Non mi permetterei mai di mettere in dubbio la specialità di S.I., è io in primis riconosco la grande sensibilità dimostrata dalla signora/signorina, ma ...
Ma secondo me, nato e cresciuto in campagna tra fatiche inenarrabili dei contadini per sopravvivere e dei "casettari" fino alla spigolatura, cosa che naturalmente quasi più nessuno sa cosa sia, salvo che abbia studiato "La spigolatrice di Sapri", e comunque era raccogliere manualmente spiga per spiga di quelle rimaste sul campo dopo la raccolta manuale in covi dei contadini per poter racimolare un po'di semi di grano per farci prima farina e poi un po' di pane, pane che allora profumava per centinaia di metri dal forno di cottura, costruito in mattoni cotti, isolato con sabbione e scaldato con qualsiasi residuo vegetale reperito.
Nato e cresciuto dove gli animali venivano rispettati ma servivano anche alla sopravvivenza umana, cosa non sempre data per scontata.
Scusate, mi sono lasciato andare.
Però, carissimo Vasco, uomo particolarmente sensibile e di fronte al quale mi tolgo il cappello, stiamo attenti ad umanizzare le specie animali.
Un animale è un animale, va trattato bene, non va fatto assolutamente soffrire inutilmente, ma rimane un animale utilizzato dagli umani, quindi un piccione è un piccione, un colombaccio è un colombaccio e non bisogna esagerare umanizzando chi umano non è!
Scusami.
Ciao.