotto le foglie. Chi si fa rifornire da un amico che arriva in jeep su una carraia.  C’è chi passa i funghi al collega, per farlo arrivare a una medaglia. L’anno scorso il campionato si è svolto in un bosco di dieci ettari, tutto recintato. Quest’anno ognuno è libero di andare dove vuole e i controlli sono davvero difficili. “Io credo – dice il campione del mondo, Giuseppe De Moro – che certi trucchi siano stati usati in passato. I colpevoli sono stati squalificati e ora c’è un clima diverso. Nel bosco si sta fra amici, anche se in gara l’uno contro l’altro. Campione, quasi non ci credo. La soddisfazione più grande? Adesso telefono a mio papà, per dirgli che le sue lezioni hanno dato buoni frutti. E poi chiamo mio figlio che studia ingegneria e adesso fa l’Erasmus in Norvegia. ‘Lo sai che il tuo papà…”.

Ore 8, la partenza. Cinquecento persone scompaiono nella nebbia e diventano fantasmi. Il primo a scattare è Franco Chiarabini, magazziniere di Villaminozzo. Ha vinto il campionato due anni fa. “Corro per qualche chilometro, lascio indietro tutti. Poi prendo solo i funghi più grossi. Lascio i piccoli così gli altri perdono tempo a cercarli”. Quest’anno non vincerà nulla. Tanti applausi per Daisuke Miyagawa, artista della tv giapponese Ntv (venti milioni di spettatori) che sogna di “trovare un porcino grosso grosso” ma ne trova solo uno piccolo, “e mi hanno detto che non è nemmeno un porcino”. Riceve però un premio, per l’impegno e le tante ore di volo.

“Il campionato del mondo – raccontano Fausto Giovannelli e Giuseppe Vignali, presidente e direttore del Parco nazionale Appennino tosco emiliano, che ha gestito la gara – crea un’alleanza fra i cercatori e il parco, in difesa dell’ambiente. Insegniamo a usare il bosco in modo rispettoso. L’anno scorso abbiamo ricevuto il riconoscimento Unesco come riserva di biosfera”. Premi e medaglie,  poi i racconti. Vytenis Daugudis, lituano, dice che nel suo paese “si possono raccogliere anche 1.000 porcini in un giorno”. Gli italiani allora sognano i boschi dell’Est. Chissà quanti cesti si possono riempire, dall’alba al tramonto. E senza essere maratoneti.

http://www.repubblica.it/cronaca/2016/10/11/news/il_campionato_mondiale_di_funghi_a_cerreto-149479856/?ref=HRERO-1

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