GUIDA ALLA DISCIPLINA DELLA CACCIA AL COLOMBACCIO (Columba palumbus)

Le aree di svernamento del colombaccio “Columba palumbus” interessano per la maggior parte i settori dell’Europa Sud Occidentale, con rari soggetti che si spingono fino in Africa Nord-Occidentale. I luoghi di nidificazione si caratterizzano per la presenza di boschi di latifoglie o conifere, prossimi a coltivazioni, a svariate quote e fino a 1500 m s.l.m.

Il colombaccio in Italia nidifica dal comparto alpino, su tutta la penisola e nelle isole, la popolazione non può essere stimata in quanto non ci sono dati a riguardo. I contingenti presenti dopo il passo autunnale nei luoghi di svernamento non sono monitorati, la loro consistenza è stimata in modo abbastanza approssimativo; disponiamo invece di dati significativi, documentati da più di venti anni, sul monitoraggio della migrazione autunnale. In sostanza la specie è largamente presente in Italia per tutto il periodo dell’attività venatoria.

La pressione venatoria è molto legata alla tradizione soprattutto quella praticata nelle regioni dell’Italia centrale con richiami vivi, nella maggior parte all’interno di appostamenti fissi: il colombaccio non è un animale da rincorrere, quindi è una caccia quasi esclusivamente di attesa.

Lo spostamento dei luoghi di svernamento ed Il progressivo e costante aumento dei colombacci che nidificano in Italia, hanno contribuito alla colonizzazione di vaste aree di tutte le regioni Italiane. Questo fatto ha prodotto un crescente interesse per questo selvatico, cosicché sono sorti, in diverse parti del nostro Paese, appostamenti fissi di caccia fino a quote superiori ai mille metri.  Gran parte dei cacciatori che praticano la caccia da appostamento fisso con richiami vivi collaborano con il Club Italiano del Colombaccio monitorando la specie durante il passo autunnale; i dati inviati sono registrati nel data base da più di venti anni per il periodo della migrazione, dal 1° ottobre al 15 novembre.

La salvezza e l’incremento della specie verificatasi negli ultimi anni, in modo particolare dopo la chiusura della caccia nel periodo del ritorno ai luoghi d’origine, sono dovuti principalmente all’aumento di zone inibite alla caccia, alla riduzione del periodo della caccia e soprattutto alla disponibilità molto variegata di risorse trofiche disponibili nel nostro territorio.

La localizzazione delle coppie nidificanti si sta manifestando con una notevole diversificazione da regione a regione, gli studi eseguiti sulle popolazioni di colombaccio nidificante sono stati veramente pochi, solo in Toscana sono stai effettuati questi studi con il metodo dei punti di ascolto (campionamenti puntiformi), una delle tecniche più utilizzate per progetti su territori estesi, in particolare in ambienti forestali, caratterizzati da ridotta visibilità e difficoltà di accesso.

Negli ultimi anni si è verificata una espansione dell’areale di nidificazione, con incremento della popolazione; i contingenti che migrano dal paleartico in Italia, in parte, rimangono nel nostro territorio per svernare; la popolazione stimata come svernante, di circa 600.000 individui è sita maggiormente nelle regioni settentrionali e centrali, ma negli ultimi due anni: 2019/2020, nelle zone centrali della Sardegna, che garantiscono risorse trofiche abbondanti e assenza di disturbo in zone remote e pressoché inaccessibili via terra, si è riscontrata una importante crescita.

Il colombaccio mostra una discreta estensione  del periodo riproduttivo, perciò la “Guida alla disciplina della caccia”,  valutata la consistenza della specie, monitorata durante il passo autunnale da più progetti di ricerca del Club Italiano del Colombaccio, (PCI – MSM – MCL), ci consente di concludere, quanto alla migrazione post-riproduttiva di questa specie, che nel nostro Paese questa inizia alla fine di settembre e raggiunge il picco durante il mese di ottobre, con ultime propaggini nella prima metà di novembre, mentre, con riferimento alla apertura della caccia, se questa dovesse essere al 1°settembre, troverebbe non pochi nidiacei di colombacci ancora immaturi, sotto cure parentali, destinati, in caso di uccisione dei genitori a morire, laddove, dopo due settimane, sarebbero involati e cacciati essi stessi.

Ciò premesso, Il Club Italiano del Colombaccio considera ottimale, per la conservazione e la razionale gestione della specie, un periodo sostenibile di caccia compreso tra la terza domenica di settembre ed il   31 gennaio.

Club Italiano del Colombaccio