FORUM Club Italiano del Colombaccio

Rimescolo

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Risposta #123 il: 05/07/2012 - 18:49
Caro Flavio, ho solo 14 giorni più di te e venti anni...

A Castellina ci sono stato quattro anni fa a caccia al cinghiale, nella fattoria del terriccio, con amici di Vada, il capo caccia era un certo Piero.

Per tre anni consecutivi, nel mese di giugno, sono stato a pranzo con i cinghialai di Castellina nella bella e attrezzata struttura che il comune ha destinato alle associazioni e ai gruppi sportivi e culturali che ne facciano richiesta.

Veramente eccellente, con cucina professionale inox, bagni, ecc...capienza circa 180 persone!!!un luogo d'incontro che tutti i piccoli comuni dovrebbero poter disporre.

Sugli interessi di natura e caccia ti faccio i miei complimenti, con il consiglio di cercare un equilibrio (ma forse l'hai già? trovato) e di saper distinguere le "passioni"., non aggiungo altro, sei intelligente per capire.

Un abbraccio,

Rimescolo

ILFAINA

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Risposta #122 il: 05/07/2012 - 12:55
Grande Renato, quello che ti scriverò e per farti capire che capisco e anche con molta semplicità? quello che vuoi trasmettere.

Nato come già? sai a Livorno il 18/09/71 intorno alla apertura generale giù di lì.Avevamo una sblendida casa chiamata fattoria il leccione località? Castellina Marittima sotto il Monte Vaso, andavamo li ogni fine settimana e l'estate dopo la chiusura delle scuole ci trasferivamo li per mesi.Il mio primo mondo ,la mia prima foresta e stata quella che ci circondava non occoreva allontanarsi piu di tanto da casa,la casa stessa faceva parte del grande mondo foresta. Fin da piccolo ero attratto da tutto quello era in natura,ho incomiciato con le formiche cercavo di capire le diversità? delle speci ed il loro comportamento, per esempio quelle ROSSE sono molte piu aggressive e unite di quelle NERE nonostante quelle NERE sono di una mole e forza maggiore.Man mano che crescievo " studiavo " con naturalezza ogni essere vivente che mi circondava andando in giro da SOLO nel bosco( solo mia madre e mio padre potrebbero dirti quanti coccoloni gli ho fatto prendere nel cercarmi )ma nonostante sapevo poi di prenderle era piu forte di me!ero inebriato dal bosco e dei suoi abitanti. Questo per farti capire che una persona nasce con un certo istinto non puoi farci niente e troppo puro e naturale.In tutte le mie passioni( caccia pesca funghi asparagi tartufi ceche in parte tutto quello che la natura ci da )ho sempre dato il massimo , nel caso caccia e pesca i prescelti da insidiare sono stati studiati fino al punto di sapere i loro pensieri e puoi capire che sei arrivato al massimo  soltanto quando riesci ad anticiparli VIVENDO nel loro mondo.

Un abbraccio

Flavio

Rimescolo

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Risposta #121 il: 02/07/2012 - 22:42
Negli anni 70, quando ero nel pieno delle mie facolta visive e uditive, e avevo una gamba avvezza alle grandi distanze, ero solito aspettare giornate di pioggia o di nebbia (o tutteddue)per andare a cacciare i colombi in sosta in grandi territori boschivi.

Una mattina di gennaio del 1969/70 non ricordo bene l'anno, mi incamminai bardato di giacca, pantaloni e stivali di gomma verso le "grotte dei partigiani" e anche più in là?.Indosso una vecchia cacciatora e la cartuccera con dentro una ventina di cartucce di plastica piombo 6 e 5 e tre quattro cartucce a pallettoni, un pezzo di pane e salame, due o tre noci, un mandarino e via.

Era abbastanza freddo e una pioggerella fitta mi accompagnò per tutto il tragitto, in giro non c'era anima che potesse disturbarmi, tanto erano proibitive le condizioni atmosferiche, tant'è che arrivato sul posto la pioggia aumentò e a tratti comparvero anche banchi di fitta nebbia.

Sapevo che stazionavano in quei luoghi un buon numero di colombacci, e la mia attrattiva e curiosità? era quella di scoprirne il comportamento e la cacciabilità? in tali condizioni. Mi soffermai a ridosso di una lecciaia, con alcune grosse querce vicine, ormai prive di foglie.

In queste condizioni tutto sembra deserto, non senti una merlo, nè un pettirosso, non vedi una volpe nè una martora, e non hai la minima percezione che ci siano segnali di vita selvatica.Da racconti di Rimescolo (babbo) rifletto e decido di perlustrare una vecchia strada di confine interdetta a qualsiasi motore a scoppio.

Ho finalmente raggiunto il luogo di sosta del colombaccio, sotto la pioggia ancora battente iniziano a partire dai lecci con sordi e cupi battiti d'ala, tipiche di volatili con piume bagnate, piccoli contingenti di favaccioni.

Mi sforzo oltremisura per avvistarne qualcuno all'interno delle lecciaie, non ci riesco, mi volano via tutti....il tempo passa, continuo in punta di piedi e a testa in su, l'ennesima ispezione, improvvisamente sento dei rumori, non conosco l'origine scruto in basso e scorgo due cinghiali che trotterellano in lontananza, non provo nessun interesse, sarebbe stata una follia sparargli.

Sta piovendo lievemente, e una brezza di vento inizia a scuotere i lecci intrisi d'acqua, la nebbia si dissolve.Sono "molle"(bagnato) di sudore, gli impermeabili dell'epoca erano delle torture, non c'era traspirazione, o non avevo soldi per comprarne di migliori....

In pochi minuti (saranno state le 11/12)il cielo si rischiara e inizia il risveglio della foresta, è tutto un volo di colombacci alla ricerca del cibo.

Il volo iniziale sordo e cupo velocemente diventa sibilante e melodioso, e riesco a colpirne alcuni che mi si posano nelle vicinanze, principalmente sulle querce alte e spogliate.

Rientro a casa con le giuste prede e un pizzico di esperienza in più, bagnato e felice,

con i panni affumicati per aver tentato di asciugarli al fuoco.

In seguito e fino a pochi anni fa, ho ripetuto questo tipo di caccia in solitario, piano piano ho sorpreso alcuni soggetti impiantati sotto la pioggia, ho avuto catture di altre prede, cinghiali, volpi, martore, caprioli.

Sotto la pioggia, in cerca di selvaggina, in solitario, una realtà? che dovresti assaporare. Nel bosco non c'è deserto, mai! anche i topi si possono vedere e sentire, basta essere soli, consapevoli e curiosi di scoprirne tutti i segreti della sua popolazione.Questa la vera difficoltà? di caccia con conseguente soddisfazione interiore.

Non vorrei avervi annoiato,

con rispetto saluto,

Rimescolo

giamp50

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Risposta #120 il: 02/07/2012 - 21:10
Da giovane per alcuni anni ebbi l'opportunità? di frequentare diverse riserve private del maceratese accompagnando con i miei cani degli invitati. Contesti bellissimi, selvaggina autentica e dura da cacciare in novembre/dicembre, ancora c'erano le starne.

Quella domenica di ottobre eravamo in zona semi collinare in una riserva attualmente trasformata in oasi, i fagiani erano come le galline nel pollaio, eravamo in quattro e dovevamo prelevarne otto, poi passati a dodici.

Avevo il giovane spinone Gem dell'Adige, 13 mesi di età?, dressato su quaglie selvatiche.

Il guardiano della riserva ci accompagnò ai confini della riserva e ci dette le indicazioni a cui attenerci: non sparare alle lepri, sparare solo ai fagiani maschi, alle femmine solo se sconfinavano fuori.

Nonostante le immancabili padelle degli ospiti, tanti erano i fagiani e tante le azioni da manuale di Gem che nel giro di un'oretta facemmo la quota.

Ricordo ancora che uno degli ospiti aveva portato un pointer acquistato da poco. Era stato addestrato per le gare, così gli era stato assicurato, a mio modo di vedere era stato psicologicamente distrutto, ebbene, fatto scendere dall'auto e fatti alcuni metri, rimase in ferma ed il padrone non fu più capace di farlo muovere. Dovette prenderlo di peso e rimetterlo in macchina. Poveretto, sentiva dappertutto e con tutte le botte che aveva probabilmente preso in passato, non si azzardava a muovere una gamba!
Tornando indietro, alla vista di un bel campo di medica, vi indirizzai il Gem. Un paio di azioni su fagiani e poi una ferma molto più espressiva. Cane immobile, i minuti passavano, mi avvicino ma non parte nulla. Poi un frullo collettivo di una famiglia di quagliardoni perfettamente maturi e si spandono per il grande campo di erba. Saranno stati una quindicina con i genitori.

Chiedo al guardiano se posso cacciarli, mi risponde di si, probabilmente pensando che il cane non li avrebbe ritrovati.

Ebbene il Gem iniziò a incrociare perfettamente il campo, ignorando volutamente i fagiani e pescando uno dietro l'altro con ferme da manuale i quagliardoni.

Cosa veramente da non credere, ma quella era la selvaggina su cui era stato addestrato!

Poi, dopo sette/otto, il povero guardiano, sbalordito, fu costretto a farmi smettere.

Rimescolo

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Risposta #119 il: 22/06/2012 - 19:11
Amico Diego, forse ci siamo conosciuti tardi....in tempi migliori avremmo sicuramente ridotto le distanze delle nostre residenze, per condividere le passioni della vera caccia.

Un abbraccio,

Renato

DIEGOBACCARELLI

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Risposta #118 il: 22/06/2012 - 14:03
Renato,ma che carattere Papà? Rimescolo! Una figura nobile da cui dovrebbero prendere esempio molti "colleghi" della nostra epoca!

Complinenti per il racconto e...per il tuo Papà?.

diego

Rimescolo

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Risposta #117 il: 22/06/2012 - 13:36
Incredibile, un episodio analogo successe che avevo poco più 12/13 anni.

Seguivo il babbo, eravamo a caccia di lepri alla Fardina, (una località? ai confini con la riserva di Monte Pitti), con l'amico, Santino.

Santino era un anziano cercatore di lepri dal carattere molto pacato e schivo, in sintonia con il nome che portava...i nomi non vengono certo distribuiti a caso, lo disse anche lo Zucconi del cafaggio, se mi chiamo Zucconi c'è una ragione! la zona di sciolta comprendeva il podere di un certo "orecchione" che di nome faceva Dante, credeteci che è la verità?. Il vecchio Rimescolo (così chiamato per la fierezza e l'austerità? che l'accompagnava) ed io, eravamo appostati sopra una piccola altura in attesa che la lepre venisse scovata dai cani di Santino, (i nostri erano al servizio dello zio in altra zona). Al caro Santino, mentre seguiva i cani nell'oliveta di orecchione, si involò un bel fagiano maschio, un colpo e il fagiano cadde d'ala e cercò rifugio in mezzo alle frasche vecchie di potatura. Non fosse mai successo, uscirono dalla casa colonica il Dante con il nipote sbraitando e inveendo a più non posso contro il pacifico Santino reo di aver sparato al fagiano che i due avevano intenzione di cacciare in tarda mattinata. Assistemmo per poco alla scena, Rimescolo accorse per stemprare gli animi e recuperare il fagiano ferito che sentitosi scoperto prese a correre di pedina, subito fu raggiunto dalla fucilata del babbo. Corsi al recupero ma una volta raggiunto e tenuto per il collo, mi si avventò il nipote di orecchione, un giovane sulla trentina molto robusto, e me lo tolse. L'atteggiamento non ebbe il plauso di Rimescolo, il quale si diresse verso il maleducato e con decisione riebbe il fagiano, lo prese per le gambe e lo divise, poi lo riprese per le ali e lo ridivise, per gettargliero in faccia a brandelli...con il consiglio di rientrare in casa e non permettersi più di infierire contro un vecchio(Santino) e contro un bimbo (io).

L'avvisò anche che poteva ritenersi fortunato, se io non ci fossi stato, l'avrebbe riempito di botte. Grande temperamento quello di Rimescolo...aveva due mani che sembravan panchetti! La mattinata proseguì, sinceramente non ricordo le fasi successive nè l'esito, era rimasta in me una grande amarezza e un po di paura, oltre al dispiacere di aver visto "sbrandellare" un bel fagiano con rabbia e grinta dal babbo forse per scaricarsi di un torto subito e di un comportamento assurdo nei confronti soprattutto di un vecchio che pensavano solo.

Gli anni passarono e con la prima licenza di caccia mi trovai spesso a perlustrare quella zona, la Fardina, e un bel pomeriggio mi incontrai con Dante, aveva in spalla un vecchio monocanna del cal.16, la morina stava cacciando un fagiano, pochi abbai e la femmina si levò dal rovaio per rientrare in riserva.

Avevo la doppietta cal.20, gli avventai una coppiola senza nemmeno levargli una penna di dosso, il vecchio Dante sempre con il fucile a spalla mi guardò esclamando con voce rauca:

bimbooooo quelli animali lì vanno ammazzatiiii....e si avviò verso casa.

con emozione e rispetto,

Rimescolo

giamp50

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Risposta #116 il: 21/06/2012 - 23:54
C'erano in Paese, tra altri, due cacciatori particolarmente rognosi che venivano spesso coinvolti in discussioni sia per il posto di caccia che per l'impossessamento dell'abbattuto.

Fatto sta che comunque riuscivano sempre ad aver ragione loro, sia quando un'altro cacciatore abbatteva un animale levato da loro, sia quando erano loro ad abbattere un animale levato da altri.

Naturalmente gli altri alla fine lasciavano andare, anche per non compromettersi.

Un giorno, guarda caso, si incontrarono in un crociale di un fosso e cadde un fagiano maschio.

Apriti cielo, inizia subito una gazzarra che si sentiva ad un km di distanza.

Alla fine il cacciatore senza preda, arrivato in faccia all'altro che teneva il fagiano per il collo, con una gran smanata glielo strappa.

L'uno andò a casa con la testa ed il collo e l'altro con il corpo!

Ricordo ancora le risate che facemmo e la soddisfazione per essersi finalmente scornati fra loro.

COLOMBO71

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Risposta #115 il: 04/06/2012 - 09:48
Hooooo che peso mi sono levato,,,, x la cronaca Dea Ieri pomeriggio durante il solito giro vicino casa a incominciato a gattonare in un campo erba medica, all'inizio pensavo avesse sentito un topo o chissa cosa. Tutto mi aspettavo ma che stesse cacciando un fagiano no.Dopo una diecina di metri e rimasta ferma, io che godevo come pochi sono rimasto dietro di lei in silenzio dopo circa un minuto a  dato la fogata e con mio stupore ho visto un maschio di fagiano volare. Lei lo ha rincorso per un centinaio di metri ma arrivata alla maccchia si e fermata ed è tornata da me.

Slt

C71

COLOMBO71

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Risposta #114 il: 04/06/2012 - 07:30
badger, bellissimo e emozionante ricordo. Ti capisco ci sono passato anche io .
Pensa che non ho piu sentito l'odore della caccia che sentivo da piccolo. La cartucciera , la borsetta delle cartucce , la custodia di cuoio del fucile amanavano un odore che mi avvolgeva la mente. E sogniavo..
Un saluto

C71

giamp50

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Risposta #113 il: 03/06/2012 - 20:44
Una decina di anni fà?, eravamo in tre all'impianto su due palchi, nel principale in due ed uno su quello di ribattuta.

Avvistato un branchetto, dato il via ai volantini e rientrati, in curata, movimentazione cimbelli, solito fermi fermi, brezza da ovest, due passate, colombacci allineati da est verso ovest in fase di pre-posa.

Non sono solo, quindi tiro al volo quando saranno a pochi metri sopra le nostre teste, per me terrò la coda del branchetto, per il socio con me nel principale alla mia sinistra il corpo e per l'altro socio nel palco di ribattuta la punta.

Sono ad una settantina di metri alla mia destra, ad est, ultime due leggerissime toccatine alle ribaltine infossate dietro al principale, procedono scendendo dolcemente, faccio passare le prime palombe, saranno un 6-8 metri sopra la mia testa, con la coda dell'occhio intravvedo che l'avanguardia sta abbassando il carrello. Mi scoppia il cuore non farle posare, ma gli accordi sono questi.

Al momento giusto dò il fuori, per me avevo tenuta l'ultima, i compagni sparano, esco anch'io, un colpo e va giù bene. Si odono i tonfi delle prede dei soci, la mia invece non la sento, dopo alcuni secondi un paio di battiti d'ali su solido come fossero gli ultimi aneliti di una vita.

Il compagno scende, recupera abbastanza facilmente le altre poi, quando lo indirizzo verso la mia, a pochi metri dal palco, solo penne, qualche goccia di sangue ed una strisciata di 1,5mt.

Il compagno risale, io scendo, sì, in effetti incredibilmente, dalla strisciata delle penne sembra essersene andata a gambe. Effettuo giri concentrici sempre più ampi ma niente da fare, non si trova una penna.

Vado a casa, prendo la cagna, ma tutto inutile.

Dopo pranzo anche l'altro socio torna con i suoi due cani, batte palmo palmo ma ancora niente, è un mistero! Sarà?, penso in ultima analisi, ripartita in volo senza che me ne accorgessi, però quei due battiti d'ali su un corpo solido non mi convincevano ed erano indice che il petto poggiava e che non era in grado di rialzarsi.

Il giorno dopo silenzio venatorio, vado al lavoro.

Il seguente, verso le 10,00, sceso per sgranchirmi le gambe, ritorno a ricontrollare quella strisciata di penne, vado rimuginando tra me e me, quando il socio grida Palombe.

Mi rannicchio appiattito ad un tronco di quercia, agli spari alzo il capo verso il cielo e sopra la mia testa, ad una decina di metri, in una forchetta, vedo la palomba appoggiata ad ali allargate.

Quel metro e mezzo di strisciata di penne per terra ci aveva talmente fuorviato che nessuno di noi aveva minimamente pensato ad alzare lo sguardo!

deliberoCICCIO

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Risposta #112 il: 02/06/2012 - 14:10
Dimenticavo...GRAZIE...NONNO GUGLIELMO.

deliberoCICCIO

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Risposta #111 il: 02/06/2012 - 14:09
Koala...scrivilo,mi hai emozionato ed incuriosito...è come "ricucire fedelmente la Storia

delle Generazioni... una "pelle antica" che racconta... ed è MAESTRA di VITA".

Grazie.

koala

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Risposta #110 il: 02/06/2012 - 08:06
scusa rimescolo si proprio campiglia marittima, mio nonno quando sparava parecchio sparava 50 cartucce e rigorosamente a fermo, immagina che veniva li da te alle lodole un saluto,,ps spero  un domani leggerai il mio libro

Rimescolo

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Risposta #109 il: 02/06/2012 - 07:15
Koala, la stazione che ricordi e racconti è Campiglia M/Ma. ed io abito proprio a Campiglia M/Ma!

Saluto,