Se oggi un cacciatore volesse avventurarsi nella caccia al colombaccio da palco con piccioni da richiamo, non avrebbe certo problemi a reperire dei soggetti adatti allo scopo.
Solo su internet si trovano decine e decine di annunci di vendita. Da marzo a settembre, inoltre, nelle varie fiere, sagre e manifestazioni venatorie, sono sempre presenti allevatori di piccioni e colombacci e, infine, ma spesso è l’approccio più immediato, c’è sempre qualche amico o gli amici di amici disposti a cedere qualche piccione.
Se nei secoli in campo ornamentale e sportivo sono state selezionate innumerevoli razze di piccioni, e per razza si intendono soggetti ben definiti in grado di trasmettere ai figli gli stessi caratteri, questo non si può dire per i piccioni attualmente usati nella caccia. Infatti ad eccezione del Blue de Gascogne, di origine Francese, e dell’Allodola di Coburgo, uniche razze certificate e utilizzata prevalentemente da
gli allevatori per incroci, tutto il resto è frutto di selezioni varie. E’ necessario dire che un ceppo su tutti meriterebbe la certificazione di razza perché è stato il piccione più utilizzato nella caccia al colombaccio da sempre e parliamo del piccione Amerino, (che alcuni chiamano Ternano ma guai a dirlo ai cacciatori di Amelia). Diventato famoso per le sue mostrine bianche sulle ali oltre che per l’ottimo carattere, è un piccione usato con successo sia da volantino che da zimbello. Altro piccione storico è il
Ternano/Codone… sempre piccione Umbro selezionato in Val Nerina; probabilmente proveniente dal ceppo
Amelia ma di taglia superiore con coda notevole.
Comunque, in questi ultimi quindici/vent’anni, grazie alla passione e all’impegno di alcuni allevatori, sono stati creati alcuni ceppi di piccioni da richiamo che, se nel mondo colombofilo non è possibile definire razze, in quello venatorio sono considerati e valutati dagli appassionati alla stregua dei piccioni di razza, con nomi e caratteristiche talvolta ben distinte e riconoscibili.. Gli appassionati e soprattutto gli allevatori, hanno dato un nome alle loro “creazioni” così abbiamo oltre i ceppi storici Amelia, Ternani e Livornesi, ….i Rosati, i Rosita, i Casalesi, i Marchigiani, i Tenebrosi, i Genovesi, e persino, gli Arabi.
Insomma un variegato universo trainato, come dicevo, da una passione smisurata di alcuni allevatori che prova e riprova, incrocia e riincrocia, alla fine sono arrivati ad assomigliare sempre di più i loro soggetti al selvatico anche se sappiamo bene che per l’occhio esperto fra qualsiasi piccione e il colombaccio c’è sempre una notevole differenza. Testo e foto G.Giovanetti