La Repubblica e la caccia : rapporto impossibile

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Il terremoto non ferma la caccia

Lutto nazionale, quotidianità sospesa, attività commerciali bloccate: il terremoto ha fermato tutto, ma non i cacciatori. Sembra che nessuna ordinanza si preoccupi di revocare un’attività inopportuna sempre, ma in questi giorni più che mai. Così, fin dalla preapertura della stagione venatoria, concessa al solito dalla maggior parte delle regioni italiane, anche nelle zone colpite dal sisma si può sparare.

E’ questa la risposta pratica e simbolica degli amministratori alla natura in tumulto, l’atteggiamento istituzionale di fronte a una società sconvolta. Come se nulla fosse è consentito esplodere voluttuari colpi in sottofondo al dolore, alle trepidazioni e alle fragili speranze di chi soffre. Non c’è niente in contrario a lasciar fischiare le pallottole mentre si scava fra le macerie e si profondono straordinari sforzi per risollevarsi e voltar pagina.

Nessuno si sogna di mettere in discussione i protetti dei fabbricanti di armi, pupilli di Coldiretti, elettori coccolatissimi della politica nazionale e locale. Avanti tutta a uccidere e inquinare dunque, sebbene la Terra ci ricordi tragicamente, una volta in più, di essere viva. Fra alluvioni, siccità, terremoti, incendi sempre più frequenti e devastanti, il malessere crescente del nostro territorio sfugge solo a chi non vuol capire.

D’altro canto, come ricorda la Lipu-Birdlife Italia, la sola abitudine alla preapertura della caccia il 1 settembre in 16 regioni è specchio “di una situazione di caos e illegalità generale”, legata, quest’ultima, al mancato aggiornamento (obbligatorio) di numerosi piani faunistico venatori. Tortora selvatica, allodola e altre specie in cattivo stato di conservazione rischiano, quest’anno, di compiere un nuovo, concreto passo verso l’estinzione.

@margdam
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