Davvero possiamo accettare che la terza domenica di settembre riapra la stagione venatoria?
Prima che le regioni concedano le solite, vergognose preaperture e s’inventino nuove deroghe per favorire i cacciatori, prima che Coldiretti strumentalizzi il primo incidente fortuito per invocare stragi, sarebbe giusto reclamare fin d’ora una moratoria, almeno un anno di sospensione totale della caccia, manifestando così un briciolo di responsabilità verso la fauna selvatica e gli ecosistemi già duramente colpiti, nelle ultime stagioni, dalle pesanti conseguenze degli stravolgimenti climatici.
Cos’altro infatti devono sopportare gli animali e la natura dopo un inverno gelido con temperature scese molti gradi sotto lo zero, tormente di neve, valanghe, quindi lunghi mesi di siccità che ha raggiunto il suo culmine con l’inizio dell’estate? Proviamo a calarci nella pelle di chi scampi ad arsura, incendi, alluvioni e inondazioni e venga accolto, alle soglie dell’autunno, dal piombo dei fucili. E ancora non sappiamo cosa ci attenda a luglio e agosto fra emergenza idrica, veleni, recinzioni, cementificazione, inquinamento, fontane chiuse che per moltissime specie rendono ormai impossibile l’accesso all’acqua.
Davvero possiamo accettare che la politica seguiti a garantirsi il consenso dei cacciatori, meno dell’uno per cento della popolazione nazionale, attraverso continue concessioni giudicate più volte illegittime, vedi la sentenza 139 del 14 giugno 2017 con cui la Corte Costituzionale, su ricorse del Governo del febbraio 2016 (a seguito di un esposto di Lac, Lipu, Enpa, Wwf e Lav) ha annullato cinque disposizioni varate dalla Regione Liguria nel novembre 2015?
“Di solito le decisioni della Corte Costituzionale fanno giurisprudenza, ovvero diventano legge” commenta Alessandro Torlai, presidente dell’associazione Irriducibili Liberazione Animale. “Fra le altre cose la sentenza in questione decreta che, nel rispetto della legge nazionale 157/92 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio, solo la polizia provinciale, i carabinieri forestali e le guardie comunali possono effettuare gli eventuali abbattimenti al di fuori della stagione venatoria. Questo esclude di fatto i cacciatori da qualsivoglia attività di selezione o contenimento, e di fatto, fra l’altro, invalida la cosiddetta legge Remaschi, che in Toscana consente di sparare agli ungulati tutto l’anno per tre anni, fino al 2018”.
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http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2017/06/30/animali-sfiniti-per-un-anno-stop-caccia/
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