La caccia è uno stile di vita, ma occorre adeguarsi ai tempi.

Più dell’ 70% di chi la pratica ritiene che la caccia sia uno stile di vita. Un modo per restare a contatto con la natura salvaguardando le tradizioni e allo stesso tempo rispettando l’ambiente. Per questi il prelievo venatorio è fatto nel rispetto delle regole e delle opportunità, stabilite dal risultato di studi scientifici approfonditi che tengono in cosiderazione molti aspetti. Oggi la caccia è profondamente cambiata, non solo per la tecnologia applicata un pò ovunque, dalle armi , alle munizioni, ai GPS o all’abbigliamento tecnico, ma per mentalità e consapevolezza.

Un percorso ancora in salita ma che porterà ad una selezione naturale. Infatti la restante percentuale, quelli che non considerano la caccia uno stile di vita, ma semplicemente un diritto e uno sfogo, gli “sparatori” tanto per capirci, quelli a cui interessa solo il carniere e nient’altro (per poi postare sui social foto indecenti di massacri), resteranno emarginati.  Oggi sta cambiando, finalmente, anche l’atteggiamento di alcune associazioni venatorie, impegnate sempre più ad investire nella ricerca, nella formazione e nella comunicazione.  Un percorso ed un impegno certamente non facile rivolto sopratutto ai giovani.

Questo non significa ripudiare il passato o che si debba mettere in discussione l’esperienza fatta dai nostri “vecchi” , che hanno tracciato un solco profondo e importante inculcandoci la gioia di vivere i momenti della caccia, ma semplicemente che quello che loro hanno seminato con tanta passione va ora coltivato con una mentalità diversa adattabile ai nostri giorni., per poterlo mantenere anche in futuro.

cinghiale-2La drastica riduzione delle aree agro-silvo-pastorali, la cementificazione, i problemi legati all’ambiente e all’inquinamento, le problematiche di gestire il territorio, i ripopolamenti, i  ”key concept” sulla pratica venatoria e sul prelievo, sono tutti argomenti di grande attualità a cui il cacciatore moderno è tenuto a seguire con attenzione e , là dove è possibilile, garantirne la soluzione con il contributo delle associazioni e degli ATC.

Una gestione attenta ed un controllo selettivo delle specie più aggressive aiuteranno il cacciatore a diventare il vero controllore dell’ambiente. 

Oggi la caccia in Italia è anche una grande azienda, che assorbe con il suo indotto oltre 90.000 addetti, con un fatturato che sfiora lo 0,5% del PIL nazionale. Numeri importanti di cui anche l’Europa ne deve tenere conto.

Sta però a noi cambiare marcia e sta alle associazioni lavorare in questo senso. Oggi occorre affrontare questa nuova sfida con la giusta preparazione e con quelle conoscenze di base che ci contraddistingueranno dai nostri  detrattori.

La caccia come stile di vita  va benissimo perchè rinsalda la passione con la tradizione, ma oggi la caccia deve andare oltre e dialogare con una società civile  refrattaria a questo argomento e solo andando in questa direzione riusciremo ad incontrare nuovi consensi recuperando credibilità

http://www.cacciaedintorni.it/web/caccia-stile-vita/

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