Evoluzione del becco.
È ormai stabilito che l’evoluzione del becco negli Uccelli nelle varie specie è stata – ed è – direttamente dipendente dalle tipologie alimentari delle specie . Alcuni esempi sono particolarmente significativi : il Crociere deve aprire le scaglie delle pigne divaricandole , i Rapaci hanno la punta del becco ad uncino per affondarla nelle carni della preda , la Spatola deve spazzolare il fondo degli stagni , i Pellicani devono ingozzarsi di più pesci nel sacco del becco razziandoli a rastrello e più tardi ingoiarli , la Beccaccia preleva i vermi perforando sottoterra peraltro utilizzando speciali corpuscoli sensitivi ( e per la Beccaccia c’è il problema interpretativo di quelle a becco corto c.d. brevirostre ) , i Fenicotteri arano i terreni sott’acqua con il becco uncinato e filtrante gamberetti ed altro, e così via .
Anche le conformazioni del capo ( inclusa la collocazione spaziale delle narici , degli occhi e dell’orecchio ) e del collo – in buona parte – sono condizionati , nei passati processi evolutivi , dalle abitudini alimentari .
Andando alle origini delle teorie sull’evoluzione arriviamo a Darwin e le Galapagos : qui negli ultimi decenni una coppia di Ricercatori si è dedicata allo studio del Fringuello delle Galapagos , specie che evolutivamente differisce da isola ad isola in funzione di diverse condizioni di alimentazione e relative dimensioni e conformazione del becco . Di fatto in questi studi hanno visto che le modificazioni morfologiche evolutive possono verificarsi in tempi sorprendentemente brevi ( generazioni e decenni ) : si è potuto quindi seguire il processo evolutivo come in un Laboratorio in natura .
http://www.audubon.org/news/a-beak-boom-millions-years-ago-created-diversity-bird-bills-we-know-today
Facciamo un salto dalle parti nostre , azzardiamo .
Possiamo quindi chiederci se nei Colombacci esistono modificazioni morfometriche del becco tali da essere riferite a diverse popolazioni nidificanti in aree molto diverse tra loro ( caratteristiche delle foreste e loro frutti ) ) o comunque diversificate dall’agricoltura in questi ultimi decenni . Per il Colombaccio sappiamo poi con certezza che nel becco esistono microstrutture di magnetite che -nel complesso processo di orientamento anche migratorio- funzionano come aghi di una bussola.
Pur ben sapendo che siamo in un campo del tutto ipotetico o addirittura fantascientifico , potremmo forse anche pensare a condurre una ricerca basata sulla precisa , difficile , misurazione morfometrica del becco e del cranio relazionandola ad esempio con popolazioni lungo-o- brevi migranti : esistono in letteratura consolidate tecniche millimetriche per queste misurazioni , anche elaborate in grafica ruotante 3D su PC .È solo un’azzardata ed ipotetica idea , che però potrebbe consentire analisi su grandi numeri .
Analogamente qualche studio potrebbe essere fatto sui volantini e quant’altri , in particolare ibridi ecc.
La curiosità è un potente motore della Ricerca .
Tutta questa interpretazione evolutiva trova il suo fulcro sull’adattamento del becco che va a costruirsi od ingrandirsi in funzione delle prevalenze tipologiche alimentari di una determinata area : in un certo senso si tratterebbe solo di un “riflesso” evolutivo morfologico funzionale alimentare..
Ma nel tentativo di comprendere le misteriose pulsioni dei processi evolutivi , dobbiamo tener conto anche di altre dinamiche . Non sempre si deve ricondurre l’evoluzione morfologica ( milioni di anni ) ad un “riflesso” di necessitá .
C’è un esempio che lascia sconcertati nell’evoluzione degli Uccelli : il Torcicollo ( Jynx torquilla ) -presente migrante ma difficile da vedere anche in Italia – deve il suo nome al collo piuttosto lungo rispetto al corpo , collo che si allunga torcendosi in tutte le direzioni . La spiegazione che è stata data per questa caratteristica è legata al fatto che l’uccello nidifica in buchi di alberi o similari : il movimento di torsione si rappresenterebbe come il movimento della testa di serpente ed all’ingresso del nido servirebbe a scoraggiare l’aggressione di eventuali predatori .Se così fosse l’evoluzione anatomico-fisiologica può essere interpretata solo pensando ad un complesso processo propriamente cognitivo : sapere che il serpente è un deterrente contro aggressioni dei predatori , e quindi adattare il processo evolutivo ( …. p er quanti milioni di anni ?…..ed in quale ambiente ? ) modellando funzionalmente testa , becco e collo a similitudine di un serpente .
Davvero difficile per noi dilettanti entrare nei misteri della Natura .