FIRENZE. Il numero preciso non è deciso. Si parla, comunque, di alcune decine di migliaia l’anno. Anche al di fuori dei periodi tradizionali della caccia, in Toscana, fra il 2016 e il 2018, si potranno catturare e uccidere i cinghiali, soprattutto nelle aree coltivate o a ridosso delle zone abitate, dove possono costituire un pericolo per la popolazione. Però il Piano di controllo delle popolazioni di cinghiali pone alcune condizioni: che, in via preventiva, per il controllo degli ungulati devono essere adottate tutte le misure dissuasive possibili, a cominciare dalle recinzioni; che se la soppressione è inevitabile deve garantire l’incolumità di altre specie, a cominciare dal lupo.
MAPPA DEL RISCHIO
Inoltre, queste battute di caccia per il controllo verranno consentite solo nelle zone a potenziale rischio di assalto da parte degli ungulati. Non a caso, la Regione ha stilato una mappa, provincia per provincia, contrassegnando il territorio con colori dal bianco al rosso. Il bianco indica “impatto nullo” e quindi pericolo zero da cinghiale: in queste zone non si potrà abbattere neanche un capo; il rosso significa “impatto elevato” e prevede la caccia “grossa” agli ungulati. In particolare le battute sono previste in tre aree: urbane (color rosso), coltivazioni pregiate (rosso meno intenso), seminative in aree aperte. Ma sempre secondo la legge regionale, che punta a «limitare il ricorso agli interventi di controllo sugli ungulati», le azioni previste dal piano saranno finalizzate «alla prevenzione/risoluzione dei problemi di danneggiamento causati dagli ungulati alle coltivazioni alle attività antropiche in zone sensibili (aree urbane e peri-urbane)». In subordine, serviranno a evitare «i danni causati all’ambiente, alle coltivazioni forestali e alle altre specie di valore conservazionistico, nei casi in cui non sia possibile intervenire attraverso il normale prelievo venatorio».
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5 INTERVENTI
Quattro i modi per intervenire, a seconda dei luoghi e dei momenti.
La cattura: prevede il prelievo di soggetti vivi, con trappole a scatto, di idonee dimensioni, con targhetta di riconoscimento. È prevista sia l’immediata soppressione dei capi catturati da parte degli agenti di vigilanza, sia la cessione dei cinghiali vivi.
L’abbattimento selettivo all’aspetto è un abbattimento realizzato da un sito di appostamento che delimita l’ambito ove è utilizzabile l’arma da fuoco; si possono usare esche (anche alimentari, come il mais).
C’è, poi, l’abbattimento selettivo alla cerca, con arma da fuoco lungo un percorso per la ricerca delle condizioni idonee a compiere il tiro; l’abbattimento notturno o diurno (da automezzo) è riservato alla polizia provinciale.
L’abbattimento in girata è un intervento si svolge su piccole superfici, con un numero limitato di operatori e cani, mediante accertamento preventivo della presenza della specie bersaglio.
L’abbattimento in braccata è una caccia con armi da fuoco, con cani segugi riuniti in mute, con un maggior numero di operatori (fino a 50) e coinvolge una maggiore superficie rispetto alla girata. È un sistema di prelievo di scarsa selettività, per il disturbo alle specie non target. L’utilizzo rappresenta un caso non routinario.
http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2016/05/04/news/cinghiali-si-sparera-nelle-zone-rosse-1.13410431