Caro Gino, sono felice dei tuoi interventi che mi danno la possibilità di proseguire un dialogo. Ora so già che quello che scriverò non interesserà che a pochi perchè questo è uno dei mali della nostra comunità: quella dei cacciatori. Io l'ho già detto il cacciatore italiano è un qualunquista disinformato in parte per retaggio culturale in parte perchè è rimasto al palo ovvero continua a leggere un libro dei sogni senza rendersi conto che la barca affonda, in più è pregno di atteggiamenti razzisti e tribali perchè in realtà non è che gli interessano più di tanto i temi generali, se non adopera richiami il tema non lo tocca, se non va al cinghiale che importa la peste suina, non ha mai messo un paio di stivali a coscia e quindi che vadano a farsi benedire tutti problemi dei cacciatori di acquatici e via discorrendo. Io la peste non ce l'ho e se intorno a me passano i monatti con i carretti pieni di morti a me che me ne cale? Non mi dite che non è così perchè non sareste sinceri. Detto questo bisognerebbe avere coscienza che la caccia in Italia è un malato grave nella corsia che ospita il malato quasi terminale: l'Italia. Ovvero ci muoviamo in un contesto malsano, afflitto da problemi millenari e che io credo non farò in tempo a vedere almeno in parte sanati. Bene allora cosa possiamo fare? Non molto io credo perchè per poter ripartire bisognerebbe essere fedeli sostenitori delle teorie di G.B. Vico, corsi e ricorsi storici, tanto per spiegarmi meglio: una specie di day after, una nuova invasione dei Visigoti con il successivo sacco di Roma (intesa come l'Impero Romano) Non è possibile? Certo che no. Ma Tu pensi davvero che la madre di tutti i problemi sia la caccia nelle AFV? Qualcuno ti potrebbe obiettare che se ben condotta la suddetta Azienda dà lavoro, fa girare soldi etc Oppure che la questione da dibattere con ferocia sia quella stupida manciata di ore da passare sotto il solleone il primo di settembre? Tutti noi ci dibattiamo come pesci all'asciutto io credo per un sentimento di impotenza perchè forse ci rendiamo conto che non riusciamo a vedere fuori dalla finestra.Allora cosa fare? La ricetta magica non ce l'ho ma un ideuzza si.A mio parere, quando la nave affonda la prima cosa da fare è varare la scialuppa e assicurarsi che tenga bene il mare.Quindi io credo che sia necessario ripartire dalle cose più piccole ma non meno importanti, agire e se possibile indirizzare gli obiettivi in un ambito più ristretto ma dove la malattia si può ancora superare. Una prima, piccola inversione di tendenza l'ho vista nella nascita della CCT che a mio parere va nella direzione giusta. Quindi i nostri sforzi si devono concentrare per interagire con le forze politiche e non che amministrano la caccia in Toscana. All'interno di questa favorire, sviluppare la creazione di comunità di cacciatori che in pratica ci sono già, hanno solo bisogno di una realtà di intenti. Mi spiego meglio, noi siamo un enclave di specialisti che caccia il colombaccio, accanto a noi ci sono i cinghialai, business che va per la maggiore in questo momento, poi i cinofili, i cacciatori di acquatici etc Tutte categorie degne di rispetto ciascuna con i suoi problemi. Ma allora se tutti questi specialisti si riconoscessero in un aggregazione propria che rappresentasse, INSIEME ALLE ALTRE, i propri problemi con forza questo non potrebbe essere un passo avanti significativo? Io non voglio dire che si dovrebbe arrivare alla caccia per specie, ma forse un domani....Comunque questo è futuribile il primo passo è capire che non possiamo salvare la nave e preoccuparci intanto della scialuppa. Quindi perchè non realizzare aggregazioni forti che interagiscono fra loro, che si parlano e risolvono anche i problemi di convivenza? Facciamo delle scelte DA SOLI e proponiamo NOI alla politica che amministra la cosa venatoria in Toscana qualche soluzione. E' l'ora di capire che è finito il tempo della bella vita vagabonda facciamo delle scelte di campo e ricordati quel proverbio Zulù che mi piace tanto"anche le formiche possono mangiare una giraffa". Primo passo? Per noi facile, smettiamo di agitare stracci al vento e stiamo sotto la bandiera del Club che è già una realtà consolidata. C'è da cambiare? Bene, ma da dentro, come sto facendo o tentando di fare io, non da fuori. E' solo una teoria fantasiosa? Può darsi ma un uomo è veramente vecchio quando i suoi rimpianti sono di più dei suoi sogni e io non mi sento ancora da buttare. Baci abbracci e colombacci.