Si tratta di un antico proverbio che la dice lunga su tante cose e che è facilmente applicabile anche alla nostra grande passione: la caccia. In questo periodo, cioè da quando la stagione venatoria ha riaperto, sono tante le segnalazioni di cacciatori sanzionati dalle guardie e anche noi stiamo ricevendo tante mail di praticanti che protestando più o meno lecitamente ci chiedono consigli e informazioni sui verbali ricevuti. Come noto da questa stagione anche la piccola migratoria va segnata subito sul tesserino al momento dell’abbattimento, e non tutti lo fanno. Abbiamo infatti ricevuto diverse segnalazioni, per lo più provenienti da Lombardia e Veneto (zone di capannisti) dove i verbali “amministrativi” sono fioccati. Bella o brutta che sia questa è una direttiva nazionale che va rispettata ! Poi ci sono quelli ( e non sono pochi) “beccati” con il famigerato “gramino” … il fonofil da richiamo. Un pò in tutta Italia questo strumento del “ti piace vincere facile” viene utilizzato al posto dei richiami vivi facilitando ovviamente il prelievo venatorio di molti migratori, proibiti e non proibiti. Quello dell’uso del fonofil come mezzo da richiamo è purtroppo una pratica molto diffusa sopratutto per quelli che la caccia non la amano e che non vogliono avere l’incombenza di accudire i richiami vivi. Ogni anno sono centinaia i verbali emessi dalle guardie nei confronti di questi cacciatori che praticano di fatto il bracconaggio. Gente che poi si rivolge alle proprie associazioni come fossero vittime chiedendo assistenza e sostegno legale. Con l’avvento dei media e sopratutto dei “social” molti seguaci di Diana si fanno immortalare con le loro catture. A
volte può essere carino vantarsi con gli amici di un prelievo sostanzioso … ma bisogna fare attenzione, perchè le foto sui “social” essendo visti da tutti, possono essere ritorcersi contro gli stessi autori come veri boomerang, E’ già accaduto in questi giorni che le guardie zoofile siano risalite all’identità di alcuni “ingenuotti” cacciatori che si sono fatti immortalare con un numero eccessivo di capi abbattuti. E’ il caso di due amici con 4 lepri il primo giorno di apertura o di quelli della settimana scorsa con i tordi …. “ne ho fatti 60 da solo – grande mattina di caccia” scriveva su Facebook un signore lombardo. Poi andate voi a giustificare che i “fucili” erano tre o quattro … . Quello che voglio dire è che è facile essere bersaglio di chi non la pensa come noi e che è altrettanto vero che la pratica venatoria è sicuramente tartassata, benchè riconosciuta da una Legge Nazionale, ma non possiamo offrire noi stessi il fianco con comportamenti scorretti e indifendibili. E’ di ieri la notizia di un Ibis Eremita colpito a morte da una fucilata nella zona di Thiene. E’ di questi giorni il ritrovamento di reti nei boschi della Val Sabbia e relative denunce penali nei confronti di questa gente che nulla deve spartire con il nostro mondo. Quello che si nota è che in questo senso le Associazioni venatorie non fanno molto e sopratutto non fanno formazione educativa. Oggi la funzione di una associazione moderna, che vuole restare al passo con i tempi benchè saldamente legata alle tradizioni, non è solo quella d’incamerare tesseramenti e polizze assicurative o sostenere battaglie, ma primariamente quella di assicurasi che i propri tesserati siano educati nel rispetto delle regole, dell’ambiente e anche dei propri colleghi che praticano una diversa tipologia di prelievo. Questo per un confronto serio con una società civile che mal ci sopporta.
http://www.cacciaedintorni.it/web/caccia-causa-suo-mal-pianga-se/
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