A caccia con "RIMESCOLO"
Il clima Natalizio, i commensali più giovani, le parentele che si affacciano nella mia accogliente sala da pranzo, la cruda realtà? e consapevolezza che mia moglie ed io siamo i "rimasti" di una famiglia unita e numerosa, mi rattrista e mi allieta e mi fa ritornare indietro, molto indietro nel tempo.
Mi allieta per saper vivere e continuare la tradizione delle feste in famiglia, vero fulcro della società? e dell'economia, mi rattrista perchè il tavolo ha posti vuoti...
Impossibile non ricordare le grandi tavolate, l'armonia e le giocate a tombola con i parenti, i minuscoli regali natalizi che non scalfivano minimamente l'evento religioso.
Le vacanze natalizie erano ormai agli sgoccioli, il babbo aveva promesso che mi avrebbe portato al lellero ai merli, a quel tempo il frutto di edera non era conosciuto e ambito dai colombacci, era eslusivamente a disposizione dei merli, tordi, capobigi, sasselli e qualche cesena.
Mi era stata regalata qualche cartuccina,(si chiamavano così le caricate con piombo 10/11), e finalmente una sera Rimescolo mi dice di preparare il "tascapane" per la mattina successiva.
Avevo 9 o 10 anni, le notti d'inverno erano lunghissime al termine rosso, non c'era energia elettrica, solo candele per le camere e una lampada a gas per la cucina, che veniva spenta appena finito di cenare. Il bagliore del camino rendeva piacevole e caldo il breve periodo prima di andare a letto e sempre dopo aver ascoltato qualche racconto dello zio, era stato prigioniero in Africa.
Il letto era riscaldato da un piccolo "cardano" con brace di legna, che veniva fissato ad un telaio di legno fatto ad uovo ed inserito sotto le coperte, detto "PRETE".
Ovviamente prima di entrare nel letto veniva tolto e disposto in altri letti da riscaldare, fino ad esaurimento letti e brace.
Ma torniamo al tascapane, la mamma me lo aveva preparato con pane fatto in casa, un "pezzetto" di salciccia, un "pezzetto" di cacio, qualche noce, un "pezzetto" di cioccolata rimasta dei regali, da dividere con il vecchio Rimescolo.
Di buon ora ci alziamo e ci incamminiamo in direzione di Sassetta, ad un grande lellero
che era situato in un fosso delle "loppole". Il tempo è freddo e piovigginoso, e ci accompagna e ripara un vecchio ombrello di incerato(tela verde cerata).
Arriviamo all'alba, siamo abbastanza caldi, 5/6 km percorsi a passo svelto, ma dopo poco il babbo è costretto ad accendermi un piccolo focherello all'interno del capanno, mi ero infreddolito.
I merli non tardano ad arrivare, sparo un paio di colpi, il babbo ne fa un discreto mazzo, consumiamo il pranzo frugale, al pomeriggio ci spostiamo piuttosto inumiditi verso un altro lellero, pochi tiri e via per il ritorno, cartucce finite.
A metà? strada ricordo che era avanzato un "pezzetto" di pane, dal tascapane ormai fradicio lo tiro fuori e lo mangio con tanta soddisfazione da rimanermi impresso a tal punto che ancora oggi non disdegno di inumidire il pane in un ruscello e assaporarlo con il ricordo di quella giornata di caccia di 50 anni fa, ma è un altra cosa.
Avete capito bene, il ricordo mio indelebile di quella giornata di caccia con Rimescolo, non furono nè il carniere nè i pochi spari che effettuai, ma il grandissimo sapore di un pane ammollo, avanzato!!!!!!
Non ricordo di aver mai patito la fame, un "pezzeto" di qualcosa si trovava sempre...ho voluto raccontare un episodio che è stato parte integrante della mia adolescenza, che ho vissuto con la caccia e ho tratto da questa, ammirazione e rispetto per tutto ciò che è intrinseco in essa.
Viva i giovani che si avvicinano a questa disciplina, con arte, etica, passione e rispetto.
Rimescolo