FORUM Club Italiano del Colombaccio

Giorgio

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Risposta #288 il: 16/06/2014 - 20:42
Ho solo sentito parlare di quel libro nei primi anni '70 per questo confondevo il titolo che esattamente è "l'Arno e i Cacciatori Romantici" del 1956. Ho cercato su Google e sicuramente si tratta di Persona di cui da miei parenti Cacciatori ho senti parlare. E mi spiego:
-la famiglia aveva proprietà alla Torre, fattoria sita in la Chiassa Superiore, con poderi anche in Montegiovi. In uno di questi, La Fonte, abitava tale Giovanbattista Ferdinando detto "Bista" che, a quanto raccontavano e raccontano parenti miei, erano inseparabili e non solo a caccia.Bista era fratello di mio nonno.
Nella lapide di Bista, nel Cimitero di Montegiovi, oltre alle epigrafi di rito, c'è un richiamo alla amicizia tra i due.
Di Vincenzo si racconta:
-che abbia fatto dono a Bista di un fucile "particolare" di cui altro non so
-che spesso andava a caccia a cavallo
-che Cacciatori del luogo abbiano visto per la prima volta in sue mani un fucile sovrapposto.
-che Bista, nel periodo di Caccia era "esentato" dal lavoro sui campi
Chissà se Vincenzo nei suoi racconti abbia parlato anche di Bista?!
Mi piacerebbe saperlo!
Come è piccolo il mondo!

BADGER

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Risposta #287 il: 16/06/2014 - 18:53
Il libro che io conosco è "i cacciatori romantici" Dell'Avv. Vincenzo Cencio Chianini. Bella vita vagabonda come diceva Eugenio Barisoni

Giorgio

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Risposta #286 il: 16/06/2014 - 17:28
Vincenzo Chianini che citi è l' autore del libro il cui titolo se non erro è " Cacciatori della Valle dell' Arno" o qualcosa di simile?

Giorgio

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Risposta #285 il: 16/06/2014 - 17:26
Cari ragazzi,  mi fa enormemente piacere leggere i vostri racconti che testimoniano ancora l'esistenza di gente cacciatora. Roba dura, vera nel cuore, tradizioni che vengono da lontano, comportamenti che fanno onore. Purtroppo mi sa che siamo gli epigoni di questa tradizione romantica, e dopo di noi il diluvio. Ah! i cacciatori romantici di Cencio - alias Vincenzo Chianini, una razza in via d'estinzione, ma non ancora, non ancora. Mio padre è andato a caccia già? con la morte addosso e se potrò anch'io. Un famoso scrittore di caccia pregava che Dio lo rimeritasse facendolo morire nel sonno io invece vorrei morire con il fucile tra le mani perchè a Dio piacendo la caccia è stata ed è la più grande passione della mia vita. ciao

Giorgio

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Risposta #284 il: 16/06/2014 - 17:24
Cari ragazzi,  mi fa enormemente piacere leggere i vostri racconti che testimoniano ancora l'esistenza di gente cacciatora. Roba dura, vera nel cuore, tradizioni che vengono da lontano, comportamenti che fanno onore. Purtroppo mi sa che siamo gli epigoni di questa tradizione romantica, e dopo di noi il diluvio. Ah! i cacciatori romantici di Cencio - alias Vincenzo Chianini, una razza in via d'estinzione, ma non ancora, non ancora. Mio padre è andato a caccia già? con la morte addosso e se potrò anch'io. Un famoso scrittore di caccia pregava che Dio lo rimeritasse facendolo morire nel sonno io invece vorrei morire con il fucile tra le mani perchè a Dio piacendo la caccia è stata ed è la più grande passione della mia vita. ciao

Giorgio

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Risposta #283 il: 16/06/2014 - 17:22
Cari ragazzi,  mi fa enormemente piacere leggere i vostri racconti che testimoniano ancora l'esistenza di gente cacciatora. Roba dura, vera nel cuore, tradizioni che vengono da lontano, comportamenti che fanno onore. Purtroppo mi sa che siamo gli epigoni di questa tradizione romantica, e dopo di noi il diluvio. Ah! i cacciatori romantici di Cencio - alias Vincenzo Chianini, una razza in via d'estinzione, ma non ancora, non ancora. Mio padre è andato a caccia già? con la morte addosso e se potrò anch'io. Un famoso scrittore di caccia pregava che Dio lo rimeritasse facendolo morire nel sonno io invece vorrei morire con il fucile tra le mani perchè a Dio piacendo la caccia è stata ed è la più grande passione della mia vita. ciao
Vincenzo Chianini che citi è forse l' autore del libro dal titolo, se non erro "Cacciatori della valle dell' Arno?

levante

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Risposta #282 il: 07/04/2014 - 23:17
Belle storie Renato.....grandi momenti che non tutti abbiamo avuto l'opportunità di vivere....non ti stancare di raccontarle.

Un abbraccio...Levante

Rimescolo

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Risposta #281 il: 07/04/2014 - 20:53
La lunghezza del racconto ha consigliato due invii....scusate se ho esagerato.
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

Rimescolo

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Risposta #280 il: 07/04/2014 - 20:42
Solito appuntamento a S.Vincenzo e via di nuovo con viveri da me preparati "srupolosamente", (più tardi capirete) da cuocere sulla brace, forse ancora alla collacchia, tradizionale punto di ristoro.
Il mio adorabile cucciolo di springer spaniel, di 9 mesi, color bianco fegato insiste nel suo atteggiamento di ostacolo alla scrittura, la moglie acconsente, decido di farlo uscire....ha sostituito la dolce Aida, breton di 7 anni morta per aver contratto la lehismania.
Buk a dire il vero ha sostituito il mitico "Baffo", che ha vissuto in casa per ben 18 anni, mentre Aida viveva nel suo box in giardino, e solo saltuariamente faceva visita alla vicinissima sala da pranzo....
Alle ore sette, puntualmente mi faccio trovare davanti al palazzo dove abita Marcello, il quale ovviamente si fa trovare pronto e alla guida del suo Defender, che ha acquistato per dare un po di sollievo alle sue gambe, partiamo per la meta stabilita. Il "Defender" ci permette di avvicinarci notevolmente alle zone di ispezione, a volte impervie e difficili da raggiungere con altri veicoli.
La giornata è splendida, senza vento, temperatura intorno allo zero, terreno asciutto ma friabile, il meglio che si possa chiedere per una escursione venatoria a beccacce. Arrivati sul posto il rituale vuole che Dik scenda dalla macchina, faccia i suoi bisogni corporali e ritorni dal padrone per indossare la "braca" con il campano sotto la pettorina, per il momento reso muto da un foglio di carta pressato, di solito è la carta di forno(o sacchetto) che viene usata, si appallottola bene e fa presa per un giusto periodo di tempo. Ci incamminiamo verso le loppole, e Dik ci segue senza mostrare grande entusiasmo di cerca, Marcello, domando, ma Dik stamani non ha voglia? lascialo fare, risponde, lo sa lui quando entrare nella macchia...si prosegue per la stradicciola a passo lento, Marcello si aiuta con un bastone dritto e leggero, mah sarà che stamani si riesca a cacciare, mi chiedo!?
Finalmente dopo una ventina di minuti di cammino, il campano viene liberato della carta e dopo poco Dik entra nel bosco, ispeziona una leggera collina e va in ferma, quo, quo, fiuu,fiuu, a volte può bere ad una cioccaia, ma dopo i suoni convenzionali Dik non strappa e vengo invitato a dirigermi verso il cane, mi accosto, lo scorgo ma non trovo di meglio che una piccola radura, insufficiente per la stoccata alla regina che di li a poco si "leva".
Il cane torna dal padrone e si decide di continuare il cammino verso casa ai venti, li ci aspetta un'altra beccaccia molto furba.
Dik la conosce e la blocca a ridosso di una piccola altura, ci appostiamo entrambi, ma è già volata, eheheheheh pensavi fosse facile, esclama lo scaltro conoscitore, ma questa la ritroviamo sullo stradello del sughericcio, più tardi, ora si va verso le gualazzine e dopo si ricerca la furbacchiona.
Detto fatto, la terza beccaccia si fa trovare vicino alla strada, mi piazzo sull'argine inferiore, Marcello entra lentamente e accosta il cane, un fischio di avvertimento, segue Eccola e la regina esce allo scoperto a tiro facile, commentiamo l'esito favorevole, la sicurezza di Dik, senza dispendio di energie, è molto esperto e avanti con gli anni come il padrone, e si limita ad ispezionare solo i posti che ha memorizzato essere prediletti dalla regina.
Si usa dire che le beccacce siano come i funghi, vanno cercate sempre nei soliti posti, e questo Dik lo sa perfettamente in un'area molto vasta.
Ci avviamo alla collacchia, è ormai quasi mezzogiorno, e dobbiamo arrostire le bistecche, una forcella di ornello è bene in vista e Marcello non tarda ad accaparrarsela, bella dritta come al solito, la sua è una mania consolidata, ci vuole dritta altrimenti la carne non cuoce bene, quando la devi rigirare, o ti casca o ti si brucia ai lati, si si hai ragione dico ,.... per me è sufficiente una relativamente torta ahahahahah
Accende il fuoco, con legna secca e preferibilmente di scopa, prepara il pasto a Dik e io mi appresto a aprire il pacchetto di carne da arrostire alla brace.
NOOOOO esclamo a gran voce, ho scambiato la carne, ho preso le fettine di vitellone anzichè le bistecche di maiale...., poco male se fossero state insaporite con il sale e pepe, invece solo carne sciapa e insipida, porca miseria esclama lui e ora? io ho portato il dolce...una risata mista a delusione accompagna la cottura, la consumiamo ugualmente ma non è certo il massimo per entrambi, Marcello è abitudinario, razionale, concreto e pure aperto a gradite  e sostanziose sorprese, in alternativa non infierisce ed è pronto alla ricerca della beccaccia del sughericcio,
A Dik viene liberato nuovamente il campano, della carta di forno inserita per la sosta, trotterella sulla via, noi lo seguiamo da vicino, in prossimità di una carbonaia entra e dopo una ventina di metri il campano tace, fiuu, fiuu, muto, silenzio assoluto.
Mi guarda e mi indica di entrare in direzione del cane, con il cuore in gola,  e con il fucile pronto mi dirigo verso il "silenzio", scorgo il cane in ferma statuaria, il bel testone di Dik indica il selvatico a breve distanza, mi avvicino, un fischio a Marcello che è già in posizione, ancora un passo e la beccaccia si invola nella sua direzione, una mia stoccata fa cadere la regina ai suoi piedi un attimo prima che potesse premere il grilletto, bravo disse me l'hai bruciata.
Ancora una volta si era verificato quello che può sembrare facile prevedere in questa disciplina di caccia, la sedentarietà e l'abitudine ripetitiva di alcuni soggetti ormai "argignati"in un luogo, rende più facile l'esercizio di questa nobile passione, ma occorre sempre avvalersi di esperienze vissute sul campo, con al seguito validi e specialisti ausiliari che sappiano cercare con metodo, delicatezza e garbo, senza infastidire ne impaurire le regine del bosco, ovunque esse siano, che comunque alloggeranno sempre per loro scelta, nei posti e nei luoghi più "regali".
C'è ancora tempo, la giornata è chiara e limpida, abbiamo ispezionato gran parte del bosco in pianura-leggera collina, senza troppo dispendio di energia e mi chiede se voglio andare verso le razzine  delle buche al ferro, annuisco, ormai Dik si fida, Marcello mi aspetterà di nuovo alla collacchia, al fuoco rimasto dalla cottura veloce delle "sottili fettine", ahahahah aveva preparato una brace che ci si cuoceva un maiale intero ahahahaha, a posteriori è risultato un simpatico diversivo, tant'è che se lo ricorda sempre.
Senza tante domande capisco al volo che l'ispezione suggerita offre l'opportunità di un nuovo incontro, e così accadde, con conseguente cattura della terza beccaccia, quest'ultima ottenuta dopo due tentativi e con tre colpi sparati.
Al punto di ritrovo mi ricordo di aver trovato ancora fuoco, e un Marcello preoccupato ma contento per l'esito finale, quest'ultimo luogo era impervio e l'ora del ritorno prossima. Non ebbi nessuna necessità di riscaldarmi al fuoco, a dire il vero forse ero anche sudato, ci incamminammo verso il "Defender" dopo aver tolto la braca al meraviglioso e ormai "amico" Dik, setter inglese bianco nero, taglia grossa, un bel testone flemmatico e razionale, molto simile al suo padrone,"maniaco speciale"
un omone di poche parole ma con tanta sapienza, esperienza e umanità.
Concludo questa testimonianza,(ce ne sono state altre, ancora degne e ricche di ricordi), con l'affetto e con la stima che ci lega ancora, consapevole di essergli grato e altrettanto certo di avergli fatto gradita compagnia, in un periodo maturo per le nostre condivisioni di azioni di caccia, assaporate e godute nella loro completezza ed integrità etica e passionale.
Il nostro augurio, mio in particolare, è quello di poter trasmettere qualcosa che possa arricchire di rispetto, emozionalità, arte e passione questa disciplina di caccia, con il cane da ferma, per boschi, dall'alba al tramonto, in simbiosi con la natura, con il migliore amico, a pranzo insieme ad arrostire (carne di maiale rigorosamente e amorevolmente preparata la sera prima), sulla brace di scopa e di corbezzolo secco, su forcelle dritte e ben affilate, da poterle disporre a terra mentre si leva il pane fresco di forno dal tascapane, e si prepara il seggiolino ricavato sul posto con frasca, pietra o ceppo di legno che sia.
E in attesa che la carne cuocia si commenta la mattinata, si assaggia un sorso di vino rosso, rigorosamente rosso, che accompagni le carni.
Questa è la cultura della caccia che non deve mai essere dimenticata, che deve essere dignitosamente rispettata, goduta e divulgata ai giovani, vogliosi di vivere momenti di alto valore emozionale.

Con rispetto,
Rimescolo
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

Rimescolo

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Risposta #279 il: 07/04/2014 - 20:40
Altra giornata con Marcello


L'amico Marcello, come già descritto in altro racconto, era uno specialista della caccia alla beccaccia, e come gran parte di questa nobile ELITE', disdegnava dividere con altri che non fossero degni conoscitori e rispettosi passionisti.
Il motivo è da ricercare ed accettare nella più assoluta certezza, della sobrietà e della gelosia che Marcello esprimeva verso quei cacciatori che non si approcciavano con la regina, nella maniera che lui considerava "vangelica". Ben che mi avesse visto crescere e fosse stato grande amico del vecchio Rimescolo , e della mia famiglia, non fummo mai attratti l'uno dall'altro in modo continuativo, complice la mia ricerca continua verso ogni forma di caccia di terra che mi attraeva oltre misura. Con i vantaggi che ottenevo dalle varie discipline, oggi a lepri, domani a fagiani, dopodomani a tordi, poi colombacci, poi d'estate c'era la caccia alla volpe ecc..ecc.., il tutto in piena libertà e con l'ausilio dei cani dello zio Giovanni.... non mi attraeva ancora la "Regina".
Ad oggi, in assoluta verità e consapevolezza, posso sostenere, dopo averla praticata per un buon tempo con l'amico Enrico, e per un breve periodo con Marcello, che la caccia alla regina del bosco è la più appagante, intrigante, passionale, sempre se condivisa con il proprio cane da ferma e con i migliori amici, dall'alba al tramonto, con tascapane a tracolla e fucile a spalla.
Il fucile più adatto per questa disciplina, a mio avviso, è la doppietta o il vovrapposto, cal.12, con canne da 60cm strozzature 4/2.
Riconosco e non mi vergogno di raccontare che in passato molto lontano, non ho avuto la possibilità di scelta di più armi, e la fortuna mia naturale mi permetteva di cacciare quasi tutti i selvatici con il cal.20 ( che ancora oggi a volte utilizzo, un vecchio Beretta A.300).
Il motivo pratico dell'utilizzo più appropriato dell'arma a due canne, è relativo al caricamento di ognuna con piombature e cariche diverse, in prima canna piombo 9/8 caricata con polvere DN( sparpagliona) e SIDNA o SIPE in seconda canna, più precise e più spinte, con piombo n° 7.
Resta da capire come potessero sfuggire a cartucce caricate senza contenitore, e con semplici borre di sughero o di feltro, orlatura tonda e pressioni quasi sempre soggettive, allora venivano accettate le varie ipotesi di insuccesso, oggi la ricerca esasperata  per il raggiungimento della preda ad ogni costo, ci mette nelle condizioni di subire le tecnologie e la scienza applicata alle armi e ai caricamenti dei proiettili. Abbiamo perso il gusto del dubbio....e della ricerca.

Marcello in tarda età si è "fidato", abbiamo concordato e vissuto giornate meravigliose insieme a Dik, suo ultimo artista, eccellente interprete di numerose azioni di caccia alla beccaccia.
L'avventura che sto per raccontare (anche se il mio adorabile cucciolo di springer me lo vorrebbe impedire, forse per gelosia, o più verosimilmente perchè vuole uscire in giardino, si è stufato che io stia al computer a scrivere di altri), è datata di un periodo fine Natalizio, intorno al 2000, sulle colline Sassetane, direzione Castagneto Carducci.
Conosco abbastanza bene il territorio, più che altro per averci insidiato colombacci sia svernanti che novembrini (code di migrazione), ma Marcello conosce ogni anfratto di bosco, misto a cerri, querce, lecci, carpini, ornelli, castagni, scope, corbezzoli, ginepri, sughere, tagliate, ed intervallato da stradicciole più o meno larghe, e fossati con rivoli d'acqua e due sorgenti, la fonte delle Loppole, e la fonte all'Oppio, passando per il sughericcio , la collacchia, il sodino e le gualazzine .
Territorio che la regina gradiva molto e in questo periodo dell'anno vi faceva sempre visita e sosta.
Un altra "pensione dorata" per la beccaccia era il poggio coronato, un po scomodo da raggiungere ma mai privo di questo meraviglioso e gradito ospite.
Ricordo benissimo di averci fatto una bella padella con Dik in ferma verso di me, beccaccia bloccata a circa 5/6 metri, che in un baleno si incolonnò e si dileguò dopo un colpo di stoccata del sottoscritto andato a vuoto. Altre beccacce ci hanno onorato in quel posto,ma quella non si trovò più...
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

Vasco

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Risposta #278 il: 02/04/2014 - 22:41
Allora è arrivata, bella e "elegante" usavo anch'io con il setter il sistema fiocco per iniziare la ferma, via ora ricomincia un'altra avventura, spero di vederla all'opera. I miei sinceri auguri a IDA e al "vecchio" Giamp.
Un forte abbraccio.
vasco

giamp50

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Risposta #277 il: 02/04/2014 - 22:15
Grazie dell'apprezzamento Rimescolo,
speriamo che venga fuori anche brava.
Saluti.

Rimescolo

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Risposta #276 il: 02/04/2014 - 14:35
Bellissima!!!
La passera è sempre la passera! Solo la fetta di cocomero fresca ci va vicino.........

giamp50

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Risposta #275 il: 01/04/2014 - 20:40
e la storia continua rinnovandosi ... nella speranza che nuove avventure si fissino nella memoria tramutandosi in nuovi racconti.

Ida 4° del Zeffiro, drahthaar di quasi tre mesi in ferma su fiocco.

Vasco

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Risposta #274 il: 28/03/2014 - 14:22
.....E grazie Renato.