FORUM Club Italiano del Colombaccio

Pelo 52

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Risposta #41 il: 16/04/2018 - 21:17
Se dai una risposta a quanto scritto tempo fa.....(testuale)..... UNA GESTIONE INTELLIGENTE CHE PERMETTA ABBATTIMENTI BEN PIÙ NUMEROSI  E DI SOGGETTI ADULTI.  COME?  BEH ,LA GESTIONE ATTUATA NELLE AFV NE SONO UN ESEMPIO ECLATANTE...... ti rispondo a proposito di piccioncelle considerato che non solo aldorin ....e' uno specialista in merito
Aspettasi risposta sollecitando - se non arriva - l'amministratore Vasco a contattare Giamp e scrivere in sua vece risposta a domanda più volte posta con risposta ad oggi mai pervenuta
Grazie per la comprensione

giamp50

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Risposta #40 il: 16/04/2018 - 10:14
Cerco di rilanciare questa interessantissima Discussione nella speranza che i tanti specialisti che utilizzano questa tecnica, superando il riserbo assoluto finora adottato, aprano finalmente una breccia e ci descrivano e ci raccontino.
Mi sembra di aver sentito in passato che anche Aldorin sia uno specialista in merito.
Grazie.

giamp50

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Risposta #39 il: 16/02/2018 - 14:58
Bohh, anche nei volantini i giovani sono più duttili e gli adulti/anziani meno disponibili, però i giovani più imprevedibili mentre adulti/anziani oramai ben inquadrati molto più sicuri, oltre al fatto che l'ottima memoria degli adulti/anziani farebbe risparmiare ogni anno un bel po' di lavoro di addestramento.

Vero è che nell'anteguera i titolari delle cacce erano gli stessi proprietari terrieri, per lo più nobili, che disponevano di manodopera illimitata a costo zero, ma oggi la situazione è ben diversa e per rifare annualmente le piccioncelle ci dovrebbero essere motivazioni ben più dirimenti.

Vasco

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Risposta #38 il: 15/02/2018 - 17:14
L'unico motivo per cui le piccioncelle debbano essere dell'anno dal fatto che i giovani sono più obbedienti, quindi rispondono meglio all'insegnamento e al comando impartito, i vecchi sono già "sapienti" e qualche "libertà" se la prendono, magari girando un po troppo provocano l'effetto opposto e il branco se ne va.
Saluti

giamp50

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Risposta #37 il: 14/02/2018 - 21:36
Rileggendo il Mazzotti con un pò meno foga del passato e ragionandoci anche su, mi colpisce e non ne capisco il motivo che le piccioncelle debbano essere tutte dell'anno!
Per cui ogni anno è tutto da ricominciare daccapo.

Chi sa potrebbe spiegarne il motivo?
Grazie.

giamp50

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Risposta #36 il: 13/02/2018 - 12:42
Certamente ci saranno antiche metodiche ancora da conoscere e lo stesso Mazzotti probabilmente non potrà aver conosciuto tutto.

Però il Suo libro credo dovrebbe essere preso come base di discussione e confronto nelle nostre chiacchiere altrimenti finisce in una torre di Babele dove non ci si intende più.

Vedi ad esempio il termine "lascie", anch'io pensavo fosse usato come sinonimo di piccioncelle, invece il Mazzotti ci dice che con questo termine si intende il luogo di lancio.

Ciao.

Vasco

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Risposta #35 il: 13/02/2018 - 12:24
Giamp, non metto in discussione Mazzotti, nel suo libro ha illustrato e descritto molto bene la caccia alle palombe in generale, ma c'è tanto più da dire per la caccia che in Umbria si faceva esclusivamente a fermo. Nessuno lo vuol smentire tanto meno io, ma nel merito delle piccioncelle credo che non ha saputo che erano utilizzate e in modo diverso anche in Umbria. Mi auguro avrai l'occasione di passare a trovarmi, ti farò conoscere il figlio di (BISELLO) uno dei tanti avvistatori che allora comandavano le piccioncelle, Mazzotti nel libro non ha ricordato "l'avvistatore".....
Fino a qualche anno fa era mantenuto "vivo" da uno dei figli, un vecchissimo impianto con casotto in muratura registrato al catasto con (LA CACCIA) con annesso, sempre in muratura, nel quale i bisnonni usavano le piccioncelle, quindi parliamo di metà ottocento.
Comunque non ne faccio motivo di campanilismo, soltanto per ricordare come si cacciavano, a quei tempi, le palombe in Umbria.
Ti voglio bene anch'io giamp.

giamp50

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Risposta #34 il: 12/02/2018 - 23:58
Ciao Vasco,
ma a me non sembra proprio che il Mazzotti abbia "dimenticato", anzi il Mazzotti specifica chiaramente:

"Da molteplici informazioni assunte è possibile concludere in tal senso: ci troviamo dinanzi ad un avvenuto scambio di sistemi di richiamo fra Umbria e Marche, cosicché da molti anni ed ancor oggi nelle due Regioni si usano ambedue i sistemi, volantini e <<piccioncelle>>, l'uno di origine sicuramente umbra, l'altro di origine sicuramente marchigiane."

Quindi Lui eventualmente ignorava, non dimenticava, ammesso che Tu abbia ragione.

Poi:
"Negli impianti marchigiani, sovente i capanni della <<lasciata>>, ovverossia le <<lascie>>, delle piccioncelle sono più di uno e, di conseguenza, più di uno sono i capanni con il <<cassettone>> o <<pollaio>>."

Da ciò mi sembra di desumere chiaramente che il Mazzotti con il termine "lascie" intendesse non le piccioncelle ma bensi il posto dove le piccioncelle venivano lanciate.

Ora nessuno ovviamente è infallibile, però visto il periodo in cui è vissuto, il suo impegno e capacità, i suoi rapporti con numerosi grandi e storici impianti, personalmente propendo per le tesi del Mazzotti.

Ti voglio bene Vasco. Ciao.

Pelo 52

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Risposta #33 il: 12/02/2018 - 21:11
Ciao Denis .
Vasco sa, ne abbiamo più volte parlato , che si riteneva necessario aprire delle rubriche dedicate alle varie forme di caccia.
Questo per eliminare le tante cavolate che si leggono nel forum.
Terfiro ha risposto compiutamente , nella rubrica dedicata leggi e regolamenti andate a leggere, a quanto da tempo scrivo per smorzare l'argomento detenzione piccioni regolati da leggi nazionali regionali provinciali comunali .
Andate a leggere.
Nel club vi sono fior di cacciatori , citati dall'avvocato Mazzotti e non , che potrebbero tranquillamente gestire rubriche dedicate alla caccia a fermo, a volo , da campo , con l'asta .
Almeno si eviterebbe di dare fiato a cazzate che ti fanno rimanere senza fiato .
Non nascere imparati nn è un dramma .
Credere di essere nati imparati è invece un dramma

Denis

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Risposta #32 il: 12/02/2018 - 19:00
Caro Denis . La lascia nn è la cassetta dei piccioni ma, in marchigiano la lascia o piccioncella è il piccione .
Questo perché quando non esistevano le attuali cassette comandate a distanza era il capocaccia che dal capanno centrale ordinava a chi stava nel capanno con le lasce di lasciare la piccioncella con perentorio ordine ....lascia. Poi vi è da dire che quella che dite voi nn è la vera lascia . Quella è la lascia di ritorno . La vera lascia è quella che traversa il vallone.


Lo so Mario che c'è confusione ed appunto per questo che ho aperto la discussione.Qui da noi ho sempre sentito dire "lascia" per la cassetta d'involo delle piccioncelle, oppure anche le lascie tanto per uno che per 'altro.
Insomma qui da noi dicendo lascie si capisce di cosa si tratta ed in ogni caso bene anzi benissimo perchè vedo che la discussione prende la direzione giusta visto che Vasco sta dicendo che piccioncelle sono una cosa mentre le lascie ne sono un'altra; Alla fine avremmo le idee chiare tutti. A me poi interessava conoscere le esperienze di chi adopera questi sistemi, quali attrezzature e metodologie, come fare,quali le linee di sangue di piccioni migliori, come iniziare con la prima piccionelle che parte, quando fermarsi, quali le percentuali di efficacia del sistema. Praticamente vedete voi che le utilizzate di parlare delle vostre esperienze in merito. E un argomento bellissimo ed interessantissimo. Grazie ancora per le risposte, Denis










Vasco

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Risposta #31 il: 12/02/2018 - 15:21
Mazzotti ha riportato le piccioncelle, lascie, dimenticando che le piccioncelle erano utilizzate in Umbria già dall'ottocento. In alcuni impianti le lascie sono state posizionate a distanze molto più grandi di quelle che riporta Manzotti, anche a cinquecento metri e sempre dopo l'appostamento con risultati molto ma molto migliori delle lascie posizionate a 30/40 metri, poi tutto è condizionato dall'orografia e dalla distanza condizionata dalle norme attuali.
Mazzotti, forse, non ha approfondito le peculiarità della caccia umbra, ne ho più volte parlato con il Presidente Paci menzionato dal Manzotti, dimenticando che le piccioncelle e lascie sono due modi di cacciare completamente opposti, le piccioncelle umbre (utilizzate prima delle lascie) per ingaggiare i branchi in lontananza, le lascie marchigiane utilizzate esclusivamente di ritorno, quindi quando si parla di piccioncelle non si deve far riferimento esclusivamente  alle lascie. In umbria le lascie sono utilizzate quasi esclusivamente come ultima spiaggia, cioè dopo che il branco non ha degnato a nessun richiamo.
Saluti.

giamp50

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Risposta #30 il: 12/02/2018 - 12:25
Mazzotti 1919/1987: FRA QUERCIE E PALOMBE 1975 -
Edizione 2005 Olimpia - LE PICCIONCELLE -

Vediamo cosa ci dice:

-metodo originario delle Marche ed importato in Umbria;
-normali piccioni tipo volantini nati nell'anno;
-lanciati da ballatoio di capanno aereo da foro 30x20 uno alla volta;
-ballatoio utilizzato anche per tiro a volo dopo la scarica a fermo;
-traiettoria rigidamente prevista;
-devono andare a posarsi su altro capanno aereo posizionato più in basso rispetto a quello di lancio;
-vola decisa e spesso in planata (elemento fondamentale) sulla raticcia ed entra nel cassettone;
-alimentazione sempre e solo nel cassettone;
-zimbello di richiamo lascie posto vicino cassettone;
-ceste n.2 per 20-30 piccioncelle;
-a sera in casa caccia;
-lanciato in aria in direzione cassettone con traiettoria di direzione pressoché opposta a quella del branco di colombacci da attirare;
-o, secondo ubicazione impianto, in direzione dall'alto verso il basso e piuttosto obliqua e sempre all'incontrario della traiettoria dei colombacci che debbono presentarsi di fianco e mai di punta;
-tragitto normalmente breve, 30-40 mt max;
-in alcuni impianti volo assai più lungo con piccioncella che sfila di fianco a piante posatore;
-nelle Marche la lasciata delle piccioncelle si inserisce contestualmente o quasi nell'azione anche degli zimbelli;
-in Umbria invece le piccioncelle vengono utilizzate dopo gli altri richiami come ultima speranza.

Pelo 52

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Risposta #29 il: 12/02/2018 - 07:33
Caro Denis . La lascia nn è la cassetta dei piccioni ma, in marchigiano la lascia o piccioncella è il piccione .
Questo perché quando non esistevano le attuali cassette comandate a distanza era il capocaccia che dal capanno centrale ordinava a chi stava nel capanno con le lasce di lasciare la piccioncella con perentorio ordine ....lascia. Poi vi è da dire che quella che dite voi nn è la vera lascia . Quella è la lascia di ritorno . La vera lascia è quella che traversa il vallone.


Denis

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Risposta #28 il: 10/02/2018 - 22:19
Condivido tutto quello che hai appena scritto Giamp.
Infatti la piccioncella deve intanto partire a rovescio rispetto alla direzione di volo del branco che non sta curando ed è oramai  perso. Piccioncella come a mostrare che un soggetto del branco ha creduto mentre nel video vediamo dei piccioni che partono a mo di volantini da una posizione e che vengono recuperati da un'altra parte.


Poi che in questo appostamento se vogliono chiamare quei piccioni piccioncelle contenti loro.
Se gli va bene così benissimo per loro ma quelle non son piccioncelle come da letteratura.
La discussione l'ho aperta io ed è per le piccioncelle quelle vere.
Chi le utilizza  venga appunto scrivere le sue esperienze, di ammaestramento, di posizionamento , le modalità, le tecniche utilizzate nel costruire le lascie, come vengono lasciate a quale cadenza o ritmo, quando smettere ,quando iniziare a lanciare, quale le linee di sangue , quali le percentuali di efficacia ecc...




giamp50

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Risposta #27 il: 10/02/2018 - 21:52
Questo argomento delle lascie è veramente intrigante e lo sarebbe ancor di più se chi le usa ce ne descrivesse le modalità, i risultati ed i limiti.

Ed allora mi sono andato a rivedere il video attentamente.
Non mi sembra che quelle palombe stessero per andare in posa ma, a mio modesto avviso, hanno appena iniziato il gioco quando aprono il fuoco. Per la posa, se la si raggiungesse, ce ne vorrebbe ancora di gioco.

Ed ancora sì, vero, quelle piccioncelle o lascie, più che piccioncelle sembrano svolgere il lavoro dei volantini solo che sono lanciati da un punto e recuperati in un altro.

Non sembrerebbe propriamente questo il loro lavoro, almeno in letteratura.