UNA DOMENICA BESTIALE ..COL CINGHIALE

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Come un bimbo che scopre nuovi giochi….

Ecco come ho vissuto domenica sette aprile una tranquilla scampagnata con amici a due e quattro zampe…. tranquilla ma molto movimentata.

Ma faccio un passo indietro e torno a venerdì pomeriggio che per impegni di lavoro mi si prospetta un week end di quelli intensi da far lavorare le macchine 48 ore di seguito. Già il programma era pieno zipillo ad iniziare da sabato mattina in tuta blue e di corsa per l’officina a duellare con il tempo, il sabato pomeriggio con la mia squadra di cinghiale a ripulire viottoli e sentieri nella zona assegnata ove cacciamo..la domenica mattina invece con sveglia di buon ora, per andare ad avvistamenti e censimenti caccia di selezione cervidi e bovidi, inutili così fatti ma obbligatori per poter cacciare. E il tutto mentre le elettroerosioni a filo lavorano interrottamente entrambi i giorni. Che stress e che fatica mentale, o detta alla toscana che palleee, avere la testa impegnata al lavoro anche nei giorni festivi…..Rimaneva la domenica pomeriggio libera se non fosse che i miei figli e mia moglie,dovevano recarsi al lago in provincia di Firenze dove mio cognato aveva organizzato una gara di pesca. No, proprio no…al lago a pagamento non ci vado .Che gusto c’è…mi perde tutto il fascino sportivo di una giornata all’ aperto…una sorta di supermercato della pesca.  No..categorico.  Nel fiume si volentieri ma nel lago artificiale a pagamento proprio no.

Alche’ con la mia dolce metà, decidiamo di separare le nostre strade domenicali con l’intento di  dividere anche la prole rendendo tranquilla ad entrambi,la festività . Ma così non sarà fino in fondo…….per me.

Troppo attratti dal richiamo della lenza i miei due leoni pinnati, optano con decisione per andare con la mamma dal cognato, alla garetta di pesca, e nel contempo gettare ami, bigattini e mais in acqua. Peccato o pazienza, tra me e me penso….peccato non sentano il desiderio di una sana camminata nelle nostre campagne.Infatti già da venerdì mattina con Mirko, canaio della mia squadra, ci eravamo accordati per una giratina a controllare le fore nella rete che lambisce la nostra zona di caccia e nell’ occasione con cani al guinzaglio, cercare due abbai a fermo ad un eventuale suide allistrato.

Ritrovo alle quindici e trenta al suo canile, ho il mio epagneul breton Argo a cui una sgambata all’aria aperta, certamente non farà male. Mirko, puntuale come non mai, si fa trovare pronto con due meticci da seguita nell’ ampia cassetta posta dietro la macchina ,nonché col figlio Iacopo sui sedili posteriori, smanioso di fare una bella passeggiata con i cani del babbo . Arrivati ai Casolari Diroccati ove l’accesso ai viottoli della rete è più agibile, posteggiamo le macchine e sciogliamo i nostri tre cani per permettere loro di fare i bisogni. Mirko opta per mettere il collare satellitare al suo maschio rosso pelo raso, Balto, temendo che la sua irruenza e passione per il cinghiale, (eludendo la presa del guinzaglio) potesse dar sfogo all’ inseguimento di un ipotetico bel verro insogliato . Mai profezia e prudenza fu così azzeccata. I due maschi Argo e Balto,al cospetto della femmina tigratina Zara, si annusano e marcano pozioni di territori per minuti e minuti ancora,delimitando l’accesso al contendente canide di turno. Una volta sbrigate queste pratiche “fisiologiche” , li mettiamo al guinzaglio e muoviamo con fare circospetto e silente ( come si fosse in pieno inverno già in atteggiamento di caccia) lungo il viottolo che costeggia la rete . Camminiamo tutti e tre per mezzo chilometro circa osservando il risveglio primaverile del bosco ,scrutando trattoi esistenti e soffermandoci in prossimità di segni inequivocabili della presenza cinghiali. Il transito è scarso e mentre Argo visto l’ora e la calura è già abbastanza tranquillo al mio seguito, Balto e Zara sono agitati ed evidentemente animati dai ricordi venatori invernali.Cercano insistentemente di far mollare la presa del guinzaglio al volenteroso Jacopo e il picccino a malapena riesce a tenerli a bada. Mirko ahimè non si avvede di quello che di li a poco avrà a succedere e in men che non si dica i due cani da cinghiale riescono a liberarsi con un forte strattone gettandosi all ‘ inseguimento di una emanazione fiutata nel bel mezzo di un fitto roveto . Non di rado questa macchia funziona da rimessa per cinghiali, ma non in questa circostanza.  “  Macchèèè dice Mirko…macchèèèè ” da grande canaio e vero intenditore ma visibilmente infastidito  “..guarda questi cagnacci…sono dietro ad un capriolo “   “..Madonna sotto.. Madonna di sopra .. ” le imprecazioni si sprecano mentre i cani seguendo il proprio istinto da seguita, si lanciano dietro al saltellante animale dal bianco specchio anale . Vedo Jacopo mortificato per l’aver perso la presa dei guinzagli, Mirko con un diavolo per capello per via dei cani che marcano una traccia che mai dovrebbero marcare….il tutto pare abbia preso una piega per nulla desiderata. Ma il bello ha ancora da venire.

Sta da se che il tempo di due minutini e Zara riè già ai piedi nostri. Che bellezza, che soddisfazione per un canaio vedere il proprio ausiliare tornare appena resosi conto dell’odore errato. L’istinto li fa partire ma l’intelligenza li fa ritornare subito indietro. Non è così per il rosso a pelo raso Balto, lui continua a scagnare a canizza per diverse centinai di metri davanti a noi scendendo nella valle ed avventandosi come un fulmine nel boschetto situato a 300 metri dalla nostra posizione. ”Meno male che gli hai messo il satellitare è ?!!  “ gli dico ? Ma per caso sei indovino ..Mirko ?? ” a presa in giro carezzando i nostri due cani rimasti lì con noi. Tanto il capriolo lo molla subito…5 minuti ed è qui . Ed invece col palmare in mano i metri iniziano ad essere sempre di più e gli scagni del cane ad allontanarsi velocemente

Strano…Il capriolo stasera ha proprio voglia di fare intenso allenamento…penso tra me e me ….Nel mentre di questa attesa  i ricordi di caccia e le chiacchere tra noi, prendono il sopravvento, distogliendo la concentrazione sull’ azione  di quel fenomeno di cane . Il perché del fenomeno lo capirete più avanti. Mirko controlla metri e direzione trasmessi dal collare…ha scavallato il poggetto ..1000 metri sud ovest lui è entrato nella gola sotto il podere con la sbarra. A passo svelto ritorniamo verso le auto, facciamo salire i cani rimasti e ci dirigiamo di gran carriera all’ altro lato del poggio, ove gli scagni del cane a malapena giungevano alle nostre orecchie.  “ Mirko…ma siamo sicuri sia capriolo ? “

“ Hai ragione Massy,qualche dubbio adesso inizio ad averlo anche io….troppa strada…troppi fossi e niente campo “ . Visto il tragitto verrebbe da pensare al re della foresta ovvero un bel cinghialone. Lui non ama esporsi al pulito e predilige calanchi e gole per fuggire all’incalzare della muta. I dubbi alimentano la curiosità e così giungiamo di gran carriera a destinazione giusto in tempo per intravedere il rosso del cane nelle radure sotto l’agriturismo. ”Qua’..Balto Quà…Qua’..Vienii qua’ ” urla Mirko. Ma il cane incurante dei richiami si abbassa nel fosso con fare costante ed insistente, come fosse su una passata su animale molto avanti. “ Maremma bonaaa..che testone sarà quel cucciolone di un anno e mezzo..”  impreca Mirko, solitamente calmo e pacato. Nel mentre il nostro udito indica agli occhi la soluzione migliore per poter andare alla riscontra della canizza, noto con piacevole stupore,infrascata e ben nascosta ad una normale neofita visione, una postazione di terra con posatoio per cacciare colombacci . Cordini per azionare le racchette, fraschette di ginepro accuratamente girate verso l’interno, bacchettina manda piccioni infilata lateralmente e graticcino minuscolo legato con fascette da elettricista. Malandrini penso tra me me…penso di sapere anche di chi è opera… guarda dove vengano a tendere !!!  quanti ne ho fatti  qua e là per la Toscana . I miei non li trovavano però.….con un sorriso stimolavo i ricordi del mio pensiero.

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Ma non c’era tempo per i colombacci che furono, siamo dietro a richiappare un cane con avanti non sappiamo bene che cosa..

O forse facciamo finta di non sapere che cosa……

Un cinghiale, a questo punto la soluzione è elementare. Una volta scanizzato il capriolo per qualche decina di metri, evidentemente Balto si è trovato a ridosso di un verro che messo in moto dalla foga del cane, non aveva esitato nel lanciarsi in fuga e fare tanta ma tanta strada . La leale sfida è in atto, ad armi pari, ed appassiona anche senza la trecento otto winchester in mano.

E’ questo il succo del mio modesto racconto .

Risaliamo in macchina e con andamento accelerato ci dirigiamo agli Scarichi, ovvero il versante opposto di dove eravamo e per far questo risaliamo alla strada asfaltata compiendo un semicerchio di un chilometro circa, abbocchiamo a tutta velocità nei campi incolti , fortunatamente asciutti, nell’intento di sbarrare la strada al forsennato cane e alla preda.  Cane Balto che di mettere fine alla canizza nemmeno gli passa per la testa così come di dare retta agli urlacci di richiamo emessi da quel Mirko. Non c’è verso, niente da fare ,come le concitate voci giungono all’animale, la direzione cambia automaticamente. Già questo col senno del poi, svelerebbe l’arcano. Ancora Mirko col palmare tra le mani e la distanza minima visualizzata a centotrenta metri, chiama e richiama il cane ma egli, come nulla fosse rimbocca il canalone che porta all’agriturismo di prima e via diretto lassù .Alche’ noi senza pensarci un attimo rifacciamo lo stesso percorso inverso e ci andiamo ad appostare poco più ad ovest in una vigna fresca di  potatura. Non vi dico le buche ed i salti con la macchina…lascio all’immaginazione vostra.

Ci fermiamo in un dominante terrapieno argilloso .

” Massy …Jacopo ..voi rimanete in macchina “ invita caldamente Mirko che afferrando il guinzaglio dal bagagliaio, muove di corsa verso il fosso. L’invito di Mirko mi lascia un po’ perplesso ..capirò a momenti il motivo per cui non ci ha voluto appresso. Passano 15 minuti e il padrone del cane non si vede. Lascia presagire il peggio. Ad un certo punto squilla il telefono “Mirko canaio ”…mi affretto a rispondere :  “ Massy Massy..vieni di là al tuo appostamento del capriolo ..di corsa… Balto ha attraversato l’asfalto ed è andato nel canalone di là “

Ecco il perché mi aveva lasciato in macchina.. per andare di corsa a riprenderlo in caso di urgente necessità .

Una nota  : l’appostamento del capriolo glielo avevo fatto notare strada facendo una volta sull’asfalto e compiuto il semicerchio di un chilometro…andando verso gli Scarichi, restava sulla nostra sinistra affacciandosi sulla maestosa gola della mia tesa per colombacci. Parliamo di una zona che conosco metro per metro, valle per valle e viottolo per viottolo. E questo sarà la nostra chiave vincente. Una volta traversato  l’asfalto ,il cane con la preda avanti,era entrato in altra zona per cinghiale, non la nostra. Per Mirko una zona sconosciuta…

..per Mirko ma non per me.

Accendo il Suzuky Vitara e a tutto gas vado alla riscontra del grande camminatore padrone del cane e ad ora, abbastanza arrabbiato. So dove trovarlo e non mi è difficile arrivare da lui in un baleno. Mi indica sconsolato la direzione segnata dal palmare e mi fa udire il cane ancora a canizza. Cavolo due ore ed ha fatto tre km in linea d’aria senza considerare le sguerguenze più  o meno larghe fatte nei canaloni precedenti,

“ Sali Mirko sali alla svelta…tra poco è buio”…..lo invito io .

“Massyyy…  ma io non so dove andare “…replica lui abbastanza sconsolato.

“Dai…vieni. Lo so io dove passare per arrivare lì ”. Son anni che quella zona è nelle mie vene.

Di nuovo in macchina e a corsa scendiamo nel discesone di là che porta alla gola ove il cane era a canizza e quando il palmare segna i 200 metri o poco meno o poco più ci fermiamo con una grande e polverosa frenata.

“Mirko… Mirko vai giù nel discesone ritto che riporta dove eravamo prima ”  …gli indico io. Un discesone ripido che sbarra di netto la traiettoria della canizza. Io rimango a mezzo e Jacopo è poco più in alto di me. Povero cittino è stremato anche lui da così tanto via vai…..Se passano di qua come sembra, forse ce la facciamo a prenderlo.

Nitidamente sentiamo Balto avvicinarsi che scagna ,non sono più i 200 metri che ci viene incontro..imetri diminuiscono corposamente come il susseguirsi dei miei emozionati respiri…

Un attimo, solo un attimo e capto al  volo gli intenti…

..tende a salire e stare alto per passare lì dove abbiamo lasciato la macchina.

Muovo di corsa e vado proprio li dove il mezzo era fermo. La bestia invece di andare lungo il fosso giù in basso aveva iniziato a tagliare in obliquo alto sul costone dirigendosi proprio diritto al mio capanno dei colombi. Come sapesse bene dove e come fare ma soprattutto perché fare quella traiettoria.Sento distintamente lo scagno potente e deciso del cane davanti a 40-50  metri di distanza e ci divide, coperto da imponenti quercioni e basse cannicciole,un laghetto naturale di 30 metri . Lo intravedo male ma lo intravedo il laghetto. L’ultimo scagno mi è addosso leggermente spostato sulla destra.

Ora vedo cosa è…….  Ma non finisco di pensare che ..

SPLASHHHHHHHHHHHHHHHHHHH….un portentoso tuffo nel laghetto tanto forte da rimbombarmi nelle orecchie per infinità di secondi..

Ecco il dubbio svelato….

Intravedo per una attimo la testa del cinghiale fuori dall’acqua che nuota verso la sponda opposta a dove ero io. Un tuffo importante come consistenza che rendeva idea della stazza del suide.

Ancora non riesco a descriverne una nota musicale, forse un rullio di tamburo o una soffiata a pieni polmoni di trombone….una tinozzata di acqua smossa o una camiata di acqua rovesciata sull’asfalto. Tutto questo o forse niente ..come posso descrivere ???!!

E l’irsuto che nuotando col grifio fuori mette l’acqua tra lui e il segugio…e scatena la mia eccitante fantasia.

Si tuffa anche Balto, ma ormai il cinghiale, da ottimo nuotatore, ha ripreso la  terraferma e prosegue nella sua estenuante fuga certo della vittoria finale. Le tenebre calano velocemente………

Mirko che nel mentre si era accostato a me si porta di fretta e furia sulla sponda del laghetto, facendosi largo tra le canne e finalmente riesce a riprendere il mai domo rosso e legarlo col guinzaglio .

“ Ovviaa ….l’ho richiappatooo..miseria ladra che sgaloppataa”

“ Massy ….hai sentito che tonfo nell’acqua ?!!! pensavo tu ci fossi cascato tee ??!!!   “

“No no Mirko..”  ancora a bocca aperta e flashato completamente dal tonfo in acqua e dal cinghiale che nuotava ..

“  E’ stato lui, il cignaleeee.. ”   sembra lo abbia fatto apposta di dirigersi verso il laghetto per bere e rinfrescarsi o forse per seminare definitivamente il cane. Il grande cane, che non lo ha mollato un attimo per due ore di seguito.

Che bellezza …ancora son qui che ripenso alle carezze che ho fatto al Rosso Balto per l’avvincente pomeriggio che mi aveva fatto disputare. Vero che non aveva dato retta per niente e non tornava ai richiami del padrone, ma perché stava facendo egregiamente il suo lavoro e stava compiendo alla perfezione quello per cui è stato addestrato, ovvero ricorrere fino all’infinito la sua preda dopo averla scovata. Questa è la sua indole ..”

“ Il Rosso c’è  ..Balto c’è  ”  affermerebbe un noto telecronista sportivo.

Ci siamo anche noi con tutto l’entusiasmo per questi nuovi,e forse per i più ,insignificanti magici momenti da domenica bestiale col cignale !

 

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Starring : Balto,Mirko e Jacopo

 

written by Massimiliano Piersimoni