“ROMANO”

“ROMANO”

Foto G.Giovanetti

Foto G.Giovanetti

Romano era un piccione maschio di razza ternana molto docile, utile, piacevole ed efficace per il suo modo di volare.

Romano veniva utilizzato come volantino per la caccia da palco ai colombacci, e si adattava facilmente anche in cacce vaganti alla cerca, tant’è che nelle nostre fugaci escursioni in terre di Siena, ci accompagnava con esilaranti evoluzioni redditizie, al fine del richiamo del colombaccio.

Il mio compagno di caccia, amico Massimo, aveva suggerito di intestargli una assicurazione privata, tanto era la premura e l’affezione per questo soggetto pregiato e di sicuro affidamento per la nostra disciplina di caccia.

Romano era un soggetto di 4 anni, accoppiato felicemente a una ternana “filo lungo”, con la quale aveva ottenuto un discreto patrimonio genetico formato da diversi soggetti, tutti mostrinati con tre/quattro penne bianche sulle ali, un bel colpo d’occhio vederli volare nel contrasto con il verde del bosco, molto somiglianti ai nostri amati “favaccioni”.

Mi era stato regalato da un amico specialista capannaio di Venturina, insieme ad una femmina che feci accoppiare all’epoca. L’amico affermò che mi stava regalando due soggetti da competizione….successivamente, per Romano l’affermazione fu veritiera e di sicuro effetto, mentre per la compagna, che liberai fuori della voliera, per una imbeccata di erba dal prato, non fù come previsto.

Infatti dopo la seconda cova, e con i pulli ancora nel nido, decise di affrontare altre avventure, liberandosi dagli impegni di coppia. Nella prima uscita dalla voliera, sembrò gradire la libertà di nutrirsi di piccoli sassolini ed erba di prato, per poi tornare al nido dove l’aspettavano Romano e i pulli, altra soluzione scelse nella seconda uscita da me concessa, cominciò a volare in cerchi concentrici verticali per poi prendere una direzione senza più ritornare al nido. Uno dei due pulli morì, l’altro imbeccato da Romano è tutt’ora vivo ed accoppiato con una femmina, sempre di razza ternana. Ma Romano non esitò, dopo un evidente delusione amorosa, ad accoppiarsi nuovamente con l’attuale compagna abbandonata, perchè mai? sembravano una bella coppia, molto prolifici e in ottima salute….

E’ accaduto sabato 8 novembre 2014, ero a caccia in solitudine in un bosco ai confini con il demanio forestale, frequentato da una numerosa colonia di colombacci. La compagna l’avevo posizionata su una ribaltina fissata ad un’asta in fibra di carbonio, su una quercia relativamente alta, (circa dieci metri), bene in vista e decisamente credibile da alcuni colombacci che si accostarono con profonda soddisfazione anche di Buk, mio ormai inseparabile springer di 18 mesi.

Tutto filava liscio, la giornata era soleggiata e abbastanza calda, Romano che avevo disposto al mio fianco non dava segni di nervosismo, alcune volte lo accarezzavo facendogli vedere la compagna sulla quercia, ma lui già l’aveva localizzata durante le sollecitazioni che caratterizzavano il richiamo dei colombacci. Improvvisamente e ripetutamente, la compagna di Romano inizia a mostrare segni di insofferenza, agitandosi e sbattendo le ali, decido di abbassare la posizione della stessa, li accosto l’una all’altro piccione, per poi disporla poco sopra il compagno.

Di lì a poco la femmina lascia cadere un uovo, era la causa del suo nervosismo…

Decido allora di liberare il magico compagno volantino, per cercare di concludere una bella giornata di caccia senza più “importunare” la femmina.

Mai decisione fù più sbagliata e triste, Romano liberato in volo non si curò della compagna ma iniziò a salire in cielo con voli concentrici fino a raggiungere una notevole altezza, per prendere poi una direzione da me sconosciuta.

L’ho cercato nei luoghi che aveva frequentato ultimamente, al capanno (40 giorni di permanenza), alla voliera di casa, (3 anni di fertili covate), all’altro capanno (due stagioni di voli).

Nessuna traccia del soggetto che più di ogni altro avevamo avuto la gioia di assistere alle sue innumerevoli performance.

Una delle più emozionanti si era verificata in un bosco vicino a Siena, involatosi a ridosso di una decina di colombi in uscita, si era portato con loro ad una distanza considerevole, quasi non si scorgeva più, per poi fare un brusco dietro front seguito dal gruppo di selvatici, nella direzione del posatoio.

L’episodio, osservato increduli con l’amico Massimo, stava per concludersi felicemente, quando un falco sparviero ci attaccò un piccione fermo su una ribaltina, per poco sopravvissuto, il nostro rumoreggiare a gran voce spaventò sia il falco che i colombacci che ormai erano quasi a tiro di schioppo guidati dal super volantino. Altri ammirevoli voli ci hanno deliziato, al fischio di avvertimento seguito da un minimo tocco della racchetta a bilancere, Romano si involava in un medio raggio di azione di richiamo per ritornare deciso sulla racchetta posizionata sula quercia, in condivisione di altre due femmine di razza ternana, (compagna compresa) e di altri 6 colombacci allevati in cattività cimbellanti su singole ribaltine a molla.

Strana, amara e incomprensibile fine di un rapporto preferenziale con un soggetto piumato, molto apprezzato e allevato con premura, non sufficiente, mio malgrado, ad impedirgli di abbandonarci sul più bello della stagione di caccia.

Il mio desiderio sarebbe quello di augurargli ancora una vita libera, di coppia, magari con un altro passionista capannaio di colombacci, affinchè potesse deliziarlo con le sue gesta da volatore corretto e superlativo, oppure quello che a voluto inseguire con la sua testa piumata, per chi sa quali avventure o raggiungimenti di obbiettivi a me sconosciuti.

A malincuore accetto questa scelta Romano carissimo, e concludo con la sincera speranza che quelle calzette che amorevolmente ti avevo cucito alle zampe non ti siano d’impaccio per la tua libertà futura, ti ricorderò fra i migliori piccioni che abbia mai avuto, se tornerai al nido sarai accolto con gli onori e l’amore del caso.

Con il solito rispetto,

Rimescolo