FORUM Club Italiano del Colombaccio

Rimescolo

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Risposta #228 il: 01/01/2013 - 19:19
Non dimentichiamo questo importante impegno, io ci sarò, spero con alcuni amici.

Rimescolo

aldorin

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Risposta #227 il: 31/12/2012 - 15:58
Caro Renato
facendo cenno ad Enrico Gianardi (ancora una volta...) hai fatto centro.
"Con la sua delicatezza" da 10 anni a questa parte ha donato a nome del club italiano del colombaccio una somma che ha dell'incredibile al Gaslini di Genova.
Con Enrico ho un rapporto d'amicizia privilegiato! Non me ne voglia il nostro Francesco Paci, ma per me Enrico è il "mio" presidente.
A breve Enrico mi comunicherà? la data della sua festa, del suo annuale appuntamento.
E quest'anno sarà? il decennale.
A Gianardi tutti noi dobbiamo una particolare attenzione... e mi spiego meglio.
La festa che Enrico organizza tutti gli anni è denominata Sagra del Club Italiano del Colombaccio... ( o qualcosa di simile), ma purtroppo per lui di espositori o venditori di richiami o materiale annesso alla nostra passione ce n'è stati sempre pochi.
Questo il suo più grande cruccio.
Ecco, quest'anno (ricorre il decennale!!!) chiedo a Voi Toscanacci una particolare attenzione per questo appuntamento e possibilmente una partecipazione numerosa di allevatori-venditori-espositori ecc ecc alla sua festa.
Quando avrò la data certa della sua sagra la comunicherò con dovizia di particolari e fin da ora spero che col Comandante e Rimescolo in testa, ma anche con l'aiuto di tanti altri amici del forum (per esempio Faina che da buon livorbese spero coinvolga tanti "Labronici"), si possa fare felice in nostro mitico Enrico. Insomma... gli si possa noi finalmente fare un bel regalo.
Rendere la sua festa non solo una occasione di beneficenza, ma anche un bell'incontro tra appassionati.
Non penso al Game Fair... non penso al raduno nazionale a Poggibonsi, ma spero in un numeroso intervento di tanti e poi tanti addetti ai lavori con conseguenti buone presenze di appassionati della caccia tradizionale al colombaccio.
Si tratterà? di pubblicizzare bene il tutto e poi il risultato dovrebbe essere gratificante per tutti, in primo luogo per Enrico me merita, stramerita, questa nostra attenzione.
Tutto qua.

comandante

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Risposta #226 il: 31/12/2012 - 17:25
x ALDORIN DETTO ORESTINO .. DA PARTE DEL COMANDANTE CI PUOI CONTARE ..che non mancherò a tale festa e penso di portare tanti seguaci diavolacci di livorno a tale festa organizzata da Enrico Gianardi, che ammiro   e stimo come persona, anche non conoscendolo ma chi fa del bene al prossimo merita di essere rammentato e stimato fra di noi come persone rare al mondo di oggi ... LORIS..

DIEGOBACCARELLI

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Risposta #225 il: 31/12/2012 - 00:23
Caro Renato,

si può essere anche poveri e non è il tuo caso, ma straordinariamente ricchi di valori spirituali e umani e questo è proprio il tuo caso, che ti rende capace di esprimere, con semplicità?, acume e saggezza, le storie e le sensazioni di vita vissuta, proponendole con grande modestia e con altrettanto spirito di osservazione all'attenzione e, soprattutto, alla riflessione degli amici. E gli amici, caro Renato, te ne sono molto grati.

Complimenti e auguri a te, Silvia e Luca per uno splendido 2013.

diego

Rimescolo

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Risposta #224 il: 30/12/2012 - 22:00
Grazie a tutti coloro che dimostrano interesse, e si emozionano con i miei racconti di vita e di caccia. Grazie perchè avete capito che ciò che scrivo di "getto" è frutto di una realtà? vissuta, semplice, genuina, integra, povera ma dignitosa.

Tutti abbiamo bisogno che ognuno si manifesti nella sua espressività? etica e morale, non per convincere ne per imporre, ma semplicemente per far conoscere (come dice Alessio) uno stile di vita per chi talvolta non ci rispetta.

Grazie Ciccio, la tua sensibilità? e la tua cultura è quanto di più utile possa essere desiderato in un forum di cacciatori specialisti e "speciali".

Per la raccolta dei racconti sono con voi, con le vostre idee, aspettative e progetti.

I racconti sono a disposizione del club del colombaccio, così come eventuali introiti.

Un felice, prospero e sereno 2013
P.S Saluto con ammirazione e rispetto Enrico Gianardi, che sottovoce con la sua delicatezza riesce ogni anno ad elevarsi con le sue iniziative sociali.

alessiotroni

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Risposta #223 il: 30/12/2012 - 17:07
Grande onore davvero a chi ha vissuto momenti semplici ma appaganti, ed oggi nel ricordo ci fa apprezzare con nostalgia sapori persi ma forse dai più giovani nemmeno assaporati. Grande entusiasmo nel leggere questi racconti oppure ascoltati un pò in tutte le nostre famiglie dai più anziani e sempre "Cacciatori".

Credo che il Cacciatore unito alla Semplicità? ed al Contatto diretto con la Natura dia origine a queste belle storie. Ancora oggi rispettando i valori fondamentali si può vivere dei bei momenti da ricordare e trasmettere sentimenti nobili ai più giovani.

Una bella raccolta di questi racconti è davvero un bel ricordo ed uno stile di vita non solo per i più giovani ma anche per chi talvolta non ci rispetta.

Saluti,  Alessio

DELDUE

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Risposta #222 il: 30/12/2012 - 16:44
Caro deliberoCICCIO gurda che se il "LORD" scrive il libro dei racconti a te tocca quello delle poesie, magari vendibili entrambi sul nostro sito, e magari parte dell'incasso devoluto proprio alla nostra causa, radiotrasmettitore(radiocollare, chiamatelo come volete) per colombacci.

Saluti

deliberoCICCIO

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Risposta #221 il: 30/12/2012 - 08:34
Fosse solo quel "pane ammollato" - per Te legato al ricordo...come un filo che tirato...

ripropone sbrogliandola,chiara ed indimenticabile,una matassa di vicende passate...ed ammalia una commozione infrenabile.

Perdonami,non per screditare il Tuo "saggio pane ammollato",ma c'è in questo racconto,forse più che negli altri,l'IMPRONTA di ciò ch'è stato e che NON tornerà? mai più.

Hai cominciato nel ricordare il NATALE di una volta,quello che veniva desiderato,atteso,bramato...quando la tavola era allestita di leccornie diverse...non comuni...quando solo a Natale "si proponeva"un pasto vero,diverso,quando anche NOI credevamo a Babbo Natale.

La "tradizione delle feste di famiglia"...ed i posti vuoti che tanto "rimbombano nel petto quanto le parole sagge" ed i visi a Noi cari...riproposti,al nostro ricordo,in

atteggiamenti soliti e riconosciuti in sequele di atteggiamenti "propri di ognuno".

L'IMPORTANZA del regalo...seppur 'misero'...ma atteso.

Poi...le candele e quella lampada di "rappresentanza" che di regola veniva spenta al termine della cena.

I racconti dello Zio...anche quelli,per me sconosciuti,danno adito alla curiosità? in 'mistero'.

Quel "cardano"...tanto di dialettale ed il 'PRETE',il marchingegno per non far ardere le lenzuola -pesanti,ricordi- e che ricordando la forma delle "cupole" delle chiese sono state battezzate con quel nome -allora il prete era una delle persone più notorie

che incuotevano rispetto e si imponevano alla NS mente,quale pensiero ossessivo da non

trascurare o dimenticare.

Da non dimenticare il "tascapane" e la saggia accuratezza dell'amorevole "mamma" nel

prepararlo...quale regalo da scartare e gioire al momento del bisogno...ogni cibo aveva

un sapore 'proprio' indescrivibile...quale Storia di un 'momento'.

Ed ancora l'unico ed autentico "RIMESCOLO - PADRE -" lasciamelo dire,per il bene che

Ti voglio e per quanta ricercatezza LUI ( e LEI)abbiano adoprato nel 'forgiarTi',quale

persona Tu oggi sei agli occhi di TUTTI.

La SAGGEZZA che Ti rappresenta deriva da questo "mosaico di vita" a cui hanno preso

parte le vicende di vita vissuta al fianco di "quei posti vuoti"...di sicuro la STORIA

E'MAESTRA DI VITA.

Ringraziarti è 'banale'...averTi in cuore...è Storia di vita.

N.B.Di sicuro appoggio l'idea del "LIBRO dei RACCONTI"...del resto il nome di LORD -

per chi non l'ha in mente - è stato da me coniato...come il "Comandante".

Un abbraccio forte e sincero... cicciodelibero.

badger

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Risposta #220 il: 30/12/2012 - 07:53
E' veramente singolare, se ci pensate un attimo, che i ricordi si focalizzino sempre intorno a due elementi significativi, il freddo, e gli odori, i profumi se preferite. Il freddo che chissà? perchè è rimasto scolpito nelle immagini di allora, con quei boschi di gennaio che, alla luce di una pila, sembravano caverne di ghiaccio, con il disagio pungente alle mani e poi, più tardi, ai piedi protetti in maniera come dire, un po' arrangiata, secondo i mezzi di allora. Avevo un paio di stivali di gomma nera, che erano tutto ciò che si poteva reperire all'epoca per un ragazzino di 8-9 anni. Ci si moriva dal freddo e un giorno i primi di ottobre (sic) sull'appennino modenese con un passo di tordi e di merli impressionante davo calci ai sassi per cercare di ridare sensibilità? ai piedi. E poi gli odori, quelli del camino delle grandi case contadine di allora che ci accoglievano nel tempo di caccia, dove nella cucina immensa si viveva la maggior parte della giornata, con l'acquaio di pietra e la madia per il pane. Forse è la mente che appanna il lucore dei ricordi, chissà?, ma sembra che tutto fosse più buono, più vero, certamente più sentito, voluto, vissuto. E nella semplicità? di un letto riscaldato con il "veggio" che altro non era che una versione diversa del "prete", almeno a Firenze, tutto diventa da vivere, da godere attimo per attimo. Certamente come ha detto qualcuno più grande di me "se si intenerisce il core" è perchè non siamo più giovani, ma forse e dico solo forse, pur nella ristrettezza dei mezzi, nella penuria del di più, perchè non è mancato mai quello che veramente serviva, c'era tanta voglia di vivere, contentandosi del poco, che sembrava così bello. E credo sinceramente che chi, beato lui, è giovane oggi, purtroppo non avrà? questa ricchezza che ormai ci appartiene per sempre: quella del ricordo di giorni così diversi nella loro semplicità? da sembrare di un altro mondo e finchè l'odore buono del fumo di un fuoco di legna, alla sera, ci riporterà? a quei giorni, ci sentiremo sempre un po' più vivi. Ciao

Vasco

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Risposta #219 il: 29/12/2012 - 21:15
Caro Renato il tuo bellissimo racconto mi ha riportato indietro negli anni quando anche in umbria i mesi invernali erano veramente freddi e le temperature di notte, quasi sempre, erano parecchio sotto lo zero termico. Quando nei mesi di gennaio e febbraio del 1956, me lo ricordo bene, i spalatori del comune tutte le mattine erano davanti a casa mia per liberare la strada dalla neve che copiosa cadeva tutto il giorno e il freddo era veramente tanto. Mia madre, allora avevamo anche la stufa a legna, tutte le sere prima di ritirarci metteva la brace nella pentola del "prete" e poco dopo tutti andavamo  a letto. Ancora oggi sento il calore e gli odori di quel letto, non nascondo che l'idea di mettere ancora il "prete" mi viene ogni volta che accendo il camino, ahh! quanto mi piacerebbe sentire ancora quel tepore, ma le temperature di questi tempi non fanno battere i denti come allora e, i brontoli di mia moglie, forse, riusciranno a lasciare il "prete", per sempre, nel libro dei ricordi.
L'idea di DELDUE mi piace, raccogliere tanti di questi bellissimi racconti in un libro devo dire che mi piace veramente.....
Un abbraccio e, tanti AUGURI di Buon Anno a Te e Famiglia.

vasco.

aldorin

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Risposta #218 il: 29/12/2012 - 19:34
Caro Renato ha ragione Deldue: aspettiamo un tuo libro di ricordi.
Il "prete"... lo avevano i miei genitori. Io scaldavo i piedi con una borraccia militare inglese che mia madre riempiva d'acqua calda e che aveva ricoperto con un panno soffice.
Altri tempi... altra gente...
Ti ricordi com'erano arzigogolati i vetri di mattino con tutti quei cristalli di ghiaccio.  
Pensiamo al domani che è meglio.
Oggi due germani e lunedì vado in un bel posto... chissà?!!!???
Un abbraccio.

DELDUE

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Risposta #217 il: 29/12/2012 - 17:46
Renato sei un GRANDE, scrivi un libro, ho fai una raccolta di tutte queste storie di vita vissuta, della caccia dei bei tempi, quando un cacciatore era visto da tutti in un altro modo.
"Il prete" a casa ne ho ancora uno, lo usavano i miei nonni e mio padre, quando si erà? un pò più poveri, ma più ricchi dentro, ed il vicino di casa se serviva ti allungava una mano, ma no per rubare come oggi.
Saluti Grande Rimescolo

Rimescolo

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Risposta #216 il: 28/12/2012 - 20:30
A caccia con "RIMESCOLO"
Il clima Natalizio, i commensali più giovani, le parentele che si affacciano nella mia accogliente sala da pranzo, la cruda realtà? e consapevolezza che mia moglie ed io siamo i "rimasti" di una famiglia unita e numerosa, mi rattrista e mi allieta e mi fa ritornare indietro, molto indietro nel tempo.

Mi allieta per saper vivere e continuare la tradizione delle feste in famiglia, vero fulcro della società? e dell'economia, mi rattrista perchè il tavolo ha posti vuoti...

Impossibile non ricordare le grandi tavolate, l'armonia e le giocate a tombola con i parenti, i minuscoli regali natalizi che non scalfivano minimamente l'evento religioso.
Le vacanze natalizie erano ormai agli sgoccioli, il babbo aveva promesso che mi avrebbe portato al lellero ai merli, a quel tempo il frutto di edera non era conosciuto e ambito dai colombacci, era eslusivamente a disposizione dei merli, tordi, capobigi, sasselli e qualche cesena.

Mi era stata regalata qualche cartuccina,(si chiamavano così le caricate con piombo 10/11), e finalmente una sera Rimescolo mi dice di preparare il "tascapane" per la mattina successiva.

Avevo 9 o 10 anni, le notti d'inverno erano lunghissime al termine rosso, non c'era energia elettrica, solo candele per le camere e una lampada a gas per la cucina, che veniva spenta appena finito di cenare. Il bagliore del camino rendeva piacevole e caldo il breve periodo prima di andare a letto e sempre dopo aver ascoltato qualche racconto dello zio, era stato prigioniero in Africa.

Il letto era riscaldato da un piccolo "cardano" con brace di legna, che veniva fissato ad un telaio di legno fatto ad uovo ed inserito sotto le coperte, detto "PRETE".

Ovviamente prima di entrare nel letto veniva tolto e disposto in altri letti da riscaldare, fino ad esaurimento letti e brace.

Ma torniamo al tascapane, la mamma me lo aveva preparato con pane fatto in casa, un "pezzetto" di salciccia, un "pezzetto" di cacio, qualche noce, un "pezzetto" di cioccolata rimasta dei regali, da dividere con il vecchio Rimescolo.

Di buon ora ci alziamo e ci incamminiamo in direzione di Sassetta, ad un grande lellero

che era situato in un fosso delle "loppole". Il tempo è freddo e piovigginoso, e ci accompagna e ripara un vecchio ombrello di incerato(tela verde cerata).

Arriviamo all'alba, siamo abbastanza caldi, 5/6 km percorsi a passo svelto, ma dopo poco il babbo è costretto ad accendermi un piccolo focherello all'interno del capanno, mi ero infreddolito.

I merli non tardano ad arrivare, sparo un paio di colpi, il babbo ne fa un discreto mazzo, consumiamo il pranzo frugale, al pomeriggio ci spostiamo piuttosto inumiditi verso un altro lellero, pochi tiri e via per il ritorno, cartucce finite.

A metà? strada ricordo che era avanzato un "pezzetto" di pane, dal tascapane ormai fradicio lo tiro fuori e lo mangio con tanta soddisfazione da rimanermi impresso a tal punto che ancora oggi non disdegno di inumidire il pane in un ruscello e assaporarlo con il ricordo di quella giornata di caccia di 50 anni fa, ma è un altra cosa.

Avete capito bene, il ricordo mio indelebile di quella giornata di caccia con Rimescolo, non furono nè il carniere nè i pochi spari che effettuai, ma il grandissimo sapore di un pane ammollo, avanzato!!!!!!

Non ricordo di aver mai patito la fame, un "pezzeto" di qualcosa si trovava sempre...ho voluto raccontare un episodio che è stato parte integrante della mia adolescenza, che ho vissuto con la caccia e ho tratto da questa, ammirazione e rispetto per tutto ciò che è intrinseco in essa.

Viva i giovani che si avvicinano a questa disciplina, con arte, etica, passione e rispetto.
Rimescolo

ILFAINA

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Risposta #215 il: 17/12/2012 - 21:42
Vedere gli occhi sprigionare gioia a un amico e un emozione bellissima.
Abbiamo preso il porto d'armi insieme ,siamo andati per i primi due o tre anni insieme e poi come succede spesso da giovani le strade prendano due direzioni diverse.
A quel tempo cacciavamo anatre in palude, eravamo sempre insieme i classici culo e camicia,poi io incominciai ad andare a colombi con la banda dello zio Duilio e non ci siamo piu frequentati.
Ma un bel giorno di questa estate passata, mi suona il cell e una voce "familiare" mi dice., indovina chi sono?, erano passati un bel po di anni ..una quindicina, ma l'ho riconosciuto subito.
Lui a continuato ad andare a paperi e io solo colombi , quest'anno in ottobre e venuto una settimana di fila con me a caccia e sembrava un bambino davanti a una vetrina dei giocattoli..incredulo di quello che facevo.
Domenica (ieri) e venuto a caccia con me e Gabri, era tutto eccitato del posto ,avra detto cento volte ..che spettacolo questo bosco di querce secolari.. Poi abbiamo fatto due capanni a un centinaio di metri di distanza , ogni uno a badare la direzione di colombi in arrivo.

Lui era con me nel capanno, la mattinata era favolosa.
Aspettavamo il giorno nel bel mezzo del bosco , il capanno era pronto , i piccioni piazzati a stringere il gioco di buttata su una gigantesca quercia con sopra messo a mestiere il mio giolly, ( un colombo nato a Luglio ) su una ribaltina, da toccare a l'ultimo.
Il colore delle querce dava un tocco magico alla mattinata che doveva nascere..Lui tutto eccitato mi domandava come era possibile cacciare colombi da dentro un bosco del genere, non gli tornava il fatto che si sarebbero buttati proprio li,su quella grande quercia , mi domandava ..ma a che ora sbloccano , cosa devo fare.. e gli si leggeva chiaro in faccia che non sapeva neanche immaginare cosa stava per succedere.. Ecco il primo branchetto ,alto e veloce.. gli dico stai pronto guarda da dietro.. dopo un paio di cimbellate piegano a sx sparendo dalla vista tra le chiome se pur semi sfoglie negano il seguirli.. continuo con un piccione messo piu in alto dell'altro, ecco che le vedo venire da dietro in planata ..tocco il giolly e come per magia 4 dei sette si buttano sul quercione .. gli dico al tre... e come dico tre i due sotto tiro cadano cenciati per la gioia di Dea che non gli fa toccar quasi terra... Lui mi guarda con uno sguardo incredulo ,, gli occhi brillavano.. e mi dice ..che spettacolo... abbiamo visto buttare su quel quercione un bel numero di colombi durante la mattinata, altri si sono posati fuori tiro ,altri sono andati a diritto ignorandoci, ogni spesso sentivo Gabri sparare... ci sono abituato hai colombi, ci sono abituato a questo tipo di caccia con tutti i paesaggi che ci offre ogni volta..ma non ero abituato a vedere piu una espressione di gioia e contentezza da un compagno che non conosce questa meraviglia di caccia. Mi avrà? ringraziato non so quante volte...Sazio e con un benessere nuovo mi saluta alla prossima avventura.
Ciao Manuele quando vuoi.
Flavio

badger

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Risposta #214 il: 17/12/2012 - 19:56
Una giornata di dicembre piena di pioggia fredda, martellante, con il bosco che sembra spengere i propri colori sotto l'assalto dell'acqua incessante. Ci vuole il mio cervello matto per essere qui, da solo, in questa infinita distesa di cerri dove sono arrivato al buio, letteralmente a tronca macchia" . Spiove, prima piano, poi in maniera più decisa e subito si materializzano centinaia di colombacci, sembrano indecisi, galleggiano ad una mezza altezza, quasi invitando la botta. Ma poi le ronde si fanno più intriganti, ammaliate dai tocchi dati al piccione, uno sparo due, cinque, sempre a cogliere un fiore grigio sbocciato d'improvviso in mezzo ai rami spogli d'un cerro. Complice la nebbia che si alza improvvisa la giornata si spenge, e' l'ora di raccogliere, legare, ingobbirsi di tutto ciò che serve alla caccia e via su per un erta che sembra non avere fine, fradicio di pioggia e di sudore, è ormai quasi buio quando finalmente arrivo alla macchina, Santo Iddio non ce la facevo proprio più. Dietro di me in basso la sera ammanta il bosco di silenzio. Non è un racconto è solo la cronaca di oggi 17 dicembre 2012. Ciao