LORENZO LORENZONI… L’ULTIMO CACCIATORE DI UNA ANTICA TRADIZIONE

Giovedì 17 febbraio ad Amelia, in provincia di Terni, si sono svolti i funerali di Lorenzo Lorenzoni, Renzo per gli amici. Quest’uomo affabile e portatore di simpatia, per noi del Club Italiano del Colombaccio e per i cacciatori che lo hanno conosciuto, ha rappresentato e rappresenta un pezzo di storia nella caccia al colombaccio. Dopo la scomparsa due anni fa di Pietro Pastura, suo amico e contemporaneo, Renzo, che aveva compiuto 92 anni, era rimasto l’ultimo testimone di una antica forma di caccia: la caccia al colombaccio con le “paielle” nel territorio di Amelia. Per capire di cosa stiamo parlando, faccio riferimento a una nota dell’amico Amedeo Castellani amerino doc, amico di Renzo, cofondatore del Club Italiano del Colombaccio e Presidente della Sezione del Club di Amelia.

Fin da tempi remoti la grande abbondanza di colombacci presenti nei boschi circostanti il territorio di Amelia, aveva spinto gli antichi cacciatori ad escogitare dei sistemi per poterli catturare per scopi alimentari.

Risulta, da antichi documenti, che questa attività era diventata talmente importante per la popolazione che lo Stato Pontificio, che allora governava il territorio umbro, con una serie di editti legiferava su questa materia dettando tutte le norme e i relativi divieti fin dal 1600.

Il sistema di cattura dei colombacci non prevedeva l’uso delle armi da fuoco ma una coppia di reti idonee, due fili di ferro e alcuni pezzi di legno; un sistema rudimentale ma molto efficace, sicuramente spettacolare per l’originalità dell’esecuzione. In pratica una volta convinti i colombacci a scendere a terra, cosa non certo facile ma adescati da granaglie e semi particolarmente appetibili, i cacciatori appostati facevano scattare le reti con un sistema di leve, che con grande rapidità imprigionavano i colombacci. Tutti questi impianti di caccia erano chiamati “paielle” e sono stati utilizzati nei boschi di Amelia da tempi antichi fino al 1949, anno in cui sono stati definitivamente vietati.

L’uso di questo sistema di cattura con reti orizzontali fu esportato perfino in Francia, dove alcuni ricercatori appassionati hanno ritrovato documenti che fanno riferimento appunto alle “paielle “ di Amelia: ancora oggi in Francia esistono una decina di appostamenti autorizzati che praticano questo tipo di cattura con reti orizzontali al solo scopo di ricerca.”

Dagli appunti di Amedeo si può comprendere quanto la caccia con le paielle ad Amelia, proprio per la sua storia pluricentenaria, facesse parte del vissuto della gente di quei luoghi; ed è proprio in quel clima antico di secoli che è cresciuto il nostro Renzo e con lui la sua passione per la caccia ai colombacci. Del resto se pensiamo che questa forma di caccia per secoli fino ai tempi nostri non è mai cambiata nelle modalità e nei materiali, la sensazione di immergersi in una tradizione davvero antica è più che mai tangibile, incontrando personaggi come il nostro compianto Amico,  Ho avuto modo di dialogare con  Renzo più volte in occasione delle feste del Club: la prima ad Amelia nel 2010, poi a Poggibonsi, Firenze poi ancora a Poggibonsi. Durante questi eventi Amedeo e Renzo davano spettacolo con l’allestimento di una tipica  paiella amerina e facevano vivere a tutti gli appassionati presenti, le varie fasi di caccia, dalla preparazione dei materiali, alla simulata cattura. Era sempre un piacere immenso parlare con Renzo, sembrava di tornare indietro nel tempo quando raccontava di lui bambino insieme al padre nelle aree riservate alle paielle, all’interno dei boschi di leccio, intorno ad Amelia. Gli succedeva a volte di parlare di quelle cacce antiche… al presente, come se ancora le stesse vivendo e spesso si commuoveva. Forse non tutti sanno che ad Amelia il colombaccio da sempre è chiamato: “piccionaccio”. Ebbene, durante un’ intervista di cui conservo l’audio, alla fine spiego il perché, Renzo mi disse che lui non riusciva più a chiamarlo così; nutriva una forma di gratitudine e rispetto nei confronti del selvatico tanto che commosso mi disse: “perché piccionaccio? Semmai piccionuccio….mi ha fatto vivere”. Il nostro Amico ci mancherà ma la sua esperienza di vita di cacciatore di paielle, di cui come Club abbiamo fatto tesoro e memoria, lo manterrà sempre vivo fra noi. Amedeo Castellani, a cui Renzo ha trasmesso il suo antico sapere, continuerà ad essere un punto di riferimento per le antiche tradizioni di caccia di Amelia. Chi vorrà potrà fare visita allo stand del Club Italiano del Colombaccio al Caccia Village di Bastia Umbra dove troverà Amedeo con la sua innata affabilità, materiali di caccia e le sue pubblicazioni ricche di riferimenti storici sulla caccia con le paielle. Concludo con un sorriso pensando che otto anni fa, all’interno di un’auto, perché nel parco  c’era troppo rumore, feci un’ intervista a Renzo e ne registrai l’audio. Ci tenevo ad inserire la sua voce come brano iniziale di un cd di canzoni sulla caccia alle palombe e poi come apertura del relativo  spettacolo musicale: “ecco,  anche in questo modo, caro Amico, continuerai a raccontarci la tua storia”. Un abbraccio ai famigliari di Renzo da tutto il Club. Graziano Giovanetti

Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente.
(Ígor Stravinskij

Renzo e Amedeo

Renzo e l’amico Pietro Pastura

Renzo mentre prepara la paiella

preparazione della Paiella

Renzo mentre tira la rete

Renzo che recita una sua poesia

Foto ricordo con Renzo a Poggibonsi 2010