Il leader leghista ha commentato a caldo: “Dopo anni di chiacchiere e polemiche è stato sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa per chi viene aggredito a casa sua, nel suo bar, nel suo ristorante. Non si distribuiscono armi, non si legittima il Far West ma si sta con i cittadini perbene. Da oggi i delinquenti sanno che fare i rapinatori in Italia è più difficile: è un mestiere ancora più pericoloso”.
Il ministro dell’Interno respinge al mittente le critiche piovute sul testo e dice che i critici non lo hanno letto. Ma l’Associazione nazionale magistrati replica subito. “La nuova legge sulla legittima difesa non tutelerà i cittadini più di quanto erano già tutelati fino ad oggi”, dice il presidente Francesco Minisci. Al contrario, continua , “la legge introduce concetti che poco hanno a che fare con il diritto, prevede pericolosi automatismi e restringe gli spazi di valutazione dei magistrati, oltre a portare con sè grandi difficoltà di interpretazione: tutto ciò significa che tutti saranno meno garantiti. Per non parlare – conclude – dei numerosi dubbi di incostituzionalità che la nuova legge comporta”.
Molto critici anche i penalisti italiani. “”E’ una riforma della quale non sentivamo la mancanza. Il problema non è tanto quanto immediatamente accadrà nelle aule giudiziarie, ma il messaggio di una difesa privata sussidiaria all’intervento dello Stato, oltre che di un atteggiamento di sfiducia nei confronti nella valutazione del giudice”, dice il segretario dell’Unione Camere Penali, Eriberto Rosso.
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