IL PERCHE’ DEL COLOMBACCIO COME RICHIAMO 2A PARTE

Bene, riprendiamo e concludiamo sul perché del colombaccio come richiamo. La prima volta che ho portato fuori un colombaccio per utilizzarlo sull’asta ho volutamente scelto un posto “facile”, nel senso che era comodo raggiungerlo, sui confini di un demanio, dove vedevi stazionare tanti colombacci ma, proprio per le attenzioni come dire, eccessive, erano pressoché immuni da qualsiasi allettamento, tant’è che ai primi di dicembre la zona era deserta avendo i colombacci, con il loro comportamento, scoraggiato chicchessia. Ne vedevi tanti ma non sparavi una fucilata neanche a morire. Ho piazzato Merlina sulle solite piante, su di una ribaltina e mi sono sistemato nella parata. I colombacci avevano iniziato a muovere aldilà del fosso, la solita ronda a debita anzi a debitissima distanza. Non ho fatto in tempo a mettere in tensione il filo, quindi senza neanche avere “cimbellato” che un paio di colombi si sono posati vicino al “mio” colombaccio. Appena mi sono ripreso dallo choc ho cominciato a sparare, cominciato perché ci sono state numerose occasioni durante la giornata in cui i colombacci hanno curato da urlo. Successivamente ho avuto tutta una serie di esperienze molto positive che mi hanno tolto ogni dubbio, se mai l’avessi avuto, sull’efficacia del “richiamo” colombaccio.

E’ però giunto il momento di fare un poco di chiarezza perché mi immagino già di vedere lo scuotimento delle teste che intendono dissentire da questo mio ragionamento. In tutte le cacce che prevedono l’uso dei richiami, soprattutto quelle che si realizzano con un gioco visivo dove quindi il canto non gioca a favore del risultato, la disposizione e nel nostro caso l’uso del richiamo stesso hanno un ruolo fondamentale. Chi come me ha cacciato nei grandi specchi d’acqua sa bene come anche un solo stampo messo male compromette la bontà del gioco stesso, non parliamo poi del lancio di un volantino fuori tempo etc etc, quindi deve essere chiaro che non basta issare un colombaccio sopra o in mezzo a una pianta per essere certi di vuotare la cartuccera!

Deve essere però altrettanto chiaro che chi sostiene che usare un piccione o un colombaccio produce gli stessi risultati è qualcuno che nega l’evidenza dei fatti. Mi fanno ridere, bonariamente, coloro che “truccano” il piccione armati di polveri varie e acqua ossigenata, (recentemente ho visto addirittura strumenti per tenere fermo il piccione durante il maquillage!). Mi fanno ridere perché vorrei domandare loro qual’è lo scopo di tanta pena se usare l’uno o l’altro richiamo è indifferente. Non scherziamo per favore, a parte che il nostro non ha bisogno di trucchi perché è l’unico e il solo originale, ha anche dei comportamenti sulla “cimbellata” che il piccione non avrà mai.  Quindi nel momento in cui hai piazzato il colombaccio hai già la palla sul dischetto del rigore. Ma attenzione i rigori non li para il portiere ma li sbaglia il tiratore. E se il colombaccio è laddove un suo consimile non si poserà mai hai voglia di cimbellare, o se lo tocchi quando non devi oppure etc etc il risultato non ci sarà. Pretendere che ci sia sempre e per forza è come asserire che, avendo una Ferrari, questa debba muoversi anche senza benzina!

E allora ecco riproporsi la favola della volpe e l’uva, il colombaccio non rende? E’ perché in realtà non serve ovvio! Io asserisco che io con un colombaccio e uno dei “miscredenti” con un piccione, a parità di occasioni e potendo, per assurdo, avere le stesse chance di curata, lo faccio morire di fame, oppure se credete di invidia.  Eppure è una tesi molto sostenuta. Il grande Gino Saltarelli, che mi onoro di conoscere bene, un pioniere della caccia al colombaccio, grande tecnico, grande allevatore e non ultimo eccelso fucile, scrive nel suo libro “il colombaccio, arte e passione labronica” “non si ottengono migliori risultati che con bravi piccioni”. Grande Gino, mi sento di dissentire decisamente, anche perché, tra l’altro, io so bene per averlo appreso direttamente dalla tua voce, in quali circostanze è maturato il tuo convincimento.

No, datemi retta, non ci possono essere paragoni di sorta e l’unico argomento a favore dell’accusa, Signori Giurati, è arrivarci, a poter mettere il colombaccio sull’attrezzo e adoperarlo con successo con le stesse difficoltà con cui si usa un piccione. Ma di questo parleremo in seguito quando cominceremo a interessarci del nostro dentro una voliera.