FORUM Club Italiano del Colombaccio

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Post - Rimescolo

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Hai fatto bene a ricordare questa vecchia normativa Massimiliano, nel mio caso ci sono due autorizzazioni, una da invalido e una del titolare del bosco, sono a cavallo...

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Ho letto su Bighunter che nel dipartimento francese del Gard, il colombaccio è stato considerato "nocivo" e ne è stata prolungata la cattura fino al 31 marzo.
Non sono daccordo per le motivazioni descritte nei post precedenti, a mio avviso le specie selvatiche problematiche creano danni in particolari condizioni e in particolari periodi dell'anno. Prolungare il calendario venatorio comporterebbe la cattura anche di soggetti migratori, mentre la maggior parte delle problematiche le creano gli stanzializzati. Ovviamente questo è il mio pensiero

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Caro Mario, forse si arriverà ad una mediazione, spero la meno dolorosa possibile e la più dignitosa...Evitare con decisione gli abbattimenti durante il periodo di cova e limitare gli interventi nelle zone di criticità (a macchia di leopardo) non a tutta la Regione Emilia Romagna!!!
Buona domenica

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Bravo Denis, hai fatto un sacco di constatazioni, denunce, contestazioni soggettive più o meno condivisibili. Ma servono proposte per gestire la selvaggina, qualunque essa sia, di pelo e di piuma. Quali sono le tue? Gli studi servono se hanno applicazione pratica e razionale
Buona domenica

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Nella caccia come nella vita le responsabilità e i doveri non dovrebbero essere mai ricacciati ma affrontati e principalmente risolti con impegno e razionalità. Credo che (ma questa è una mia opinione) il problema se sussiste in alcune zone a colture intensive, sarebbe opportuno essere fieri di intervenire, con le dovute garanzie a titolo di cacciatori, non di estirpatori in libertà e fuori controllo. Ribadisco che il mio è un razionale intervento che viene molto da lontano per altre specie problematiche, cinghiali. Fu affrontato e contenuto a partire dagli anni novanta, anche in territori preclusi alla caccia, in collaborazione con gli organismi di polizia venatoria provinciale. Dopo accesi e contrastanti incontri/scontri con enti e associazioni corporative. Ad oggi quel metodo di intervento viene ancora messo in atto arricchito da recinzioni metalliche e recinzioni elettriche. Non è mai stato chiesto ( se non da alcuni...)di estirpare la specie bensì contenerla con piani di controllo. Per il nostro amato colombaccio occorrono interventi a macchia di leopardo oppure altre soluzioni proponibili concrete e responsabili. Non si può dire no a tutto!!! Manteniamoci con serietà il futuro della nostra passione, gestione per noi e per i giovani a venire. Un saluto cordiale

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La rinuncia dei cacciatori ai piani di controllo di specie selvatiche problematiche non mi trova d'accordo, il cacciatore moderno e responsabile dovrebbe pretendere di gestire il territorio e la selvaggina che lo popola. Scritto questo mi vorrei soffermare sul piano di controllo del colombaccio dell'Emilia Romagna. Credo che i colombacci che possono causare danni all'agricoltura sono, al pari dei piccioni, gli stanzializzati, cioè quelli che hanno rinunciato alla migrazione, quindi quelli che nidificano e si riproducono ormai da diversi anni nel su/europa, Italia compresa. I colombacci migranti (ottobre/novembre)si fermano in Italia giusto il tempo di alimentarsi velocemente(meteo permettendo) per poi proseguire la migrazione nei paesi più a sud/ovest, Spagna, Portogallo, Africa settentroniale e anche Sardegna. Stessa sosta alimentare veloce viene ripetuta nel periodo Febbraio/Marzo prima di riprendere la migrazione verso la nodificazione nei paesi nordici. Non si deve ignorare altresì che negli ultimi 15/20 anni abbiamo assistito al fenomeno degli svernanti nella nostra penisola, in grandi contingenti, però con un calo considerevole nella stagione venatoria 2024/2025. Un piano di controllo che non tenga conto di queste particolarità è evidentemente contestabile. Si rischierebbero abbattimenti di colombacci in migrazione pre/nuziale da una parte e colombacci nidificanti stanzializzati dall'altra, senza distinzione alcuna. L'intervento del cacciatore è necessario e praticabile quando effettivamente il problema si presenta, come in questa realtà particolare. Non può essere paragonato alla caccia di selezione per specie presenti sul territorio tutto l'anno, in esubero e problematici. Mi risulta che in Emilia Romagna ci siano 600 porto d'armi uso caccia, praticanti le varie discipline. Da questa realtà la Regione con il consenso e la disponibilità dei cacciatori, dovrebbe avvalersi per concordare piani di controllo in zone a rischio danni all'agricoltura accertati. A mio avviso un'altra modifica potrebbe essere fatta sul numero giornaliero dei prelievi in tempi di calendario venatorio, utilizzando anche i giorni di silenzio venatorio, autorizzando anche le aziende agrituristico/venatorie in determinate situazioni di effettiva necessità. Chiaramente con serietà e rigore ai soli autorizzati. Sono contrario a prolungamenti del calendario venatorio per le motivazioni sopra scritte e interventi primaverili. In altre parole, interventi mirati, in luoghi circoscritti, in tempi limitati alla sola necessità concordata con gli enti territoriali. Gestione del problema. I capi eventualmente a disposizione dovrebbero essere destinati a fini sociali, direttamente ai proprietari terrieri interessati e ai componenti il piano di controllo. Il colombaccio è una eccellenza alimentare e come tale va valorizzata, non sprecata. Sul numero di colombacci  da abbattere (55000) non ho dati oggettivi..mi sembrano però eccessivi. Perdonate la mia illusione, sarebbe un desiderio...ovviamente come la penso io.
Un caro saluto,
Rimescolo

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Si si ho seguito, Massimiliano concordo

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Magari anche l'E.N.C.I potrebbe rivalutare l'inopportuno cospicuo finanziamento ed eventualmente chiedere scusa agli allevatori di razze canine da caccia.

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Discussioni Generali / Re:Che succede a SARTEANO
« il: 31/12/2024 - 15:55 »
Caro Mario, un episodio analogo, solo una gomma si fa per dire, mi capitò anche a me in solitario. Quando andai a ordinare la gomma nuova, il gommista mi disse che probabilmente era opera degli anticaccia, altri fatti avevano preceduto il mio. Non ho dubbi caro Mario queste sono azioni di brutta gente che porta il fucile a spalla, si sentono in diritto di riservarsi il territorio cacciabile. Brutta bestia la gelosia, l'invidia e l'avidità. Non conoscono il rispetto, la condivisione che dovrebbe essere il supporto e la ricchezza della nostra passione. Sono anche alquanto superficiali e viscidi nelle loro nefandezze, non considerando il rischio che possono essere scoperti con semplici foto trappole installate dentro e fuori l'auto. Speriamo vengano scoperti e condannati a non andare più a caccia!
Un caloroso, felice, prospero e in salute 2025 a tutti

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Discussioni Generali / Re:Bentrovati
« il: 31/12/2024 - 15:31 »
Ciao Remier, credo che tu ti riferisca a me quando lamenti che ho scritto cose non vere. Se invece il riferimento è riferito ad altri chiedo scusa. Una precisazione però la devo fare, dal 2013 ho sempre scritto cose "vere" sia sul forum sia sul libro che il forum mi ha consigliato di pubblicare, "Falco ti brucia la casa", disponibile sia al club del colombaccio di Firenze (di cui sono socio), sia al club del colombaccio di Perugia dove ho tanti amici, sia su Amazon, sia da Stefano Innocenti editore Grosseto.
Ovviamente il 2024 dal mio umile osservatorio, di comunicazione toscana, è stato il peggiore degli ultimi 20 anni, sia come migrazione sia come svernamento (ad oggi).
Non mi riferisco al transito imponente che si è concentrato soprattutto dal 27 ottobre (litorale livornese)per due o tre giorni, dopo vari giorni di chiusura dei passi appenninici a noi toscani determinanti. Mi riferisco alla difficoltà di esercizio sui nostri capanni(in maggioranza)con persistente meteorologia avversa, aria o venti da sud, sud/ovest...colombacci altissimi in branchi molto numerosi ecc..ecc..E'altrettanto ovvio che a sud della Val di Chiana, Aretino, Marche, Umbria, la stagione sia stata molto vantaggiosa e ricca di soddisfazioni venatorie per un lungo periodo temporale. A fronte di un transito migratorio così numeroso e concentrato di colombacci, non è seguito (almeno per ora)uno svernamento come da circa vent'anni si registrava nel nostro territorio toscano. Non ho riscontri di studi di ricerca scientifica, ma si può supporre a logica o esperienza che si suol dire, che siano emigrati anche i numerosi soggetti cosiddetti stanzializzati...negli anni precedenti. A tutto si deve aggiungere una mia difficoltà di "insediamento" del selvatico per raggiunte limitazioni deambulatorie ecc..ecc..tutte verità soggettive.
Non voglio inoltrarmi nelle tragiche attualità del sociale, guerre ecc..ecc..
Con tanto rispetto e affetto per chi legge e partecipa all'attività del club invio un 2025 ricco di salute e prosperità,
Rimescolo 
 

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Discussioni Generali / Buon Natale e Buon 2025
« il: 24/12/2024 - 20:45 »
Auguroni a tutti i soci, partecipanti e lettori, alle loro famiglie.
L'anno che sta per finire è stato tra i peggiori che abbiamo vissuto, sia venatorio che sociale, anno bisesto anno funesto. I vecchi saggi ci avevano avvisato....
Un caloroso saluto,
Rimescolo

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Ciao Mario, è evidente che la terza proposta si possa,(da cacciatori) non condividere.
Appare quasi superficiale sulla dissuasione a nidificare del colombaccio, allungando il calendario di prelievo venatorio. Credo che siano altre le motivazioni che hanno "convinto" la specie a colonizzare e a nidificare nel sud Europa, Francia, Spagna, Portogallo, Italia. Rinunciando in parte alla migrazione dagli e per gli areali conosciuti. Diversificazione delle risorse trofiche alimentari, disponibili sul territorio in tutto l'arco dell'anno, dai cereali alla frutta, dalle bacche selvatiche ai prati, alle colture intensive di generi alimentari, ortaggi, legumi ecc..ecc... E' altresì innegabile la necessità di una sana e razionale gestione di ogni specie selvatica problematica, lupo compreso. L'alternativa è autoescludersi e permettere ad altri enti e organizzazioni interventi di contenimento e lagnarsi addosso. Verrebbe meno il nostro impegno sociale. La caccia moderna è passione, gestione e impegno sociale. Ovviamente per come la intendo e come la auspico.

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Il comunicato stampa di ANUU-Migratoristi è una nuova buona pratica di proposta/gestione venatoria su una specie selvatica classificata "invasiva". Dal mio punto di vista contiene concretezza e razionalità, con alcuni distinguo....

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Discussioni Generali / Re:AMICI NE ABBIAMO ?
« il: 17/12/2024 - 22:35 »
Caro Massimiliano, le tue (nostre) rimostranze sono legittime, purtoppo veniamo "dimenticati" o peggio ancora ignorati da vari organismi di rappresentanza, sia politica che venatoria. Quando sostengo che la gestione del presente e del futuro, in materia venatoria e di sviluppo rurale deve coinvolgere direttamente, non di riflesso, l'intera nostra categoria, mi rivolgo ai vertici di coloro che ci rappresentano. Protestare senza proporre, è una prassi consolidata a tutti i livelli della vita sociale. Finchè non ci assumeremo le responsabilità e offriremo la disponibilità alla gestione delle nuove problematiche rurali/venatorie, continueranno a isolarci sempre di più dalla necessità di salvaguardia del territorio e della selvaggina che lo popola. Occorre a mio avviso programmare iniziative, interventi, progetti condivisi allargati a tutto ciò che comprende la ruralità e la caccia, non escludendo le potenzialità alimentari che essa può produrre e utilizzare. Le nostre istanze vanno esposte e "imposte" nelle sedi opportune con decisione e determinazione, non aspettare scelte o risoluzioni unilaterali dai detrattori la nostra passione. Ci dobbiamo essere convintamente rappresentati e disponibili senza riserve. Il territorio e la selvaggina è di tutti, quindi anche nostra e sappiamo più di altri conservarla e non estinguerla. Auspico protesta e proposta, per gli auguri ci sentiamo più avanti.

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La mia cultura venatoria, oggi che ho 73 anni e 58 porto d'armi, mi induce a valutazioni diverse dai primi anni di caccia, per alcune specie invasive, competitive o alloctone, allora venivano definite specie "nocive". Ho sempre partecipato a gestioni di questa selvaggina "nociva", volpi, corvidi, già dal 1967...
Per i cinghiali l'art.37 ha contribuito a limitare danni consistenti all'agricoltura e veniva utilizzato da singoli, ma soprattutto nel mio distretto di caccia, alle squadre di cinghialai organizzate i cui partecipanti (tramite corsi specifici) avevano ottenuto l'autorizzazione agli interventi a carattere di contenimento e gestione della specie. Altro è la selezione per tempi, per specie, di ungulati dove le autorizzazioni all'esercizio di tale disciplina, vengono rilasciate a singoli appartenenti ai vari distretti, dopo censimenti annuali, con piani di controllo, di abbattimento e rigide normative. Nella caccia che vorrei, citata nel mio umile libro, Falco ti brucia la casa, è decritto il mio auspicio, quello cioè di "pretendere" la gestione responsabile di specie selvatiche competitive e distruttive di eccellenze alimentari dell'intero mondo agricolo, che siano raccolti alimentari o allevamenti di vario genere (ovini, caprini, bovini ecc...). Sarebbe una disponibilità del cacciatore verso il settore rurale di grande opportunità morale e sociale. Nel 2014 scrivevo ai sindaci del mio comprensorio di fornire strumenti e immobili con celle e attrezzature a norma igienico sanitaria, per utilizzare, trasformare e non disprezzare o incenerire l'eccellenza delle carni ungulate dei nostri territori, Massimiliano ne è al corrente. Oggi sono sorte in Toscana e in altre regioni ancor prima, dei punti di raccolta e utilizzo di queste eccellenze alimentari di pregio, tipiche delle realtà locali, comunali o sovracomunali. La specie colombaccio, al momento credo non sia specie da interventi con l'art.37, specialmente in alcune zone della Toscana dove compare e scompare nel giro di una giornata, ha le ali... in altre zone mi risulta che sia specie invasiva e di grande impatto socio/ambientale. Per chiudere questa mia lunga disamina e riflessione, sarei più propenso ad una gestione programmatica di ogni specie, compreso il colombaccio, affrontata e non respinta, concordata e non imposta, fra le associazioni venatorie e i rappresentanti territoriali di ogni comprensorio interessato, con il presupposto e la convinzione di risolvere e gestire al meglio il problema, non certo "scacciandolo" dal nostro orto. Gli sparatori (io non lo sono)con il passaggio del tempo e la maturazione fisiologica resteranno una esigua minoranza e saranno parte attiva nella gestione della caccia del futuro. Giovani cacciatori, affrontate con decisione le nuove realtà venatorie, siate parte attiva e coinvolta, non mettetevi in contrasto con il mondo rurale ma integratevi con esso. La violenza verbale anti-caccia finirà per accettare quella che per noi è stata e rimane una Nobile Passione. Viva la caccia
Un caro saluto a tutti quelli che mi conoscono e a coloro che hanno avuto la curiosità di leggere, spero non averli delusi,
con affetto,
Rimescolo 

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