Come ogni anno il Club del Colombaccio celebra il suo rito più importante e lo fa nel luogo storico che ha visto la sua nascita. Per carità tutte le manifestazioni che si svolgono intorno a quest'attività venatoria ed i suoi protagonisti tutti, compreso il nostro dagli occhi gialli, sono importanti e meritevoli di essere visitate ma Poggibonsi rimane sempre e comunque al top. Quest'anno poi mi sembra, ma ci saranno conferme, che ci sia stato un di più, una migliore e maggiore partecipazione che se da un lato dà valore all'evento dall'altro testimonia il sempre crescente interesse alle tematiche di specialità che sono alla base della caccia al colombaccio. Mi corre poi l'obbligo, vorrei dire l'urgenza di aggiungere qualcosa ancora. Avete presente i social network? Ovviamente si, tutti ne decantano le possibilità di incontro, di contatto che questi favoriscono; bene a parte che io ho una mia idea che non piacerebbe a Zuckerberg, anche se non ha colpe, lui, il difetto non sta nel fucile ma in chi preme il grilletto, ma vi siete mai soffermati ad osservare invece quello che accade all'interno del Club? No? Male molto male, ieri io in circa quattro ore forse non sono riuscito a soffermarmi a parlare con tutti quelli che volevo o che a loro volta volevano incontrarmi. E questo credo che sia accaduto a tutti gli altri, del Club, che erano presenti sull'arena erbosa della Festa. Ancora, in poco tempo, per quanto mi riguarda, alcuni di questi incontri hanno messo radici robuste ed hanno prodotto complicità importanti, tutte allo stesso modo, anche se ragioni logistiche, o diverse situazioni di vita hanno fatto si che questi rapporti si siano distribuiti nella quotidianità in maniera diversa. E dove esiste di grazia una simile comunione d'intenti nell'universo venatorio che ci circonda? Sempre ovviamente tenendo presenti situazioni di vita, età, lavoro e chi ne ha più ne metta, diversissime tra loro. Accadono delle cose, in questo nostro piccolo pianerottolo che testimoniano che ancora si può sorridere e godere dei piccoli o grandi frutti che il nostro stare uniti ci offre. E così può accadere che un amico, perchè solo così si può chiamare chi ti fa un regalo che va ben oltre il suo valore, riempia di gioa la tua giornata e quelle che verranno, con due beccuzzoni che già facendomi le alucce mi mangiano in mano. Grazie ancora Mario. Troppo da libro cuore direte voi? Forse sarà anche così ma in una quotidianità che ci frantuma aneliti di vita come un caterpillar forse vuol semplicemente dire che sappiamo ancora trovare motivi in più per godere di essere vivi. Un saluto