Caro Del Due non ci conosciamo ma quello che scrivo lo penso dal tempo in cui, passati i furori giovanili, di noi che la caccia abbiamo fatto in tempo a vederla, (quasi) sono andato alla ricerca della qualità? come del Santo Graal. Solo che io non ho la pazienza di Parsifal e siccome sono un liberale convinto, nel pieno rispetto delle regole (quelle almeno che hanno un senso), mi adombro subito quando ogni tanto sento propalare delle fole come se fossero la fonte a cui tutti si dovrebbero dissetare. Io chiamo il mio sentimento in questi casi "il complesso di masaniello" vale a dire che pur di confutare regole che per me non sono "regole" alzo subito i cani e tolgo la sicura. Perchè mi piace riaffermare una verità? che non si può disconoscere: a caccia si va per predare, fallo pure con il profilattico se preferisci, ma sei un predatore. Che poi ultimamente io provi strani sentimenti quando raccolgo un colombo ferito è un problema mio che cerco di risolvere accantonandolo e scuotendo la testa. Detto questo sono perfettamente in sintonia con Rimescolo, la nostra situazione venatoria non può in nessuna maniera essere orientata alla quantità? ma solo alla qualità?, un poco per ragione di forza maggiore, non puoi ubriacarti se il vino scarseggia, un po' perchè centellinando un grande vino si sente il profumo dell'uva, della terra bagnata della vigna, insomma si riesce a sognare anche con gli occhi aperti. Ma ero, sono e sarò sempre cacciatore, cioè colui che in natura raccoglie delle prede. Ciao