PRENDIAMOCI CURA DELLA FAUNA SELVATICA

Con il sopraggiungere di giugno, nonostante le ripetute precipitazioni degli ultimi mesi ne abbiano ritardato il periodo, si avvicina sempre più il momento dello sfalcio dei fieni e delle erbe in quasi tutte le campagne Toscane. Questo, oltre che un periodo fondamentale per l’agricoltura in generale è anche un momento molto delicato dal punto di vista biologico per molte specie, in quanto ci troviamo “nel vivo” del periodo riproduttivo per molte di esse.
Oltre che per tutte le specie di uccelli che in questo periodo nidificano nel nostro paese, si tratta infatti anche del momento in cui sono presenti, nella maggior parte degli appezzamenti coltivati sia i piccoli di capriolo che le prime covate di fagiano (che assieme alla lepre rappresentano un grande interesse per il mondo venatorio); specialmente per quest’ultime data l’assoluta particolarità climatica dell’ultimo periodo, che ha comportato un repentino e drastico abbassamento delle temperature abbinato a precipitazioni di carattere temporalesco decisamente sopra la media, la situazione è quanto mai delicata e le attenzioni che “l’uomo” in ambito agricolo gli può riservare divengono fondamentali per la salvaguardia della specie.
Si raccomandano dunque a tutti gli agricoltori dove possibile, le seguenti accortezze, al fine di limitare al minimo i danni che l’uomo può arrecare alla fauna selvatica:

  • Utilizzo della “barra di involo” durante tutti gli sfalci, così da consentire la fuga del selvatico al sopraggiungere della macchina agricola.
  • Procedere con lo sfalcio SEMPRE dal centro di un determinato appezzamento di terreno verso la periferia, così da agevolare la fuga degli animali che, in caso contrario, si ritroverebbero nella maggior parte dei casi raggruppati al centro del terreno coltivato condannati a morte certa.
  • In caso di avvistamento durante le operazioni di sfalcio di piccoli di capriolo temporaneamente abbandonati dalla madre, allontanatasi a causa della presenza dell’uomo o di altri fattori esterni, di non toccare o spostare il piccolo per nessun motivo. Ciò si rende necessario poiché gli odori umani trattenuti dall’animale non permetterebbero più alla madre di riconoscere il piccolo, causandone l’abbandono e la morte certa.
  • Infine, ma comunque di prima e fondamentale importanza, la raccomandazione a ritardare laddove possibile, come ad esempio in molte colture arboricole (uliveti, pioppeti, noceti etc.), il periodo dello sfalcio dell’erba, al fine di preservare la copertura, che l’erba alta costituisce per tutti i piccoli delle varie specie.

Questo appello è rivolto principalmente agli agricoltori, in quanto in molte occasioni con attenzioni anche minime si può apportare un contributo molto importante ai fini della tutela e della salvaguardia delle popolazioni selvatiche.Occorre sviluppare e rafforzare sempre più una reciproca sensibilità tra cacciatori ed agricoltori, affinché da una parte si riconosca l’importanza dell’impresa agricola e la centralità del reddito per chi vive di agricoltura, dall’ altra per riaffermare l’importanza del ruolo svolto dalla caccia e dai cacciatori per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio faunistico.

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