Mi segnalano polemiche di Arci caccia e Libera Caccia sul mio intervento all’ iniziativa promossa da Confagricoltura, alla Fiera del Madonnino, sull’ attuazione della Legge Obiettivo.
In particolare si sostiene che avrei detto che le squadre di caccia al cinghiale debbono essere chiamate a rifondere i danni provocati dal cinghiale. In verità ho sviluppato un ragionamento, che in sintesi ripropongo.
Uno dei molti aspetti che non funziona della “Legge Obiettivo” è il non coinvolgimento attivo delle squadre, tramite una più tempestiva applicazione dell’art. 37, e il “contenzioso” latente provocato dalla caccia di selezione al cinghiale.
Abbiamo proposto l’istituzione di un “buffer”, una fascia di territorio attorno alle aree vocate, nel quale la prevenzione, il controllo, la selezione, fanno riferimento alle squadre ed ai cacciatori di selezione iscritti alla squadre stesse. Ristabilire un principio di “responsabilità”, che è quello che lega i cacciatori alla gestione del territorio; compreso dunque, le attività necessarie alla prevenzione del danno, con la previsione di penalità laddove gli impegni non siano rispettati .
Niente di particolarmente innovativo per chi conosce la prassi seguita in molte zone della Toscana che, per inciso, hanno sempre determinato un impegno positivo e risultati gestionali importanti e mai applicazioni di penalità.
Ma si sa, facile è fare polemica, anche mistificando le posizioni di Federcaccia. Ma visto che ho speso del tempo per scrivere, mi permetto due considerazioni.
Il Presidente di Arci caccia ci ha informato che fa l’agricoltore, l’allevatore, il medico, il presidente; ci ha altresì proposto un piano nazionale per la gestione del cinghiale. Ha trascurato di dire se per Arci caccia la “Legge Obiettivo” ha funzionato e quali sono le eventuali proposte di cambiamento; eppure il tema del convegno era questo.
Il dirigente di Libera caccia con coerenza invidiabile, non ha detto ne che giudizio ha sulla “Legge Obiettivo”, ne le eventuali proposte che avanza.
Le proposte di Federcaccia e della CCT sono pubbliche da giorni sui siti web e sui social network; ognuno le può vedere e giudicare.
E’ nostro costume assumersi le responsabilità di rappresentanza che le migliaia di cacciatori, la grande maggioranza, ci ha affidato in questa Regione e nel nostro paese. Dire con chiarezza ciò che si pensa; proporre con chiarezza ciò che si vuole. E’ parlare alla testa delle persone, non solleticare la pancia; questo lo lasciamo volentieri agli altri…
30 aprile 2018 Il Presidente
Moreno Periccioli
http://www.federcacciatoscana.it/
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