Non so voi ma io sto soffrendo e passo momenti di pessimismo associato a dei momenti di fiducia magari perché ho sentito qualche persona autorevole che mi ha incoraggiato. Purtroppo questi momenti durano poco perché la situazione ancora non ha preso il verso giusto. Non dormo la notte e penso quello che potrei fare per rendermi utile anche se sono consapevole che per quanto mi adoperi non riuscirò io a cambiare il corso delle cose.
Comunque pensa e ripensa ho deciso di mandare una lettera a tutti i senatori. Servirà a poco ma anche se qualcuno di loro la leggerà spero che la sua onestà intellettuale lo porti ad una attenta riflessione. Non posso stare ad aspettar sentenze senza far niente.
Ecco sotto il testo spedito tramite E-Mail.
Animalisti : Produttori soltanto di danno , dolore e odio.
Purtroppo si, non si preoccupano di ambiente, non si preoccupano di occupazione e non si preoccupano dei problemi umani ma soltanto di quelli animali, spesso male e a modo suo. Innescano futili battagli dittatoriali con grande vigore contro tutti coloro che non li assecondano e contro la caccia in primis e se guardiamo fino in fondo, queste a cosa portano, vedremo che servono soltanto per soddisfare le loro deviazioni e una loro mera visibilità. Una visibilità che di fatto interesserebbe pochi e dal punto di vista mediatico durerebbe meno di una giornata, ma il contesto che l’avrebbe creata porterebbe tanto danno economico e morale ed innescherebbe, inevitabilmente, odio e tanta sofferenza psicologica (umana). Entrando nel merito della questione, quella che è in discussione al Senato in questi giorni e relativa ai richiami vivi, è doveroso analizzare quanto scompenso antropologico e culturale produrrebbe l’indebolire o addirittura vietare questa pratica nell'attività venatoria. Verrebbe colpita una grande fetta del mondo venatorio italiano (il primo loro fine), ma prima di tutto verrebbe colpita una caccia altamente selettiva, sostenibile ma nel contempo povera, praticata nella maggior parte da persone anziane e spesso anche meno abbienti. Verrebbero colpite feste paesane e fiere ornitologiche a questa legate, fiere e feste che tanta gente tutt'oggi frequenta con soddisfazione e ne apprezzerebbe la rievocazione di quelle che venivano fatte in un tempo che fu. Verrebbe colpito, in un momento così delicato per l’occupazione, un indotto lavorativo formato da tantissime famiglie che con tanto sacrificio, ne ricavano un umile ed onesto reddito. Tutto questo soltanto per soddisfare strumentalizzate false verità, perché coloro mentono e sapendo di mentire. Analizzando il risultato finale della battaglia, vedremo chiaramente che agli animalisti non cambierebbe niente. Qualunque sia il risultato, non guadagnerebbero e non perderebbero alcun che , mentre dall'altra parte si concretizzerebbe una grande sconfitta antropologica e culturale. Si perderebbero radici, tradizioni valori ed ideali trasmessi dai nostri padri, elementi irrinunciabili che in tutti i tessuti sociali sono il fondamento e la struttura storico culturale primaria per un’equilibrata e giusta società.. Si produrrebbe sofferenza per quelle generazioni ancora legate ad usi, costumi e modi di vivere rurali non sostituibili ed inoltre si verrebbero a togliere a quelle persone di età avanzata, quelle bellissime ed umili emozioni, fatte di albe dentro un capanno ad ascoltare i loro ausiliari, compagni di avventura che amano e custodiscono con tanta passione. Cacciatori esperti che fisiologicamente soltanto quel tipo di Ars Venandi possono praticare. E’ grazie ad alcune di queste persone ancora in vita ed ai loro padri, i quali combatterono per la libertà e la democrazia, che alcuni movimenti irrispettosi e ignoranti si possono permettere di distorcere verità e sputare parole offensive e piene di menzogne nei confronti di persone oneste che non la pensano come loro. La vittoria degli animalisti per il cittadino non coinvolto e ignaro della questione, sarebbe un risultato irrilevante ed insignificante, ma a loro darebbe la forza per ripartire il giorno dopo ad adoperarsi nel rendere difficile l’esistenza a qualche altra attività umana. Ormai l’esperienza insegna che questo è quello che sono. Lo hanno dimostrato e lo dimostrano anche in Comunità Europea dove hanno avuto qualche politico animalista, che per i suoi fini ha fatto diventare illecito anche il consentito. Ha cercato di far chiedere all’Europa ciò che non ci chiedeva e ancora, in merito alla questione richiami, non ci sta chiedendo. Le uniche cose che ha stupidamente e indegnamente stimolato e saputo strappare per il nostro paese, sono state le messe in mora e le procedure di infrazione. Probabilmente i commissari europei, di sua iniziativa, non le avrebbero emesse.
Viviamo ormai in un contesto sociale freddo, fatto di computer e telefonini. I figli non seguono più le orme dei padri e per alcune generazioni, le più anziane o mature, c’è tanta nostalgia del passato. Vedono ogni giorno, con sofferenza, l’immorale caduta di valori ed ideali. Si evince una sottile ma continua opera dello sgretolamento strutturale di radici e tradizioni e si vive in una società dove non palesa più ne vergogna ne rispetto.
I cittadini onesti cacciatori chiedono di poter praticare la loro passione e continuare ad accudire i suoi ausiliari con serena tranquillità, facendo questo nel pieno rispetto delle leggi e della sostenibilità , pronti ad adoperarsi per la massima collaborazione nel mantenimento di un ambiente sano e pulito, compreso il massimo rispetto del benessere animale. A tal fine ci auguriamo che una politica seria si muova e decida con onestà intellettuale e con buon senso. Ci auguriamo che prenda profondamente atto della reale situazione ed operi senza nessun pregiudizio guidato da strumentalizzazioni o mistificazioni fatte ad arte. Faccia questo per il bene comune, per il senso di giustizia e il fondamentale rispetto di tutti. Ci auguriamo che chi si trova nella stanza dei bottoni e non conosce a fondo la materia non si prenda la responsabilità di votare verso un risultato senza ritorno, non sarebbe ne onesto ne onorevole.
La caccia è tradizione, se muore la tradizione può morire anche la caccia.
Una società senza radici è come l’ albero che ne è privo, prima o poi è destinato a cadere.
Cordialmente
Innocenti Terfiro
Componente del Club italiano del colombaccio e componente commissione e organizzatore di una grande fiera ornitologica Toscana.