FORUM Club Italiano del Colombaccio

Denis

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Risposta #4 il: 03/02/2020 - 21:45
Ovvio poi che si va sempre a cercare il posto che ci da più fiducia ossia dove vediamo l’animale in pastura o dove sappiamo che sfilerà nel periodo della migrazione ma è anche ovvio che la differenza la fa il posto perché se in un qualsiasi luogo il colombaccio per arrivarci non viene stimolato negativamente ossia non riemergono nel suo cervello situazioni pericolose il gioco è fatto ma all’inverso se egli ha già sorvolato nel tragitto altre cacce dove ha riconosciuto nella forma e nei movimenti quelle situazioni di pericolo si ribalterà o sarà molto improbabile che curi già dopo la prima situazione di allerta e a niente servirà avere messo un gioco più ampio anzi.[/font]
Se andiamo in un posto che potrebbe essere misero sì, i dubbi ci sono, ma considerando che non ci saranno concorrenti o situazioni che allertano il selvatico prima che giunga da noi abbiamo un gran bel vantaggio che sarà da abbinare alle esperienze venatorie acquisite.[/font]
Tornando quindi all’argomento della discussione hanno voglia nelle “palombières” o anche altri (già sentita la tirintella anche in Italia) a  pretendere il divieto di sparo al volo a chi utilizza richiami vivi.[/font]
il colombaccio non si posa più non perché collega il vivo allo sparo ma perché sotto di lui vede quelle miriadi di situazioni ripetitive in tempi troppo brevi e su percorsi altrettanto brevi che allertano il suo istinto riportando appunto a memoria situazioni pericolose già acquisite istintivamente.[/font]


Badger

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Risposta #3 il: 03/02/2020 - 12:16
Giusto per fare due chiacchiere, tanto per ingannare il tempo che abbonda ora che non c'è più da pensare a dove andare domani. Diceva un vecchio e ormai scomparso cacciatore livornese "bimbi" (puro slang labronico dove tutti sono bimbi) dai colombacci c'è sempre da imparare. Ed è vero nel senso che la crescente pressione venatoria sviluppa nel selvatico atteggiamenti di prudenza sempre nuovi. Se vai in Scozia e metti un piccione vivo in terra su una racchetta ci vuole un ragazzo con un carretto per portarli via.(ma è stravietato) Detto questo ognuno ha le sue ricette personali, più richiami, meno richiami, più stantuffi, meno rulli e via dicendo. Io credo però che la differenza, la sostanziale differenza, la fa il luogo dove tendi l'insidia. Ci sono posti dove con un gioco che si potrebbe definire all'osso, tanto è misero, li fermi tutti, ce ne sono altri dove con un gioco mirabolante e ben gestito non ti guardano nemmeno o quasi- Poi ovviamente  c'è anche il "manico" ma a mio avviso può diventare secondario. Questo per la "tesa" ovvero il capanno fisso, mentre e dico un ovvietà, nella tesa volante diventa fondamentale trovare la zona di pastura perchè altrimenti il colombaccio va " in meta " ovvero ti considera poco perchè è determinato a raggiungere un certo luogo di pastura e al massimo ti può dare una strusciatina ma non ti curerà mai. Cmq alla fine per noi diventa importante ingannare il tempo della vita in attesa immaginando sempre nuovi "trucchi" sempre nuovi marchingegni, sempre nuove "buttate" anche se alla fine la maggior parte delle "novità" finiranno per essere abbandonate perchè spesso ininfluenti. Ma si sa, il cacciatore è prima di tutto un fanciullo che si nutre di illusioni. Ciao ( non parlo della caccia al campo perchè non la pratico e anche perchè non  mi attrae per me il colombaccio va cacciato nella "macchia"

aldorin

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Risposta #2 il: 02/02/2020 - 17:45
Condivido Denis.

Sono/siamo in troppi a "fare la stessa cosa". In buona sostanza noi cacciatori molto somigliamo a degli impresari teatrali che senza accorgersene, o non volendosene accorgere, mettono in piedi la stessa rappresentazione teatrale. Poi ci chiediamo perché "non credono"...
Il primo tra noi che inventerà un "copione" diverso avrà migliori risultati. A mio parere è anche la sovraesposizione di richiami che danneggia chi pensa di meglio attrarre i migratori se espone più bucato al sole. Ma non voglio entrare in un ginepraio di opinioni che giustamente restano tali e quali nelle diverse mentalità di ognuno di noi.

Denis

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Risposta #1 il: 02/02/2020 - 00:49
Con l’evoluzione della specie "columba palumbus" é gioco forza che i cacciatori tradizionali francesi ma anche italiani devono o avranno oramai ( in Italia sicuramente di più ma non tutti ) preso atto che esiste oramai anche la caccia al colombaccio in tutta Europa e proprio per questo non si può fare finta di nulla come non si può nemmeno mettersi in contrasto alle varie tipologie di caccia che sono nate per questa forte evoluzione della specie in tutto il continente.
Le tipologie nuove sono la caccia al campo con tiro al volo, la caccia in bosco su impalcatura con tiro al volo e la caccia con l’asta nei boschi con tiro al volo o anche da fermo sia sui migranti che sugli svernanti per non parlare dei nidificanti laddove…….ecc.
Tradizionalmente la caccia esisteva (più o meno 20/25 anni fa) solo sui migranti ma ora abbiamo i sedentari, i migranti e gli svernanti che vengono cacciati in tutta Europa.
Si sa che uno scrittore e altri ancora ci hanno fatto pensare che il colombaccio si nutrisse di sola ghianda e fagiola e a l’epoca dovevamo/potevamo cacciarlo solo sulle querce ma così non é e non era .
Da quando la specie colombaccio esiste dove nidifica ed anche in quei tempi remoti non poteva certamente nutrirsi sulle querce in estate e quindi ovvio che si nutriva a nord-est nel periodo e nei luoghi di nidificazione quasi solo di cereali coltivati nei campi. Pensate ora che la damigella blu si é per fino talmente adattata a cibarsi di olive, di uva, di riso e di fichi…..
Ovvio che in ottobre sia in Francia che in Italia, che sono le due patrie che si contendono la nascita della caccia tradizionale “à la Palombe” (detto alla francese), se ci fosse stato in epoca remota l’avvento delle culture di mais e di soia il colombaccio sarebbe stato cacciato nei campi come d’altronde lo era la colombella che una volta veniva cacciata al campo quale caccia tradizionale in Umbria ( vedi sempre il Mazzotti ).
Bene a questo punto sarebbe bene, fare in Italia come fanno in Francia, ossia chiedere di fare diventare patrimonio culturale le “palombiéres” a tutela di quel tipo di caccia ma male sarebbe chiedere come in Francia l’abolizione del tiro al volo con richiami vivi nel bosco, nel campo o con l’asta perchè parre a dire loro che gli si danneggi la caccia tipica della palombière tradizionale con sparo da fermo o con reti orizzontali…..
Visto la possibilità ( dea Diana ci protegga e ci difenda !!!) neanche tanto remota di un divieto futuro di utilizzo dei richiami vivi fare diventare le cacce tradizionali patrimonio culturale potrà giustamente un domani preservare la possibilità di cacciare ancora con richiami vivi il colombaccio forse forse in quelle sole cacce tradizionali : ben venga per loro in tal caso fosse.
Ora come ora mettersi però di traverso alle altre modalità di caccia con richiamo vivo e tiro al volo vorrebbe  dire un domani perdere gioco forza un esercito di alleati.
Poi in Francia non é affatto vero che sia vietato da per tuttto lo sparo al volo con richiamo vivo come si sente dire in giro tra boschi e palombière dai contendenti il titolo ossia titolo del genere “la caccia alla palombe l’abbiamo inventata noi perchè da noi è nata” non la caccia ( avete pensato male) ma la palombe addiritura sarebbe nata da loro.
Mi spiego meglio : Qualcuno, anzi più di uno oramai in Francia pensa addiritura di avere dato lui i natali alla prima “damigella blu dagli occhi gialli ” della specie “columba palumbus”.
Veniamo alla realtà : Esiste questa normativa solo in certi luoghi del Sud-Ovest francese e solo in un certo periodo ossia dal 1 ottobre fino al 20 novembre dopo di che tutto è lecito fino anche la destruzione dei colombacci dichiarati dannosi all’agricoltura nei periodi primavera/estate.
La richiesta nasce dal fatto che dicono che il richiamo vivo abbinato alla fucilata faccia memorizzare l’inganno  “à la Palombe” ( sempre detto alla  francese) la quale diventa sempre più diffidente.
Sarà cosi ma veramente é cosi ????
Assurdo crederci per me dopo le esperienze vissute tantissime volte in tanti anni di caccia al campo laddove riesco a trovarmi da solo io e la damigella blu dagli occhi gialli anche se sopragiunge imbrancata enormemente.
Se volessero i francesi, o anche altri sostenitori di questa teoria, andare veramente a fondo nella ricerca capirebbero, facendo un mea culpa, che l’errore è avere una palombière ogni 300 metri ed averne 3/4000 sparse in una sola regione tutte concentrate nel sud.ovest é proprio una gran follia in quanto solo lì sta il loro male. Si, Il male che spaventa “ damigelle la Palombe”.
No no no !!! Il problema non è lo sparo collegato al richiamo vivo che rende diffidente il colombaccio (torniamo in italia stavolta par un senso di parcondition).
A mio avviso “à la Palombe” detto alla francese (sempre per parcondition) la rende diffidente il fatto di vedere in spazi breve e tempistiche ancor piu brevi troppi anzi tantissimi richiami vivi. Perché tantissimi ? perché hanno oramai decine e decine per non dire centinaia di richiami vivi in ogni palombières dai semivolants, ai glaneurs ,ai roulots , e alle raquettes tout court od anche alle casette d’involo disseminati in tutti questi ipermercati attorno a loro al di sopra di una miriade di tunnel intrisecchi e coperti come lo è al lunapark “la chenille” ( il Brucco un tipo di giostra à la francese).
Bene, detto ciò e ragionando con il mio cervello e non con quello di chi pensa di avere dato le natalità alla prima “damigela blu dagli occhi gialli”  della specie “columbu palumbus” con le mie esperienze posso e voglio davvero dire no, no, no, il tiro al volo con richiamo vivo non puoi pretendere di vietarlo e manco ci riusciresti oltre il sud-ovest.
Nulla togliendo all’arte di fare posare la “damigella blu dagli occhi gialli ”.
Per carità Arte rimane comunque e ancor più per chi riesce a farli calare dall’alto fino a terra dove scatterano poi le reti.

ALTRO CHE COLLEGAMENTO RICHIAMO VIVO-SPARO !!!!! = diffidenza.
Qui il problema è: “ci avete oramai guastato la vista della foresta e la voglia di posa nel vedere su quelle querce tutti quei facsimili nostri insistenti che saltano sù e giù di quà e di là sullo stesso ramo !!! ma chi se frega di tutta questa marmaglia ogni due cento metri per tutto il tempo della migrazione mentre sorvoliamo qualsiasi nostra foresta”. ………..E per tanto d’ora in poi ce ne andremmo a posare tutte per tutti i prossimi inverni futuri prima delle foreste nei campi di mais delle Lande o di qualsiasi altra campagna coltivata a cereali………….

Un altro fattore negativo, secondo me, é appunto il ripetersi di questa situazione ( troppi richiami vivi alla loro vista) in tempi brevi, troppo successivi, troppo prolungati e troppo ravvicinati ossia ogni giorno e per tutto il giorno di una intera stagione venatoria ininterrotamente per 50 giorni dal 1 ottobre al 20 novembre di ogni anno visto che anche il martedì ed il venerdì che ti do e ti do e ancora in ogni luogo come in quei 4000 luoghi tutti adiacenti delle Landes.

Tutto questo succede per acquisizione istintiva del disturbo che arreca il troppo richiamo, per un periodo ben troppo prolungato e da per tutto.
Senza parlare del mancato mimetismo esistente assù per aria tra tutte quelle querce….addibite ad ipermercati.
Se tutto tace per un giorno e per una decina di chilometri la damigella iritata già si calma come un migrante vergine appena giunto in terra e proveniente da mare.
Dura la vedo per la caccia tradizionale se ognuno di coloro che insistono continuano a dare la colpa alle altre tipologie di caccia senza farsi un mea culpa.
Dura per loro veramente …..