Ciao Franco (Polvere), la tua filosofia di caccia la condivido, non sappiamo di dove sei, e sarebbe importante saperlo, così come ogni iscritto al forum.
Questa è la mia opinione.....
Per il taglio del bosco non vorrei fare una lungagnata, è vero quello che sostieni, ma il tempo ripristina, rinnova e ricrea le condizioni ottimali per l'equilibrio naturale, per mano dell'uomo.
E' vero che in alcuni casi sembrano desertificazioni, ma i tagli sono comunque autorizzati dalla forestale e dalle comunità montane.
Occorre pazientare una decina o poco più di anni, e l'"albergo" è di nuovo pronto più ospitale di prima.
Nel frattempo la ricettività dei nostri amati volatori sarà garantita altrove, per dar modo così ad altri cacciatori di colombacci di poterli "giocare". Il ciclo si ripeterà nel tempo.
Ho visto il parco di Migliarino-S.Rossore, lasciato a se stesso, con il suo degrado e la sua incuria, dettata da uno spirito ambientalista cieco e becero. Le piante che cadono malate, i selvatici ungulati che sopravvivono a stenti, non avendo cibo in abbondanza per l'incapacità del bosco di ospitarli e di fruttificare, le fronde che non esistono più a causa di una eccessiva presenza di daini e caprioli che defogliano qualsiasi pianta bassa.
Il sottobosco praticamente assente, in poche parole uno scempio.
Il promontorio di Polpulonia rischiava di fare la stessa fine, ma non per l'eccessiva presenza di selvatici ma sempre per un divieto di taglio imposto fino a una quindicina di anni fa. Per fortuna successivamente sono stati autorizzati tagli a scacchiera e la vita è ricominciata.
I territori in alta collina o montagna, dopo il taglio del bosco, hanno bisogno di avere delle ramaglie e del fogliame lasciato a macerare che gli permettono di trattenere le piogge, altrimenti si creerebbero dei canali spontanei di scolo molto pericolosi, e un ruolo importante per la salute del bosco, lo assumono anche i cinghiali che smovendo la terra ossigenano la pianta e permettono alle piogge maggiore infiltrazione.
Non nascondo altri ingenti danni da loro procurati, alle colture intensive, ma questo è un altro problema.
Ho vissuto in campagna fino all'età di 11 anni, ma non ho mai smesso di interessarmi alla natura e ai suoi cicli concessi, è il caso di dire, dalla mano capiente e rispettosa dell'uomo.
Il taglio del bosco è regolamentato, non è selvaggio, ed è posto in essere quando le condizioni di maturazione delle piante possono garantire un reddito sostenibile.
Sono andato lungo è non ho detto tutto....
un caro saluto,
Rimescolo