Roberto Baggio in tribunale a Padova, condannato l’animalista che lo insultò

Otto mesi e cinquemila euro di risarcimento per il presidente dell’associazione «Cento per cento animalisti». Il campione-cacciatore: «Che tristi gli stadi vuoti»

Seduto in un’aula semivuota, vicino – ma non troppo, visti i tempi – al suo avvocato. Mascherina e giubbetto scuri. Roberto Baggio, il «divin codino», era quasi irriconoscibile in tribunale a Padova, dov’è parte civile in un processo per diffamazione. Eppure, la voce del suo arrivo ha fatto di corsa il giro del palazzo: «C’è Roberto Baggio in aula F!». Il pallone d’oro era già venuto a Padova nel maggio del 2019 per lo stesso processo, dov’era stato sentito come testimone. Nel 2016 l’ex calciatore aveva querelato Paolo Mocavero, presidente dell’associazione padovana «Cento per cento animalisti», ex dj e noto polemista, perché lo aveva insultato prendendo di mira la passione del campione per la caccia. Lunedì 23 novembre è arrivata la sentenza: Mocavero è stato condannato a una pena di otto mesi e 5mila euro di risarcimento, oltre alle spese legali. L’animalista non si è mai presentato in aula, mentre Baggio ha voluto esserci. «È giusto che chiunque si senta offeso possa difendersi, non ho più avuto nessun contatto con Cento per cento animalisti, mi è bastato quello che ho sentito dire di me – ha spiegato l’ex campione – ognuno nella vita fa quello che vuole, io non ho mai giudicato gli altri e non vedo perché gli altri debbano farlo con me».

Roberto Baggio in tribunale a Padova (Bergamaschi/Fossella)
Roberto Baggio in tribunale a Padova (Bergamaschi/Fossella)
Il processo

Il cuore del processo era l’affermazione scritta da Mocavero il giorno dopo la partecipazione di Baggio a una fiera di cacciatori a Vicenza: «Che coraggio ha di definirsi buddista (probabilmente dato il suo livello culturale non capisce il significato delle parole) ed esercita la caccia andando anche all’estero nei suoi famigerati viaggi della morte». Parole riportate nel blog dell’associazione. Il calciatore di Caldogno non ha mai nascosto di essere amante della caccia, né di essere stato in Argentina in più occasioni per le battute di caccia. Come pure tutti sanno che è . Ma le due cose per lui evidentemente non sono in conflitto. Qualcuno può pensare di sì, ma dall’esprimere un’opinione a passare alle offese («Dato il suo livello culturale non capisce il significato delle sue parole») si rischia di finire in tribunale, e così è andata.

Roberto Baggio, foto all’interno del palazzo di giustizia (Bergamaschi/Fossella)
Roberto Baggio, foto all’interno del palazzo di giustizia (Bergamaschi/Fossella)
Il precedente

Ma non è stata solo quella l’occasione in cui Mocavero ha fatto arrabbiare Baggio, perché dopo una delle prime udienze in tribunale, quando erano già iniziate le testimonianze, Mocavero ha affondato il coltello nella piaga: partecipando alla trasmissione radio «La Zanzara», l’animalista aveva detto al conduttore Giuseppe Cruciani «sottoscrivo quello che avevo detto, Baggio mi ha querelato? Si metta in fila». Per la parte civile questa è stata la prova che l’imputato non solo non ha capito il suo errore, ma lo ha addirittura reiterato. La giudice Laura Fassina ha impiegato mezzora di camera di consiglio per giungere a un verdetto. La parte civile aveva chiesto il massimo della pena e 50mila euro di risarcimento, la giudice ha ridimensionato la richiesta a cinquemila euro. L’imputato ha commentato sul suo solito sito: «Chiaro che la sentenza è singolare – scrive Mocavero – e censura il diritto di critica, perché di questo si parla, sono comunque fiducioso e farò ricorso in appello. La partita con il cacciatore Baggio, quindi non è ancora terminata, al momento si è aggiudicato l’andata. Un ringraziamento all’avvocato Marco Cinetto del foro di Padova, rimasto anche lui di sasso, stiamo parlando di otto mesi per un reato di diffamazione, viva l’Italia!». Chiusa l’aula di giustizia dietro di sé, Baggio si è intrattenuto con qualche cancelliere e avvocato, per selfie e autografi, e poi avrebbe volentieri schivato i giornalisti. Domanda d’obbligo: calcio senza tifosi? (fa una smorfia)«Una grande tristezza», ma intanto una delle novità che lo riguarda è un film che racconta la sua vita, in uscita su Netlfix il prossimo aprile. «Ho seguito le riprese – afferma il pallone d’oro – sono certo che è venuto bene ma sono di parte, vediamo come andrà».

https://corrieredelveneto.corriere.it/padova/cronaca/20_novembre_24/roberto-baggio-tribunale-padova-condannato-l-animalista-che-insulto-b2a413d2-2e25-11eb-9517-f12e30e37434.shtml

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