FORUM Club Italiano del Colombaccio

levante

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Risposta #7 il: 15/12/2018 - 23:38
Si cambia con gli anni.....anche se in primavera sentirei il desiderio di allevare ancora colombacci, gli ultimi che avevo li ho liberati....come mi ero ripromesso.
Non mi piacciono più i selvatici troppo addomesticati ....non vivono il loro vero ruolo.
Inoltre  la  profonda selvaticità del colombaccio del colombaccio, pur  nato in cattività.... lo porta a cercare una libertà che non conosce ma che sente e verso la quale vola via appena ne ha l'occasione  ....e basterebbe questo per farci capire di cosa ha bisogno.  Notte... un saluto Levante

P.S. I piccioni ben addestrati vanno benissimo, se escono dalla voliera fanno di tutto per rientrarci e sono a tutti gli effetti i nostri veri e affidabili "cani volanti"

Badger

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Risposta #6 il: 15/12/2018 - 16:27
ovviamente volevo scrivere "giardino dell'Eden" ndr.

Badger

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Risposta #5 il: 15/12/2018 - 16:22
Caro Giamp, mi meraviglio che tu rimanga "basito" come tu dici. Ma se io, per scelte e motivazioni personali, non mi sento più di continuare con l'allevamento quotidiano dei richiami, mentre posso tranquillamente disfarmi di un piccione (spesso a fine stagione ho dato "la via" come dicono i labronici a numerosi esemplari che non mi interessavano più) altrettanto non mi sento di fare con un colombaccio perchè è certo come la morte che la schioppettata è appena dietro l'angolo. Immagina un colombaccio che non conosce l'insidia, abituato al contatto con l'uomo, quanto pensi che possa durare? Non solo, ma sarà facile preda delle ulteriori mille insidie che la natura propone. Non conosce l'ambiente, non sa reperire il cibo, insomma, se ti liberassero in mutande, scalzo, nella meravigliosa foresta del Mato Grosso,in questo  gaiurdino dell'Eden, quanto pensi che potresti durare prima di finire manicaretto di qualche predatore? Non considerando che qui, tra l'altro, siamo di fronte al più abile assassino del pianeta: l'uomo. No io la vedo diversamente e godo nel pensare a Potter che vola in una grande voliera a cielo aperto in campagna, accudito da un amico che è un grande esperto dell'allevamento dei colombacci, che tra l'altro non lo porterà mai a caccia perchè il suo fine è l'ibrido e quindi il nostro non corre pericolo alcuno. Tout passe, tout casse, tout lasse, come dicono i nostri cugini oltralpe, si insomma tutto finisce e tutto cambia e credo che rinunciare, in questa maniera, sia stato invece un atto d'amore. 

Denis

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Risposta #4 il: 15/12/2018 - 00:27
Secondo me Badger è in parte l'età ma lo è per un evoluzione del  cacciatore di colombacci che è in te.
Un po rincoglionito forse anche ma questo lo puoi sapere solo tu [size=78%] o chi ti sta vicino e comunque meno di domani sicuramente e questo la saprà solo chi ti starà vicino .


Lo stesso identico comportamento ho io quando raccolgo un colombaccio quindi benvenuto nel club di chi alleva o ha allevato colombacci.
Per quanto riguarda dove e cosa fare con i miei colombacci ( 10 adesso tutti allevati a mano di cui 9 allevati da me ) se non dovessi più poterli detenere è una domanda che mi pongo spesso e alla quale non so rispondere ancora con certezza.
Lasciarli liberi sarebbe la cosa migliore ??  sicuramente si, lasciandoli in estate quando trovano facilmente nutrimento ma lo sarebbe per pochi mesi fino alla riapertura della caccia quindi.......
Quindi consegnarli ad un amico che possiede una grande voliera potrebbe e dovrebbe  essere la cosa migliore dato che dopo un certo tempo ( non so dire quanto per non avere fatto la prova a lungo termine con gli adulti ) lui si distacca da quel rapporto che mantiene anche da adulto da chi lo possiede se chi lo possiede non mantiene un contatto giornaliero con lui.
Per come la vedo io che li allevo direi che hai fatto il giusto e al meno puoi vederli comunque ogni tanto.
Anzi interessante sapere tra un tempo indeterminato se in qualche modo riuscirai a percepire tornando a vederli se ti riconoscono con qualche accenno e quale sarà il loro comportamento.
Molto interessante veramente.
Ho rilasciato quest'anno una tartaruga che mi fu regalata circa 10 anni fa piccola come un uovo. Era un maschio. Sicuramente ora è nel suo ambiente (una riserva naturale di lecci interamente recintata e presidiata dalla forestale ) e son convinto di avere fatto il giusto. Forse qualcuno potrebbe pensare  che avrei dovuto regalarla a chi ne possiede una ma ho voluto dargli la libertà che non aveva avuto visto che era nata in cattività. Sapeva nutrirsi da sola in quanto mangiava sia lumache, lucertole  petali di fiori, erba e verdure varie oltre alla pasta asciutta e sapeva sotterrarsi in novembre per il letargo perché sempre rimasta all'esterno anche d'inverno e non sarà sicuramente soggetta all'attività venatoria.
Si, credo di avere fatto la cosa giusta per la tartaruga ma non lo sarebbe mai per un colombaccio a meno che la caccia fosse vietata definitivamente altrimenti il suo destino sarebbe destinato da una schioppettata altro che libertà riacquisita per pochi mesi.
Hai ragione Rinaldo parlando di un contrasto di sensazioni che si ha allevando colombacci perché come dice anche Badger il colombaccio sta ad un piccione come una Porsche carrera sta ad una Panda ma questo lo capisce solo chi ha allevato colombacci dal 6/7 giorno dalla nascita.
Ovvio Giamp che per un cane il discorso non sta più in piedi.
Non ho un cane da caccia ma ne ho avuti ( non da caccia) ed ora ho un Maltese.

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giamp50

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Risposta #3 il: 14/12/2018 - 21:42
Rimango basito, non avrei mai pensato che chi aveva talmente elevato il rapporto interpersonale tra Lui ed il "prigioniero" tanto che sembrava ne avesse fatto una ragione di vita potesse, da un momento all'altro, rinnegarne la religione.
Tutto avrei potuto pensare, anche che potesse smettere di trucidare i fratelli del suo smisurato amore, ma mai che lo potesse ripudiare fino al punto di "regalarlo", tradendolo nell'affetto più profondo e facendolo ulteriormente soffrire, oltre che per la mancata libertà, anche per l'amore che Loro nutrivano per Lui!!!

Personalmente, se non mi ritenessi più idoneo alle cure, avrei atteso la chiusura della caccia, e li avrei liberati, gradatamente, al Loro destino.
Un giorno di libertà può valere anche la fine di una esistenza.

Quando, tanti anni fa, smisi con la nocetta, dopo aver goduto del loro canto a casa, un giorno di primavera aprii loro le porte, preferii così, far loro provare almeno una volta la Libertà.

Probabilmente abbiamo visioni diverse caro Badger, ma personalmente non credo si possa piegare tutto alle proprie giornaliere convenienze.

Certo anch'io sento giorno per giorno il degrado fisico della vecchiaia e me ne dolgo profondamente, anzi, se vogliamo essere sinceri, mi ci inc...zzo di brutto, ma non regalerei mai la mia cagna per non accudirla, potrei prestarla una mattinata ad un giovane prestante ed appassionato affinchè insieme si divertano, ma resterà con me finchè sarò in piedi.

aldorin

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Risposta #2 il: 14/12/2018 - 19:13
No, no Badger, non sei più rincoglionito di ieri... sei solo un pò più stagionato. E la stagionatura porta a sublimare i profumi, i colori, il gusto per le cose belle.
Sta di fatto che anni addietro anch'io mi ero impagliato per allevar colombacci ...poi...piano piano ... mi sono accorto che entravo in contrasto con alcuni aspetti della mia anima e così ho deciso: i colombacci li caccio, non li allevo più... per non entrare in quel contrasto di sensazioni che hai ben descritto!
C'è un però! Vale a dire mi innamoro dei volantini che allevo/addestro e quando me li uccidono i falchi mi ritrovo con la "catena scesa ... a pedalare a vuoto!"
Di colombi ce ne sono sempre più (questo fatto è sotto i nostri occhi) ma anche i loro predatori specifici (astori, sparvieri e pellegrini) sono in aumento. Così va il mondo...
Ho provato le tue stesse sensazioni e da qualche tempo ho deciso di non allevare più il selvatico che ancora oggi caccio.
Un caro saluto.

Badger

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Risposta #1 il: 14/12/2018 - 12:03
Qualche tempo fa avevo introdotto una discussione dal titolo "quanto vale la vita di un colombaccio?". Oggi, complice il ristagno dei post, vorrei lasciarmi andare a qualche ulteriore considerazione, frutto certamente del progressivo andare in pappa della materia grigia, sempre ammesso che ne possegga una sufficiente. Ho avuto  per anni colombacci in voliera, cosa che oggi non è più, per una scelta di vita che mi vede privilegiare un progressivo alleggerimento dell'impegno quotidiano. Insomma da febbraio a marzo approfittando della generosità di un amico "parcheggio" un po' di piccioni in un'altra voliera per riprenderli poi a settembre. Questo con i colombacci non si può fare per ragioni che chi sa comprende benissimo e quindi li ho regalati ad un altro amico che ha una bellissima e grandissima voliera dove sono liberi di volare e riprodursi, in più non li porta a caccia, li detiene da innumerevoli anni e mi basta ogni tanto telefonare per sapere se stanno bene perchè li amo ancora senza pudore alcuno.Dunque per tornare a noi il fatto di avere un contatto quotidiano con i colombacci produce tutta una serie di considerazioni frutto di osservazioni come dire "de visu". Il colombaccio sta al piccione, in termini di intelligenza, di capacità relazionali e così via come  una porsche carrera sta a una fiat panda. Insomma è quasi un essere senziente che ha come  un disperato bisogno di interagire con te. E da qui, come si può ben capire, si sviluppano sensazioni che mellifluamente si insinuano nel tuo sentire quando vai fuori per ucciderli. Sarà crudo da dire ma io quando li vedo, quando li cerco, quando adopero il fucile li desidero pazzamente, li voglio ad ogni costo e non contano i sacrifici che  faccio per portarmeli a casa. Ma poi ecco che, forse complice l'età, nascono pensieri che ammetto mi turbano non poco. Grande iattura quando ne raccolgo qualcuno ancora vivo, e confesso che gli dò un occhiata per capire se forse potrei come dire" portarlo in infermeria". Insomma non posso fare a meno di pensare che anche "lui" potrebbe essere come Potter, la differenza sta solo nel fatto che non l'ho allevato io, ma per il resto è suo fratello gemello. E' un problema senza soluzione perchè ovviamente per quel che dipenderà da me smetterò di andare a caccia solo quando non potrò più farlo per i più disparati motivi, il più semplice dei quali probabilmente sarà la conclusione della mia stagione. E allora? Allora non so come tacitare questa tristezza improvvisa, questo momentaneo smarrimento che a volte mi sciupa almeno in parte momenti che dovrebbero essere di soddisfazione piena. Sarà l'età? O invece una consapevolezza nuova, un evoluzione del mio essere cacciatore che induce riflessioni un po' più profonde? Certo che dalla scapigliatura boccalona del fucile e della borsa delle cartucce fra i piedi ne è passata, purtroppo, di acqua sotto i ponti. Suvvia recatemi conforto e ditemi che sono solo un po'più rincoglionito di ieri e ovviamente meno di domani. Ciao