FORUM Club Italiano del Colombaccio

CAROGNACCIO

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Risposta #15 il: 18/12/2024 - 21:14
Spero che il "distinguo" Renato sia relativo all'ultimo comma del comunicato allorquando ANUU da il peggio di se augurandosi che regione Emilia Romagna posticipi la caccia al colombaccio, in accordo con ISPRA, al 10 febbraio così da dissuadere i colombacci svernanti a non fermarsi in cova in quella regione.
Sicuramente TAFAZZI avrebbe fatto meglio.
Mi spiace Renato ma più che concretezza e razionalità penso che ANUU, così come tutte le AAVV italiane sia legato a quattrofili agli agricoltori tutti che si lamentano se non piove, si lamentano se piove, si lamentano se fa caldo, si lamentano se fa freddo.
Smettono di lamentarsi solo quando prendono contributi per danni inesistenti provocati dai colombacci piuttosto che dalle colombe di città. Non ho sentito nessuna AAVV suggerire a coldiretti e agricoltori tutti di far pressione su regione Emiliaromagna per consentire gli abbattimenti di colombacci in tutti i parchi e oasi naturali di quella regione.
Da me, nell'aretino, il contenimento del cinghiale con l'art. 37 è consentito dentro i parchi naturali di Bandella e Ponte Buriano

Rimescolo

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Risposta #14 il: 17/12/2024 - 22:44
Il comunicato stampa di ANUU-Migratoristi è una nuova buona pratica di proposta/gestione venatoria su una specie selvatica classificata "invasiva". Dal mio punto di vista contiene concretezza e razionalità, con alcuni distinguo....
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........


massimiliano

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Risposta #12 il: 27/11/2024 - 14:51
La mia cultura venatoria, oggi che ho 73 anni e 58 porto d'armi, mi induce a valutazioni diverse dai primi anni di caccia, per alcune specie invasive, competitive o alloctone, allora venivano definite specie "nocive". Ho sempre partecipato a gestioni di questa selvaggina "nociva", volpi, corvidi, già dal 1967...
Per i cinghiali l'art.37 ha contribuito a limitare danni consistenti all'agricoltura e veniva utilizzato da singoli, ma soprattutto nel mio distretto di caccia, alle squadre di cinghialai organizzate i cui partecipanti (tramite corsi specifici) avevano ottenuto l'autorizzazione agli interventi a carattere di contenimento e gestione della specie. Altro è la selezione per tempi, per specie, di ungulati dove le autorizzazioni all'esercizio di tale disciplina, vengono rilasciate a singoli appartenenti ai vari distretti, dopo censimenti annuali, con piani di controllo, di abbattimento e rigide normative. Nella caccia che vorrei, citata nel mio umile libro, Falco ti brucia la casa, è decritto il mio auspicio, quello cioè di "pretendere" la gestione responsabile di specie selvatiche competitive e distruttive di eccellenze alimentari dell'intero mondo agricolo, che siano raccolti alimentari o allevamenti di vario genere (ovini, caprini, bovini ecc...). Sarebbe una disponibilità del cacciatore verso il settore rurale di grande opportunità morale e sociale. Nel 2014 scrivevo ai sindaci del mio comprensorio di fornire strumenti e immobili con celle e attrezzature a norma igienico sanitaria, per utilizzare, trasformare e non disprezzare o incenerire l'eccellenza delle carni ungulate dei nostri territori, Massimiliano ne è al corrente. Oggi sono sorte in Toscana e in altre regioni ancor prima, dei punti di raccolta e utilizzo di queste eccellenze alimentari di pregio, tipiche delle realtà locali, comunali o sovracomunali. La specie colombaccio, al momento credo non sia specie da interventi con l'art.37, specialmente in alcune zone della Toscana dove compare e scompare nel giro di una giornata, ha le ali... in altre zone mi risulta che sia specie invasiva e di grande impatto socio/ambientale. Per chiudere questa mia lunga disamina e riflessione, sarei più propenso ad una gestione programmatica di ogni specie, compreso il colombaccio, affrontata e non respinta, concordata e non imposta, fra le associazioni venatorie e i rappresentanti territoriali di ogni comprensorio interessato, con il presupposto e la convinzione di risolvere e gestire al meglio il problema, non certo "scacciandolo" dal nostro orto. Gli sparatori (io non lo sono)con il passaggio del tempo e la maturazione fisiologica resteranno una esigua minoranza e saranno parte attiva nella gestione della caccia del futuro. Giovani cacciatori, affrontate con decisione le nuove realtà venatorie, siate parte attiva e coinvolta, non mettetevi in contrasto con il mondo rurale ma integratevi con esso. La violenza verbale anti-caccia finirà per accettare quella che per noi è stata e rimane una Nobile Passione. Viva la caccia
Un caro saluto a tutti quelli che mi conoscono e a coloro che hanno avuto la curiosità di leggere, spero non averli delusi,
con affetto,
Rimescolo
Verità inconfutabili ed inattaccabili quelle che cita Renato ! Lo stesso un pozzo di saggio sapere e di pratica esperienza tanto utile al mondo venatorio odierno ! Leggetelo e vi farà tornare piccini ai tempi di nonno Cecco e Black......Un salutone di stima dalla Val D'Elsa .

levante

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Risposta #11 il: 26/11/2024 - 22:34
La mia cultura venatoria, oggi che ho 73 anni e 58 porto d'armi, mi induce a valutazioni diverse dai primi anni di caccia, per alcune specie invasive, competitive o alloctone, allora venivano definite specie "nocive". Ho sempre partecipato a gestioni di questa selvaggina "nociva", volpi, corvidi, già dal 1967...
Per i cinghiali l'art.37 ha contribuito a limitare danni consistenti all'agricoltura e veniva utilizzato da singoli, ma soprattutto nel mio distretto di caccia, alle squadre di cinghialai organizzate i cui partecipanti (tramite corsi specifici) avevano ottenuto l'autorizzazione agli interventi a carattere di contenimento e gestione della specie. Altro è la selezione per tempi, per specie, di ungulati dove le autorizzazioni all'esercizio di tale disciplina, vengono rilasciate a singoli appartenenti ai vari distretti, dopo censimenti annuali, con piani di controllo, di abbattimento e rigide normative. Nella caccia che vorrei, citata nel mio umile libro, Falco ti brucia la casa, è decritto il mio auspicio, quello cioè di "pretendere" la gestione responsabile di specie selvatiche competitive e distruttive di eccellenze alimentari dell'intero mondo agricolo, che siano raccolti alimentari o allevamenti di vario genere (ovini, caprini, bovini ecc...). Sarebbe una disponibilità del cacciatore verso il settore rurale di grande opportunità morale e sociale. Nel 2014 scrivevo ai sindaci del mio comprensorio di fornire strumenti e immobili con celle e attrezzature a norma igienico sanitaria, per utilizzare, trasformare e non disprezzare o incenerire l'eccellenza delle carni ungulate dei nostri territori, Massimiliano ne è al corrente. Oggi sono sorte in Toscana e in altre regioni ancor prima, dei punti di raccolta e utilizzo di queste eccellenze alimentari di pregio, tipiche delle realtà locali, comunali o sovracomunali. La specie colombaccio, al momento credo non sia specie da interventi con l'art.37, specialmente in alcune zone della Toscana dove compare e scompare nel giro di una giornata, ha le ali... in altre zone mi risulta che sia specie invasiva e di grande impatto socio/ambientale. Per chiudere questa mia lunga disamina e riflessione, sarei più propenso ad una gestione programmatica di ogni specie, compreso il colombaccio, affrontata e non respinta, concordata e non imposta, fra le associazioni venatorie e i rappresentanti territoriali di ogni comprensorio interessato, con il presupposto e la convinzione di risolvere e gestire al meglio il problema, non certo "scacciandolo" dal nostro orto. Gli sparatori (io non lo sono)con il passaggio del tempo e la maturazione fisiologica resteranno una esigua minoranza e saranno parte attiva nella gestione della caccia del futuro. Giovani cacciatori, affrontate con decisione le nuove realtà venatorie, siate parte attiva e coinvolta, non mettetevi in contrasto con il mondo rurale ma integratevi con esso. La violenza verbale anti-caccia finirà per accettare quella che per noi è stata e rimane una Nobile Passione. Viva la caccia
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Rimescolo

Grande Renato la tua esperienza, la tua sensibilità, il tuo essere cacciatore a 360% rendono i tuoi interventi e consigli molto preziosi. Grazie. Un abbraccio

Rimescolo

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Risposta #10 il: 21/11/2024 - 21:49
La mia cultura venatoria, oggi che ho 73 anni e 58 porto d'armi, mi induce a valutazioni diverse dai primi anni di caccia, per alcune specie invasive, competitive o alloctone, allora venivano definite specie "nocive". Ho sempre partecipato a gestioni di questa selvaggina "nociva", volpi, corvidi, già dal 1967...
Per i cinghiali l'art.37 ha contribuito a limitare danni consistenti all'agricoltura e veniva utilizzato da singoli, ma soprattutto nel mio distretto di caccia, alle squadre di cinghialai organizzate i cui partecipanti (tramite corsi specifici) avevano ottenuto l'autorizzazione agli interventi a carattere di contenimento e gestione della specie. Altro è la selezione per tempi, per specie, di ungulati dove le autorizzazioni all'esercizio di tale disciplina, vengono rilasciate a singoli appartenenti ai vari distretti, dopo censimenti annuali, con piani di controllo, di abbattimento e rigide normative. Nella caccia che vorrei, citata nel mio umile libro, Falco ti brucia la casa, è decritto il mio auspicio, quello cioè di "pretendere" la gestione responsabile di specie selvatiche competitive e distruttive di eccellenze alimentari dell'intero mondo agricolo, che siano raccolti alimentari o allevamenti di vario genere (ovini, caprini, bovini ecc...). Sarebbe una disponibilità del cacciatore verso il settore rurale di grande opportunità morale e sociale. Nel 2014 scrivevo ai sindaci del mio comprensorio di fornire strumenti e immobili con celle e attrezzature a norma igienico sanitaria, per utilizzare, trasformare e non disprezzare o incenerire l'eccellenza delle carni ungulate dei nostri territori, Massimiliano ne è al corrente. Oggi sono sorte in Toscana e in altre regioni ancor prima, dei punti di raccolta e utilizzo di queste eccellenze alimentari di pregio, tipiche delle realtà locali, comunali o sovracomunali. La specie colombaccio, al momento credo non sia specie da interventi con l'art.37, specialmente in alcune zone della Toscana dove compare e scompare nel giro di una giornata, ha le ali... in altre zone mi risulta che sia specie invasiva e di grande impatto socio/ambientale. Per chiudere questa mia lunga disamina e riflessione, sarei più propenso ad una gestione programmatica di ogni specie, compreso il colombaccio, affrontata e non respinta, concordata e non imposta, fra le associazioni venatorie e i rappresentanti territoriali di ogni comprensorio interessato, con il presupposto e la convinzione di risolvere e gestire al meglio il problema, non certo "scacciandolo" dal nostro orto. Gli sparatori (io non lo sono)con il passaggio del tempo e la maturazione fisiologica resteranno una esigua minoranza e saranno parte attiva nella gestione della caccia del futuro. Giovani cacciatori, affrontate con decisione le nuove realtà venatorie, siate parte attiva e coinvolta, non mettetevi in contrasto con il mondo rurale ma integratevi con esso. La violenza verbale anti-caccia finirà per accettare quella che per noi è stata e rimane una Nobile Passione. Viva la caccia
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massimiliano

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Risposta #9 il: 21/11/2024 - 14:37
Re:In Emilia Romagna approvato il Piano di controllo per il colombaccio


Il mondo venatorio dovrebbe unirsi al mondo ambientalista per fare una battaglia contro questa vergogna di abbattere colombacci in APRILE MAGGIO E GIUGNO!


da Ennio 21/11/2024 13.43
Re:In Emilia Romagna approvato il Piano di controllo per il colombaccio


se l'avesse fatta una regione di centro dx...minimo un bel TAR....se non una denucia all'EU ...


da gaetano 21/11/2024 13.35
Re:In Emilia Romagna approvato il Piano di controllo per il colombaccio


Ci sono tanti animali più dannosi e nocivi del colombaccio da controllare (cormorani ,nutrie, gabbiani, storni, lupi, ibis ecc..) vergogna!


da Indignato86 21/11/2024 13.31
Re:In Emilia Romagna approvato il Piano di controllo per il colombaccio


Semplicemente vergognoso, e fai la preapertura te lo chiudono prima a gennaio però poi stabiliscono simili scemenze, dico la stessa visa che dissi per i cinghiali, "cacciatori non parteciopate a simili porcate" anche se sarà dura...


da Maestrale 21/11/2024 12.47
Re:In Emilia Romagna approvato il Piano di controllo per il colombaccio


Ha ragione Vannacci è proprio il mondo al contrario ! E non crediate che i cacciatori, o meglio gli sparratoriii ( come dice un mio caro amico romagnolo) non partecipino a queste " continue preaperture " . Altro che alla frutta siamo, dolce dessert ammazzacaffè..anzi no ammazzacolombacci terribilus , Andate do' mandò le pecchie il Gori dicono a Poggibonsi !


da Toscano di Siena 21/11/2024 11.39
Re:In Emilia Romagna approvato il Piano di controllo per il colombaccio


Non sparero mai in articolo 37 al colombaccio, è una vergogna, perche il lupo che fa piu danni del colombo non viene preso di mira da nessuno???? Cari amici toscani sappiate che verra fatto anche qua.


da Toscanaccio 21/11/2024 10.58

aldorin

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Risposta #8 il: 20/11/2024 - 18:06
Addirittura la "magica" regione E. Romagna (che è la mia) ha previsto nella sua "magica" delibera anche come "SMALTIRE" i colombacci o i piccioni torraioli.
il Colombaccio (definito nella bibbia della caccia tradizionale "Tra querce e palombe" come divinità arborea saettante) è ora diventato un "RIFIUTO" da SMALTIRE".
E il WWF e la LIPU dove sono?
Per rompere i cocones a noi cacciatori tradizionali sempre pronti ... ed ora dove sono?
Se penso che ci sarà la fila tra gli sparrrrratori per andare a fucilare colombacci col nido o con piccoli da svezzare mi si accappona la pelle. Ma dov'è finito il buon senso quello che dovrebbe essere nelle menti dei politici che ci governano?
FINE ... è finito!!!

Ripeto: e le oche? Nelle pianure ferraresi, bolognesi, modenesi e nella pianura padana intera le oche combinano guai molto più importanti essendo numerose e dovendo ingerire grandi quantità di cibo giornalmente per sopravvivere.

LE OCHE NO!!! Non si può!!!

Siamo alla frutta. Siamo proprio alla frutta.

massimiliano

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Risposta #7 il: 18/11/2024 - 21:18
.. volevano e hanno fatto vedere di tutto e anche di più.. stormi e branchi pirolettanti avventarsi su campi seminati e pasturazioni ....bravi , continuate !

levante

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Risposta #6 il: 18/11/2024 - 19:18
Hanno messo nel calderone dei conteggi e dei danni i colombacci con i ben più numerosi e invasivi piccioni.  Nobile e sognato colombaccio oramai carne da macello. Sigh

CAROGNACCIO

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Risposta #5 il: 18/11/2024 - 18:06
Vero Aldorin.
Sono anche "ignoranti" nel senso lato del termine perché scrivono che è consentito .....
l'uso del fucile con canna ad anima liscia non superiore al 12....
Peggio sento perché di superiore al 12 esisteva il calibro 10 che si utilizzava in lago artificiale 50 anni fa.
Io avrei scritto....è consentito l'uso della spingarda così si fanno contenti anche gli sparratori da 60 metri in su.
Caro Renato, ci avevano provato anche in toskana s mettere il colombaccio nell'art. 37 e a quanto mi risulta la proposta era stata fatta da un tecnico faunistico della regione toskana vicino a una associazione venatoria

aldorin

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Risposta #4 il: 18/11/2024 - 17:39
Evviva: sarà il giubileo degli sparrrrrratori. Se ne accorgeranno in primo luogo quelli che facevano la cosiddetta pre-apertura. I colombacci saranno "cattivissimi" già dalle prime uscite e la sovraesposizione di richiami sarà certo propedeutica a far finire la caccia vera.
Se questo provvedimento è stato promosso per proteggere le colture agricole in particolari momenti non si capisce perché mai non sia attuato allo stesso modo sulle oche. Oche che sono molto più fameliche ed hanno necessità di consumare quantità di cibo molto più abbondantemente rispetto ad un piccolo colombaccio.
Se tutti fossero Cacciatori con la C maiuscola direbbero NO GRAZIE, ma figuriamoci ci sarà già una lunga fila di iscritti per diventare "selettori" di colombacci.
Un provvedimento a favore di alcuni agricoltori non dovrebbe essere generalizzato per tutta la regione, ma mirato a singole particelle catastali.
Ma siamo alla frutta.
E allora? Allora evviva il giubileo degli sparrrrratori.

Rimescolo

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Risposta #3 il: 18/11/2024 - 17:30
La Toscana a seguire, alcuni addetti ai lavori affermano che la specie colombaccio comincia ad essere "infestante".
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

massimiliano

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Risposta #2 il: 18/11/2024 - 10:14
7. Strumenti selettivi e interventi
Ogni Polizia Locale Provinciale e Città Metropolitana di Bologna definisce le modalità di inoltro delle
richieste di attivazione del Piano di controllo da parte dei soggetti interessati. A tal fine ciascuna
Provincia e la Città Metropolitana di Bologna autorizza e coordina l’attività dei coadiutori e definisce le
modalità di comunicazione ed esito delle uscite.
Gli interventi prevedono l’uso del fucile con canna ad anima liscia di calibro non superiore al 12 caricato
a munizione spezzata in prossimità della perimetrazione di colture passibili di danneggiamento, di
allevamenti, di magazzini o di fabbricati rurali ad uso agricolo. Il prelievo è consentito tutti i giorni della
settimana, martedì e venerdì inclusi, anche da appostamento temporaneo, dall’alba al tramonto. È altresì
consentito l’uso di stampi, sagome, zimbelli, giostre o girelli con funzione di richiamo dei volatili. Si invita
infine all’uso di munizioni atossiche in tutte le aree di intervento.
Le azioni previste dal presente Piano sono quindi attivate anche in contemporanea al piano di controllo
del colombo o piccione di città in quanto le due specie possono formare grandi raggruppamenti misti,
provocando danni in maniera sinergica.
Gli esemplari di colombaccio abbattuti ai sensi del presente Piano, fatti salvi i capi da destinare
all’Istituto Zooprofilattico per il Piano di Monitoraggio Sanitario, possono essere destinati al consumo
alimentare nelle modalità e quantità definite dalla Deliberazione n. 1319 del 01/07/2024 “Linee guida
in materia di igiene delle carni di selvaggina selvatica”.
L’eventuale smaltimento delle carcasse dovrà avvenire mediante incenerimento come rifiuti speciali
presso impianti autorizzati e/o consegna a ditte specializzate nello smaltimento e/o per inumazione. In
quest’ultimo caso l’interramento verrà effettuato per quantitativi non superiori a 100 chilogrammi di
carcasse per ettaro ad una profondità tale che le medesime risultino ricoperte da almeno 50 centimetri
di terreno compattato e ad una distanza non inferiore a 200 metri da pozzi di alimentazione idrica o da
corpi idrici naturali o artificiali escludendo terreni sabbiosi, limosi o comunque ad elevata permeabilità.
Per il colombaccio non si dispongono di dati storici di prelievo in controllo, in quanto si tratta della
prima attivazione del piano di controllo, per quel che riguarda il contingente massimo annuale
pagina 24 di 31
prelevabile si fa riferimento quindi ai dati storici di prelievo venatorio.
Nelle ultime cinque stagioni venatorie si evidenzia come, seppure in presenza di prelievi più che
significativi (media 17/18-21/22 n° 71.477 capi prelevati), la tendenza annuale si sia mantenuta
abbastanza costante per alcune stagioni venatorie mentre nell’ultima risulta persino in forte aumento;
questa evidenza consente di valutare come la pressione venatoria esercitata non incida in maniera
significativa sulla fase di espansione della popolazione a scala regionale.
Al fine di definire un contingente massimo, si ritiene di indicare il numero di 11.000 individui (pari a
circa il 15% della media dei prelievi venatori annuali) da prelevare annualmente in ambito regionale;
ogni anno il prelievo verrà temporaneamente sospeso anteriormente alla data del 15 settembre al
raggiungimento della soglia di 10.000 capi, per essere rimodulato in modo da evitare lo sforamento del
piano medesimo. In caso di necessità tale contingente può essere rivisto al ribasso in caso emergano
esigenze di natura conservazionistica sulla specie target o al rialzo in caso i danni aumentino, anche a
scala locale, in quest’ultimo caso previo ulteriore parere da parte di ISPRA.
In considerazione dell’entità dei danni accertati nei territori provinciali e dell’estensione della SASP
provinciale, il contingente massimo prelevabile in controllo è ripartito come indicato nella tabella a
seguire.
Bologna Ferrara
Forlì-
Cesena
Modena Piacenza Parma Ravenna
Reggio -
Emilia
Rimini
2.275 1.800 925 920 810 1.130 2.020 860 260
Figura 15. Contingente massimo annuale prelevabile in controllo su base provinciale.
Qualora necessario sono possibili variazioni numeriche interprovinciali dei capi previsti, previa
comunicazione al Settore Attività Faunistico-Venatorie, Pesca e Acquacoltura da parte delle Polizie
Provinciali interessate, al fine di evitare superamenti del contingente annuale massimo.
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..E cari amici siamo arrivati anche alla frutta !!! Ho estrapolato dalla delibera un passaggio ..uno tra i tanti che danno il senso ! O il non senso

levante

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