VAIOLO
Silvio Pascucci
Diftero-vaiolo aviare
(Lezione tenuta alla Scuola di specializzazione in tecnologia e patologia delle specie avicole e del coniglio e della selvaggina, presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale » Milano il 19 marzo 1999)
Sigle usate:
CAV (virus dell'Anemia infettiva);
DIE50 (Dosi infettanti embrione 50);
DNA (Acido dessossiribonucleico);
dsDNA (DNA a banda doppia);
ELISA (Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay);
FEP (fibroblasti di embrione di pollo);
FPV (virus del vaiolo aviare);
ID(immunodiffusione in gel d'agar);
IF (immunofluorescenza);
IFI (immunofluorescenza indiretta);
IgA (anticorpi mucosali);
IHI (inibizione dell'emagglutinazione indiretta);
ILTV (virus della Laringotracheite infettiva);
IP (immunoperossidasi);
MCA (membrana corionallantoidea);
ME (microscopia elettronica);
NP (nucleoproteine);
PCR (reazione a catena della polimerasi);
REV (virus della Reticoloendoteliosi aviare);
VN (virusneutralizzazione)
DEFINIZIONE
Malattia dei volatili dovuta ad Avipoxvirus, solitamente a lenta evoluzione, caratterizzata da lesioni nodulari cutanee e membrane pseudodifteriche sulle mucose. Per l'allevamento industriale del pollo e del tacchino ha perso molto interesse, ma rimane una malattia grave e frequente nel piccione e nel canarino e sempre un pericolo incombente su tutte le grosse concentrazioni di volatili.
EZIOLOGIA
CARATTERI DEL VIRUS. - I virus del vaiolo aviare fanno parte del genere Avipoxvirus della famiglia Poxviridae. Si tratta di virus complessi, molto grossi, 220-450 nm, di forma ovalare o a mattone. Il genoma è costituito da una singola molecola di dsDNA. Numerose sono le proteine e lipoproteine virali, che in gran parte formano la struttura complessa degli envelope esterno e interno, dei corpi laterali e del nucleocapside (Figura 1). Corpi laterali e forma a campana dell'envelope interno sembrano artefatti legati ai metodi di visualizzazione.
Envelope esterno
Corpi laterali
Tubuli superficiali
Envelope interno Nucleocapside
Figura 1 - Struttura schematica di un Poxvirus 2 11/03/04 09:58 File Diftero-vaiolo aviare Milano 1999.doc Autore Silvio Pascucci Tel/Fax 0543 401442
RESISTENZA AGLI AGENTI FISICO-CHIMICI - IL virus persiste per mesi e anche anni nelle cellule desquamate essiccate. Ai disinfettanti resiste 10 min. (soda caustica 1 %, alcool e composti iodati) e fino a nove giorni a fenolo 1% e formalina 1»?. à? labile a cloroformio e pH3 e resistente all'etere e tripsina in vario grado, secondo il ceppo. Il calore a 50°C e a 60°C inattiva il virus puro rispettivamente dopo 30 e 9 min., ma tali tempi sono almeno quadruplicati se il virus è inglobato nelle croste.
SPETTRO D'OSPITE - Ospiti naturali del virus del vaiolo aviare sono ritenuti tutti i volatili d'allevamento e selvatici. Un virus, con un genoma tanto complesso, può andare incontro con facilità? a adattamento alle singole specie colpite, frutto di variazioni genomiche e antigeniche.
à? dimostrato che frequentemente tali variazioni sono dovute a ricombinazione genetica.
I poxvirus aviari replicano normalmente su MCA di pollo a 11-12 giorni d'incubazione. La lesione sulla MCA è caratterizzata dai pox, disseminati oppure confluenti. La maggioranza degli Avipoxvirus replica anche, dopo adattamento, su colture di cute e di FEP. Numerosi tentativi d'isolare alcuni ceppi da uccelli selvatici su uova o cellule di pollo sono falliti. In tal caso, solo l'infezione sperimentale di soggetti della stessa specie permetteva l'isolamento.
STRUTTURA ANTIGENE - Nell'ambito del genere Avipoxvirus, le differenze tra i componenti non sono tali da consentire una differenziazione in sierotipi. Si giustifica, tuttavia, l'esistenza di patotipi e immunotipi, identificati primariamente in base alla specie aviare d'origine. I patotipi maggiormente riconosciuti e studiati in letteratura sono i ceppi pollo, tacchino, piccione, canarino, quaglia, passero, starna, zigolo, gracula, struzzo e psittacidi. Nel virus pollo sono state individuate diverse varianti immunologiche, verso le quali i vaccini del commercio proteggevano soltanto il 20-30% dei capi vaccinati. Lo studio del profilo genomico e degli antigeni virali ha mostrato che i ceppi da pollo, piccione e zigolo hanno genoma molto simile, mentre i ceppi da quaglia, canarino, psittacidi e gracula denunciano una marcata distinzione dal virus pollo e tra loro. Il virus della quaglia per la rilevante differenza antigenica è considerato una specie a parte.
EPIZOOLOGIA
Il vaiolo, oltre che in tutti i volatili domestici, è stato descritto in circa 60 specie di selvatici.
Essa è diffusa su scala mondiale, colpisce animali di tutte le età?, anche se gli adulti sembrano meno recettivi per pregressi contatti con il virus. Le basse temperature e l'umidità? relativa elevata costituiscono fattori predisponenti, in particolare per gli allevamenti di tipo rurale, e determinano la maggiore incidenza di malattia specialmente in autunno ed inverno. I parassiti ematofagi, come il dermanisso e soprattutto le zanzare dei generi Culex ed Aedes, giocano un ruolo rilevante nella propagazione del virus e nella sua persistenza nell'ambiente. Il virus, pur
non replicando in questi vettori, vi rimane attivo per parecchie settimane e, probabilmente, per tutto il periodo invernale.
Le modalità? di trasmissione condizionano spesso i caratteri della malattia: le frequenti graffiature favoriscono la localizzazione alle dita del piede e alle membrane interdigitali; le regioni prive di penne (testa, caruncole, piedi, ano) sono più esposte alla puntura degli insetti; la fecondazione artificiale determina spesso, nel tacchino, la localizzazione ai genitali d'ambo i sessi. La trasmissione può realizzarsi anche per via aerogena, in assenza d'apparenti lesioni della mucosa.
PATOGENESI (Figura 2)
La diffusione degli Avipoxvirus nell'organismo segue il modello dell'ectromelia (vaiolo
murino). L'impianto del virus avviene su soluzioni di continuo della cute, sulla mucosa del cavo orale e delle prime vie respiratorie e della cloaca, ove si avrà? poi la formazione dei noduli primari. Dopo un'ora dall'adsorbimento e dalla penetrazione nella cellula epiteliale del 3 11/03/04 09:58 File Diftero-vaiolo aviare Milano 1999.doc Autore Silvio Pascucci Tel/Fax 0543 401442 virus, si riscontra una fase di eclissi di circa 3 h. Da questo momento si osserva una forte stimolazione della sintesi del DNA cellulare, che provoca un aumento del numero delle cellule di due volte e mezza in 72 h. Fra la 60ae la 96a ora, il DNA virale presenta un incremento esponenziale, mentre la moltiplicazione del DNA cellulare subisce un rapido rallentamento. Tale comportamento bifasico è caratteristico del vaiolo aviare e spiega la prevalenza delle lesioni iperplastiche, rispetto a quelle di tipo vescicolare dei mammiferi. La replicazione delle particelle virali avviene nel citoplasma, anche se non manca un coinvolgimento del nucleo.
Dopo la prima fase di replicazione locale primaria, il virus penetra nel torrente circolatorio e si localizza in organi diversi, soprattutto polmone, fegato, milza e midollo osseo. Qui è fagocitato e, all'interno dei leucociti, trasferito per via ematogena nelle sedi d'elezione. Ne consegue il rush caratteristico delle forme esantematiche, che può anche presentarsi in episodi successivi. Vi è la possibilità? che il virus persista nell'organismo dei colpiti in assenza di sintomi, anche se manca la dimostrazione dell'esistenza di veri portatori. L'evoluzione della malattia nelle sue varie fasi, è strettamente legata alla virulenza del virus e alla sua specificità?
nei confronti dell'ospite. La risposta immunitaria al poxvirus è di tipo umorale e cellulare con picco rispettivamente a 3 e 4 settimane p.i. Nella forma difterica si ritiene abbia notevole importanza l'immunità? locale, associata alle IgA. Il processo patogenetico si aggrava notevolmente quando FPV si abbina a ILTV e CAV o nell'evenienza che REV s'integri nel suo genoma.
CARATTERI DELLA MALATTIA
SINTOMI - Il periodo d'incubazione della malattia naturale varia fra 4 e 10 giorni. Sono state descritte quattro forme cliniche: cutanea, difterica, respiratoria, peracuta.
Nella forma cutanea si osservano noduli localizzati alle regioni prive di penne (testa, piedi, zampe, cloaca nel pollo; testa e caruncole nel tacchino; membrane interdigitali nei palmipedi; commessure del becco, narici, orecchio, piedi nel piccione; testa e piedi nel canarino). Tali noduli possono essere più o meno numerosi, a volte confluenti e, nei casi più gravi, diffusi su tutto il corpo. La localizzazione alle palpebre provoca aderenza tra esse, grave congiuntivite e transitoria cecità?.
La forma difterica è caratterizzata dalla presenza di placche bianco-giallastre e opache, localizzate alla faringe, all'ostio laringeo, alla volta e fessura palatina e frequentemente alla trachea ed esofago. Esse sono tenacemente aderenti alla mucosa e, se asportate, residua una superficie ulcerata. Alla forma difterica, sono da ascrivere sintomi generali gravi con rantoli e boccheggiamenti per occlusione delle vie respiratorie e difficoltà? a bere e ad alimentarsi.
Molto frequenti sono i casi di morte per soffocamento.
La forma respiratoria si caratterizza per l'interessamento delle prime vie, con rinite associata a congiuntivite.
Il canarino ed altri passeracei, oltre alla forma cutanea e difterica, possono presentare quella peracuta, caratterizzata da grave stato di depressione e morte improvvisa.
Nei volatili da reddito i danni economici sono sempre rilevanti per dimagramento, arresto della crescita, formazione di scarti e flessione dell'ovodeposizione. La mortalità? è molto variabile potendo andare da pochi soggetti al 50% dell'intero effettivo nel pollo e nel tacchino, fino al 100% nel canarino, secondo la virulenza dello stipite virale in causa e dell'intervento di fattori predisponenti. Il decorso è solitamente di tre settimane salvo complicazioni ma, data la lenta diffusione del contagio, i singoli focolai possono rimanere attivi anche oltre due mesi.
LESIONI. - La lesione cutanea si presenta inizialmente come una piccola macchia biancastra, che rapidamente si solleva a formare un nodulo di colorito giallastro e poi brunastro. Il nodulo assume un aspetto a cavolfiore e, nei casi non complicati, si essicca formando una crosta 4 11/03/04 09:58 File Diftero-vaiolo aviare Milano 1999.doc Autore Silvio Pascucci Tel/Fax 0543 401442
nerastra. Dopo circa due settimane, questa si distacca lasciando una cicatrice che scompare dopo qualche tempo.
Le lesioni conseguenti alla forma difterica non sono dissimili da quelle cutanee ma, a
differenza di queste ultime, si fondono ed appiattiscono per un processo necrotico caseoso.
Istologicamente è molto caratteristica l'iperplasia dello strato malpighiano con cellule aumentate di volume, contenenti inclusioni eosinofile nel citoplasma. A volte si rileva la presenza di un processo infiammatorio localizzato all'epitelio che, nel caso di complicazioni batteriche, può estendersi al sottocute.
Nella forma peracuta del canarino le lesioni principali sono caratterizzate da emorragie diffuse ed essudato fibrinoso alle sierose, associati a polmonite acuta ed alla presenza d'inclusioni nelle cellule bronchiolari.
ELEMENTI DIAGNOSTICI
La diagnosi di vaiolo aviare, sia nella forma cutanea, sia difterica, non presenta di solito alcuna difficoltà?. Raramente si rende necessaria una diagnosi differenziale con le lesioni cutanee d'origine traumatica, le stomatiti micotiche (tricoteceni) e carenziali (acido pantotenico, biotina), la stomatite da Herpesvirus del piccione, la Laringotracheite infettiva, purché si tenga presente il caratteristico aspetto produttivo delle lesioni. Un esteso processo infiammatorio, a sfondo emorragico necrotico attorno ai noduli vaiolosi è indicativo di complicanze batteriche,solitamente da pseudomonas o stafilococco. Più difficoltosa, se non impossibile, è la differenziazione su base anatomoclinica della forma respiratoria rispetto alle
numerose malattie che interessano le cavità? nasali e i seni infraorbitali, se non vi sono concomitanti lesioni vaiolose tipiche. Di qualche aiuto è il frequente coinvolgimento della mucosa congiuntivale e la presenza di piccole pustole sulla rima palpebrale. Polmonite, polisierosite, notevole splenomegalia e lesioni emorragiche disseminate sono indicative della forma peracuta del canarino, ma non patognomoniche.
L'esame microscopico a fresco di raschiato da lesioni, preferibilmente recenti, ad un
ingrandimento di 300-400 volte, può consentire il riconoscimento dei corpi inclusi
citoplasmatici, rifrangenti e granulosi. Più agevole nella lettura è tuttavia l'esame di sezioni istologiche.
L'isolamento primario degli Avipoxvirus è ottenibile mediante inoculazione sulla MCA di
uova embrionate di pollo. Dopo isolamento, si procede all'identificazione del virus con la ricerca degli inclusi, la cui specificità? può essere dimostrata mediante IF o IP. La ME può essere utilizzata per la dimostrazione delle peculiarità? morfologiche del virus.
Un'alternativa all'isolamento può essere l'individuazione del virus tramite PCR o IP.
L'indagine sierologica si serve di norma dell'ID, usando, come antigene, la MCA infetta. Ai fini della dimostrazione d'anticorpi specifici sono state anche utilizzate IFI ed ELISA, mentre scarsa applicazione ha avuto IHI e VN. L'indagine sierologica fornisce informazioni imprecise sullo stato d'immunità? degli animali, per il quale la sola prova d'immunità? crociata rimane valida.
TERAPIA
Non esistono mezzi di terapia specifica; per questo, quando possibile, ci si limita a trattamenti topici mediante pennellature di tintura di iodio e glicerina in parti uguali o mediante aspersioni con sostanze antisettiche (sali quaternari d'ammonio, iodofori, lisoformio, ecc.) per prevenire le complicanze batteriche e accelerare il processo di guarigione. Allo stesso scopo si può perseguire il miglioramento delle condizioni generali d'allevamento.
PROFILASSI
La profilassi di tipo igienico-sanitario, basata sulle periodiche disinfezioni, il controllo degli insetti ematofagi, specie delle zanzare, delle condizioni ambientali e dello stato sanitario degli 5 11/03/04 09:58 File Diftero-vaiolo aviare Milano 1999.doc Autore Silvio Pascucci Tel/Fax 0543 401442 animali, spesso non è sufficiente a prevenire la comparsa e la diffusione della malattia, anche se ne riduce il rischio.
La profilassi immunizzante ha assunto quindi la massima importanza ai fini del conferimento di uno stato di protezione specifica degli animali a rischio. Normalmente s'impiegano vaccini vivi, in quanto quelli spenti, pur risultando immunogeni, non sono in grado di conferire una solida immunità? cellulare.
I virus vaccinali di più largo impiego sono:
1. il virus pollo propagato su uova embrionate di pollo o su FEP per il trattamento del pollo e del tacchino;
2. il virus tacchino attenuato su uova embrionate di pollo per la vaccinazione del tacchino, qualora il ceppo pollo non dia un'adeguata protezione;
3. il virus piccione propagato su uova embrionate di pollo, per il trattamento del pollo e del piccione;
4. il virus canarino attenuato e adattato su embrione di pollo o su colture cellulari, per il trattamento del canarino.
Nel pollo si può quindi usare virus omologo o eterologo; la vaccinazione omologa è da
preferire per il più facile attecchimento e conseguente stimolazione di un'immunità? più solida e persistente. Il titolo dei vaccini, contenenti sia virus pollo sia piccione, dovrebbe corrispondere ad almeno 105 EID50 /ml al fine di ottenere una percentuale elevata d'attecchimento, unitamente ad una solida immunità?. La vaccinazione del canarino con virus omologo ha fornito risultati soddisfacenti, anche se non sempre costanti, ed è ritenuta l'unico mezzo per fronteggiare una delle malattie più gravi di questa specie.
Nella pratica sono utilizzati due metodi di applicazione del vaccino rispettivamente per puntura con un ago a due punte (stick method), solitamente della membrana alare o per pennellatura (brush method), alla coscia o alla gamba, dopo asportazione di 7-8 penne.
Nel pollo la puntura alare è riservata al virus omologo, mentre il ceppo piccione si applica per pennellatura. Nei soggetti d'età? inferiore a due mesi la puntura è eseguita con aghi ad una sola punta. Nel tacchino, in alternativa alla puntura alare col virus omologo, si consiglia la puntura alla coscia o la scarificazione all'inguine col virus pollo; nel piccione e nel canarino si pratica solitamente la puntura alla membrana alare.
I vantaggi dello stick method, che ha praticamente soppiantato la pennellatura, sono
innegabili. Si ha, infatti, minore disseminazione di virus, consente una maggiore rapidità? operativa con conseguente economia di personale e può essere applicata anche su pulcini che non abbiano ancora ben sviluppato i follicoli delle penne. La corretta applicazione del vaccino deve essere, in ogni caso, valutata dopo 8-10 giorni, controllando l'1-10% dei capi per la presenza del nodulo vaccinale.
Riguardo ai tempi di vaccinazione, gli interventi si distinguono in stagionali, sistematici, saltuari e d'urgenza. Nelle zone ad alta densità? d'allevamenti, galline e tacchini da riproduzione sono vaccinati sistematicamente a 1-2 mesi d'età? e un mese, prima dell'inizio della deposizione. Più difficoltosa è la vaccinazione del piccione in quanto sono, di solito, colpiti i nidiacei d'età? inferiore a 20 giorni e manca quindi il tempo necessario all'instaurarsi dell'immunità?. Nel pollo, considerata la lenta diffusione del vaiolo all'interno dell'allevamento, può essere utile talvolta la vaccinazione d'urgenza, cambiando spesso l'ago, evitando e separando i soggetti già? visibilmente ammalati. Lo stato immunitario, conseguente a due interventi vaccinali, non persiste oltre l'anno ed è quindi consigliabile ripetere la vaccinazione sui soggetti sottoposti a muta. Rotture d'immunità? sono state segnalate con una certa frequenza, in gran parte attribuite a ceppi varianti, aventi scarsa relazione antigenica con i ceppi vaccinali o al mancato attecchimento del vaccino. 6 11/03/04 09:58 File Diftero-vaiolo aviare Milano 1999.doc Autore Silvio Pascucci Tel/Fax 0543 401442 Poxvirus in microlesioni a cute, cavo orale, cloaca eclissi 3h proliferazione cellulare 3h » 72h (nodulo primario) proliferazione virale 60h » 96h viremia polmone, fegato, milza, midollo osseo leucociti (sangue)rush esantematico a cute e mucose
Figura 2 - Patogenesi del Diftero-vaiolo aviare
http://www.agraria.it/silviopascucci/vaiolo.pdf