LA SELVA DEL PRETE

DSC_0046 (FILEminimizer)Oltrepassato di circa un Km il ponte sul torrente Tavollo che segna il confine fra Romagna e Marche, sulla strada che da San Giovanni in Marignano (provincia di Rimini) sale verso Tavullia, è difficile non notare, guardando sulla destra, verso sud, sulla collina che ha come sfondo la bella cornice del Monte Nerone, circondata da campi coltivati a ceDSC_0026 (FILEminimizer)reali, la Selva del Prete, una macchia di cerri che come una bomboniera, di un verde scuro intenso, fa bella mostra di se sul declivio che guarda Tavullia e il mare Adriatico.

 

Il bosco, di 16.000 mq circa, da sempre proprietà della Curia Pesarese, (da qui…del Prete), DSC_0033 (FILEminimizer)cinque anni fa è stato acquistato dalla famiglia Del Moro che da oltre quarant’anni caccia le palombe in questa splendida isola verde. La Selva è collocata su una linea di passo molto importante che raccoglie i colombacci che entrano dal mare sul tratto di costa Adriatica che va da Gabicce Mare a Pesaro.

Valentino Rossi con il sindaco di Tavullia Prof. Bruno del Moro

Mi lega a questi luoghi e ad alcune persone di questi territori, un periodo della mia vita quando, per motivi familiari e lavorativi, mi trovai ad abitare nell’ormai famoso paese marchigiano. Questa permanenza coincise con l’ascesa di Valentino Rossi ai vertici del motociclismo internazionale. A quei tempi si incontrava il prodigioso ragazzo, non ancora maggiorenne, in pizzeria da Paride o con il papà Graziano alla ferramenta Torriani. Ho vissuto anch’io, da paesano Tavulliese, anni euforici fra le suonate di campane di don Cesare e i petardi che i miei figli facevano scoppiare sotto le mura del Castello ad ogni vittoria del Campione. Per il primo mondiale 125 del 1997 mi onorai, invitato dal neonato Fan Club, di aver dato un piccolo contributo musicale all’apertura della manifestazione………ricordi.

27301_TavulliaBrunoDelMoro_ralfMi scuso per la nostalgica divagazione ma è proprio in questo contesto che ho conosciuto il Prof. Bruno del Moro che è stato per diversi anni Assessore e Sindaco del Comune di Tavullia. Se è vero che Valentino Rossi da metà degli anni 90 in poi ha infuso tanta passione sportiva negli abitanti di Tavullia e altrettanto vero che la caccia alle palombe è vissuta da sempre in tutta la regione con forte intensità: sappiamo del resto che le Marche vantano tradizioni secolari in questa disciplina.

5129XTvEaJL._SX346_BO1,204,203,200_(Parlando delle cacce Umbro-Marchigiane l’Avv. Giuseppe Mazzotti nel suo libro “Fra querce e palombe” scriveva: ” Dobbiamo ammirare  e rispettare le cacce Umbre e Marchigiane, perchè esse onorano davvero con le loro tradizioni, con i loro impianti,con i loro appassionati, la caccia; siamo dinanzi alla caccia vera, che arriva ad assumere un carattere addirittura di sacralità, di rito religioso…..”)

Negli anni di cui parlo, mi stavo avvicinando con passione smisurata alla caccia al colombaccio e Bruno gentilmente mi diede i primi rudimenti oltre a regalarmi alcuni piccioni e a prestarmi una cassetta telecomandata per le lasce. Negli anni gli fui sempre tacitamente grato per i gesti disinteressati che mi rivolse.

Tornato ad abitare in Romagna, a parte qualche telefonata e un incontro casuale, ci siamo un po’ persi di vista ma è vero che a volte i misteriosi percorsi della vita ci riconducono alle persone e alle situazioni a noi famigliari. Ed è qui che entra in gioco Luca, il figlio di Bruno, che come il padre (talis pater, talis filius) di passione per questa caccia ne ha davvero tanta. Due anni fa Luca mi chiamò per DSC_0010delle informazioni avendo trovato un mio riferimento sul sito del Club e questo  ci permise di conoscerci perché ne’ io sapevo di lui, ne’ lui sapeva che io, attraverso il padre, conoscevo da tempo il suo luogo di caccia. In seguito a questi contatti sono tornato recentemente nella mitica Selva del Prete dove con grande piacere ho incontrato Bruno e Luca insieme.

DSC_0008 (2) (FILEminimizer)Quando il Prof. Del Moro agli inizi degli anni 70 impiantò l’appostamento, dal mare alla Selva vi erano ben poche cacce organizzate ad insidiare i colombacci e giocare i selvatici che “vergini” sbarcavano sulla costa marchigiano-romagnola era sicuramente più semplice. Nel corso degli anni sono spuntati come funghi decine di appostamenti sulle linee di ingresso dei migratori e le curate che Bruno otteneva con il solo utilizzo di alcuni volantini e poche palpe (zimbelli), negli ultimi anni sono decisamente diminuite. DSC_0031 (FILEminimizer)E’ necessario DSC_0015dire che oggi come ieri, per quanto l’attrattiva del bosco sia notevole, giocare le palombe nella Selva del Prete non è sempre DSC_0036 (FILEminimizer)facile. Se arrivano con venti di terra spesso troppo basse possono sfuggire alla vista dei cacciatori e dei richiami andando a “scivolare” ai lati del bosco. Quando sono alte sulla macchia,  questo succede spesso, e già intravedono la splendida ed invitante vallata che gli si apre davanti ….oltre la collina,  l’invito a proseguire è forte ….rimangono talvolta solo pochi secondi per attivare le azioni di richiamo.

luca4421Due anni fa c’è stato un passaggio di consegne, (un “passaggio generazionale” se si puo’ dire) nella gestione dell’appostamento: Bruno ha lasciato l’organizzazione della caccia al figlio Luca che da subito si è attivato per una serie di modifiche e migliorie che hanno richiesto tante lavoro e dedizione.

DSC_0013 (FILEminimizer)Ora il sottobosco è stato perfettamente pulito e la raccolta dei colombacci abbattuti  è diventata estremamente agevole e veloce. DSC_0007 (FILEminimizer)DSC_0006 (FILEminimizer)Sono stati costruiti due nuovi capanni ed è stato spostato il capanno principale con i comandi e i volantini. L’installazione di vari zimbelli e due punti di sgancio per le lascie hanno dato certo incremento all’azione attrattiva e Luca si ritiene soddisfatto del gioco creato anche se è sempre desideroso di migliorarsi e pensa già per il prossimo anno a qualche innovazione. Per l’ottobre 2018 ha deciso di concedersi una DSC_0014 (FILEminimizer)“tregua” ..Dopo due anni intensi di “lavoro” …un po’ di riposo!…. Si fa per dire, con tutto quello che serve ogni anno per la manutenzione e la messa in opera della caccia!  Ma tant’è!

Luca   mi racconta che le emozioni più grandi nella Selva del Prete si vivono con i grossi branchi che sbarcano dal mare dalle 10.30 circa in poi e che grazie ai suoi richiami spesso riesce a staccare a notevoli altezze …”ecco” mi dice “la soddisfazione più grande, oltre lo spettacolo di un branco che scende nel tuo bosco, è constatare che quello che hai fatto ….naturalmente con il supporto degli amici, funziona.”

IMG_20160924_142422 (FILEminimizer)IMG_20171228_081322 (FILEminimizer)IMG_20160924_131849 (FILEminimizer)IMG_20160924_131624 (FILEminimizer)Per questo Luca ci tiene a sottolineare quanto sia importante la sua “comitiva” composta da Giampiero Coccarini, Gianfranco Bertelli, Maurizio Ciotti, Maurizio Mezzolani, Pontellini Bruno, Fiorenzo Pagnini, DSC_0001 (FILEminimizer)Forti Franco e Taboni Davide. La convivialità del gruppo è importante e si concretizza oltre che nelle azioni di caccia anche e soprattutto a tavola quando nel bellissimo sottobosco vicino alla baracca si pranza insieme. L’organizzazione della Selva del Prete vanta ben due cuochi (Gianfranco e Bruno) che sono una garanzia per ottimi pranzi dove non manca mai qualche ospite.

DSC_0026 (FILEminimizer)Oggi che una buona parte della società ha grandi problemi a riconoscere i valori della nostra passione ma anche semplicemente a comprendere ed accettare le leggi che governano la natura, c’è da augurarsi per il futuro della caccia  che siano tante le storie come quella della famiglia Del Moro. Saper trasmettere e soprattutto saper recepire da parte dei giovani la bellezza della caccia tradizionale alle palombe, è certamente una sfida intrigante per il prossimo futuro. Nella Selva del Prete, a Tavullia,  questo è successo e ci auguriamo che la trasmissione di passioni e tradizioni possa perpetuarsi nel tempo. Auguri a Luca  e ai suoi  amici per tante belle giornate di passo ……dal Club Italiano del Colombaccio.

Testo e foto (Selva) di Graziano Giovanetti

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