Riparbella (LI) Bracconiere ucciso da una fucilata.

 

Cacciatore di 59 anni muore per mano di un amico. Due anni fa un altro incidente mortale nella stessa zona

 Centrato in pieno petto da un colpo di fucile. È morto mentre lo stavano trasferendo all’ospedale di Cecina, a bordo di un’ambulanza del 118, Giovanni Antonio Giobbe, classe 1957 di Riparbella. Fatale la ferita provocata dalla cartuccia a pallettoni esplosa dal compagno di battuta di caccia di frodo. Sono da poco passate le 22 del 13 maggio. È notte. Il silenzio del bosco viene squarciato dalla detonazione del fucile. A margine di una radura in località Le Tegole a Riparbella la battuta di frodo con l’amico si trasforma in tragedia. Un lampo di luce. E un grido inequivocabile.

Il primo a prestare soccorso al signor Giobbe e il compagno di battuta. L’uomo è a terra. Sanguina all’altezza del petto. È ancora cosciente quando l’amico, le cui generalità non sono state rese note dai Carabinieri di Riparbella, intervenuti sul posto con il magistrato di turno della Procura di Pisa, presta i primi soccorsi. Un’azione disperata.

Determinato dal salvare il compagno di chissà quante altre battute armati di fucile in quei boschi che circondano Riparbella, non si dà per vinto. Prova a rianimarlo e nel frattempo attiva la centrale del 118. Quando i soccorritori della Pubblica assistenza di Cecina arrivano in zona Le Tegole l’uomo è ancora vivo, ma in condizioni disperate.

 

Il medico del 118 presta le prime cure, ma è subito chiaro che non c’è tempo da perdere. Viene subito caricato sulla barella e trasferito al pronto soccorso dell’ospedale di Cecina. Una corsa a tutta velocità che si è rivelata inutile. L’uomo è spirato durante il trasporto.

Tutta da chiarire la dinamica dell’incidente mortale. Su chi ha sparato il colpo fatale però non ci sono dubbi. L’autore non ne ha fatto mistero ed è rimasto sempre al fianco dell’amico. Ha provato a rianimarlo ed ha subito attivato la centrale del 118.

Una morte assurda quella di Giovanni Antonio Giobbe. L’uomo è morto a soli 59 anni. Una morte violenta. Per un colpo di fucile sparato accidentalmente da un amico di battute di caccia.

La stagione venatoria è chiusa ma non per i bracconieri che oltre a sfidare la legge si espongono più di altri al rischio di incidenti di caccia. L’ultimo incidente mortale a Riparbella è accaduto a ottobre del 2014. Anche in quel caso si trattava di bracconieri a caccia di selvaggina di grossa taglia.

di Manolo Morandini.

http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2016/05/14/news/bracconiere-ucciso-da-una-fucilata-1.13467816

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